Radiogiornale 133   

                                                                                                       15 aprile 2005  

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Sommario:

  1 - Annullate dai Sindaci le Elezioni ARI;

  2 - SPAZIO: Missione Eneide!;

  3 - Chi ha paura della libertà di stampa?;

  4  -  Visita al Museo della Radio; 

  5 - Gli Enti Morali; 

  6 - Vizi e virtù del connettore SCART;

  7 - Fiera e Mercato radiantistico a Marsala;

  8 - Lettere;

  9 - Cenni sulla propagazione delle onde radio;

10 - Il volontariato nella Protezione Civile;

11 - I grandi dell’elettricità;

12 - Passaggio a Nord Ovest;

13 - Mercatino radioamatoriale;

14 - Informazioni

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 1-

 

Per il Radiogiornale, con cortese preghiera di pubblicazione.

Giancarlo Sanna

IS0ISJ

 

Ultim’ora

ANNULLATE LE VOTAZIONI A.R.I.

Il prossimo referendum a data da destinarsi! 

 

SCONVOLGENTE

 

Non è possibile che il Collegio dei Sindaci la passi liscia!!!

 

"L'errore è imputabile unicamente alla tipografia" (e chi doveva controllare la qualità del  lavoro se non i Sindaci, a mezzo di un loro rappresentante?)

 

In fumo sei mesi di lavoro!!!!!!!

Non avremo direttivo per almeno altri sei mesi!!!!!!!

 

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COMUNICATO DEL COLLEGIO DEI SINDACI
ANNULLAMENTO REFERENDUM

Sono giunte al Collegio dei Sindaci segnalazioni di irregolarità sulla scheda di votazione relativa al referendum per il rinnovo delle cariche associative nonché sulla modifica dell'art. 2 dello Statuto Sociale, referendum la cui gestione era stata assunta totalmente dal Collegio stesso, con l'esclusione di intervento da parte del Consiglio Direttivo.

I Sindaci, nelle persone di Antonio Faraone, I2 FAR, Stefano Marchesini, IN3 JJI, ed Andrea Villoresi, IK5 VCY, vista l'urgenza del caso, si sono consultati telefonicamente ed hanno accertato quanto segue:

In considerazione di quanto sopra, il Collegio dei Sindaci ha disposto l'annullamento del referendum in corso e lo svolgimento di un nuovo Referendum e cui modalità e data di svolgimento verranno rese note con apposito comunicato che comparirà sul numero di Giugno di Radio Rivista.

Il Collegio dei Sindaci
A. Faraone, I2 FAR, S. Marchesini, IN3 JJI, A. Villoresi, IK5 VCY

Milano 13 aprile 2005 (evidentemente infausta giornata!!!)

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A questo punto si dovrebbe riazzerare tutto, Sindaci compresi (se non ci si può fidare nemmeno di loro, "chi custodisce i custodi"), formare un Direttivo provvisorio tratto dai ranghi dei Comitati regionali, con Sindaci sempre tratti dai Comitati Regionali, e provvedere a nuove elezioni nei tempi più ristretti possibili.

A mali estremi, estremi rimedi!

Mai l'associazione era caduta così in basso!!!

Successivamente si potrà pensare a riformare pesantemente lo Statuto e il relativo regolamento, proponendo un'ARI federale, sul modello della nuova costituzione dello Stato, con i poteri che derivano dal basso, Sezioni e Comitati Regionali. Chi si trincera dietro la burocrazia e i relativi ritardi non merita la nostra stima.

Opinione personale di IS0ISJ, Giancarlo Sanna, Presidente del C. R. Sardegna A.R.I

URGENTISSIMO Errore schede

 

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2-

De Francesco De Paolis, IKØWGF

SPAZIO

Missione Eneide

L’astronauta Roberto Vittori IZ6ERU trasmetterà dalla stazione radioamatoriale a bordo della ISS e collegherà gli studenti dell’ITIS di Civitavecchia e Palmanova

 

Ci siamo, il "countdown" è vicinissimo!

Mi riferisco al conto la rovescia che darà il via alla Missione ENEIDE.

Alle ore 02:45 tra il 14 ed 15 Aprile dal cosmodromo di "Baikonur" (Kazakhstan) il Colonnello Roberto Vittori comanderà la navicella "Soyuz", nel viaggio che lo porterà a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. (visita http://www.esa.int/SPECIALS/Eneide_Italian/index.html)

 

immagine soyuzlaunch

 

Una volta a bordo della ISS, l'astronauta Italiano Roberto Vittori condurrà, durante i suoi dieci giorni di permanenza, ventiquattro esperimenti nel contesto della missione ENEIDE.

 

immagine Eneide logo

 

Uno dei ventiquattro esperimenti di questa missione è l'ARISS experiment.

ARISS è l'acronimo di Amateur Radio on International Space Station, ed un gruppo internazionale di gruppi ed associazioni di radioamatori, che ha questi:

 

 

 

 

In Italia, Il progetto è seguito da AMSAT - Italia, branca nazionale di AMSAT, l'associazione statunitense che, con sede a Washington, si propone finalità puramente tecniche, scientifiche e non commerciali, che comprendono lo studio e lo sviluppo della teoria e della pratica delle telecomunicazioni via satellite (nelle diverse applicazioni) e di tutte le discipline e materie a questa collegate. (visitate http://www.amsat-i.org)

 

immagine Logo AmsatItalia

 

Il 18 Aprile, avrà corso l'ARISS experiment, un esperimento "Educational", in pratica attraverso la stazione Radioamatoriale a bordo della ISS, l'astronauta e radioamatore Roberto Vittori, IZ6ERU, risponderà alle domande che gli rivolgeranno gli studenti degli ITIS di Civitavechia (Roma) e Palmanova (Udine), attraverso due stazioni di radioamatore, installate per l'occasione in quelle scuole.

 

 

Eccovi le domande che faranno gli studenti:

 

Paolo, 3A EN: What is the "Lazio" device?

Paolo, 3A EN: In cosa consiste il dispositivo "Lazio"?

 

Erik, 4B eli: What kind of scientific experiments are you doing ?

Erik, 4B eli: Quali sono gli esperimenti scientifici che deve svolgere?

 

Andrea, 3B EN: How the GPS - EGNOS system will be tested during ENEIDE mission?

Andrea, 3B EN: Come verrà testato il sistema GPS ed EGNOS durante ENEIDE?

 

David, 4B eli: What kind of risks involve to be an astronaut?

David, 4B eli: Quali pericoli comporta fare l'astronauta?

 

Vincenzo, 1B S : When you come back to earth what kind of rehabilitation program do you have to follow?

Vincenzo, 1B S : Al ritorno sulla terra, a quale tipo di riabilitazione vi dovete sottoporre?

 

Cesare, 4B eli: Have you ever been in trouble?

Cesare, 4B eli: Si é mai trovato in pericolo?

 

Giulio, 1 B S: What was your most important professional satisfaction?

Giulio, 1 B S : Quale è stata la sua più grande soddisfazione professionale?

 

Paolo, 4A eli: Which sensations have you felt during the first launch?

Paolo, 4A eli: Quali sensazioni ha provato al primo lancio?

 

Riccardo, 2A S: What are the security systems of the ISS?

Riccardo, 2A S: Quali sono i sistemi di sicurezza all'interno della ISS?

 

Matteo, 4A eli: What kind of physical training you have to support before going into the space ?

Matteo, 4A eli: Che tipo di prove fisiche bisogna sostenere prima di andare nello spazio?

 

Marco, 1D S: What are the landing methods of the SOYUZ?

Marco, 1D S: Quali sono le modalità di atterraggio della Soyuz?

 

Giusto, 4B eli: What type of electronic tools do you use daily?

Giusto, 4B eli: Che tipo di strumenti elettronici utilizza quotidianamente?

 

Martina, 4B S: Why is necessary to experiment with inventions and scientific phenomenon during space journey ?

Martina, 4B S: Perché avete la necessità di sperimentare invenzioni o fenomeni fisici nello spazio?

 

Andrea, 4B eli: What is the temperature inside the station ?

Andrea, 4B eli: Qual'é la temperatura all'interno della stazione ?

 

Sara, 4A S: What do you do if one of the astronauts gets sick?

Sara, 4A S: Quali procedure adottate in caso di malattia di un astronauta?

 

Sasha, 4B eli: What's the pressure inside the EVA suites ?

Sasha, 4B eli: qual'é la pressione all'interno delle tute EVA?

 

Dario, 5A EN: What frequency bands are used to communicate with the earth?   

Dario, 5A EN: Quali bande di frequenze sono utilizzate per le comunicazioni con la terra?

 

Federico, 4B eli : What is the spacecraft re-enter angle?

Federico, 4B eli : Qual'é l'angolo di rientro del veicolo spaziale?

 

Valeria 3B S: We would like to know if yours dreams can be influenced by the absence of gravity.

Valeria 3B S: In che modo i vostri sogni sono influenzati dall'assenza di gravità?

 

Davide, 4B eli : From the undocking to re-enter, what are the operations to do and how much time they take to complete them?

Davide, 4B eli: Dall'undocking al rientro, quali sono le operazioni da fare e quanto tempo viene impiegato per effettuarle?

 

immagine iss.jpg

 

Ecco come ascoltare la ISS:

 

Worldwide downlink (All modes): 145.800 MHz FM

US Voice Callsign: NA1SS

 

Ecco come conoscere, on line, la posizione della ISS:

 

http://www.esa.int/seeiss

oppure

http://science.nasa.gov/Realtime/JTrack/Spacecraft.html

oppure

http://science.nasa.gov/temp/StationLoc.html

 

Il nostro desiderio è quello di condividere questa magnifica avventura con il maggior numero di persone, ovvero studenti, radioamatori, appassionati...

Quindi vi chiediamo di dare notizia, alla scuole, agli appassionati e ai nostri colleghi radioamatori, di questo eccezionale evento che sarà condotto da scuole italiane, da un astronauta radioamatore italiano, in lingua italiana.

 

L'evento sarà trasmesso in diretta, on line, sul sito della RAI (www.rai.it).

Qui sarà visibile un apposito "banner" sulla "homepage" di RAI:NET, che vi condurrà alla pagine dedicate all'esperimento, ed al link per ascoltare il collegamento.

 

Appuntamento è alle 10:30 locali, sul sito RAI.

Inizio collegamento ore 10:45 locali.

 

73 de Francesco De Paolis, IKØWGF

AMSAT Italia - ARISS Europe

Principal Investigator ARISS experiment ENEIDE mission

 

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3-

Affiorano sempre nuovi misfatti!

Chi ha paura della

LIBERTA’ DI STAMPA?

Per fortuna che c’è il Radiogiornale che garantisce a tutti il diritto di esprimersi!

 

Caro Paolo,

 

             in allegato ti trasmetto una corrispondenza che ho avuto con la Edizioni C&C per una inserzione pubblicitaria, a pagamento, su Radio Rivista.

 

            Troverai

 

  1.. una mia lettera a cui ho dovuto fare seguito con una raccomandata,

  2.. il testo della mia inserzione e

  3.. copia della lettera, con copia di una e-mail, ricevuta dalla Edizioni C&C.

 

                        Cesare CERVINI

                        I2JZQ

                        Vice Presidente Sezione ARI Milano.

 

Via Ippolito Nievo n. 11

20145 MILANO

TEL. 02 43912636

FAX 02 43314637

 

Il comunicato censurato che non ha mai visto la luce

 

Cesare CERVINI

I2JZQ

Via Palmanova, 75

20132  MILANO

 

Spett.le

Edizioni C & C.

Via Naviglio, 37/2

48018 FAENZA (RA)

 

                                                                                              Milano, 15 settembre 2004

 

 

OGGETTO : Inserzione pubblicitaria a pagamento.

 

                        Con riferimento a mia e-mail e successiva Vostra risposta 24/06/2004 ore 16.23 Vi trasmetto, in allegato, testo della pubblicazione che desidero pubblicare su Radio Rivista nei mesi di novembre / dicembre 2004 / gennaio 2005.

                        Vogliate comunicare Vostra disponibilità alla pubblicazione, confermare il costo di Euro 210,00 (inclusa IVA ) per ogni uscita per l’occupazione dei mezza pagina della rivista.

                        Vogliate cortesemente dare conferma di quanto sopra allo scrivente il quale presenterà il tutto al gruppo di amici che riunisce.

                        L’ordine per la pubblicazione, potrà esserVi passato, per iscritto, dopo avvenuta riunione.

                        Per il momento ringraziando colgo l’occasione per porgere cordiali saluti.

 

 

                                                                                              Cesare CERVINI

                                                                                                     I2JZQ  

INSERZIONE a PAGAMENTO

 

 

COMUNICATO ai SOCI A.R.I. CENSURATO

 

Nel prossimo anno, 2005, si dovranno svolgere le elezioni per il rinnovo delle cariche sociali della nostra associazioni.

Quando ?? In che mese ?? Per il momento non se ne hanno notizie. ( vedi RR. 9/04).

 

Il mio desiderio ( corroborato dall’ appoggio di alcuni amici ), è  di portare alle elezioni una lista di candidati che desiderino dare una sferzata di energia, di vitalità, di ringiovanimento alla nostra associazione.

 

·       Chi desidera avere una associazione che conti nell’ambito internazionale.

·       Chi desideri una associazione apprezzata presso i propri associati.

·       Chi desidera una rivista ufficiale rappresentativa.

·       Chi desidera una trasparenza gestionale.

·       Chi vuol saperne di più sulla conduzione dell’organo ufficiale dell’Associazione.

·       Chi desidera porre termine alle diatribe all’interno del Consiglio.

 

Tutti sono invitati ad inviare la propria candidatura ed in particolare  i Presidenti Regionali firmatari dell’allegato 3 pagina 115 RR. 9/04, per la creazione di una lista elettorale ( entro e non oltre il 15 gennaio 2005) da presentare al corpo elettorale.

Occorre un curriculum vitae radiantistico del candidato, corredato da un suo indirizzo e-mail. Occorre una relazione sulle attività che vorrà svolgere il candidato e gli obiettivi che il candidato desidera raggiungere.

Spedire il tutto via posta o via e-mail a :

I2JZQ    Cesare CERVINI Via Palmanova, 75  20132  Milano

E-mail :  cervinicesare@tiscali.it

E-mail :  I2JZQ@arimi.it

Chi desidera partecipare alle riunioni per la preparazione della base elettorale è pregato di indicarlo nelle comunicazioni che invierà. Ci terremo in contatto per il raggiungimento del nostro scopo.

Attendo vostri commenti a cui cercherò di rispondere.  Non risponderò a comunicazioni anonime ed a missive volgari e/o offensive.

                                                                                                          Milano, …………………

 

 

 

  

 

Cesare CERVINI

I2JZQ

Via Palmanova, 75

20132  MILANO

 

 

Spett.le

Edizioni C & C.

Via Naviglio, 37/2

48018 FAENZA (RA)

 

                                                                                              Milano, 11 ottobre 2004

 

 

OGGETTO : Inserzione pubblicitaria a pagamento.

 

 

                        In data 15 settembre 2004, Vi ho inviato lettera per la richiesta di un inserimento pubblicitario a pagamento su RR.   A tutt’oggi non ho ricevuto risposta; sicuramente la lettera spedita per posta ordinaria non vi è giunta altrimenti non sarebbe concepibile il Vostro disinteresse ad incrementare la pubblicità sulla Rivista.

            In allegato trasmetto lettera a cui non avete dato risposta e bozza della inserzione richiesta.

In attesa di una cortese, urgente risposta, dato i tempi stretti della pubblicazione, colgo l’occasione per porgere cordiali saluti.

                       

 

                                                                                              Cesare CERVINI

                                                                                                     I2JZQ

 

 

 

UNA TRISTE CONCLUSIONE !

Il diniego di Radiorivista

mette in imbarazzo

anche le edizioni C&C

 

 

Copia dalla carta originale del mittente.                        RADIO KIT ELETTRONICA

 

Edizione C&C S.r.l.

Edizioni C&C.

 

….. si omettono i dati telefonici e fiscali …

 

Faenza, 13 ottobre 2004

Ns. rif. …………………….

Vs. Rif.  RACCOMANDATA                                   Egr. Sig.

                                                                                  Cervini Cesare

                                                                                  Via Palmanova, 75

                                                                                  20132 MILANO

 

OGGETTO . ……………………….

 

Gent.mo Sig. Cervini,

            alleghiamo copia del testo trasmesso via e-mail, il 20 settembre scorso, nel quale Le preannunciavamo che eravamo in attesa di risposta dell’ARI. La risposta, ora arrivata, è purtroppo negativa: non ci sentiamo di approvare tale decisione, ma essendo Radio Rivista organo ufficiale, per qualsiasi tipo di inserzione dobbiamo avere l’approvazione dell’ Associazione.

                                                                                 

                                                                                  Cordiali saluti

                                                                                Edizioni C&C Srl

                                                                                     Cimatti Enzo

                                                                                    F.to Illeggibile

 

 

 

Copia della e-mail del 20 settembre 2004 spedita a Cervini cesare da Edizioni C&C.

 

Gent.le Signor Cervini,

Riceviamo il Suo testo per una inserzione su Radio Rivista e, trattandosi di organo ufficiale, dobbiamo chiedere il benestare alla Direzione dell’Associazione cui abbiamo inoltrato copia del testo ovviamente in forma anonima.

 

Altre iniziative del genere ci sono state rifiutate con la motivazione, in parte condivisibile, della parità di trattamento tra i possibili candidati.

 

In attesa di riscontro da parte dell’A.R.I., porgiamo i più cordiali saluti.

 

Via Naviglio, 37/2 – 48018 FAENZA

 

N.D.R. La C&C gestisce in esclusiva la pubblicità di Radiorivista.

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 4-

 

Il piacere di saperlo

ENTI MORALI

 

Associazioni

Le associazioni riconosciute: nozioni generali

 

Vediamo quali sono gli elementi concreti del contratto di associazione che lo differenziano da altri contratti.

Anzitutto possiamo individuare lo scopo: lo scopo dell'associazione, diversamente da quello di soddisfare i bisogni di natura ideale, o comunque non economica, dei propri membri

Che l'associazione non abbia finalità di lucro emerge dalle disposizioni di legge in materia: anzitutto i conferimenti degli associati sono fatti a fondo perduto, non avendo diritto l'associato alla restituzione di quanto aveva versato al momento dello scioglimento del rapporto e in secondo luogo i beni che residuano dall'estinzione dell'associazione non possono essere divisi tra gli associati ma devono essere devoluti ad enti che perseguono finalità analoghe a quelli dell'associazione estinta.

Lo scopo di natura ideale dell'ente non è in antitesi col fatto che spesso l'associazione esercita un'attività economica, purché questa attività sia il mezzo per raggiungere lo scopo.

Un altro elemento che caratterizza l'associazione, oltre allo scopo, è la sua struttura: si parla a questo proposito di rapporto associativo a struttura aperta, intendendo con ciò riferirsi al fatto che nuove parti possono intervenire nell'associazione già costituita senza che questo comporti un cambiamento nell'atto costitutivo, e potendo quindi l'associazione raggiungere, a causa delle continue adesioni, anche un numero illimitato di membri.

Collegato a questo è anche il principio detto della "porta aperta", secondo il quale possono entrare a far parte dell'associazione tutti coloro che hanno interessi dello stesso tipo di quelli che portarono alla costituzione del rapporto associativo: ciò non vuol dire che i terzi che nutrono questo genere di interessi possano vantare il diritto di entrare nell'associazione, poiché trattandosi di un contratto, la proposta di adesione può essere respinta, e non c'è obbligo da parte dell'associazione di accettarla, ma vuol dire che sarebbe illecito l'atto costitutivo che vietasse l'ingresso di nuovi soci o che lasciasse al mero arbitrio degli amministratori la facoltà di decidere in merito alle nuove ammissioni.

Infine bisogna sottolineare che l'associazione è caratterizzata da una propria struttura tipica, che si compone obbligatoriamente di due organi: l'assemblea e gli amministratori.

E' l'assemblea, formata dagli associati, l'organo diretto a formare la volontà del gruppo: ciascuno associato, per mezzo del voto, contribuisce alle deliberazioni che vengono prese a maggioranza e che determinano l'attività dell'associazione.

Gli amministratori sono coloro cui spetta la competenza ad amministrare e dare esecuzione alle delibere assembleari.

Queste possono essere considerate le caratteristiche generali dell'associazione, ma occorre ora procedere ad una distinzione, all'interno della figura dell'associazione, fra associazioni riconosciute e associazioni prive di riconoscimento, per poter esaminare altri aspetti e per poter approfondire gli elementi essenziali solo tratteggiati.

Associazioni riconosciute sono quelle che hanno chiesto e ottenuto il riconoscimento dello Stato: allo Stato spetta cioè di emettere un provvedimento, il riconoscimento appunto, che concede specifiche prerogative alle associazioni che lo hanno chiesto e che si trovino in determinate condizioni.

Le prerogative principali che l'associazione acquista col riconoscimento sono tre: la prima consiste nella cosiddetta autonomia patrimoniale, in base alla quale il patrimonio dell'associazione si presenta distinto e autonomo rispetto a quello degli associati e degli amministratori, la seconda si può ritrovare nella concessione di una limitazione di responsabilità degli amministratori per le obbligazioni assunte per conto dell'associazione, la terza infine consiste nella possibilità per l'associazione di accettare eredità, legati e donazioni e di acquistare beni immobili.

Le associazioni non riconosciute non possono godere di tali prerogative: la loro autonomia patrimoniale non è perfetta, inoltre per le obbligazioni assunte in nome e per conto dell'associazione rispondono anche le persone che le hanno contratte, e infine è molto dubbio che possano accettare legati e donazioni.

Occorre quindi vedere caso per caso, a seconda di quelli che sono gli scopi dell'associazione, il numero degli associati, l'attività che si presuma debba svolgere la complessità delle operazioni che verranno affrontate, l'entità dei contributi che saranno versati ecc., se convenga costituire un'associazione che miri al riconoscimento o un'associazione che di tale provvedimento possa farne a meno.

 

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 5-

Da. IK0ZCW Alberto

 

Visita al Museo Storico della Radio

il 15 Maggio a Colleferro Roma

 

E' stata organizzata una visita con ingresso gratuito al Museo Storico della Radio del Generale Francesco Cremona per il giorno di Domenica 15 Maggio 2005 ore 9:00 presso il Museo Civico in Via degli Esplosivi a Colleferro (Roma)

prenotazioni entro il 7 maggio a I0YCB Bruno Ceccarelli Tel. 06/70474979 e-mail: telegrafia@libero.it

Dopo la visita del Museo si terra' un pranzo al Ristorante Hotel Astoria in Via Savoia 69/71 a Colleferro (Roma) al prezzo di 22 euro a persona. Per venire utilizzare l'Autostrada A1 Roma-Napoli uscita Colleferro.

Sara' usata come frequenza di avvicinamento il ripetitore RU13  Monte Guadagnolo  431.925-1.600. 

 

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6-

 

VIZI E VIRTU'

DEL CONNETTORE SCART

Vantaggi e limiti della connessione SCART. Le caratteristiche tecniche e le possibilità del connettore ufficiale del mondo video europeo.

  Il connettore  nasce come un tentativo di formare  un' unica "porta" del televisore verso  servizi diversi: videoregistratore, sintonizzatore per satellite, centraline, ecc. Purtroppo non è un connettore privo di difetti. Per il collegamento con più apparecchi può essere necessario un commutatore. 

Ma in certi casi "attingendo" ai  singoli piedini si possono collegare più apparecchi ad una sola presa. 

Nel corso dell’84 (ormai più di dieci anni fa) vi fu un decreto dell’allora ministro Gava, che impose su tutti i televisori e videoregistratori importati in Italia la presenza del connettore SCART, detto anche “Euro”. L’eccezione riguardava solo i televisori più piccoli (dai 14" compresi in giù) su cui era ed è del tutto facoltativa. 

Quel decreto recepiva un accordo internazionale, siglato a livello europeo, su un connettore che potesse servire per le connessioni video di ogni tipo: dai segali digitali a quelli in videofrequenza, dai segnali RGB a quelli videocompositi.

Quel connettore, a chi scrive, pare proprio un’occasione mancata. Innanzitutto, perché si tratta di un oggetto relativamente costoso e scomodo, troppo poco flessibile e troppo ingombrante. A questo mondo c’è di meglio anche come flessibilità, comodità e sicurezza di funzionamento. Una bella fila di connettori separati (come i plug audio) avrebbe conferito una flessibilità enorme: si sarebbe ad esempio potuto collegare solo l’audio con il connettore del video, eccetera. Si notò in breve tempo la scarsa lungimiranza dei progettisti di questo connettore: di lì a poco -quando comparve il Super-VHS) ci si rese conto che si doveva già ricorrere ad espedienti tanto strampalati, che oggi i TV e i videoregistratori “Super” adottano un connettore in più. Con buona pace dello SCART. Ci si accorse ancora una volta che la tecnologia video abita altrove, al di fuori dell’Europa e al di fuori dei decreti governativi correlati. C’è da dire che questo infelice connettore non ebbe l’attenzione che si meritava neanche da parte dei costruttori: sarebbe stato bene pensare di dotarlo di una serie di comandi supplementari, ad esempio di quelli necessari al funzionamento delle centraline di montaggio, con duplicazione dei comandi inviati di solito dai codici ad infrarosso dei vari telecomandi. Ma qui si entra in un campo dove nessuno si è preoccupato troppo delle esigenze dell’utente, o per lo meno si entra in un settore dove il cammino e in salita per un sacco di motivi.

Uno degli svantaggi di questo connettore è senza dubbio la sua dimensione eccessiva, e vi porto un esempio di come questo aspetto a prima vista trascurabile diviene dominante: ve lo immaginate montato su una videocamera? Oggi si sta a calibrare il centimetro cubo occupato dal tamburo rotante o dai meccanismi essenziali, immaginate voi mettere dentro un connettore che occupa un bel pezzo di videocamera!

Se queste grandi dimensioni lo rendessero almeno flessibile e modificabile con facilità, pazienza. Ma effettuare le saldature a stagno sui suoi contatti non è più agevole che su altri connettori più piccoli.

Una volta presa visione di tutti i suoi limiti, è opportuno guardarlo un po’ da vicino per vedere se lo si può sfruttare un po’ meglio di quanto si fa normalmente, visto che (quando si è comprato il TV o il videoregistratore) lo si è pagato, eccome.

Il connettore SCART ha la serie di contatti descritti brevemente nella figura. Conoscere questi contatti è abbastanza utile a chi ha un minimo di pratica con il bricolage, perché gli permette di accedere direttamente a dei segnali che possono essere abbastanza utili in diverse circostanze. Ad esempio, abbiamo ormai detto più e più volte che seguire un buon programma con un audio migliorato è molto, molto più coinvolgente che farlo con l’audio che arriva dai soliti altoparlantini del TV. Se si vuol “prendere” il segnale audio da inviare all’amplficatore audio, ecco che si può costruire  (o cercare sul mercato) un cavo che abbia da una parte i soliti plug audio e dall’altra tre contatti che entrano nei fori 1, 3 e 18.

UN BUON CONSIGLIO

Provate a collegare questi contatti ad un buon amplificatore, e a due o più casse acustiche di eccellente qualità, disposte opportunamente nella stanza. E poi ditemi se un film o un documentario sono la stessa cosa. Credo che vi convincerete. E vi accorgerete che è un’altra cosa anche se disponete di un Tv con dei buoni altoparlanti e una sezione audio curata.

Conoscere quali sono i contatti relativi all’ingresso audio potrebbe essere utile nei casi in cui si vuole ascoltare qualcosa con gli altoparlanti del TV. A questo ingresso possono essere collegate le uscite “rec-out” di un amplificatore, le uscite “line” di un registratore a cassette, le uscite di un lettore di compact disc e così via. In pratica possono essere collegati a questi ingressi tutti gli apparecchi audio e video, con la sola eccezione del microfono e dei vecchi giradischi (quelli per i dischi in vinile) che hanno un ingresso troppo scarso, e tutte le uscite destinate agli altoparlanti, che invece hanno un livello troppo alto.

I connettori destinati al video possono avere una certa importanza: possono essere sfruttati ad esempio per mostrare le immagini del videoregistratore su due o più TV al posto che su uno solo. In pratica, si potrebbe far correre un filo che invia il segnale in videofrequenza ad un secondo televisore posto in un luogo diverso della casa. Fate attenzione nell’utilizzare un cavo schermato e che non sia troppo lungo, altrimenti si potrebbe avere una certa perdita di segnale. Ma il segnale in videofrequenza è senza dubbio migliore e meno sensibile a disturbi e interferenza rispetto a quello che corre sul cavo d’antenna.

OLTRE IL CONNETTORE

L’accesso diretto a ciascun connettore può essere molto utile sopratutto quando si vuol distribuire suono e/o video ad apparecchi differenti. Ad esempio, è possibile immaginare che diversi lettori vorrebbero avere il registratore fisso che manda l’audio Hi-Fi all’impianto audio di qualità, ma che invece riceve il suono e le immagini dalla videocamera.

Il collegamento delle uscite audio alla videocamera è inutile, ed è anche inutile collegare gli ingressi video all’amplificatore audio Hi-Fi. La cosa più logica è dunque (partendo da una sola SCART) avere le uscite audio che vanno a questo amplificatore collegato alle casse, e avere invece gli ingressi (sia audio che video) collegati al connettore per la videocamera. In questo caso, quando la videocamera viene posta accanto al videoregistratore può venir collegata in pochi secondi per effettuare riversamenti e montaggi. E senza cambiare connettori -in ogni istante- si può disporre dell’audio Hi-Fi. 

Vi sono anche dei casi analoghi in cui si vuole vedere il programma sul TV in videofrequenza. Il collegamento tra TV e videoregistratore tramite SCART offre l’immagine migliore. In questo caso tuttavia la SCART del videoregistratore resta occupata, e non si può collegarvi l’audio che va all’impianto Hi-Fi o -quel che è peggio- la videocamera. Costruendo o trovando un cavo apposito, ecco che si possono fare dei collegamenti multipli, senza dover ogni volta mettere e togliere connettori dietro il TV. SI può tener collegato il videoregistratore (tramite le sue uscite) al TV, e riservare gli ingressi alla videocamera.

Vi sono -è vero- dei videoregistratori dotati di più di una presa SCART, ma a tutt’oggi sono abbastanza rari. La soluzione più economica e utile consiste nel modificare il cavo in modo che si abbiano queste possibilità in più. Quando serve collegare più videoregistratori allo stesso TV o viceversa può essere necessario un box di commutazione. Ma in molti altri casi basta un cavo modificato, che è una soluzione molto più pratica ed economica.

Saldando i singoli piedini con lo stagno a diversi cavi si possono collegare più apparecchi alla stessa  connessione SCART. In questo modo possono essere lasciati sempre collegati  -ad esempio-  una videocamera e l'impianto Hi-Fi. Non è un sistema ottimale, perchè si alterano glia ccoppiamenti delle impedenze. Ma queste sono studiate con larcghezza e il tutto funziona. 

Altro esempio: si attinge ai singoli piedini della SCART per collegare più apparecchi allo stesso videoregistratore. Questo può essere fatto saldando con lo stagno due cavi sugli stessi piedini "uscita video"..

PER CHI SA SALDARE...

E’ teoricamente possibile collegare i fili ad alcune spine SCART senza il saldatore, ma solo “chiudendo” con una pinzetta il terminale del filo spellato. 

Ma si dovrebbe considerare una soluzione di emergenza: il contatto buono e sicuro si ha mediante una saldatura a stagno. Non sappiamo quanti lettori  abbiano una certa qual pratica con il saldatore; un’oggetto che a dire la verità costa poco, ma che richiede anche una certa pratica. 

Non credo convenga fare i primi esperimenti su un cavo un po’ delicato come questo; forse conviene esercitarsi un po’ su qualcosa d’altro, prima di cimentarsi qui... Chi si è dato o decide di darsi alla saldatura a stagno può produrre in proprio dei componenti  che sono magari in commercio, ma che fatti costano un patrimonio. 

Sapendo saldare ( e procurandosi pochi pezzi economici) è invece possibile costruire in casa diverse cose: ad esempio, un commutatore per inviare o trarre il segnale video da due apparecchi alternativamente verso lo stesso televisore o cose del genere. Insisto su questo punto: l’attrezzatura di base (un saldatore e un po’ di stagno) costa poco, anche con accessori supplementari molto utili (un morsetto, una lampada da tavolo) probabilmente non ci si rovina, ma il  punto più difficile sta nella necessità di un po’ di pratica.

 

                                                                       PRO E CONTRO

I VANTAGGI

Sono pochi gli appassionati che hanno a che fare con ingressi e uscite RGB, che in genere sono riservati ad apparecchi molto costosi. Ma tutti hanno a che fare con un ingresso o una uscita in videocomposito, ovvero il segnale più logico che viene usato dalla SCART. Usare un cavo SCART al posto del solito cavo d’antenna comporta almeno due vantaggi. Innanzitutto si evita di passare attraverso delle trasformazioni inutili. All’interno del videoregistratore vi è infatti un segnale in videofrequenza, che viene modulato come un canale in radiofrequenza. Viene insomma trasformato in un vero e proprio programma televisivo, per rendere compatibile questo segnale con qualunque TV. Ora il segnale -sotto forma di radiofrequenza, ovvero reso simile ad un comune canale televisivo- passa nel cavo RF, e arriva al TV, più precisamente  al connettore per antenna. Dentro il televisore viene trattato come un qualunque altro canale televisivo, e di nuovo trasformato in videofrequenza.. Quindi, si ha un giro vizioso: videofrequenza/ radiofrequenza/ radiofrequenza/ videofrequenza, dovuto a problemi di compatibilità coi Tv senza SCART. Usando la SCART, si passa direttamente da videofrequenza a videofrequenza, e si hanno tre vantaggi:

1- non serve sintonizzare il TV (=cercare il segnale simil-televisivo in mezzo agli altri canali televisivi veri e propri). Questo non riguarda solo la comodità nel collegamento, ma incide anche sulla qualità dell’immagine, in quanto si evitano cattive sintonie e piccole e grandi starature. 

2.si evita una trasformazione inutile che come tutte le trasformazioni comporta una certa perdita qualitativa 

3. Si evitano quei disturbi che arrivano sull’immagine proprio quando essa viaggia sotto forma di segnale in radiofrequenza. I disturbi sono molteplici, e tra questi sono molto comuni quelli dovuti a interferenze con altri programmi televisivi (che si esprimono sotto forma di marezzature, righe orizzontali o trasversali, ecc.).

4.E’ abbastanza facile costruire commutatori e prese multiple per dirottare i segnali scambiandoli tra più apparecchi

5.La sua forma impedisce che la spina venga inserita in modo sbagliato

GLI  SVANTAGGI

1.E’ un connettore ingombrante e scomodo, i fili vanno saldati.

2.E’ difficile trarre dei segnali specifici da inviare ad un apparecchio specifico: per inviare ad es.l’audio ad un amplificatore stereo e il video al TV serve un commutatore, una SCART multipla ecc. o un cavo speciale.

3.I collegamenti sono stati previsti in modo piuttosto disordinato, e senza troppa lungimiranza. 

I DATI TECNICI

L’Euroconnettore SCART è uno standard nato in Francia e poi estesosi in Europa. E’ stato modificato nel tempo, man mano si presentavano nuove necessità. E’ costituito da due file di 10 contatti ciascuna, più un contatto alla schermatura; sono quindi numerati da 1 a 21. Il 21 non è un contatto uguale agli altri, come detto è costituito dalla massa/schermo, ma vi sono diverse altre masse più o meno specifiche per ogni segnale a componenti (RGB) per il segnale videocomposito, audio ecc: sono masse dedicate il contatto 18, il 4, il 5, il 9, il 13, il 17. 

Vi sono due ingressi (contatto 6 e 2) e due uscite audio (3 e 1). Quindi, il connettore prevede l’uso della stereofonia. Gli ingressi e le uscite audio prevedono un segnale con livello di 500 mV (=0,5 V). L’impedenza d’uscita è anche stata studiata per la massima semplicità e compatibilità: 1 Kohm sulle uscite, 10 Kohm sugli ingressi. 

Ricordiamo che è bene che gli apparecchi che vanno collegati abbiano un’impedenza più bassa dell’ingresso a cui cedono il segnale. 

Quindi, sono adatte a qualunque sorgente/ingresso audio ad eccezione dei microfoni e dei giradischi con testina magnetica (sia MC che MM). Sono perfettamente compatibili anche con altri videoregistratori  con le uscite dei lettori di videodisco.

Gli ingressi in RGB hanno un livello di 700 mV e prevedono un’impedenza assimilabile all’impedenza caratteristica dei buoni cavi schermati (es. quelli usati per l’antenna) ovvero di 75 ohm. I segnali RGB arrivano ai piedini 7 (il blu) 11 (verde) e 15 (rosso). E’ importante notare che le leggi che impongono questo connettore non obbligano a collegare tutti i piedini. Ci si trova dunque con il seguente risultato: molti costruttori di TV non hanno collegato questi piedini a nulla.

Il segnale videocomposito arriva al piedino 20 e può essere attinto al piedino 19. Ha un livello di 1V, sempre su 75 ohm. Il segnale previsto è chiamato “CVBS” (component video blanking signal). Fin qui tutto chiaro e intelligente, tolta forse per la disposizione caotica dei segnali (chi riesce a tenere a mente questi numeri?) . 

Le cose si complicano quando si va sull’idea della commutazione automatica. Infatti è stato previsto che quando arriva un segnale dalla SCART l’apparecchio possa commutarsi automaticamente su questo, selezionando l’ingresso con priorità sugli altri. Alcune ditte non hanno tuttavia dottato questo sistema, e si procede con la commutazione a mano. Per giunta, all’arrivo del Super-VHS ci si è accorti che non era stato previsto un ingresso/uscita a componenti (CY). Quando il panel europeo ha progettato il sistema MAC, è stato previsto la possibilità di estrarre questo segnale (sotto forma di banda base) dal piedino 12. 

Quindi, vi sono tre segnali in banda base: il PAL al piedino 10 (non bloccato), il PAL bloccato al piedino 19, e il MAC al 12. 

Al piedino 14 è prevista un segnale multimediale di tipo seriale.  E’ stata prevista anche la presenza di un segnale di tipo D2B, che dovrebbe costituire un bus per la gestione intelligente di tutta la casa (dal riscaldamento agli impianti di sicurezza, di telecomunicazione o di illuminazione...) ma in questo campo le novità latitano, e non si sa bene se questo standard avrà un futuro.

Senz’altro da salutare positivamente il fatto che in corrispondenza del contatto 20 vi sia una specie di sporgenza, che rende la forma del connettore più o meno trapezoidale, e che non consente il suo inserimento se non nel verso giusto. Altra cosa positiva: si è stabilito che sul corpo degli apparecchi vi debba essere sempre una presa, e sui cavi (da tutti e due i lati) vi debbano essere solo spine. Per questo, si ha un’ampia compatibilità tra i cavi, anche se a questo proposito occorre ricordare che molti cavi non offrono tutti i collegamenti dichiarati. Se dovete acquistare un cavo SCART per un uso particolare (ad esempio per una connessione in RGB) verificate prima che i piedini che abbiamo elencato siano effettivamente collegati, perché potreste trovarvi davanti a brutte sorprese.

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..7-

                FIERA  MERCATO                                      RADIANTISTICA

               Domenica 5 Giugno 2005 Marsala (TP)


La Sezione ARI di Marsala è lieta di annunciare il ritorno dell'atteso appuntamento  per tutti gli appassionati di Radiantismo,
"LA FIERA MERCATO RADIOAMATORIALE" giunta questo anno alla sua 5° edizione che si terrà Domenica 5  Giugno presso i locali dello Stabilimento Vinicolo MAAVIS in Via Lipari n°35, l'ingresso libero con orario continuato.

Verranno esposte varie apparecchiature elettroniche, Apparati Radio, Antenne, PC, Impianti Satelletari ecc....

Per Informazioni (Espositori e Visitatori) possono mettersi in contatto direttamente con il Presidente Filippo MALTESE tel. 3476779850.


Grazie per la collaborazione.

73 de Daniele IW9GXT

iw9gxt@tele2.it

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8- 

Lettere

 

Rinnovare l’A.R.I.!

 

Caro Paolo,se ti è possibile pubblicare il seguente articolo

73 de Tony ik8uha

  

E' da vari anni , che "nauseato"da tante querelle, casini, litigi, avevo abbandonato l'idea di interessarmi minimamente della vita associativa, sia di sezione che "nazionale". Pur restando dello stesso avviso e per i motivi sopra celatamente descritti, vorrei sottoporre alcune riflessioni e vari punti di ragionamento  finalizzati al solo fatto che bisogna dare un colpo di spugna al passato, ma non per pulire, ma per cambiare un modo di concepire la gestione dell'ARI non in senso clientelare, amichevole e delle solite persone.

Mi sono sempre chiesto:

 

1)  Se fosse il caso di dare un sistema elettivo più chiaro e trasparente al CD ARI nazionale,partendo dalle sezioni,arrivando ai delegati regionali, per poi dar vita al CD nazionale,invece i CR Ari attuali sono dei teatrini, di contenuto più inutile che amministrativo, dove sfogare gli attacchi di onnipotenza di qualche om depresso e represso e di assoluta inconsistenza rappresentativa con istituzioni ed enti locali, dei veri e propri termometri "della piazza" dove il vecchio motto "dividi et impera" orchestrato da noti personaggi "nazionali" è la regola, fatta eccezione per qualche se non unica realtà.

 

2) Le lobby createsi col tempo, ed attraverso vari pseudo gruppi dx, non hanno rilanciato il buon nome dell' ARI ma hanno solo partorito apparati di tipo massonico, finalizzati attraverso la gestione di diplomi  nazionali ed esteri, controlli e quanto più si possa immaginare per conservare il potere e l'onnipotenza di alcuni personaggi

 

3) Penso alla teoria che se mi presto ,volontariamente e disinteressatamente, anche se su mandato elettivo, a portare avanti, un'idea,una linea,con un'azione reale, fattiva che mi impegni in prima persona, e perchè no,coinvolgendo anche moglie,figli, amici ed affini, una volta contestato, sfiduciato ed invitato dopo più mandati a mettermi da parte e senza dover ricorrere a referendum, lo farei in modo netto, chiaro, con tutte le azioni atte a garantire la mia dignità personale, senza che nessuno possa pensare che sono attaccato alla "poltrona" malgrado tutto e tutti solo per chissà quale interesse o tornaconto personale non corrispondente al vero.

 

4) Se non fosse il caso di votare una volta e per sempre persone qualificate, serie che siano però alla prima eventuale esperienza di mandato elettorale, persone che con iniziative concrete rilancino l'ARI come mezzo per porsi davanti alle istituzioni, alle persone con un peso, arricchendo l'aspetto di sostanza e d'immagine, promuovendo regolamenti elastici e appropriati ai tempi, favorendo la formazione e l'apertura di nuove sezioni locali ari , di creare rapporti reali e d'unione con altre associazioni che condividano lo stesso hobby e di creare un rapporto nuovo che coinvolga il semplice iscritto a chi ha voluto prendersi l'onere ed avere l'onore di dirigere l'associazione ai vari livelli.

Se questo non accadesse, per vari motivi, avere il coraggio dell'atto estremo, in gruppo, facendoli rimanere  da soli, isolati, senza più le ragioni del giocare, tanto peggio da mezzanotte nu pò venì.

 

73 de IK8UHA Antonio Barbato

 

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Ridare l’A.R.I ai soci

 

Ho letto con molto interesse e pienamente apprezzate le risposte date da Luigi Belvederi I4AWX nell'intervista che gli e' stata fatta dal Radiogiornale: concordo pienamente con lui nell'analisi e nel programma.

C'e' tuttavia una cosa che desidero sottolineare: la malattia dell'ARI si e' cronicizzata - ed e' durata quindici anni di piu', perche' la mia azione di allora non fu compresa ne' sostenuta - a causa dell'attuale Statuto, varato con la precisa volonta', successivamente consolidatasi in azione, di togliere il controllo dell'Associazione dalle mani dei Soci, creando una struttura assembleare basata su referenti regionali facilmente controllabili dal Consiglio Direttivo che, tradizionalmente, li faceva scegliere ed eleggere a proprio piacimento.

Il rinnovamento dell'ARI deve quindi passare da questo traguardo: modificare lo Statuto, rendendo ai Soci la possibilita' di un controllo effettivo dell'Associazione.

L'Assemblea deve tornare ad essere un'Assemblea di Soci e non di fiancheggiatori del CD.

L'ARI deve tornare ad essere un'Associazione di Radioamatori.

Radiato quindici anni orsono per queste mie idee "sacrileghe", dopo venticinque anni di lavoro fattivo ed impegnato per l'ARI, posso oggi affermare queste cose come osservatore esterno, nella stessa maniera in cui il Radiogiornale e' diventato la voce vera dei Radioamatori al posto di una Radio Rivista che non ha mai voluto pubblicare voci contrarie al "regime".

Oggi come ieri, quando le mie critiche venivano espresse come Consigliere e quindi come voce, pur dissenziente, che rappresentava i Radioamatori.

 

Carlo Luigi Ciapetti I5CLC

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Restituitemi il mio corso di telegrafia

 

Ultima e-mail inviata a I2MQP

 

 Sig. Ambrosi,

è la quarta e-mail con la quale chiedo la RESTITUZIONE  del mio corso di RADIOTELEGRAFIA.

Ricordo 1^ e-mail   21.2.05;

            2^   "        26.2.05;

            3^   "         4.3.05.

 

Bene, Sig. Ambrosi, non ho avuto mai un cenno di riscontro e questo mi dà tremendamente fastidio. Probabilmente sottovaluta chi le scrive. Ho fatto presente, sempre a lei, che non sono un giovanetto al quale si può dire o fare come meglio si crede. Io non sono un suo fans che attende di vedere classifiche varie. Il suo comportamento è arrogante e irriguardoso.

Io pretendo si sapere che fine abbia fatto il mio Corso (2 CD e fascicolo): smarrito, distrutto, regalato o buttato tra i rifiuti del suo ufficio?

Non posso tollerare ancora una volta la sua totale indifferenza alle mie più che legittime richieste, reiterate richieste.

La prego caldamente di far sì che questo capitolo abbia fine. Diversamente, sarò costretto a far conoscere ad altri quale è stato ed è il suo comportamento.Io credo che lei prenda in considerazione (certamente...) soltanto ciò che le va a genio.....o che non le dia fastidio...

Per quanto riguarda me, ricordo bene il primo incontro - epistolare - con lei, cioè quando mi PERMISI (e sono sempre della stessa opinione...) di criticare la validità di un corso gestito dall'ARI con tanta enfasi. Lei mi rispose, su R.R., con ironia e sarcasmo e non ebbe il coraggio di pubblicare la mia replica. Avrei voluto leggere cosa avrebbe potuto rispondere. Grazie.

Non ho mai ricevuto riscontro alcuno alle mie e-mail inviate al CDN, e-mail che, ben sa, erano dirette a lei....

Tralascio altro episodio già riportato in questa sede.

Luglio 2005, dopo accordotelefonico(non l'avessi mai fatto....) , mi promise la recensione del corso. Ma perchè

 deve essere fatta promessa per far sapere a tanti che esiste qualcosa di veramente valido???? Forse  lei, molto più esperto del sottoscritto i7ohp, non l'ha ritenuto valido???? Allora l'educazione vuole che si dia una risposta per ogni giudizio che si vuole esprimere, negativo o positivo che possa essere. ZERO ZERO!!!!

Questo, che sembra un banale episodio, mi ha fatto lasciare l'ARI con grande rammarico. Facile comprendere chi ne sia stato la causa.... Ero in ARI (ENTE MORALE) dal 1975 e credo che oltre 100 attuali soci siano stati da me preparati.

Non le scriverò più, stia tranquillo, ma mi leggerà. non è una minaccia perchè sono un RADIOAMATORE corretto, educato e, principalmente, umile, sempre al servizio di chi ha necessità di apprendere qualcosa che io ho imparato in oltre 50 anni di Radiotelegrafia.

Distinti saluti, Oscar Portoghese

Ometto indirizzo e n. telefonico....

Una volta mi fece notare che aveva prestato servizio nella mia ARMA AZZURRA. Neanche questa coincidenza fu utile nei miei

riguardi....

 

Alla e-mail di cui sopra aggiungo. Mostra Monopoli. Circa 70/80 espositori. un solo espositore aveva un rtx inscatolato, qualche VHF e delle antennine. Poi un banco con delle valvole e un altro banco con delle pubblicazioni. Poi il vuoto assoluto. C'era di tutto, come fosse un bazar. Ma non è questo che intendo sottolineare (con i tempi che corrono...) ma la sua presenza. Vice Segretario ARI, consigliere di Amm.ne, Direttore di R.R., coordinatore servizio qsl ed altro, avrebbe dovuto far notare agli organizzatori (i quali, come ho precisato, non possono ottenere di più) che un alto dirigente non può essere invitato ad una manifestazione che non ha nolto da spartire col radiantismo. Faccio notare che all'interno del padiglione era posto in evidenza uno striscione pubblicatario con su scritto "si modificano telefonini della linea 3 a soli 15 Euro" operazione illecita e, quindi illegale,

Non aggiungo altro.

73  da Oscar i7ohp.-

 

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9- 

CENNI SULLA PROPAGAZIONE

DELLE RADIO ONDE

 

 

Le onde radio si propagano dall’antenna trasmittente a quella ricevente, permettendo l’ascolto.

Conoscere il meccanismo propagativo, significa aumentare la possibilità di collegamentii migliori.

Spesso capita che l’ascoltatore alle prime armi provi ad ascoltare certe frequenze ad ore sfavorevoli, traendo la conclusione che il proprio ricevitore sia muto o non funzioni a dovere.

Occorre invece scegliere il momento giusto, l’ora giusta e la banda giusta.

Tutto ciò si acquisisce con l’esperienza e con tante e tante ore d’ascolto; per accorciare i tempi e per poter trarre la maggior soddisfazione possibile dall’hobby del radioascolto, occorre acquisire una conoscenza perlomeno generale della propagazione delle onde radio, che avviene in due modalità differenti: per onda di terra  e per onda riflessa.

            Scopo di queste righe è dare una minima spiegazione di cosa siano la propagazione per onda di terra e quella per onda riflessa o ionosferica.

 

PROPAGAZIONE PER ONDA DI TERRA

Onda di terra è quella onda che si propaga sulla superficie terrestre.

Ha più importanza nella propagazione delle onde medie che in quella delle onde corte.

Le distanze raggiungibili grazie a tale tipo di propagazione sono relativamente grandi e dipendenti da molti parametri.

Il principale è il tipo di superficie che il segnale deve attraversare per giungere al nostro ricevitore: deserti, zone aride e secche sono pessime superfici per questo tipo di propagazione, tuttaltro che conduttivi; invece mari, oceani e terreni umidi sono ottimi conduttori di segnale.

            Tutti i segnali in onda media che riceviamo durante le ore luminose sono segnali di terra, in quanto durante l’irraggiamento solare il meccanismo di propagazione ionosferica in onde medie è compromesso da altri fattori, che vengono affrontati più oltre.

 

            Per quanto riguarda le onde corte, sostanzialmente non avviene propagazione per onda di terra. Anzi il suolo molte volte assorbe le onde radio piuttosto che rifletterle.

Per tale motivo i sistemi radianti in onda media sono nettamente differenti da quelli in onda corta, essendo nei primi molto curata la componente di terra (si arriva spesso ad interrare o reti metalliche o migliaia di fili per rendere “conduttivo” il terreno).

PROPAGAZIONE PER ONDE IONOSFERICHE O RIFLESSE

Per poter comprendere tutti i fenomeni legati a questo tipo di propagazione occorre avere una visione generale della ionosfera, delle sue parti e del loro singolo comportamento.

La ionosfera è una parte della nostra atmosfera.

Si individua fra i 50 ed i 300 Km circa dalla superficie terrestre con una larga tolleranza in eccesso.

Si divide in 3 regioni o strati.

  LO STRADO D

Lo strato D si estende, approssimativamente, da 50 a 90 Km, con una concentrazione elettronica che cresce rapidamente con l’altezza.

La concentrazione elettronica nello stato D presenta una variazione diurna importante: raggiunge il suo massimo poco mezzogiorno solare locale, mentre conserva valori estremamente bassi nelle ore notturne.

            In inverno, nonostante che la distanza zenitale dal sole sia molto grande, si osservano spesso concentrazioni elettroniche molto elevate, sempre tra 70 e 90 Km, dovute probabilmente alla natura e alla concentrazione dei gas che compongono  l’atmosfera. L’influenza dell’attività solare sulla concentrazione elettronica nello strato D si differenzia alle diverse altezze: tra 70 e 90 Km i raggi X di origine solare sono la principale fonte di ionizzazione e questa è massima quando il ciclo solare sulla concentrazione elettronica nello strato D si differenzia alle diverse altezze: tra 70 e 90 Km i raggi X di origine solare è al suo massimo; al si sotto dei 70 Km le radiazioni più attive sono quelle cosmiche e la concentrazione massima si presenta quando l’attività solare è al suo minimo, per cui la dispersione interplanetaria dei raggi cosmici di origine galattica tende a ridursi.

            Durante una perturbazione geomagnetica la densità elettronica tra 75 e 90 Km, tende a rinforzarsi alle latitudini subaurorali ed inferiori. Per l’apporto di elettroni ad alto contenuto energetico.

            Lo strato D può raggiungere una densità massima di 10 miliardi di per metro cubo a quote tra 50 e 90 Km, con alta densità di particelle neutre.

Questo strato non ha, a causa della relativamente bassa densità elettronica, grande rilevanza per la riflettività nei riguardi delle onde usate nei radiocollegamenti via ionosfera,  mentre invece assume notevole importanza nei riguardi dell’assorbimento, per tanto che lo strado D può essere considerato lo strato assorbente per eccellenza.

 

LO STRADO E

Tra 90 e 130 Km si colloca lo strato E, che comprende lo strato E normale e lo strato E sporadico.

            Lo strato E normale è uno strato molto regolare e si trova ad un’altezza nella quale la temperatura ha una escursione da -80 a +80 gradi °C.

La concentrazione elettronica dipende strettamente dalla distanza zenitale dal sole.

Vi è un massimo stagionale in estate.

Il massimo della concentrazione elettronica si colloca intorno ai 110 Km ed è circa di 100 miliardi di elettroni per metro cubo.

Con questa concentrazione il plasma elettronico una sua propria frequenza di riflessione (MUF) di circa 3 Mhz.

            Durante la notte la ionizzazione dello strato E si riduce drasticamente e la MUF del plasma a valori tra 4 e 6 Khz.

            La concentrazione elettronica è massima al massimo del ciclo solare. Nell’arco del ciclo solare si hanno variazioni della frequenza del plasma intorno al 30%.

            Una parte dello strato E, a circa 120 Km, viene chiamata Es o ESPORADICO, proprio per il fatto che la sua presenza è aleatoria e sporadica.

Pare che la sua ionizzazione sia dovuta a meteoriti e fenomeni cosmici non legati all’attività solare.

La sua presenza è più frequente d’estate che d’inverno.

  LO STRADO F

Lo strato F inizia ad un’altezza di circa 130 Km.

Durante la notte lo strato F si comporta in modo diverso che di giorno, quando si divide in due differenti strati: F1 ed F2, nasce se la concentrazione elettronica non presenta stratificazioni molto nette.

            Lo strato F1 è la zona compresa tra 130 e 21 Km di altezza e la concetrazione elettronica è dell’ordine di 200 miliardi di elettroni per metro cubo.

            Lo strato F2, il più alto degli strati ionosferici, è quello in cui la concentrazione degli elettroni  è generalmente la più densa: i suoi valori sono compresi tra 1000 miliardi di elettroni per metro cubo di giorno e 50 miliardi di elettroni per metro cubo di notte.

            Lo strato F2 non risponde al modello matematico di CHAPMAN, perché a quelle altezze vi sono notevoli venti (correnti ioniche), diffusione ed altri fenomeni dinamici.

Quando inizialmente si applicava la teoria CHAPMAN anche nello strato era considerato tra le anomalie.

Oggi si sa che questo termine è improprio.

            L’” ANOMALIA DIURNA” consiste nel fatto che il massimo della concentrazione elettronica dello strato F2 si produce spesso un’ora dopo il mezzogiorno solare, in genere tra le 13 e le 15 ora locale.

Si sono notate sperimentalmente altre due variazioni durante il giorno, i cui massimi si collocano intorno alle ore 10-11 locali e tra le ore 22-23, sempre locali.

            Nell’emisfero nord l’”ANOMALIA STAGIONALE”consiste in una tendenza alla concentrazione elettronica dello strato F2, intorno alle 12 locali, e ad essere più alta d’inverno  che d’estate.

L’ANOMALIA EQUATORIALE”, consiste nel fatto che nelle zone comprese tra 20 e 30 gradi, sia a Nord che a Sud dell’equatore, l’influenza della distanza zenitale del sole sulla concentrazione elettronica dello strato F2, è notevolmente diversa da quella che ci si aspetta.

            Nelle latitudini elevate si osservano alcune “anomalie” nelle caratteristiche dello strato F2, probabilmente associate alla caduta di particelle di alto valore energetico.

Vi è infatti una depressione pronunciata nella concentrazione elettronica dello strato F2, dovuta alla linee di forza della magnetosfera  e che si estende su 2-10 gradi in direzione dell’equatore, subito dopo l’ovale aurorale e da mezzogiorno a tutta la notte.

            Alcune osservazioni sulle concentrazioni elettroniche, al di sopra dell’altezza in cui avviene il suo massimo, sono state effettuate con radar a diffusione incoerente, con missili e sonde installate a bordo di satelliti.

Queste osservazioni mostrano come la concentrazione elettronica decresce in modo approssimativamente esponenziale con l’altezza.

Intorno a 100 Km si ha una variazione del gradiente della concentrazione elettronica causata dalla presenza di una passaggio da ioni di ossigeno a ioni di idrogeno; l’altezza alla quale avviene questa transizione aumenta  con la latitudine.

A 1000 Km la concentrazione elettronica è normalmente dell’ordine di 10 miliardi di elettroni per metro cubo.

 

Le onde radio vengono riflesse dagli strati ionizzati.

Se il sole ha un certo comportamento, la ionosfera avrà una certa densità e struttura; ad altri comportamenti del sole invece corrisponderanno  altrettanti caratteri di densità e struttura.

Per cui possiamo comprendere che le variazioni di propagazione sono legate ai seguenti fenomeni:

>    Alternarsi del giorno e della notte (variazione diurna)

>    Alternarsi delle stagioni (variazione stagionale)

>    Alternarsi di periodi di alta attività solare con periodi di calma (variazioni del ciclo solare)

>    Variazioni dovute alla differente posizione geografica.

 

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10-  

Il volontariato nella protezione civile 

 

INTRODUZIONE

Il volontariato di Protezione civile, che vede da sempre in prima linea i Radioamatori, è divenuto negli ultimi anni un fenomeno nazionale che ha assunto caratteri di partecipazione e di organizzazione particolarmente significativi, è fenomeno nato sotto la spinta delle grandi emergenze verificatesi in Italia a partire dall'alluvione di Firenze del 1966 fino ai terremoti del Friuli e dell'Irpinia. In occasione di questi eventi si verificò, per la prima volta nel dopo guerra, una grande mobilitazione spontanea di cittadini di ogni età e condizione, affluiti a migliaia da ogni parte del paese nelle zone disastrate per mettersi a disposizione e "dare una mano". Si scoprì in quelle occasioni che ciò che mancava non era la solidarietà della gente, bensì un sistema pubblico organizzato che sapesse impiegarla e valorizzarla. In tal senso, si mossero le accuse del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, il quale, proprio in occasione del terremoto dell'Irpinia, denunciò, rivolgendosi alla Nazione, l'irresponsabilità, l'inerzia, i ritardi di una Pubblica Amministrazione disorganizzata ed incapace di portare soccorsi con l'immediatezza che quella sciagura richiedeva.

Lo stesso Presidente rivolgeva un appello agli italiani, con queste parole:

"Voglio rivolgere anche a voi Italiane e Italiani un appello, senza retorica, che sorge dal mio cuore…., qui non c'entra la politica, qui c'entra la solidarietà umana, tutti gli Italiani e le Italiane devono sentirsi mobilitati per andare in aiuto di questi fratelli colpiti da questa sciagura".

Da allora è iniziata l'ascesa del volontariato di Protezione civile, espressione di una moderna coscienza collettiva del dovere di solidarietà, nella quale confluiscono spinte di natura religiosa e laica, unite dal comune senso dell'urgenza di soccorrere chi ha bisogno e di affermare, nella più ampia condivisione dei disagi e delle fatiche, il diritto di essere soccorso con la professionalità di cui ciascun volontario è portatore e con l'amore che tutti i volontari dimostrano scegliendo, spontaneamente e gratuitamente di correre in aiuto di chiunque abbia bisogno di loro. Negli ultimi dieci anni, una illuminata legislazione ha riconosciuto il valore del volontariato associato (legge quadro 266/91), come espressione di solidarietà, partecipazione e pluralismo, incoraggiandone e sostenendone sia la cultura che lo sviluppo organizzativo.

Quando nel 1992 fu istituito, con la legge 225/92, il Servizio Nazionale della Protezione civile, anche alle organizzazioni di volontariato è stato espressamente riconosciuto il ruolo di "struttura operativa nazionale", parte integrante del sistema pubblico, alla stregua delle altre componenti istituzionali, come il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, le Forze Armate, le Forze di Polizia, il Corpo forestale dello Stato, ecc. La crescita del volontariato di Protezione civile è in continua, salutare espansione su tutto il territorio nazionale.

La forte apertura innovativa del Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e l'attenzione sistematica a ridurre al minimo le "barriere" burocratiche tra volontariato e Stato centrale, fatta anche di quotidiane e coraggiose scelte amministrative, ha contribuito al nascere di una identità nazionale del volontariato di Protezione civile, che si è rivelata di fondamentale importanza nelle gravi emergenze degli ultimi anni, e che si tende ora a ricondurre e ricreare, anche a seguito delle riforme sul decentramento amministrativo (D. Lgv. 112/98), in seno alle autonomie locali (Regioni, Province e Comuni).

L'obiettivo condiviso con le Associazioni di volontariato di Protezione civile è di creare in ogni territorio un servizio di pronta risposta alle esigenze della Protezione civile, in grado di operare integrandosi, se del caso, con gli altri livelli di intervento previsti nell'organizzazione del sistema nazionale della Protezione civile (sussidiarietà verticale), valorizzando al massimo le forze della cittadinanza attiva ed organizzata presente in ogni comune d'Italia (sussidiarietà orizzontale), in piena integrazione con le forze istituzionali presenti sul territorio.

Le organizzazioni di volontariato che intendono collaborare nel sistema pubblico di Protezione civile, si iscrivono in appositi albi o registri, regionali e nazionali.

Al momento, nell'elenco nazionale del Dipartimento della Protezione civile sono iscritte circa duemila cinquecento organizzazioni (tra le quali i cosiddetti "gruppi comunali" sorti in alcune regioni italiane), per un totale di oltre un milione e trecentomila volontari disponibili. Di essi, circa sessantamila sono pronti ad intervenire nell'arco di pochi minuti sul proprio territorio, mentre circa trecentomila sono pronti ad intervenire nell'arco di qualche ora.

Si tratta di associazioni a carattere nazionale e di associazioni locali, queste ultime tra di loro coordinate sul territorio di comuni, province e regioni, in modo da formare, in caso di necessità, un'unica struttura di facile e rapida chiamata per gli interventi. Più è alto il livello organizzativo delle associazioni, più solide sono la loro efficacia e la loro autonomia.

All'interno delle organizzazioni di volontariato esistono tutte le professionalità della società moderna, insieme a tutti i mestieri; questo mix costituisce una risorsa, sia in termini numerici che qualitativi, fondamentale soprattutto nelle grandi emergenze, quando il successo degli interventi dipende dal contributo di molte diverse specializzazioni (dai medici agli ingegneri, dagli infermieri agli elettricisti, dai cuochi a i falegnami). Alcune organizzazioni hanno scelto la strada di una specifica alta specializzazione, quali i gruppi di cinofili e subacquei, i gruppi di radioamatori, gli speleologi, il volontariato per l'antincendio boschivo.

Sebbene l'opera del volontariato sia assolutamente gratuita, il legislatore ha provveduto a tutelare i volontari lavoratori: in caso di impiego nelle attività di Protezione civile essi non perdono la giornata, che viene rimborsata dallo Stato al datore di lavoro, pubblico e privato.

Il ruolo insostituibile assunto oggi dal volontariato di Protezione civile, nel suo ruolo di custode naturale di ciascun territorio e forza civile di tutela e protezione di ciascuna comunità, merita non solo un pieno riconoscimento, ma anche un crescente sostegno pubblico per le dotazioni di mezzi, di materiali, di attrezzature, di formazione, preparazione e aggiornamento, tanto necessarie per l'ottimale utilizzo delle energie che vengono offerte in aiuto della collettività.

 

LA PROTEZIONE CIVILE

 

Con "protezione civile" si intendono tutte le strutture e le attività messe in campo dallo Stato per tutelare l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi.

Con la legge del 24 febbraio 1992, n.225 l'Italia ha organizzato la protezione civile

come "Servizio nazionale", coordinato dal Presidente del Consiglio dei Ministri e composto, come dice il primo articolo della legge, dalle amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche, dalle regioni, dalle province, dai comuni, dagli enti pubblici nazionali e territoriali e da ogni altra istituzione ed organizzazione pubblica e privata presente sul territorio nazionale. Al coordinamento del Servizio nazionale e alla promozione delle attività di protezione civile, provvede il Presidente del Consiglio dei Ministri attraverso il Dipartimento della Protezione civile.

 

LA PARTICOLARITA' DELLA PROTEZIONE CIVILE ITALIANA

Nella maggioranza dei Paesi europei, la protezione civile è un compito assegnato ad una sola istituzione o a poche strutture pubbliche.

In Italia, invece, è coinvolta in questa funzione tutta l'organizzazione dello Stato, al centro e in periferia, dai Ministeri al più piccolo comune, ed anche la società civile partecipa a pieno titolo al Servizio nazionale della protezione civile, soprattutto attraverso le organizzazioni di volontariato. Le ragioni di questa scelta, che caratterizza la struttura della protezione civile italiana, si possono individuare nell'incontro tra una motivazione istituzionale ed una esigenza operativa legata alle caratteristiche del nostro territorio.

Dal punto di vista dell'ordinamento amministrativo, è in corso da anni un processo di riforma orientato ad aumentare il peso, le competenze e le responsabilità delle istituzioni regionali e locali, attuando e sviluppando in forme adeguate alle esigenze di oggi gli orientamenti al regionalismo e alla valorizzazione delle istituzioni locali già presenti nella Carta costituzionale. La protezione civile non poteva essere estranea a questo processo, che spiega l'importanza crescente che stanno assumendo nella struttura del sistema nazionale della protezione civile le Regioni e le amministrazioni locali, l'aumento delle responsabilità e delle competenze loro affidate, l'articolazione dei livelli di decisione e di intervento, la complessità delle esigenze di direzione e coordinamento del sistema ai vari livelli.

Il modello di organizzazione della nostra protezione civile, che origina dal processo di riorganizzazione dell'ordinamento amministrativo, risulta particolarmente adeguato ad un contesto territoriale come quello italiano, che presenta una gamma di possibili rischi di calamità e catastrofi sconosciuta negli altri Paesi europei. Quasi ogni area del paese risulta interessata dalla probabilità di qualche tipo di rischio, e ciò rende necessario un sistema di protezione civile che assicuri in ogni area la presenza di risorse umane, mezzi, capacità operative e decisionali in grado di intervenire in tempi brevissimi in caso di calamità, ma anche di operare con continuità per prevenire e, per quanto possibile, prevedere i disastri.

IL SERVIZIO NAZIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE

Il sistema che si è costruito è basato sul principio di sussidiarietà.

Il primo responsabile della protezione civile in ogni Comune è il Sindaco, che organizza le risorse comunali secondo piani prestabiliti per fronteggiare i rischi specifici del suo territorio. Quando si verifica un evento calamitoso, il Servizio nazionale della protezione civile è in grado, in tempi brevissimi, di definire la portata dell'evento e valutare se le risorse locali siano sufficienti a farvi fronte.

In caso contrario si mobilitano immediatamente i livelli provinciali, regionali e, nelle situazioni più gravi, anche il livello nazionale, integrando le forze disponibili in loco con gli uomini e i mezzi necessari. Ma soprattutto si identificano da subito le autorità che devono assumere la direzione delle operazioni: è infatti evidente che una situazione di emergenza richiede in primo luogo che sia chiaro chi decide, chi sceglie, chi si assume la responsabilità degli interventi da mettere in atto. Nei casi di emergenza nazionale questo ruolo compete al Dipartimento della Protezione Civile, mentre la responsabilità politica è assunta direttamente dal Presidente del Consiglio dei Ministri.

 

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Da: Umberto Ferdinando Molteni I2MS

 

I GRANDI DELL'ELETTRICITA' 

Galileo Ferraris (1847 - 1897)

Galileo Ferraris, fisico e ingegnere elettrotecnico, nasce a Livorno Vercellese, oggi Livorno Ferraris, il 31 ottobre 1847. Si occup di ottica ed elettrotecnica; scopr il principio del campo magnetico rotante su cui poi si basarono i motori asincroni polifase

Figlio terzogenito di famiglia modesta e laboriosa; il padre farmacista. Si dice che un giorno (ha appena sei anni e non va ancora a scuola), prende sotto braccio quanti pi libri pu, e si presenta al maestro del suo fratello, che frequenta la quarta classe. Gli chiede quello che  venuto a fare; risponde: '1Non voglio mica diventare un asino io!" Vista la buona volont del fanciullo, il maestro l'accompagna alla prima classe: cos di propria iniziativa comincia la sua carriera scolastica.

"Raccogliere il lavoro di un motore e mandarlo, in varie guise distribuito, a distanza di centinaia e migliaia di metri, senza che la trasmissione assorba tanta parte, da ledere le convenienze economiche: ecco, il seducente problema che mi sta innanzi, la complessa soluzione del quale potr promuovere innovazioni manifatturiere, invertire la relativa ricchezza dei paesi, cambiare la faccia~del mondo industriale".

"I numerosi motori idraulici, possibili sopra ogni corrente, con la trasmissione della forza a distanza, potranno contendere alla macchina a vapore il prezioso privilegio di portare lavoro ovunque lo richiegga il facile commercio ed i bisogni della vita'1.

Con queste profetiche parole il ventiduenne Galileo inizia la sua laurea, presentata alla Commissione esaminatrice della Regia Scuola di Applicazione per gl'ingegneri di Torino. Tesi molto ardita che si conclude con queste parole ancora pi ardite:

'1L'energia oggi localizzata sar mobilitata11. Essa tocca uno dei punti Pi assillanti dell'industria di allora, il cui sviluppo in tutti i paesi del mondo  localizzato e incatenato dalla necessit di svolgersi nell'immediata vicinanza di una sorgente di energia.

Dopo aver esaminato con acuta critica i vari mezzi fino allora creati per trasmettere a distanza l'energia, Ferraris, con chiaro e sicuro intuito afferma che solo i progressi delle scoperte elettriche possono risolvere in modo definitivo il problema. La sua tesi di laurea viene accolta con acclamazione,

Galileo Ferraris consegue nel 1869 la laurea in ingegneria; nel 1870, una sua memoria sull'elettricit, importantissima per nuovi concetti, lo fa nominare assistente alla cattedra di fisica tecnologica di Torino, e nel 1877 insegnante di fisica tecnica presso il Regio Museo Industriale (oggi Politecnico) della stessa citt. Nel 1876 pubblica un volume sulle propriet cardinali degli strumenti diottrici che, tradotto anche in tedesco nel 1879, ha grande diffusione e contribuisce parecchio all'introduzione della teoria di K. E. Gauss nell'insegnamento delle scuole italiane. Altro merito didattico di Ferraris  l'avere usato, tra i primi in Italia, la notazione vettoriale nella trattazione dei problemi elettromagnetici.

Umberto F. Molteni i2ms

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Da IK8JZK Ruggero  Billeri Napoli. 

 

Passaggio a Nord Ovest

 

Per piu' di 400 anni molti navigatori (tra cui Caboto ed altri) hanno cercato il passaggio a Nord Ovest (cioe' percorrendo i ghiacci del mar glaciale artico cercare di immetersi nell'Oceano  Pacifico provenendo dall'Oceano Atlantico). Nel 1855 l'Ammiragliato inglese fece allestire due vascelli a vela i quali vascelli, il fascianme esterno dello scafo era rivestito di lastre di rame per resistere alla pressione dei ghiacci ed inoltre questi vascelli erano muniti di cabine riscaldate per difendersi dalle temperature glaciali. Gli equipaggi dei due vascelli ammontavano ad un totale di 129 uomini, chi comandava la spedizione era il cinquantanovenne Capitano Frankilin (prossimo alla pensione). Il Comandante la spedizione era considerato un bravo uomo ed era amato e rispettato da entrambi gli equipaggi dei due vascelli. Nel 1856 le due navi arrivarono in prossimita' dei ghiacci polari ed il Capitano fece tappa a BC Island, dopo una breve tappa la navigazione riprese ed il Capitano decise di fare rotta verso un canale navigabile, Phill Sound. Eravamo nel novembre 1856 ed i ghiacci iniziarono a stringere i due vascelli in un abbraccio mortale, ma i due scafi resistettero alla morsa dei ghiacci pero' erano impossibilitati a muoversi. Il Capitano Frankilin penso' : niente di grave abbiamo provviste per quattro anni e aspetteremo l'estate artica quando i ghiacci si scioglieranno riprenderemo la navigazione. Ma l'attesa fu vana il 1857 fu un'annata particolarmente fredda e gia' fin dalla primavera di quell'anno i ghiacci polari non davano segno di volersi sciogliere. Un'altra sciagura stava colpendo la spedizione, alcuni uomini degli equipaggi si stavano ammalando a causa di avvelenamento da piombo, avvelenamento dovuto alle nuove scatolette di carne in dotazione alle due navi le quali erano sigillate con saldature in piombo. L'estate artica del 1857 non fece sciogliere i ghiacci del canale navigabile di Phill Sound ed in questo anno mori' il Comandante la spedizione Capitano Frankilin. Le prospettive erano quelle di dover passare un'altro inverno artico con le navi bloccate in mezzo ai ghiacci dell'artico. Alla fine del 1857 l'Odissea dei 129 uomini di equipaggio della spedizione Frankilin con le navi imprigionate nei ghiacci durava ormai da circa due anni. Con il 1858 centodieci superstiti della spedizione Frankilin disertarono dai due vascelli intrappolati nei ghiacci con l'intentio di raggiungere una zona di mare navigabile a tale scopo si trascinarono dietro a mo di slitte tre scialuppe dei vascelli con le ultime provviste al loro interno. Durante il loro peregrinare sul pack ghiacciato incontrarono gli Inut (tribu' di Esquimesi). Se questi inglesi fossero stati meno superbi e non avessero trattato questo popolo con sufficienza, denigrandoli per i loro usi e costumi e criticandoli perche' mangiavano pesce crudo; gli stessi Inut avrebbero potuto insegnare ai componenti la spedizione Frankilin come sopravvivere in queste regioni artiche. Gli avrebbero potuto insegnare come si caccia la foca e come si pesca attraverso i buchi fatti nel ghiaccio e come ci si protegge dal freddo glaciale costruendo un Iglo'. Mangiare pesce crudo come fanno gli Inut apporta vitamina C all'organismo umano e sopperisce alla mancanza di frutta e verdura a quelle latitudini.

Proprio la mancanza di vitanmina C fece si' che i componenti si ammalassero anche di Scorbuto. Tutti i componenti la spedizione si stavano trascinando su queste Lande ghiacciate e fecero ritorno ai due vascelli imprigionati nei ghiacci, la fila dei superstiti si stava assottigliando mese dopo mese tanto che dopo sei anni di permanenza sui ghiacci senza aver imparato come sopravvivere a quelle latitudini furono avvistati dagli Inut solo quattro sopravvissuti della spedizione. Per sopravvivere in questi desolati luoghi ghiacciati i civilissimi marinai inglesi di sua Maesta' Britannica avevano praticato anche il cannibalismo mangiandosi fra di loro aspettando l'occasione che uno morisse. Chi sopravviveva mangiava chi moriva

 

DOPO 400 ANNI DI TENTATIVI UN NORVEGESE APRIRA' IL PASSAGGIO A NORD OVEST

 

A fine ottocento un ragazzino norvegese stava leggendo le disastrose avventure della spedizione Frankilin e fra se pensava quando mi faro' gande ci devo provare anche io e ci riusciro! Il ragazzo in questione e' colui che diventera' un famoso esploratore Ronald Amudsen. All'eta' di circa trentanni Amudsen aveva ancora nel cuore le letture fatte in gioventu' e indebitandosi fino al collo compro' un piccolo battello a vela (una baleniera). La scelta di un'imbarcazione di piccolo cabotaggio  gli fu consigliata da dei pescatori che praticavano la caccia alla balena alle latitudini del mar glaciale artico e dissero ad Amudsen: che per muoversi nei canali ghiacciati del mar glaciale artico era consigliabile un'imbarcazione che avesse un basso pescaggio per poter navigare in prossimita' delle coste in quanto il calore della terra fa sciogliere i ghiacci vicino alla riva comunque il pericolo e sempre incombente in quanto navigando vicino alla riva vi possono essere scogli sommersi o affioranti. Amudsen dopo aver scelto un'equipaggio non tecnico e dopo aver ottenuto la licenza di Capitano di nave (questo per prevenire ammutinamenti in quanto secondo le leggi della marineria l'equipaggio di una nave deve sottostare agli ordini del comandante della nave. La Joan (questo era il nome del battello di Amudsen) il 16 Giugno 1903 salpa dal porto di Oslo (Norvegia) Amudsen si era indebitato notevolmente per finanziare la spedizione ed i creditori gli volevano pignorare l'imbarcazione ma Amudsen li prevenne partendo in fretta e furia dal porto anzidetto. E fece rotta per la Groellandia per immettersi nei canali navigabili (salvo ghiaccio) del circolo polare artico e cercare cosi' il mitico Passaggio a Nord Ovest per immetersi nell'Oceano Pacifico proveniendo dall'Oceano Atlantico per mezzo della rotta polare verso Nord Ovest. Il 14 Dicembre 1903 arriva con la sua imbarcazione a BC Island e visita il luogo desolato dove era avvenuta la tragedia della spedizione Frankilin, visitando i tumuli di solo tre caduti della spedizione (di tutti gli altri nessuno ebbe una sepoltura, dove erano morti la rimanevano  o ( come gia' detto) venivano mangiati da chi era rimasto ancora vivo. Guardando le date,  Amudsen si trattenne quasi due anni tra i ghiacci del circolo polare artico questo per imparare (a differenza degli inglesi della spedizione precedente) le tecniche di sopravvivenza a quelle latitudini attuate dalle tribu' Inut. Ad Amudsen questa tecnica di sopravvivenza nelle regioni polari gli sara' particolarmente utile quando nel 1911 con la corsa al Polo Sud precedera' di cinque settimane Scott che anchesso come Amudsen voleva arrivare al polo Sud. Ma Purtroppo anche tutta la spedizione Scott morira' tra i ghiacci del polo Antartico.

Amudsen si inoltra nel canale navigabile di Phill Sound (lo stesso canale che aveva preso il Capitano Frankilin) e per tutto il 1904 si intratterra con le tribu' degli Inut per affinare le tecniche di sopravvivenza e l'imbarcazione sara' ormeggiata a Baia Even dove molte tribu' di Esquimesi costruiranno Iglo' vicino all'inbarcazione di Amudsen. Con la primavera del 1905, con il disgelo, Amudsen salpera' da Baia Even per proseguire la navigazione verso il Passaggio a Nord Ovest. Il 26 Agosto 1905 Amudsen riposava sotto coperta della Joan e viene svegliato dal suo equipaggio in quanto al largo si vedeva una nave a vela; la Joan raggiunse la nave a vela ed il suo nome era S.Francisco e stava navigando nell'Oceano Pacifico; sotto questa data e dopo 400 anni di tentativi Amudsen aveva trovato il mitico Passaggio a Nord Ovest.

 

IL TELEGRAFO VIA CAVO SOTTOMARINO

COMUNICHERA' AL MONDO L'IMPORTANTE EVENTO

 

Ronald Amudsen Norvegese e discendente dei temerari navigatori Vichinghi aveva trovato il Passaggio a Nord Ovest, dove molti altri in 400 anni avevano fallito "Buon Sangue non Mente" Non contento di quello che aveva fatto in tre anni di navigazione, adesso bisognava dare notizia al mondo che l'impresa era riuscita e che era ancora vivo e vegeto. Dalla baia dei Ghiacci Amudsen inforca gli sci e percorrera' 2000 KM (andata e ritorno in cinque mesi) per arrivare a New Foundland (Nord America) dove faceva capo il cavo sottomarino proveniente dalla Cornovaglia e che fu anche usato da Gugliemo Marconi nell' esperimento di collegamento Radio transoceanico del 1901 Amudsen informo telegraficamente sia il suo Governo che il Governo inglese della memorabile impresa portata a termine. Amudsen oltre che un grande esploratore fu un grande altruista e all'eta' di cinquantacinque anni nel 1928 scomparve tra i ghiacci del polo Nord con il suo aereo in quanto voleva soccorrere l'amico Generale Nobile che naufrago' sul pack con il Dirigibile Italia.

 

Cordiali saluti ai lettori del Radiogiornale

 

IK8 JZK  Ruggero NA

 

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MERCATINO RADIOAMATORIALE

 

 

Da: elbug [elbugg@aliceposta.it]

 

Visto e considerato che ormai il CW non sarà più oggetto di prova d'esame per il conseguimento della patente A, molti non avranno tante opportunità di apprendere il tanto deprecato CW. Presso le Sezioni già è difficile trovare la disponibilità di un buon OM che si dedichi all'insegnamento. Poi, in modo particolare, i tanti che vivono in paesi dove le sezioni sono lontane, incontrano maggiori difficoltà.

Bene, adottando seriamente il mio Corso, nel quale non viene mai pronunciato nè il punto nè la linea, portandolo a buon fine, ci si può dedicare alla radiotelegrafia senza troppi patemi d'animo. Esso, il corso, è costituito da 2 CD che contengono 14 lezioni di base, 10 esercizi a velocità progressiva, esercizi a 80 90 100 110 e 120 cpm, tutte le abbreviazioni in uso, segni interpunzione, vocali accentate, voci del codice Q, registrazione di collegamenti da me eseguiti, PDF, spelling saltuario per non perdere l'ordine dei gruppi, dimostrazione video circa l'uso del tasto verticale.

Una infinità di consigli pratici ed esercizi specifici che si riferiscono a tutto il programma sin qui descritto.

Preciso che tutto ciò che si ascolta, è stato da me battuto con il tasto verticale, primo CD, e tasto orizzontale il secondo.

Il PC è stato usato solo per la registrazione. Nulla, ripeto, nulla è stato lasciato al caso ed ha una continuità logica. Non esistono indovinelli di nessun genere. Si apprende in modo unico ed è alla portata di tutti.

Ciò è frutto della mia esperienza di Marconista dell'Aeronautica Militare  (dal 1953 al 1991) e di radioamatore dal 1974. Aggiungo, che durante e dopo l'uso del corso, io sono sempre disponibile per ogni consiglio, via fono o internet.

Il contenuto dei due CD MP3  è di oltre 1174 MB.

Per quanto sopra, io chiedo 10 euro, via posta prioritaria. Io spedisco immediatamente con stessa modalità.

Oscar Portoghese i7ohp

Via G. Marconi 27   70010 Adelfia (BA)    t:080 4593200

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"UGO LANGELLA" <ugolangella@virgilio.it>

TIENI  IN FORMA LA TUA MENTE IMPARANDO, MANTENENDO, RAFFORZANDO IL CW, DIVERTENDOTI! Il pc ti  somministra il CW. Tu batti subito la traduzione. Se esatta il pc ti somministra un altro esercizio. Se la traduzione e' errata, ti risomministra il medesimo sino a quando rispondi in modo corretto. Solo allora prosegue. Non occorrono listati di controllo, al contrario di tutti ma proprio tutti gli altri corsi in circolazione, anche i più recenti, siano essi in cassette o in cd per impianti musicali. E' il computer che fa tutto. Tu devi solo ascoltare e battere la risposta sulla tastiera, sino a quando ti accorgerai che... il miracolo si compie: stai imparando a tradurre il CW!  Tutto questo alla velocità a scelta di 25/40/60/80/100/120 battute, con una progressione selezionabile da 1 a 42 caratteri di lettere, numeri e segni di punteggiatura. Alla fine, se ti interessa,  il computer ti dirà quanti esercizi hai fatto, quanti corretti, quanti sbagliati, la percentuale di errori, oltre naturalmente ad elencarti quest'ultimi.   E tanto altro per imparare a ricevere e trasmettere in CW con lo stesso sistema di apprendimento: il Codice Q, le abbreviazioni telegrafiche, etc.  185 MB di materiale interattivo per il CW. Su cd a 15 euro, spese di spedizione comprese.

Chiedimi il file LEGGIMI.DOC - IK1HNS -  ugolangella@virgilio.it  - Str. S. Maria 13 - 10098 - RIVOLI (To) - Tel. 011 95 86 167

 

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 INFORMAZIONI

 

 

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