Radiogiornale

Viene inviato come e-mail a  circa 12.000 utenti

ed è prelevato da moltissimi altri nel sito http://www.radiogiornale.org

Numero 185 - Anno VI – 20 Ottobre 2007

Per comunicazioni: radiogiornale@fastwebnet.it

 Collaborate, inviate i vostri articoli

 

 

Luci al Colosseo contro la pena di morte. L'anfiteatro illuminato a giorno a sostegno di una moratoria universale. "Un monito che Roma lancia al mondo"

Roma capitale della pace e della non violenza. Con il Colosseo illuminato a sostegno dell'impegno per una moratoria universale dell'Onu contro la pena di morte. Una luce più intensa rispetto a quella che normalmente colora l'anfiteatro Flavio ha preso lentamente vivacità davanti a migliaia di romani e turisti. Un messaggio al mondo, da uno dei luoghi più simbolici del pianeta. Da tempo, a Roma, il Colosseo viene "acceso" quando uno Stato abolisce la pena capitale oppure quando per un qualsiasi condannato questa viene commutata in ergastolo.

 

leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale

 

Sommario:

  1. “Molto rumore per nulla”;
  2. A.R.I.: le decisioni del Prefetto:
  3. La crisi dell’A.R.I. nelle parole di Luigi Belvederi al 1° ARISTABIA DAY;
  4. Lettera:“bisogna cambiare lo Statuto”;
  5. L’A.R.I. nel terzo millennio;
  6. Stupefacente affermazione: “Internet e il PC portano via gli iscritti all’A.R.I.;
  7. Monte del Giogo: dicerie e verità;
  8. Una petizione importante per salvare la Fondazione Marconi;
  9. Sputnik-1 Day;
  10. TLC, nuove misure a tutela dei disabili;
  11. Studio shock sull’uso dei cellulari;
  12. Il Nobel ai padri dell’hard disk;
  13. Fiere e mostre;
  14. Radio Romania Internazionale, rubrica dx;
  15. Addio Onde Corte RAI;
  16. Detrazione per televisori digitali;
  17. Diploma Internazionale “Loano Elettra”;
  18. Mamme vestite di rame;
  19. Pistoia: 2° Mercatino di scambio ad Agliara;
  20. Rubano migliaia di Pannelli solari all’ENEL;
  21. Belle QSL di conferma;
  22. Lettura (Reading);
  23. Come sconfiggere la pirateria radio;
  24. Arriva la t-Shirt “Wi-Fi”;
  25. A Varese la prima condanna per phishing;
  26. ERA Magazine;
  27. Mercatino radioamatoriale;
  28. Informazioni

 

leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale

 1.

"Molto rumore per nulla"

 

Come quasi tutte le commedie di Shakespeare, "Molto rumore per nulla" racconta una storia dove i personaggi sembrano come guidati da una specie di furia torrida, una sorta di pazzia estiva.

Abbiamo voluto richiamarci a Shakespeare perché abbiamo trovato molte attinenze con le incredibili vicende di Bologna dove l’Assemblea dell’A.R.I. formata anche da persone che non avevano titolo a parteciparvi (che oggi si tenta in modo disperato di legalizzarne la partecipazione con un atto postumo di nessun valore legale) non solo non ha voluto ne approvare, ne respingere i Bilanci, ma si è perfino rifiutata di leggerli!

Come nella commedia di Shakespeare anche l’Assemblea dell’A.R.I. è avvenuta nella torrida estate e chi lo sa che non sia stato proprio il caldo opprimente ad aver indotto i convenuti ad un comportamento così stravagante e rinunciatario.

 Fatto sta, stando alle risultanze di quanto deciso dalla Prefettura di Milano, che si è fatto solo molto rumore per nulla, dichiarando in pratica la propria incapacità ad esaminare un bilancio tanto di dover subire l’onta di cedere questa prerogativa al Prefetto. Insomma si pensava di fare un dispetto agli altri e invece il dispetto lo si è fatto a se stessi, dimostrando ufficialmente la scarsa preparazione per affrontare problemi del genere.

Come si vedrà più sotto, non solo l’estemporanea azione compiuta a Bologna non ha sortito gli effetti sperati da qualcuno, in quanto, su decisione del Prefetto le cose rimangono sostanzialmente come stavano, ma si impone una seria riflessione sullo Statuto per formare in futuro organismi VERAMENTE RAPPRESENTATIVI DEI SOCI, che abbiano la “maturità e la capacità” necessarie per gestire da soli le materie che sono loro demandate, senza aver bisogno di rivolgersi al Nume Tutelare, il Prefetto, perché legga ed esamini lui i Bilanci.

Tutta questa incredibile vicenda estiva che doveva servire evidentemente a qualcuno per consumare nella sua testa ritorsioni dovute evidentemente al fatto che non si erano mai accettati i risultati delle ultime votazioni e vi era pendente inoltre la situazione della Protezione Civile, ha ottenuto l’unico risultato di colpire duramente il prestigio dell’A.R.I., non solo nel mondo dei Radioamatori, anche all’estero, ma soprattutto tra le Istituzioni e questo è avvenuto per la prima volta in 80 anni!

E oggi scendono in campo, senza avere nessun titolo legale per farlo, perfino gli amministratori della Ediradio in veste di poco credibili “censori” che ovviamente non hanno possibilità di interferire statutariamente sulle scelte editoriali dell’A.R.I. e dei suoi organi di informazione, che evidentemente spettano all’A.R.I. e non ad altri! Ma evidentemente tutto fa brodo per i fini che qualcuno si prefigge!

Complimenti !

 Intanto, l’esercito dei Boiardi in ritirata, come fanno tutti gli eserciti invasori in fuga, cerca con odio di distruggere tutto alle sue spalle, compresa quindi forse incosciamente anche l’Associazione, ma nonostante tanto inusitato veleno che viene diffuso a larghe mani, evidentemente per un fine ben preciso, ormai fin troppo chiaro, (cui prodest?) i fatti dimostrano la falsità di tante affermazioni, perché le cose non sono andate poi così male  per l’A.R.I se si considera che, dopo tante perdite degli scorsi anni si è invertita la tendenza e l’anno si è concluso con ben 1.500 iscritti in più, con un introito di 87.000 Euro dovuto al volontario versamento del 5 per mille, (quindi tantissimi sottoscrittori che hanno avuto fiducia nell’A.R.I e nel suo gruppo dirigente) e con un attivo di circa 60.000 Euro. Tutte cose che l’Assemblea di Bologna ha avuto paura di conoscere dato quel che bolliva in pentola!

 

 leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale

 2.

A.R.I.

le decisioni della Prefettura

 

1)    Le votazioni avverranno alla scadenza naturale;

2)    Viene nominato un Commissario ad acta che si pronuncerà sui bilanci che l’Assemblea di Bologna non aveva voluto nemmeno guardare;

3)    I Consiglieri dimissionari, come previsto dalla Legge, vengono reintegrati.

 

 

Ai Presidenti Comitati Regionali ARI

Loro e-mail

 

Ai Presidenti Sezioni ARI

Loro e-mail

 

 

                                                                                          Milano 02/10/07

                                                                                          Circolare C.R. 13/07 – Sez. 10/07   

 

                                                                                                                                                                                                                            

     Come è noto, a seguito della non approvazione del Bilancio Consuntivo 2006 e delle conseguenti dimissioni del Presidente Belvederi e del Segretario Generale Cavicchioli, in data 28 luglio – dopo aver sentito il parere dell’Avv. Baccani, legale del Consiglio Direttivo – venne indetta una riunione di C.D.N. con il seguente O.d.G.: 1) Dimissioni Consiglieri: 2) Esiti A.G.N. 2007.

 

     Come si evince dalla relazione a firma di tutti i presenti, ovvero i Consiglieri Ambrosi, Pregliasco e Sanna e il Sindaco Villoresi (vedi pag. Radiorivista 09/07), tale riunione non raggiunse il quorum strutturale fissato dall’art. 26 dello Statuto (per la validità delle adunanze del Consiglio è richiesta la presenza di almeno cinque membri) e, pertanto, nonostante la volontà dei Consiglieri presenti, non fu tecnicamente possibile assumere alcun provvedimento deliberativo valido.

 

     Per la prima volta nella sua storia, l’Associazione si è quindi trovata nella necessità tecnica di dover interessare la Prefettura, trovandosi con un Consiglio Direttivo in difetto di potere, in astratto e in concreto. Infatti davanti a scadenze da rispettare e impegni da assolvere, non era più possibile attendere decisioni di che non voleva o non poteva assumerle.

 

      Con queste premesse, che hanno caratterizzato il dibattito degli ultimi mesi della vita associativa, in data odierna presso i locali della Prefettura di Milano si è svolta una riunione congiunta tra il Vice Prefetto Vicario, la Dott.essa Aversa e la Dott.essa Greco e, in rappresentanza dell’Associazione, il Vice Presidente Sanna e il Presidente del CR Lazio, Martini.

 

     Nel corso della riunione, svoltasi in un clima cordiale e collaborativi, sono stati esaminati in modo approfondito e con l’obiettivo di individuare soluzioni capaci di ridare slancio all’azione associativa, tutti gli aspetti tecnici e politici che hanno portato alla situazione attuale. E stato evidenziato come il Vigente Statuto non offre una “valvola di sicurezza” per situazioni limite, ovvero la totale mancanza di strumenti per far fronte alla situazione di stallo venutasi a creare. Particolare attenzione è stata rivolta alla responsabilità dei singoli Consiglieri e alle ripercussioni sulla vita del C.D.N. e, di riflesso, dell’Associazione tutta.

 

     Il confronto ha evidenziato la necessità di mettere a punto un metodo capace di garantire la piena condivisione dei provvedimenti fra tutte le componenti interessate a favorire la partecipazione di tutte le componenti attive ai processi decisionali fondamentali. Tali problematiche di metodo pongono al centro dell’azione  il Consiglio Direttivo che non potrà non tenere nella giusta considerazione le istanze del Corpo Sociale.

 

     Sin da subito si è convenuto sulla necessità di individuare ogni soluzione possibile per consentire alla nostra Associazione, che come è stato ricordato quest’anno celebra l’ottantesimo anniversario, per consentire la miglior conduzione su presupposti di stabilità e certezze amministrative.

 

     Tutti i presenti hanno accolto favorevolmente la proposta del Vice Prefetto Vicario che prevede:

 

* Un Commissario ad acta con nomina prefettizia con il compito di analizzare la contabilità associativa e, in particolare, di pronunciarsi sul Bilancio Consuntivo 2006 e il Bilancio di Previsione 2007 con compito di analizzare la contabilità e di verificare eventuali azioni di responsabilità. Il Commissario ad acta è una figura creata giurisprudenzialmente per meglio tutelare l’interresse del soggetto ricorrente ai fini di emanare un provvedimento che avrebbe dovuto essere emesso dall’Ente stesso (attraverso i suoi Organi), ma che a ciò non ha provveduto e, pertanto, la decisione che ne scaturirà sarà da intendersi vincolante per l’Associazione.

 

* Riunione del Consiglio Direttivo Nazionale, con l’invito anche ai Consiglieri dimissionari, così come previsto dalla Legge, che avrà luogo presso i locali della stessa Prefettura di Milano. Compito primo del C.D.N. sarà quello di indire le votazioni per il rinnovo dell’intero Consiglio, tenendo come riferimento la scadenza naturale del mandato degli attuali Amministratori.

 

* Riunione in Prefettura mercoledì 10 ottobre c.m. per definire gli aspetti tecnici, per la messa in atto dei Punti 1 e 2.

 

     Con la consapevolezza che stiamo vivendo un periodo d’eccezionale importanza che potrebbe portare a una trasformazione in positivo, ma anche rischiare un sensibile ridimensionamento qualitativo e quantitativo del nostro Sodalizio, si desidera invitare gli Organi periferici al massimo rispetto dello Statuto e dei vigenti Regolamenti, perché solo in questo modo potremmo assicurare un’immagine solida, fondata su presupposti sani e trasparenti.

 

     Se vogliamo veramente dimostrare il nostro attaccamento all’A.R.I., così come tante volte abbiamo detto, i prossimi mesi rappresenteranno un’occasione da non perdere per riaffermare la credibilità della nostra Associazione e gettare le basi per un futuro migliore e meno travagliato.

 

     Grazie per l’attenzione.

  

leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale

 3.

Dalla Sezione ARI di Castellammare di Stabia

 

LA CRISI DELL’A.R.I.

NELLE PAROLE DI LUIGI BELVEDERI

AL 1° ARISTABIA DAY

 

Luigi Belvederi ha consegnato un incredibile attestato di stima alla sezione ARI di Castellammare di Stabia presenziando al 1° ARISTABIA DAY, svoltosi il 7 ottobre 2007, ma soprattutto perché, dopo alcuni mesi di silenzio, ha scelto proprio la “città delle acque” per rappresentare pubblicamente le motivazioni di fondo che lo hanno spinto a rassegnare le dimissioni da Presidente Nazionale dell’ARI in un autorevole, accorato e lucido excursus sugli ultimi eventi associativi.

Nell’intento di offrire un servizio ai lettori, scevro da considerazioni personali o di parte e soprattutto nell’intento di illuminare i tanti soci che ancora “brancolano nel buio più totale” viene presentata una mera sintesi delle cose dette da I4AWX.

 

“L’ultimo Consiglio Direttivo Nazionale è stato eletto nell’ottobre 2005 dopo tanti anni “molto particolari” della nostra associazione e si è trovato nella medesima situazione di chi si avvicina ad un’autovettura parcheggiata in garage per troppo tempo con il motore fermo e cerca di metterla in moto.

La nostra associazione, infatti, veniva da un periodo di polemiche di oltre 20 anni con alla guida un’alternanza di persone che erano quasi sempre le stesse.

Vi era, poi, un altro dato oggettivo: il costante decremento dei soci passati da circa 20.000 a circa 10.000 laddove quest’ultima costituisce la soglia critica al di sotto della quale sorge l’esigenza di una rivisitazione organizzativa.

Molte sono state le attività svolte dal nuovo C.D.: l’accordo con il Ministero della Pubblica Istruzione che sta portando nuovi soci, l’iniziativa del Monte Giogo, l’inserimento di 30 anni di Radio Rivista nel sito, la segreteria telematica, la STR, il progetto Rete Italia e tante altre cose.

Il tutto nell’ambito di quella missione che deve avere un Consiglio Direttivo e cioè catalizzare, raccogliere e coordinare le iniziative, gli entusiasmi e le potenzialità dei soci per dare loro la possibilità di esprimersi al meglio. E questo senza gestione alcuna del potere.

Dopo il primo anno di attività siamo pervenuti all’inversione di tendenza sugli iscritti: infatti abbiamo riscontrato un +2,8% rispetto all’anno precedente che in termini assoluti significa un incremento di circa 1.500 soci.

Quando siamo partiti abbiamo fatto un bilancio finanziario alquanto stretto….poi accortici delle maggiori esigenze abbiamo chiesto e siamo stati autorizzati dall’Assemblea a prelevare alcune somme dal notevole fondo ARI esistente. Quindi rispetto al preventivo abbiamo speso qualcosa in più: circa 47.000 euro. Ma ciò è stato fatto per iniziative regolarmente precisate e documentate nel bilancio consuntivo.

In maniera innegabile durante questi 18 mesi di gestione abbiamo pestato i piedi ad alcune realtà locali in relazione a finanziamenti che normalmente vengono elargiti per attività legate alla Protezione Civile e che, purtroppo, non si riesce a coordinare a livello nazionale così come, invece, si dovrebbe. Il problema è che quando qualcuno ci prova si incontrano delle resistenze. Speriamo che un aiuto in tal senso in futuro ci venga dallo Stato con una propria specifica legiferazione nonché con alcune modifiche che potremo fare al regolamento ARI RE.

Abbiamo altresì pestato i piedi ad alcune persone che non avendo ottenuto il previsto riscontro elettorale hanno cominciato una sistematica azione di critica verso il nuovo che di per se è legittima ma solo quando è costruttiva.

In queste condizioni siamo arrivati all’Assemblea di Varese.

Ma prima di detta assemblea alcuni soci hanno esercitato il diritto di verificare alcuni documenti contabili in maniera molto penetrante e successivamente nel corso della riunione hanno sollevato alcune contestazioni (il bilancio non quadrava rispetto alla contabilità, il saldo era diverso da quello evidenziato nella contabilità, eccetera). A quel punto abbiamo deciso di fare chiarezza affidando ad uno studio esterno, che nulla aveva a che fare con l’ARI, il compito di controllare il bilancio per una eventuale sua revisione, se necessario. Lo Studio in questione, dopo una attenta verifica, ha sancito nella sostanza la perfetta regolarità del bilancio evidenziando che, per il tipo di obblighi statutari del nostro sodalizio, il bilancio era fin troppo puntuale e circostanziato nelle sue voci. Quindi abbiamo deciso di presentarci all’Assemblea del 30 giugno 2007 senza alcune revisione contabile del bilancio.

All’Assemblea, invece, ci sono state delle irregolarità: preliminarmente, infatti, abbiamo chiesto ai Sindaci di verificare i poteri dei rappresentanti ma questi non lo hanno fatto. Alla riunione hanno partecipato alcune persone che o non avevano la delega o che avevano delle sub deleghe illegittime in quanto il delegato non può delegare. Inoltre alcuni rappresentanti avevano il mandato per votare in un senso ed hanno votato in un altro.

Ad un certo punto, poi, il Segretario Nazionale ha rappresentato all’Assemblea l’opportunità di discutere in maniera approfondita sulle varie problematiche ivi compreso sui rilievi effettuati sul bilancio per fornire ogni più utile controdeduzione e passare, solo successivamente, in maniera democratica, alle votazioni.

Ma l’Assemblea su questa metodologia ha espresso un forte parere contrario manifestando la volontà di non discutere né di questioni associative né tanto meno di bilancio limitandosi, pertanto, ad un chiaro e pregiudiziale voto negativo di valenza politica.

Dopo una breve pausa, nel riprendere i lavori ho fatto presente ai convenuti che la situazione venutasi a determinare era a mio avviso inaccettabile perché fare il Presidente dell’ARI per me significava, invece, dare l’opportunità ai radioamatori di elevare la propria passione e la propria specificità tecnica. Inoltre ho fatto presente che un’associazione con una costante perdita di 1.000 soci all’anno senza valide attività era metaforicamente paragonabile ad un pachiderma e non si addiceva alla mia persona ed alle mie idee.

Per tutto questo mi sono sentito profondamente deluso da un’assemblea che con il radiantismo non aveva nulla a che fare. Ecco che quindi ad un no politico sorgeva l’esigenza di rispondere con un chiarimento di fondo. E quale organismo migliore della Prefettura – sotto il cui controllo sono le associazioni come l’ARI – poteva dare le giuste risposte? Che venga quindi il Prefetto, che esamini con un “commissario ad acta” questi bilanci che sono stati già valutati favorevolmente da illustri commercialisti. Poi ognuno potrà trarre le proprie conclusioni e rispondere a questa domanda: vogliamo essere radioamatori o politici?

Ma adesso vi dò una notizia che forse vi sconvolgerà! La Finanziaria 2007 all’art.82 prevede la soppressione e la razionalizzazione di enti pubblici statali le cui funzioni molto probabilmente verranno trasferite alle Regioni o al Comune che a sua volta le trasferiranno a qualche cooperativa o associazione che ha scopi similari e che se ne prenderà cura a costi molto bassi.

Ebbene nella lista degli enti da sopprimere vi è la Fondazione Guglielmo Marconi, con Villa Griffone. E questo mi ferisce come radioamatore e come italiano perché la citata fondazione non è un ente inutile. E dovendola affidare in gestione ad un’associazione del suo stesso settore significa che potrebbero affidarla all’ARI.

E’ questa l’ARI del terzo millennio per me! E’ questa la nostra frontiera: raccogliere di fronte all’Italia ed al mondo l’eredità di Marconi e di Villa Griffone. E questa potrebbe diventare realmente la nuova casa ARI. E chi non si unisce a questo progetto vuol dire che è un politico. Io chiedo scusa ai tanti politici ma per favore vi prego di non restare nell’ARI.

Ovviamente l’Associazione non può presentarsi ad un appuntamento di questo tipo nella situazione in cui si trova.

Infine penso che dobbiamo provvedere ad una riforma statutaria perché attualmente il nostro statuto non prevede certe situazioni. Credo che si debba dare una maggiore rappresentatività ai soci e che i Comitati Regionali oggi non rappresentano compiutamente la base associativa. Accanto ad alcuni CR che funzionano egregiamente ve ne sono altri che non hanno mai mandato in ARI  un verbale o un bilancio o che fanno  riunioni indette fuori termine.

Per modificare lo statuto in maniera razionale occorre intervenire almeno su tre punti: in primo luogo occorre trovare un metodo che consenta di eleggere un Consiglio Direttivo Nazionale che sia veramente l’espressione della base. Il Segretario Generale, poi, non deve essere eletto ma deve essere un funzionario, una manager finanziario che, indipendentemente da tante situazioni associative, assicuri una funzionalità amministrativa al sodalizio. Il terzo punto riguarda i sindaci che devono avere una spiccata professionalità finanziaria perché purtroppo a volte ci siamo trovati con persone certamente di buona volontà ma….oggi questo non basta più. Infatti in un’associazione che, tra l’altro, presenta un bilancio di circa un milione di euro si rende necessaria l’applicazione di regole certe e la presenza di persone che abbiano la competenza per farle rispettare. Ed in questo senso siamo fortunati perché il nostro è un sodalizio interclassista e le competenze non mancano”.

 

Questo, in buona sostanza, l’intervento di Luigi Belvederi che Castellammare di Stabia radiantistica saluta con calore sperando di riabbracciarlo in occasione della seconda edizione dell’ARISTABIA DAY.

 

La Sezione ARI di Castellammare di Stabia

 

leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale

4.

Da: Vittorio Medda IS0MVE

 

ARI, ancora tante lettere:

“bisogna cambiare lo Statuto”

 

Carissimi amici del Radiogiornale,  voglio ringraziarvi per le preziose, puntuali  e rapide informazioni che date sulle attività degli O.M. e sull’A.R.I. che altrimenti non è facile ottenere.

 

In questi ultimi tempi sono stato costretto a rifare alcune mie riflessioni sulla gestione dell’associazione di cui sono socio sin dal 1973.

 

Certo l’ultima porcheria ( passatemi il termine ) avvenuta all’assemblea di Bologna ha oramai passato il segno.

 

Basti solo pensare che è stato di fatto sfiduciato tutto il C.D. Nazionale sui bilanci senza che questi siano stati neanche letti  a fronte della verifica del collegio sindacale e anche di  una verifica ( esterna ) .

 

In passato, avendo ricoperto anche incarico di Presidente di Sezione,  avevo formulato alcune proposte per rendere, a mio parere, più democratico lo statuto.

 

Certamente una proposta, per me molto  importante, è il modo con cui si dovrebbe procedere per la  formazione  degli organismi  ai vari livelli, Sezionali, Regionali e  Nazionali

 

Ho sempre proposto  l’elezione per tappe successive, prima degli organismi di Sezione,  in cui si sarebbero dovuti eleggere anche i delegati al congresso Nazionale ( attenti, parlo di Congresso e non di Assemblea Nazionale ) in funzione del numero dei Soci rappresentati, poi di quelli dei  coordinatori Regionali ( Massimo due, compreso il vice-Coordinatore,  in quanto l’attuale organismo e per me troppo dispersivo ) che potevano poi essere anche delegati all’assemblea Nazionale ma,  non necessariamente in quanto i veri rappresentanti dei soci sono le Sezioni,  e, infine, in un Congresso   Nazionale, in cui eleggere i  componenti del direttivo Nazionale, anche con la presentazione di più liste di candidati espressi dai delegati delle Sezioni.

 

E’ ovvio che i mandati per i vari organismi  dovrebbero terminare  con scadenze molto ravvicinate, ma necessariamente prima quelli delle Sezioni, poi dei Coordinatori Regionali e, infine, quello Nazionale.

 

Oggi, a fronte di una elezione del Direttivo Nazionale, da parte di tutto il corpo elettorale, su una delle linee proposte,  ci   troviamo ad avere,  ancora in carica, organismi, specie a livello Regionale, che secondo me non sono più rappresentativi  in quanto eletti precedentemente e ovviamente, in parte,  in linea con le linee del vecchio direttivo Nazionale che, di fatto, sono state cambiate con l’elezione, a suffragio Nazionale e Diretto,  del nuovo Direttivo Nazionale.

 

Altro nodo dolente è la questione dell’A.R.I/R.E.

 

Vi dico con tutta onestà che non capisco perché, coloro hanno voglia di impegnarsi , come Radio Amatori, nella Protezione Civile, debbano per forza esercitare questa loro disponibilità,  verso la collettività,  restando attaccati all’A.R.I. ( con tutte le dificoltà che l'A.R.I. impone a questi nostri benemeriti amici ).

 

 Non sarebbe meglio che almeno un gruppo di nove ( mi pare ancora oggi il minimo necessario ) Radio Amatori ( soci A.R.I. o meno ) si recasse presso un Notaio e far Registrare uno statuto ad Hoc ?  ( sulla falsa riga di quello che propongo per l’A.R.I ) per una Nuova Associazione con compiti prevalenti di protezione civile ?  e questo senza essere in contrasto con l’appartenenza all’A.R.I. in quanto, secondo me,  non in concorrenza  con essa ?.

 

Non so’ come si uscirà dall’attuale situazione ma, certo in futuro, a mio parere, lo statuto dell’A.R.I. deve comunque essere profondamente modificato per  sperare, che non si ripetano situazioni così dolorose per noi soci Radio Amatori dell’A.R.I. come quelle che nostro malgrado siamo costretti a subire.

 

Colgo l’occasione per salutarvi cordialmente pregandovi di estendere i miei saluti al vostro QRA familiare, bye de Vit.

 

IS0MVE

Vittorio Medda

 

leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale

 5.

L’ARI NEL TERZO MILLENNIO

 

Di IZ7GWZ Avv. Maurizio Del Pesce

 

Il giorno 07 ottobre 2007, ho avuto il piacere e l’onore di partecipare, anche come relatore,  al Primo ARI Stabia Day, impeccabilmente organizzato dalla sezione di Castellamare di Stabia “IK DOI Edgardo Petronzio”.

Il convegno aveva come tema le prospettive dell’ARI nel terzo millennio, nonché la partecipazione dei giovani e dei soci delle sezioni nelle scelte associative anche mediante modifiche statutarie.

Devo sottolineare che, nonostante il recente clima torbido che avviluppa l’ambiente della nostra amata associazione, da Castellamare di Stabia ed in occasione del menzionato convegno, si sono registrate confortanti ed ammirevoli iniziative per la proiezione dell’ARI negli anni avvenire che hanno dato slancio e corpo a quegli scopi che dovrebbero informare tutta l’attività dell’ARI.

L’entusiasmo e la passione dei giovani radioamatori della menzionata sezione, hanno dato una scossa a tutti coloro che,  distratti da querelle per nulla ortodosse agli scopi precipui dell’ARI, si sono dimenticati di quella gioia ed entusiasmo che tutti i consociati dovrebbero nutrire e vivere partecipando attivamente alle iniziative consociativistiche.

La medicina per dare corpo e vigore alla vita dell’ARI, quindi, non può essere che una partecipazione più diretta dei soci e delle sezioni nelle scelte associative, evitando quelle anacronistiche ed inopportune “pastoie burocratiche” le quali, purtroppo, ammantano l’attività dell’ARI tramite obsolete norme statutarie e regolamentari.

 E’ noto con il termine associazione si suole identificare l’organizzazione stabile di più soggetti per la gestione di un interesse comune. Il legislatore si astiene dal definire le associazioni e ciò ha indotto taluni a ritenere che il concetto di associazione possa delimitarsi solo in modo negativo, ovvero, come concetto che designa ogni fenomeno associativo diverso dalla società e dal consorzio.

La complessità del fenomeno associativo, del resto, emerge anche dalla molteplice varietà delle classificazioni tentate dalla dottrina. In relazione alla natura dello scopo delle associazioni di diritto privato è stata tracciata una distinzione tra associazione di utilità privata e associazioni di utilità pubblica.

Quanto poi alla fonte, è stato agevole distinguere tra associazioni facoltative, obbligatorie e coattive.

Tralasciando l’approfondimento delle menzionate classificazioni, che hanno il merito di sottolineare la grande varietà di strutture e di forme in cui si manifesta il fenomeno associativo, è possibile individuare alcuni elementi comuni che ricorrono in tutte le associazioni: pluralità di soggetti, scopo comune e patrimonio.

L’atto costitutivo è un contratto con comunione di scopo in cui ogni contraente trova il corrispettivo della propria prestazione al risultato cui tende l’intera associazione.

Altro elemento fondamentale e costante del fenomeno associativo è rappresentato dallo scopo comune cui tendono i soggetti che partecipano all’associazione.

Lo scopo è anche l’elemento che, più frequentemente, la dottrina usa come criterio di diversificazione dell’associazione da alcune figure affini. Accade così che si è soliti definire lo scopo delle associazioni altruistico in contrapposizione a quello egoistico della società.

Gli scopi dell’associazione, comunque, vengono frequentemente definiti come ideali o più in generale non economici.

L’associazione è altresì titolare di un patrimonio la cui indicazione deve essere contenuta ex art. 16 I comma , codice civile nell’atto costitutivo e nello statuto, e normalmente quest’ultimo non ha  la sola funzione di conseguire lo scopo, ma anche quella di soddisfare le ragioni degli eventuali creditori.

In ordine all’organizzazione delle persone giuridiche il codice civile prevede e disciplina due soli organi:

a) l’assemblea generale;

b) gli amministratori.

Statutariamente è possibile prevedere eventuali altri organi.

Nel nostro caso l’art. 17 dello statuto ha previsto quali Organi dell’Associazione:

a- l’assemblea generale,

b- il consiglio direttivo;

c- il collegio sindacale.

Alle assemblee generali partecipano due delegati per ogni regione, i quali dovrebbero rappresentare nell’ambito delle assemblee stesse la volontà degli associati delle regioni di appartenenza.

Il vero “punctum dolens” sta proprio in questa norma statutaria che, a mio sommesso avviso, non garantisce una partecipazione diretta e democratica reale degli associati alle scelte di politica associativa dell’associazione, provocando uno scollamento e disinteresse dei soci della “base” alla vita dell’ARI.

E’ noto come una struttura organizzativa “piramidale” generi l’ allontanamento dei soci alla vita e all’organizzazione dell’attività dell’ associazione la quale, inesorabilmente, si vedrebbe privare di quella unica ed indefettibile linfa vitale rappresentata proprio dalle iniziative dei soci.

E’ evidente, inoltre, che tale “lontananza” dei soci è generatrice di equivoci, dissapori, fraintendimenti e disaffezioni.

Il Presidente dell’ARI, in definitiva, deve essere posto assieme al Consiglio Direttivo in una posizione più vicina alle esigenze della Collettività e deve, altresì, nutrirsi di quelle critiche costruttive provenienti dagli associati che non condividano eventuali scelte amministrative ed organizzative adottate.

L’assemblea generale non deve essere l’unico strumento per il quale traghettare e comunicare la volontà degli associati al Consiglio Direttivo, ma altri istituti partecipativi dovrebbero essere stigmatizzati per garantire una maggiore democraticità e, de plano, vitalità dell’associazione.

Mi rendo conto che il problema interessa due esigenze: la governabilità e la democraticità, per cui è necessario trovare un giusto punto di contemperazione di interessi teso a  salvaguardare le anzidette finalità.

 Il perseguimento di questo obiettivo, a mio sommesso avviso, potrebbe essere realizzato per il tramite di una ulteriore  consultazione generale dei soci. Il sommo istituto di democrazia diretta, come  è noto, è il referendum, il quale nel nostro caso,  dovrebbe avere un valore propositivo e vincolante per il Consiglio Direttivo ed anche per questioni e decisioni non previste dall’art. 33 lettera a) dello statuto dell’ARI.

L’indizione dello stesso non dovrebbe essere presa solo dal Consiglio Direttivo o sul voto dell’assemblea generale (art. 34 dello statuto), ma anche da un numero qualificato di soci.

Stessa possibilità referendaria, inoltre, dovrebbe essere prevista nell’ambito delle singole regioni e per i Comitati Regionali.

 Una maggiore definizione e puntualizzazione, inoltre,  dell’ambito delle deleghe conferite ai delegati regionali (art. 53 dello statuto) meriterebbe di essere stigmatizzata al fine di garantire una effettiva  riferibilità di quanto dichiarato dal delegato nell’Assemblea Generale alla volontà dei soci deleganti.

In materia di tutela degli interessi dei soci l’art 3 dello statuto dell’ARI prevede alla lettera e) quanto segue: tra gli scopi dell’associazione vi è quella di tutelare gli interessi dei soci nei confronti di enti similari ed assisterli nei rapporti con la pubblica amministrazione. L’art. 8 del regolamento di attuazione dello statuto sociale ARI, all’uopo, prevede l’assistenza ai soci per facilitare l’espletamento delle pratiche burocratiche presso la P.A., nonché, una polizza assicurativa a copertura di eventuali danni derivanti a terzi dalle antenne dei propri iscritti.

Nella mia personale esperienza di avvocato e nel difendere diversi radioamatori per giudizi attinenti all’espletamento dell’attività radioantistica, mi sono reso conto che quest’ultimi hanno dovuto affrontare con le proprie finanze personali quelle ordinarie spese legali consequenziali all’azione giuridica intentata.

 A mio sommesso parere, sarebbe opportuno estendere la copertura assicurativa di cui all’art. 8 punto 2 del regolamento di attuazione, anche a tutte quelle eventuali spese legali che il socio dovesse affrontare per questioni giudiziarie connesse all’attività radioantistica. Tutto ciò  mediante l’istituzione di un certo numero di professionisti, i quali si pongano a disposizione dei soci con una preventiva consulenza gratuita ed eventualmente prestazione successiva rimborsabile tramite copertura assicurativa erogata dalla società assicuratrice.

Sempre nell’ottica di incentivare l’avvicinamento dei giovani all’associazione, l’art. 5 dello statuto dovrebbe prevedere nel proprio ambito (fondo qualificativo) ed anno per anno, una somma minima per incentivare l’avvicinamento dei giovani delle scuole al mondo della radio, i quali  si siano   contraddistinti per l’alto profitto scolastico e per uno spiccato interessamento al mondo radioantistico.

La selezione degli stessi potrebbe essere fatta per il tramite di un concorso a tesi per argomento, soggette a valutazione di una commissione d’esami nominata anno per anno dal Consiglio Direttivo e su proposta dei comitati regionali.

Sempre nel rispetto degli scopi dell’associazione ed in particolare in quello individuato  nell’art. 3 lettera c) (che prevede l’incremento di studi scientifici nell’ambito radioantistico) e quindi per l’accrescimento culturale dei singoli associati, potrebbe essere prevista una integrazione all’art. 10 del regolamento ARI, prevedendo la traduzione di testi stranieri redatti dalle associazioni radiantistiche estere.

I testi tradotti, quindi, e nel rispetto dei diritti d’autore, potrebbero essere così commercializzati dalla casa editrice legata all’ARI.

L’iniziativa meriterebbe ampio riconoscimento per le alte finalità ispiratrici miranti all’acquisizione da parte dei soci delle esperienze culturali e scientifiche maturate fuori dal territorio nazionale.

Sperando di aver contribuito con queste mie succinte osservazioni e riflessioni propositive all’accrescimento della nostra associazione, l’augurio è quello che tutti i soci possano adoperarsi con la medesima finalità, dissociandosi da inutili  ed infeconde diatribe che, purtroppo, hanno trovato largo credito in molti di noi e distolto, quindi, quest’ultimi da un sano e proficuo lavoro teso ad ottimizzare gli scopi della nostra amata ARI.

 

leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale

 6.

Scuse puerili, sono ben altre le ragioni del calo dei soci

 Stupefacente affermazione:

Internet e il PC

portano via gli iscritti all’A.R.I.

 

Ci è capitato di imbatterci in un articolo a firma di Gianni Orlandi pubblicato sulla Nuova Sardegna nel quale, facendo il resoconto di un convegno indetto dall’ARI regionale si fanno affermazioni in assoluta libertà prive di qualsivoglia dimostrazione valida.

Si sostiene, ad esempio, che gli iscritti all’ARI in Sardegna sono passati da 450 a 250 domandandosi se questo calo sia dovuto al fatto che gli OM sarebbero una categoria in via di estinzione, dando quindi per scontato che quei 200 che non hanno rinnovato la tessera, o sono passati a miglior vita, oppure sono emigrati all’estero. Forse si è trovata la giustificazione della categoria in via di estinzione per coprire malesseri locali che hanno portato molti ad andarsene dall’ARI, ma non certamente dall’attività radiantistica. Diciamo questo perché i dati di cui siamo in possesso, (fonte Ministero e Radamato) indicano il numero dei Radioamatori in aumento.

Ma nell’ambito di questo articolo giustificativo di una fin troppo evidente crisi associativa in atto, vi è poi la risibile affermazione che i Radioamatori abbandonerebbero l’attività HAM per usare il computer e andare su internet. Non sappiamo chi abbia tirato fuori questa panzana, deve trattarsi di qualcuno che con il Servizio di Radioamatore ha poco da spartire. Probabilmente si tratta del classico radio-parlatore che la radio la usa solo per fare salotto, ma di radiotecnica, di sperimentazione, di collegamenti non deve aver nemmeno sentito parlare. Personaggio che finge di non sapere che la moderna attività radiantistica si avvale sempre più anche dell’informatica.

Ora non ce la prendiamo col giornalista in quanto lui ha solo riferito le cose sentite al convegno dell’ARI, ma restiamo stupiti, per il buon nome dell’Associazione, che si enuncino ufficialmente teorie fantascientifiche, al solo scopo evidente di coprire manchevolezze presenti in quel territorio e non solo, perché certamente i fatti di Bologna e uno Statuto che ha sottratto agli iscritti ogni potere, pesano negativamente sulle adesioni. Il Computer e Internet non centrano per niente, si faccia una severa riflessione e si capirà dove sta il problema!

Ed ecco l’articolo che merita dei essere letto:

ALGHERO, PROPOSTE E IDEE AL CONVEGNO REGIONALE DELL’ARI

Radioamatori, ponte per il futuro

Gianni Olandi

 

Professionisti, studenti e operai tra i 450 appassionati sardi

 

ALGHERO. Una categoria in via di estinzione? Gli ultimi esempi di archeologia delle comunicazioni? Vecchi arnesi obsoleti? Niente affatto. Almeno a giudicare dal livello del dibattito svoltosi nella sala del Carlos Vº nel XVº Convegno regionale che per due giorni ha impegnato i radioamatori del Comitato della Sardegna aderenti alla A.R.I., l’Associazione dei Radioamatori Italiani.

Un Convegno convocato per ridare impulso a una categoria che, a dire il vero, dopo la dirompente diffusione di internet è rimasta ai margini del mondo delle comunicazioni. O meglio, è stata superata da una tecnologia ben più efficace e immediata di quelle tradizionalmente utilizzate dai vecchi radioamatori.

A conferma dell’esigenza di un rilancio, di un forte adeguamento tecnologico e della straordinaria volontà di non staccare la spina, il titolo del convegno era «Il radioamatore tra presente e futuro».

In Sardegna fino a qualche anno fa i radioamatori erano oltre 450, ora gli attivi sono circa 250 ma continuano a registrarsi defezioni e tradimenti verso computer e internet. Nella sala c’erano una quarantina di soci, molti gli «anta» avanzati, con una buona rappresentanza anche degli «ultra». Ma anche qualche giovane, quella fascia di potenziali aderenti all’Ari alla quale, qualcuno dei più anziani, sottolineava «non abbiamo saputo parlare con loro, ci siamo presentati forse con troppa supponenza, evitando il confronto, abbiamo fatto pesare la nostra esperienza rinunciando a muovere la loro attenzione anzichè stimolarli». Una sorta di autocritica condivisa proprio dai giovani presenti. Il confronto tra i partecipanti all’incontro è stato per lunghi tratti molto tecnico: le tipologie dei materiali, le antenne, i cavi, la qualità degli apparati e la tradizionale scienza non scritta del «fai da tè». Il presidente del Convegno, nonchè del Comitato regionale, Giancarlo Sanna ha sottolineato che il convegno del Carlos Vº «rappresenta una ripresa del nostro confronto e dibattito interno, una conferma che vogliamo andare avanti nonostante le nuove tecnologie abbiano condizionato la tradizionale attività dei radioamatori». Antonio Achilli dell’Ari Sassari ha voluto subito evidenziare «non siamo dinosauri», e ha ricordato il ruolo di grande rilievo che i radioamatori svolgono nella Protezione civile. «I tecnici della Nasa - ha aggiunto - sono in misura del 25/30 per cento radioamatori, e gli astronauti debbono avere il patentino di radioamatori». L’esponente dell’Ari sassarese ha quindi sollecitato i colleghi: «Dobbiamo stare uniti, non ci dobbiamo fare sostituire dai computer». Dai giovani, Marco Montaldo, è giunta una proposta: «Dobbiamo legare la radio ai sistemi digitali e combattere la chiusura mentale della vecchia guardia verso queste nuove acquisizioni tecnologiche». Anche da parte di Ruggero Manenti, dell’Ari di Olbia, è giunta la sollecitazione a «stare insieme» e un appello «non ci possiamo far sostituire dai computer».

Carlo Montaldo dell’Ari Alghero nel suo intervento ha presentato una serie di proposte per il futuro assetto dell’Associazione, condividendo l’esigenza di un adeguamento di tipo tecnologico. Il popolo dei radioamatori è variegato, a tutto campo, avvocati, operai, medici, impiegati, niente di elitario o di sistema vicino alla casta. Tra alcuni radioamatori piuttosto famosi il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, e il re di Spagna, Juan Carlos. Ed è proprio da un Carlos, Vº, il prestigioso cinque stelle del Lungomare, sembra partire la riscossa dei radioamatori sardi che raccolgono la sfida di internet potendo contare su due elementi «umani» che la rete non dispone, la passione e la volontà di non mettere la radio in soffitta.

(24 settembre 2007)

  

leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale
7.
 Monte del Giogo: dicerie e verità

 

Carissimo “Radiogiornale”,

scrivo questa lettera/articolo su input dell’amico Marco I4TOM, non per sua scelta presidente del Gruppo Microonde Scatter di Parma, che mi ha gentilmente chiesto, nella mia qualifica di “scrivano” del Gruppo medesimo, di chiarire alcuni aspetti afferenti alla gestione dell’ex base NATO “Livorno”, sita sul Monte del Giogo.

Questo scritto  ha l’onere di puntualizzare in merito ad alcune “maldicenze” che sembra siano state scritte in un forum, cosa che io prendo per assodata, anche se non posso dire di avere verificato di persona, in quanto sono estremamente refrattario a questo genere di cenacoli, di qualsivoglia indirizzo essi siano, che considero (opinione personalissima, dunque criticabile) una totale e inesorabile perdita di tempo.

Comunque sia, ottempero a quanto chiestomi dall’amico Marco, approfittando dell’occasione per comunicare a questo pregevole giornale telematico i primi risultati ottenuti dall’attivazione dei paraboloidi sud del Giogo e di quelli nord della Tolfa, questi ultimi da parte del Gruppo di lavoro della Sezione ARI di Civitavecchia.

 

Premesse

Come già scritto in altre sedi l’iniziativa “Giogo” nasce nel 2005 da parte di alcuni OM della Sezione ARI di Parma, intenzionati ad ottenere, da parte della competente Agenzia del Demanio, l’utilizzo della coppia di paraboloidi sud dell’ex base Troposcatter “Livorno”, (questo è il vero nome del compendio, che si trova però in provincia di Massa Carrara, a 1500 m sul livello del mare), per fini sperimentali.

L’Agenzia del Demanio in questione aderiva alla richiesta del gruppo di OM, ma poneva come condizione che fosse assunto in esercizio l’intero compendio (circa ventimila mq), in quanto il settore ove insistevano i paraboloidi in oggetto non era stralciabile dal corpo del sito; l’Ente proprietario richiedeva anche che gli assuntori provvedessero a porre l’ex base in sicurezza, chiudendola e mettendola in condizioni di decenza.

Di fronte a questa previsione, il neonato Gruppo Microonde Scatter decise di accettare la sfida, mentre la Sezione ARI di Parma, pur ritenendo il progetto degno di interesse, non ritenne di assumersi l’impegno della gestione, che pur restando in seno al sodalizio fu interamente delegata al Gruppo menzionato.

Il medesimo decise quindi di proporre la cosa, attraverso il Comitato Regionale Emilia Romagna, all’A.R.I. centrale la quale si dichiarò interessata all’iniziativa, richiedendo in prima persona la concessione demaniale, che grazie alla sua natura di Ente Morale, rendeva l’onere di assunzione a livelli accettabili. L’A.R.I. concesse inoltre al Gruppo Microonde Scatter il “Patrocino Tecnico” per il progetto, patrocinio del quale il Gruppo si ritiene onorato e che ha consentito al medesimo di ottenere il nominativo speciale IQ4GS.

Quanto esposto nel precedente passo è TUTTO, si ribadisce TUTTO quanto l’A.R.I. ha fatto per il progetto Monte del Giogo.

Successivamente alla lettera di impegno del Demanio, il Gruppo Microonde Scatter ha provveduto, utilizzando esclusivamente risorse proprie provenienti dai singoli membri del sodalizio, a rimettere il compendio in sicurezza (riparazione recinzione, rifacimento cancello, pulizia dai rottami, chiusura dei tombini, provvisoria impermeabilizzazione del tetto della palazzina radio, sistemazione delle aree annesse, installazione delle telecamere di controllo, attivazione della tratta WiFi con collegamento alla rete ADSL di Aulla, acquisto e montaggio delle porte e delle finestre della palazzina radio ed altro ancora). Si ribadisce che tutto ciò è stato realizzato con il contributo diretto dei soci del Gruppo, significando che l’A.R.I. non ha contribuito con un solo euro a queste iniziative, nonostante il compendio sia formalmente stato chiesto dallo stesso Ente. Tale precisazione è solo volta a fare chiarezza e non certamente a polemizzare con l’Associazione.

Nelle more di queste iniziative vi è poi stato l’interesse del Dipartimento delle Comunicazioni dell’Università di Parma, che oltre a farne meta di visite didattiche, ha espresso volontà di formalizzare una partecipazione ai progetti, per fini sia didattici che di ricerca, cosa che sarà oggetto di imminenti incontri con l’Ateneo in questione, nonché con l’Istituto Tecnico Industriale di Parma che ha anch’esso organizzato visite didattiche al compendio dedicate ad alcune classi dello stesso.

Sono anche state inoltrate richieste formali a possibili sponsor delle iniziative in atto, che se porteranno a esiti positivi, i contributi andranno a valorizzare la sostanza e l’immagine dell’Ente intestatario.

Sono stato altresì invitato di esprimermi in modo estremamente chiaro in merito alle polemiche di cui si accennava all’inizio, significando che tutte le beghe o pseudo tali che inesorabilmente circondano e compenetrano qualsivoglia iniziativa di qualsiasi natura intrapresa nel Belpaese, sono estranee al Gruppo in questione. Il Gruppo Microonde Scatter si è autofinanziato, è disposto a farlo ancora e ritiene che sia più pagante e divertente mettere le proprie energie nella sperimentazione e nelle prove sul campo, piuttosto che sviluppare sterili polemiche su quello e quell’altro aspetto  della vita associativa nazionale o in scontri di potere in seno al mondo amatoriale, che se visti alla luce dell’essenza e della sostanza del contendere sono, ad essere gentilissimi, quanto meno patetici. In altre parole il rapporto del Gruppo con il mondo del radiantismo è sostanziale e amatoriale: chiunque ne faccia parte ha un lavoro, svolge una occupazione, un’attività dalla quale trae soddisfazione e dignitoso sostentamento. Nessuno dei componenti il Gruppo Microonde Scatter intende trarre profitti, meriti o occupazione ne dal mondo del radiantismo, ne da quello della Protezione Civile, ma solo vivere il primo come studio,  hobby e passatempo, tra consanguinei che hanno gli stessi interessi e gli stessi svaghi. Tutto il resto, cioè la maggior parte degli interessi atipici che da tempo hanno sostituito la radio all’interno del mondo della radio, sono estranei al sodalizio e non interessano all’iniziativa e ai membri del Gruppo.

Iniziative

Ciò premesso, come ero stato esplicitamente invitato a fare, due parole sulle iniziative, tralasciando quelle pur numerose di carattere prettamente materiale volte al miglioramento del sito, che forse interesseranno poco i lettori.

Le ex stazioni Troposcatter costituenti la rete ACE HIGH, di cui la stazione “Livorno” fa parte, sono ormai completamente scomparse in quasi tutti i Paesi originariamente percorsi dal Network, stante l’onere della N.A.T.O. di riportare allo stato originario i siti abbandonati. In Italia, come al solito meno ligia alle direttive delle altre nazioni, qualcosa si è invece salvato: malamente, ma qualche vestigia sopravvive.

Si è quindi deciso di trarre benefici da questa “anomalia”, cercando di preservare almeno l’aspetto storico di questo importante segmento delle radiocomunicazioni presatellitari a lunga distanza, che tra l’altro sono basate su una tecnica usatissima quanto misconosciuta anche dagli OM che quotidianamente si collegano in VHF e superiori, e fino a circa 5-6 GHz.

Per fare ciò, essendo le stazioni ACE HIGH operate in gran parte da militari dell’Arma delle Trasmissioni e dell’Aeronautica Militare, si è cercato presso gli ex operatori collaborazione e materiale tecnico afferente alla basi stesse, onde capire esattamente in cosa consistevano, come funzionavano e quali di questi dati tecnici potevano giovare al mondo del radiantismo.

Ben presto si è quindi creato uno stretto rapporto tra il Gruppo e gli ex tecnici ACE, che con entusiasmo e partecipazione hanno messo a disposizione il materiale bibliografico in loro possesso, (ormai ovviamente privato di ogni importanza strategica) che ci ha permesso di conoscere a fondo sia gli aspetti storici che quelli tecnici che stavano alla base di questo network e della tecnologia in esso utilizzata. Come già abbiamo scritto, queste piacevoli letture, ci hanno anche permesso di constatare il livello qualitativo delle soluzioni adottate per questi network nei lontani anni ’50, livello per lo più assolutamente estraneo al nostro mondo amatoriale ancora nel 2007, mondo amatoriale che si palesa invece perfettamente  all’avanguardia nel campo delle sterili polemiche e nella cultura dell’inconsistente.

Questo sodalizio, e la comprensione dell’importante e delicato lavoro svolto dagli operatori ACE, ha portato alla decisione da parte del Gruppo di organizzare un raduno degli ex “Scatteristi” (tra i quali ci sono anche alcuni OM), ai quali è stato conferito un attestato di riconoscenza, sia per ringraziarli per la loro collaborazione, sia per “l’importante ruolo svolto nel mantenimento della pace e della sicurezza nel nostro Paese mediante l’utilizzo di tecniche di radiocomunicazione”.

 

L’incontro si è svolto il primo luglio scorso all’interno del compendio del Giogo, alla presenza di Autorità civili e militari, durante il quale sono state consegnate targhe commemorative ai tecnici della ex rete Troposcatter. Il raduno ha coinciso con quello del SOTA, sodalizio che si è riunito per la prima volta sul Giogo ed al quale il Gruppo Scatter ha dato volentieri ospitalità,

Tutto quanto organizzato è stato fatto a nome dell’A.R.I.: l’Associazione ha partecipato all’iniziativa mediante 0 (zero) euro, (precisazione sempre volta alla chiarezza e non certo alla polemica) e tutte le spese sono state sostenute dal Gruppo Microonde Scatter, fatta eccezione per un contributo di 15 Euro a persona dei partecipanti al raduno SOTA (concordati precedentemente con Andrea IW0HK, organizzatore dell’evento), quale rimborso spese per il pranzo che è stato preparato e servito nella ex base a tutti i partecipanti. Tutti i dettagli delle iniziative descritte sono riscontrabili sul sito del Gruppo (WWW.IK4MGV.IT).

Durante l’estate, contest a parte, l’attività si è incentrata sulle opere di ripristino più urgenti sfruttando il bel tempo e solo a cavaliere del mese di settembre, terminati i medesimi, si è iniziato a sviluppare le prime attività tecniche mediante l’utilizzo dei paraboloidi sud, grazie alla preziosa opera svolta dal Gruppo Troposcatter della Sezione A.R.I. di Civitavecchia che ha chiesto e ottenuto dal Comune di Allumiere l’utilizzo di uno stralcio della ex base Troposcatter di Monte Maggiore (Tolfa), quindi dei paraboloidi nord di quella base puntati sul Giogo (tratta di 281 Km). L’iniziativa trae origine da una precedente visita compiuta dal Gruppo Microonde Scatter presso la Tolfa, durante la quale, grazie all’impegno degli amici di Civitavecchia, è stato possibile pianificare le future iniziative.

Come ampiamente riportato nel nostro sito ed in quello della Sezione ARI di Civitavecchia, domenica 23 settembre, grazie al lavoro dei due Gruppi, che hanno ripristinato due dei quattro paraboloidi del Giogo e della Tolfa, è stata formalmente inaugurata la tratta in questione mediante contatto in Troposcatter a 1296 MHz, con potenza di 10 Watt in FM, con ottimi risultati tecnici. Si tratta del primo esempio di ripristino di una ex tratta ACE HIGH in ambito civile. Il contatto è stato aperto sul Monte Maggiore da Antonio I0SBA, ex Comandante Tolfa.

Domenica 30 settembre sono proseguite le prove tra i due siti, sperimentando un contatto ATV a 1240 MHz (riuscito solo parzialmente causa la scarsa potenza disponibile e che sarà oggetto di perfezionamento quanto prima) e proseguendo con la sperimentazione in fonia. Il secondo contatto realizzato anche in SSB, ha consentito di attuare il collegamento  Giogo -Tolfa in 23 cm con un solo watt di potenza senza particolari problemi, grazie all’elevato rendimento dei paraboloidi da 20metri di diametro a cui sono stati sostituiti gli illuminatori originali (le comunicazioni ACE-HIGH avvenivano tra gli 870 e i 970 MHz, a banda larga -  circa 1 MHz - pluricanale), con feedhorn autocostruiti idonei alle frequenze di impiego amatoriale.

Le prossime tappe saranno la prosecuzione della sperimentazione ATV, l’installazione di illuminatori per le altre frequenze in uso (50, 144, 430 e 2400 MHz), l’attivazione del diversity, cioè lo sfruttamento del secondo paraboloide delle due basi al fine di ridurre al minimo la presenza dell’evanescenza. A procedere si passerà a linkare le apparecchiature asservite ai paraboloidi con la linea ADSL in previsione di un utilizzo remoto, volto alle sperimentazione che si riterrà di sviluppare. È prevista anche, a breve, la cerimonia ufficiale di inaugurazione della tratta Giogo-Tolfa, nella quale il collegamento sarà aperto dagli ex comandanti delle due ex stazioni Troposcatter N.A.T.O.: in Tolfa I0SBA Antonio e al Giogo il M.llo Ersilio Brugnoni.

Bene, credo di avere evaso con sufficiente chiarezza il compito che mi era stato affidato e non posso che terminare ringraziando della gentile ospitalità il Radiogiornale, per il contributo alla diffusione del significato e degli intenti che animano il progetto Monte del Giogo.

 

Per il Gruppo Microonde Scatter

Paolo IW4AID

 

leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale

8.

Da: Carlo Luigi Ciapetti I5CLC

 

SALVIAMO LA FONDAZIONE MARCONI

Una petizione importante !

 

Carissimi Fratelli OM,

vi inoltro questo messaggio perche' possiate anche voi sottoscrivere la petizione contro la soppressione della Fondazione Marconi, una delle poche istituzioni che diano lustro alla nostra storia di radioamatori: il link lo trovate alla fine del messaggio inviato dalla Sezione ARI di Bordighera.

Un TFA e 73 vivissimi

Carlo Luigi Ciapetti I5CLC

 

----- Original Message -----

From: SEZIONE ARI BORDIGHERA  

To: @info-radio.it;

Sent: Tuesday, October 16, 2007 11:44 AM

Subject: PETIZIONE

 

Da "Il resto del Carlino"  6/10/2007

Il Dpef del ministero dell'Economia classifica come «ente inutile» la Fondazione Marconi: è davvero un «ente inutile» da sopprimere? Nel documento di programmazione finanziaria del governo (Dpef) l'articolo 82 prevede azioni da attuare per migliorare l'efficienza degli enti statali, sopprimendoli, riordinandoli o privatizzandoli. Sotto la spada di Damocle dei 17 enti inutili c'è anche la Fondazione Marconi (istituita nel 1938), vigilata dal ministero dei Beni Culturali e il cui statuto è un mix tra pubblico e privato. Nella sede della Fondazione, a Villa Griffone di Pontecchio, lavorano circa trenta persone, in maggioranza giovanissimi ricercatori. All'ente vengono concessi contributi statali solo a seguito di bandi ministeriali (circa il 20% del budget), e la maggior parte delle risorse proviene da commesse, collaborazioni scientifiche e sponsor.

«Già con la definizione di 'ente inutile' — spiega il presidente della Fondazione, Gabriele Falciasecca, docente di Telecomunicazioni all'Alma Mater — abbiamo avuto un rilevante danno d'immagine proprio mentre stavamo coordinando con i ministeri competenti le iniziative per il centenario dell'assegnazione del Nobel per la fisica a Guglielmo Marconi, nel 1909». Falciasecca è molto amareggiato e non nasconde la sua preoccupazione.

«Mi auguro che per la Fondazione l'obiettivo sia più quello di un riordino dello statuto piuttosto che di una vera e propria soppressione, ben difficile da attuare in pratica, al di là del danno che ne deriverebbe al Paese. Non dimentichiamo — continua — che attraverso le ricerche condotte negli anni dalla Fondazione sono giunti grandi contributi scientifici per la messa a punto di sistemi come il Gsm, l'Umts, il Gps e il Telepass. Inoltre siamo riconosciuti a livello mondiale per l'eccellenza della ricerca sulla storia delle telecomunicazioni, e non solo per la figura e le opere di Guglielmo Marconi». Adesso cosa succederà? «Mi auguro —auspica Falciasecca — che nelle discussioni parlamentari sulla Finanziaria si riconosca l'inopportunità da parte dello Stato di 'sfilarsi' dalla Fondazione, o almeno che si chiarisca in modo non ambiguo quali provvedimenti il governo intende prendere. Il vice premier Francesco Rutelli ha dato in tal senso assicurazioni due sere fa a 'Porta a Porta', e mi risulta che lo staff del ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, e il senatore Walter Vitali si stiano impegnando in tal senso. Diversamente saremmo di fronte a un grave affronto alla storia: la Fondazione opera in nome dell'uomo che ha cambiato il mondo con le sue invenzioni. Inoltre si priverebbe il Paese di un punto di riferimento per la ricerca e l'incontro di questa con il mondo delle imprese».

 

Al seguente link potete firmare una petizione diretta ai Parlamentari:

http://www.petitiononline.com/aj1966/petition.html  

con preghiera di diffondere questa e-mail ad OM ed amici.

 

73 de IW3IA - Paolo

 

leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale

9.

Da IW0DGV Marco De Leonibus

 

PER LA PRIMA VOLTA A ROMA

Sputnik il primo satellite artificiale della Terra

Eravamo in piena Guerra fredda e gli americano non avevano ancora i missili e la possibilità di bombardare con l’atomica l’Unione Sovietica era rappresentata ancora dagli aeroplani, ai quei tempi in volo 24 ore su 24. Il bip bip dello Sputnik divenne presto un vero incubo per tutti gli americani che restarono letteralmente shoccati dall’esploit sovietico

 

Venerdì 4 ottobre 1957 inizia l'era spaziale. Quel giorno l'ex Unione Sovietica, lancia in orbita terrestre il primo satellite artificiale della storia. Il suo nome è Sputnik, che in russo significa "compagno di viaggio" ossia compagno del nostro satellite naturale: la Luna.

E ora, in occasione del cinquantenario per la prima volta lo Sputnik-1 è atterrato in Italia: un modello in scala reale 1:1 del primo satellite artificiale della storia, completamente identico all'originale, è stato esposto nella mostra-evento "Tutti i segreti dello Sputnik-1", che si è tenuta a Roma dal 4 al 6 ottobre per celebrare appunto i 50 anni dello storico lancio del primo satellite della storia. L'iniziativa è dell'associazione Sputnik-1 day, costituita a Roma proprio per questa occasione. "Lo Sputnik non è mai stato portato in Italia, ce n'é una copia originale solamente a Mosca.

Il lancio avviene alle 21.28 e 34 secondi ora italiana (le 23.28 di Mosca) da un cosmodromo segreto situato in Asia centrale. Chiamata Boykonur, la base di lancio, si trova nella Repubblica Sovietica del Kazakhstan lontano dai radar di intercettazione radio americani localizzati in Turchia.

Per mettere in orbita intorno alla Terra il satellite, viene utilizzato il vettore R-7. Si tratta di una versione modificata del missile balistico intercontinentale ICBM SS-6 "Sapwood" che i sovietici avrebbero eventualmente utilizzato per lanciare contro gli Stati Uniti la bomba all'idrogeno. La modifica ideata dal "costruttore capo" Sergey Pavlovich Korolyov, crea un nuovo vettore alto poco meno di trenta metri detto anche Semiorke (modello 8K71PS) del peso di oltre 270 tonnellate. Il razzo è a due stadi alimentati da cherosene ed ossigeno liquido ed ha una potenza di più di 390.000 chili. E' in grado di portare in un'orbita bassa intorno alla Terra un carico di circa 1500 chili. In pochi minuti raggiunge la "velocità di fuga" ovvero la velocità necessaria a lasciare la Terra che è di 11,2 chilometri al secondo. In cima al razzo è posto lo Sputnik.

Lo Sputnik 1 o PS-1 (Satellite Primitivo 1)* è una sfera di lega di alluminio di 58 centimetri di diametro pressurizzata all'interno con azoto ad 1.3 atmosfere e pesante 83.6 Kg.

Una volta in orbita, risultata poi fortemente ellittica (228 x 947 Km.), impiega 1 ora 36 minuti per compiere un intero giro intorno alla Terra con una inclinazione di 65,1 gradi rispetto al piano equatoriale terrestre.

I segnali radio che partono da quattro antenne lunghe quasi 4 metri, trasmettono un segnale simile ad un pigolio ad intervalli di tre decimi di secondo. Questi segnali diverranno presto un vero incubo per tutti gli americani che restano letteralmente shockati dall'exploit russo**. Il "bip bip" inoltre invia verso le stazioni di terra anche la temperatura e la pressione all'interno del satellite.

La strumentazione al suo interno è decisamente spartana. Tre batterie zinco-argento (del peso di 51 chili) forniscono energia prevista per soli 10 - 20 giorni a due trasmettitori ad onde corte che mandano segnali con la potenza di 1 watt il primo sulla frequenza di 20.005 ed il secondo su 40.002 MHz ossia sulle lunghezze d'onda di 15 e 7.5 metri. La strumentazione all'interno del satellite è controllata termicamente da un sistema di termoregolazione a ventilazione. Nel corso della sua vita orbitale lo Sputnik 1 permette di misurare la densità degli strati più alti dell'atmosfera terrestre, di ottenere informazioni circa Io propagazione dei segnali radio nella ionosfera, ed inoltre ha dato modo, essendo il primo satellite artificiale della Terra, di sperimentare soluzioni tecniche di base che sino a questo momento erano solo teoriche.

Il satellite smette di inviare segnali il 27 ottobre e a causa della sua orbita irregolare, rientra nell'atmosfera terrestre bruciandosi il 4 gennaio del 1958 ossia 92 giorni dopo essere stato lanciato nello spazio.

Il lancio dello Sputnik 1 ha aperto all'Uomo le porte del cielo e da allora migliaia di satelliti sono stati lanciati nello spazio. Con quel lancio l'Uomo è entrato improvvisamente in una nuova era-. quella dello spazio.

* Il primo satellite avrebbe dovuto essere simile, come complessità e fisionomia, allo Sputnik 3 lanciato poi il 15 maggio 1958 ma per la fretta di battere gli Stati Uniti d'America sul tempo si è utilizzato un cosiddetto "satellite di prova" di un modello ingegneristico da qui il nome P51 (Primitive Satellite 1).

** Inutile dire che il lancio dello Sputnik rappresenta per l'Unione Sovietica una micidiale propaganda per dimostrare la propria capacità tecnologica sino ad allora ritenuta di basso livello e per questo poco considerata.

Gli Stati Uniti già nel 1956, Anno Geofisico Internazionale, annunciano il lancio entro un paio di anni di un satellite artificiale ed è anche per questo che la notizia dello Sputnik 1 è come una doccia fredda. Una vera sorpresa per il mondo intero ma uno shock per gli USA nemici da sempre dell'URSS che vedono in "quell’innocuo" satellite un potenziale ordigno atomico passare sopra il proprio territorio diverse volte ogni giorno. Scene di panico al limite dell'isterismo a tal punto da far pronunciare ad un senatore americano che mai e poi mai avrebbe dormito sotto una "luna rossa".

 

leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffonde    il Radiogiornale  

 10.

Tlc

nuove misure a tutela degli utenti disabili

 

L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha approvato la delibera del 3 ottobre scorso recante "Disposizioni in materia di condizioni economiche agevolate, riservate a particolari categorie di clientela, per i servizi telefonici accessibili al pubblico".

Si tratta di una serie di misure a tutela degli utenti disabili, che prevedono, fra l'altro, 50 SMS gratuiti al giorno per gli utenti sordi e 90 ore mensili di navigazione internet gratuita per gli utenti ciechi.

Con il provvedimento dell'Agcom, entro fine anno, tutti gli operatori mobili dovranno consentire un'offerta specificamente dedicata agli utenti sordi che, oltre a permettere l'invio di almeno 50 SMS gratuiti al giorno, preveda i prezzi più bassi del mercato anche per gli altri servizi di trasmissione dati, come MMS, Video chiamate e connessione ad internet.

Gli utenti sordi potranno quindi accedere, direttamente o tramite il sito internet dell'Autorità, alle informazioni tariffarie e confrontare le offerte di ogni operatore mobile, inclusi gli operatori mobili virtuali, per scegliere quella più adatta alle proprie esigenze.

Per gli utenti ciechi, invece, le nuove regole stabiliscono che potranno usufruire di almeno 90 ore mensili di navigazione gratuita da rete fissa, a prescindere dal tipo di contratto e dall'operatore di accesso ad internet prescelto, facendone richiesta al momento della firma del contratto o in qualsiasi momento successivo.

Sono state poi confermate le norme che già prevedevano l'esenzione dal canone di abbonamento della linea telefonica fissa per tutte le famiglie in cui vi sia un soggetto sordo.

Vengono infine semplificate le modalità di presentazione delle richieste agli operatori e previste varie forme di pubblicità delle misure adottate dall'Autorità, realizzate anche in collaborazione con le associazioni di categoria disabili.

 

leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale  

 11.

Due ricercatori svedesi hanno verificato 11 ricerche. L'utilizzo

per più di 10 anni fa crescere le possibilità di ammalarsi

Studio shock sull'uso dei cellulari
"Rischio tumore sale del 20-30%"

Formazioni tumorali soprattutto sul lato della testa
dove viene appoggiato. "Vietarlo del tutto ai bambini"
 

Chi utilizza il cellulare da più di 10 anni vede aumentare le possibilità del 20 per cento di contrarre il glioma e del 30 per cento di ammalarsi di neuroma acustico. Il primo è un tipo di tumore maligno che colpisce soprattutto il tessuto nervoso del cervello, ed è difficilmente curabile; il secondo è una formazione benigna. La probabilità di incorrere in tumori è indiscutibile, almeno stando ad una ricerca condotta da due scienziati svedesi, Lennart Hardell dell'University Hospital di Orebro e Kjell Hansson Mild della Umea University, e pubblicata su 'Occupational Environmental Medicine'.


I due ricercatori hanno analizzato 11 ricerche che dalla Svezia alla Danimarca, dalla Germania al Giappone e dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna hanno studiato l'evolversi di tumori al cervello e hanno scoperto che il fenomeno è in stretta relazione con l'uso dei cellulari e che i tumori si manifestano soprattutto sul lato della testa dove normalmente viene appoggiato il telefonino. In particolare si è rilevato un aumento dei glioma e dei neuromi acustici. I due ricercatori hanno voluto condurre loro stessi delle ricerche e la loro conclusione conferma quanto scoperto dagli studi internazionali.

 

A tutt'oggi sono numerosi gli studi realizzati per verificare la pericolosità dei telefoni cellulari sull'uomo. La maggior parte ha concluso che il loro utilizzo non induce alterazioni alle cellule tali da ritenersi pericolose. Solo il mese scorso, ad esempio, un progetto voluto dal governo britannico e da varie società di telecomunicazioni inglesi, chiamato "Mobile Telecommunications and Health Research", aveva stabilito che "non è stata trovata alcuna relazione tra l'uso dei cellulari ed effetti dannosi sulla salute delle persone".

Ma mai era stato realizzato una ricerca sui rischi dell'uso prolungato dei telefonini, mai cioè l'analisi si era soffermata su chi stesse utilizzando in modo continuo la telefonia mobile da almeno 10 anni. E questo perché - naturalmente - mancavano i dati. Ma ora questi dati ci sono, proprio perché i cellulari hanno avuto il loro boom a partire da una decina di anni fa. E i risultati dell'uso dei telefonini sugli effetti al cervello non sono certo incoraggianti.


Ma cosa significa essere utilizzatori abituali dei cellulari? "Significa usare un telefonino, ma anche un cordless, per circa un'ora al giorno, che equivale a 2000 ore in 10 anni", hanno spiegato i due ricercatori al quotidiano Indipendent.


Il consiglio è quello più ovvio: utilizzare il meno possibile il cellulare per lunghe conversazioni e soprattutto proibirne quasi completamente l'uso ai bambini, in quanto il loro cranio più fine fa arrivare con maggiore intensità le radiazioni al cervello e al sistema nervoso ancora particolarmente vulnerabile.

Sottolinea Kjell Hansson Mild: "Se in 10 anni l'aumento dei tumori al cervello come conseguenza dell'uso dei telefonini è evidente, se non si interviene soprattutto nei più giovani, nell'arco di 20 o 30 anni si potrebbe avere una vera e propria epidemia". I ricercatori, inoltre, sottolineano l'importanza di studiare e mettere a punto apparecchi che siano il meno possibile emettitori di radiazioni proseguendo la strada già percorsa da quando vennero costruiti i primi cellulari ad oggi.

 

leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale  

 12.

Premiati Albert Fert, 69 anni, francese, professore all'Università Paris 11

e Peter Gruenberg, 68 anni, tedesco, professore a Juelich, in Germania

Il Nobel per la fisica 2007

ai "padri" dell'hard disk

Gruenberg (a sinistra) e Fert

 

Il Nobel 2007 per la fisica è stato assegnato al francese Albert Fert e al tedesco Peter Gruenberg. Le ricerche dei due scienziati, compiute separatamente, hanno permesso di mettere a punto la tecnologia per immagazzinare grandi quantità di dati sugli hard disk dell’ultima generazione. Una tecnologia molto utilizzata, oltre che sui computer, anche su lettori Cd e videocamere.

 

"Grazie a questa scoperta, le dimensioni dei computer si sono ridotte notevolmente. Basta ricordare i giganti dal 1964. Anche il costo dei personal computer è crollato in modo incredibile", ha spiegato il presidente della commissione premi Nobel, Per Carlson.

 

Fert, 69 anni, è professore all'Università Paris 11 (a Orsay), ed effettua le sue ricerche presso l'Unità mista di fisica CNRS/Thales, della quale è stato uno dei fondatori, nel 1995. Grueberg, 68 anni, è professore a Juelich, in Germania.

 

Il fenomeno fisico scoperto e studiato da Grueberg e Fert che ha permesso di sviluppare la tecnologia dell'hard disk è stato chiamato 'magnetoresistenza gigante (Gmr)'. Lo stesso principio è alla base dello sviluppo delle nanotecnologie elettroniche e, con esse, alla miniaturizzazione.

 

Nel 1988 entrambi gli studiosi scoprirono separatamente che cambiamenti magnetici molto piccoli sono in grado di provocare grandi differenze nella resistenza elettrica. Di conseguenza, un sistema di questo tipo è lo strumento perfetto per leggere i dati sugli hard disk quando le informazioni registrate magneticamente devono essere convertite in corrente elettrica.

 

Da allora ci sono voluti nove anni per tradurre questa scoperta in hard disk più potenti (quelli dell’ultima generazione a grande capacità); il principio tecnologico sul quale si basavano è diventato subito il punto di riferimento.

 

 leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale  

 13.

Fiere & Mostre

 

Erba, sabato 10 e domenica 11 novembre 2007

Appuntamento, sabato 10 e domenica 11 novembre 2007, con la tappa autunnale a Lario Fiere di  ExpoElettronica, la mostra mercato delle tecnologie di ieri, oggi e domani.

Un evento che prosegue in suo trend di crescita: a questa edizione parteciperanno duecentotrenta espositori, 14.500 metri quadrati di occasioni hard discount nell’ambito dell’elettronica professionale e di consumo.

La convenienza per i naviganti del web inizia già dall’ingresso alla manifestazione: sul sito www.blunautilus.it  è possibile scaricare un coupon per il biglietto ridotto.

Oltre al risparmio, garantito dall’enorme quantità di merce d’importazione diretta o proveniente da stock, peculiarità della fiera è quella di essere una grande kermesse fra antiquariato e “hi-tech”: dalle vecchie radio a valvole ai pc di ultima generazione, i visitatori potranno trovare una miriade di prodotti, tra cui computer nuovi e usati, software, periferiche e materiali di consumo, telefonia fissa e mobile, componentistica, utensileria e articoli e per il “fai da te”.

Altrettanto vasto l’assortimento del home entertainment con videoproiettori, dvd, decoder, consolle, video games, lettori mp3, così come le innovazioni per la sicurezza della casa e la difesa della privacy.

Gli ultimi arrivati, ma divenuti da subito ricercatissimi, sono gli articoli di domotica per rendere sempre più accogliente e funzionale la casa, così come grande successo risquotono le proposte relative al risparmio energetico, grazie all’offerta di pannelli solari, interruttori crepuscolari, torce a dinamo e lampadine a basso consumo.

Infine, accanto ai prodotti professionali, un trionfo di articoli utili, futili, introvabili e curiosi, con cui stupire gli amici a prezzi davvero low.

Ospite fisso di Expo Elettronica è il Gruppo Lecco Utenti Linux che illustrerà le ultime novità del mondo Open Source e  Gnu/Linux. Ritorna anche il mercatino delle Radio d’Epoca, che propone, accanto agli apparecchi per la  ricezione, anche valvole, accessori, ricambi, dischi e cd, usati e da collezione, e che permetterà a collezionisti e curiosi, di fare un tuffo nelle atmosfere musicali del passato.

COLPO D’OCCHIO SU EXPO ELETTRONICA

Organizzazione: Blu Nautilus Srl; Luogo: Lariofiere – Viale Resegone; Ingresso: operatori e grande pubblico; Biglietto Ingresso: 8,00 euro (intero), 7,00 Euro (ridotto) Orari: 9.00 -18.00 ; Info: 0541 439573; website: www.blunautilus.it

 

leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale 

 14.

Da: Alfredo Gallerati IK7JGI

 

RADIO ROMANIA INTERNAZIONALE

rubrica dx ONDE RADIO

 

Cari amici,

da domenica - 7 Ottobre 2007 - Radio Romania Internazionale

ha dato inizio al suo spazio "DX" con la rubrica "Onde Radio". In onda ogni due domeniche, la rubrica "Onde Radio" è inserita nel programma "Il Corriere degli ascoltatori". Viene replicato il mercoledì. Il Corriere degli ascoltatori è in onda : dalle 16.00 alle 16.26 (ora italiana) su 7.170 kHz. dalle 18.00 alle 18.26 (ora italiana) su 9.620 kHz. dalle 20.00 alle 20.26 (ora italiana) su 7.130 kHz. Prossimo appuntamento domenica 21 Ottobre. Questo nuovo spazio da Radio Romania Internazionale apre un'altra opportunità al radioascolto italiano per riaffermare un proprio ruolo nell'ambito della partecipazione alle "Trasmissioni in lingua italiana" ormai sempre più in calo numerico. La partecipazione dei radioascoltatori è molto gradita attraverso: rapporti di ascolto, lettere, email .... Radio Romania Internazionale -Redazione Italiana -Via Generale Berthelot 60-62 -P.O.Box 111 Bucarest ROMANIA Tel. +40 21 303.12.08 +40 21 303.13.08 - Fax +40 21 319.05.62  -  E-mail ital@rri.ro In attesa di vostri suggerimenti e proposte all'indirizzo: onderadio@infopubblica.com, Vi ringrazio. Cordiali saluti. Alfredo Gallerati - IK7JGI -  (Radio Romania Int. DX-Editor).

 

COMUNICATO STAMPA

 

Le trasmissioni di Radio Romania Internazionale, in gamma onde corte, fino a mercoledì 31 ottobre 2007, potranno essere disturbate da alcuni lavori di modernizzazione degli impianti di trasmissione. In questo caso, il Dipartimento Tecnico di RRI consiglia l'ascolto via streaming Internet all'indirizzo www.rri.ro  (Italiano) - Mp 3 - canale 3. Salvo variazioni dell'ultima ora, ecco la scheda delle trasmissioni in lingua italiana dal  29 Ottobre 2007.

 

ora italiana         frequenze

16.00 - 16.26 - 7160 kHz

18.00-18.26 -   9855 kHz

20.00-20.26 -   6180 kHz

La rubrica dx "Onde Radio" sarà in onda, ogni due settimane, la domenica alle ore 16,00 (ora italiana) su 7.160. Replica il mercoledì successivo alle 16.00 ora italiana. Ringrazio per l'attenzione. Buon ascolto ! Alfredo Gallerati

(DX- Editor Radio Romania Internazionale).

 

leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale 

15.

 

La RAI, il 30 Settembre, ha proceduto alla chiusura di tutte le trasmissioni in onde corte. Pertanto le

trasmissioni in lingue estere sono cessate. Il Centro trasmittente di Prato Smeraldo, nella foto, è stato chiuso dopo tantissimi anni di onorata attività. L'abbandono delle onde corte riguarda anche la lingua italiana che resta in onda solo su internet e sul satellite (Satelradio).

Ormai le Onde Corte rischiano di essere utilizzate solo da un gruppo sempre più minoritario di stati e naturalmente dai Radioamatori. Con la fine della Guerra fredda sono sempre meno gli interessi di molti stati di mantenere attive stazioni radio che servivano molto a fini propagandistici e poi la migrazione sul satellite e su Internet rende molto più competitive le trasmissioni per l’estero.

E' intanto in corso una trattativa per la riassegnazione del personale a tempo indeterminato. I tecnici, in particolare, saranno ricollocati in altri servizi dopo la chiusura di Prato Smeraldo, che era il responsabile della diffusione. Più difficile la situazione dei precari verso i quali i sindacati si sentono impegnati moralmente.

 

 leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale 

16.

Detrazione per televisori digitali

 

Il consumatore che acquista nel 2007 un televisore digitale e che è in regola con il canone di abbonamento Rai potrà detrarre nel 2008 dall'IRPEF una parte del costo del televisore fino ad un massimo di 200 euro.

Lo prevede il decreto del ministero delle Comunicazioni del 3 agosto 2007 (file in formato .pdf) pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 22 settembre scorso.

Obiettivo del provvedimento è favorire il rinnovo del parco degli apparecchi televisivi in vista della transizione al digitale e di avviare una nuova cultura del digitale tra le famiglie italiane.

Tale trasformazione è incoraggiata e sostenuta anche dalla Commissione europea che, nella comunicazione "i2010 - Una società europea dell'informazione per la crescita e l'occupazione", ha sottolineato che l'abbandono della radiodiffusione televisiva terrestre in tecnica analogica, previsto entro il 2012, migliorerà l'accesso allo spettro delle frequenze in Europa.

In quest'ottica di sensibilizzazione e di "educazione al digitale" della popolazione, che è l'obiettivo primario della misura prevista dalla nuova legge finanziaria, vi è anche da tenere in conto che la migliore qualità dell'immagine per i fruitori, garantita da un televisore con la tecnologia digitale integrata, potrà fare da traino per l'acquisto di apparecchi già pronti al passaggio al digitale.

Come espressamente previsto dall'articolo 1, comma 361, della legge finanziaria 2007, le caratteristiche cui devono rispondere gli apparecchi televisivi che possono beneficiare del bonus fiscale, sono definite in modo tale da "garantire il rispetto del principio di neutralità tecnologica e la compatibilità con tutte le piattaforme trasmissive esistenti".

La scelta operata, quindi, è nel senso di incentivare l'acquisto degli apparecchi televisivi con sintonizzatore digitale integrato, senza discriminare alcuna tecnica trasmissiva esistente.

 leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale

17. 

Da IK0ZCW Alberto

 

Associazione Radioamatori Italiani

Sezione di Loano

Diploma Internazionale 

" Loano Elettra "

 

La Sezione A.R.I. di Loano, a grande richiesta dopo 9 anni di assenza, ripropone il Diploma Internazionale "Loano Elettra". Lo scopo dell’iniziativa e’ quello di incentivare l’attivita’ radioamatoriale e divulgare l’immagine storica della leggendaria nave, utilizzata da Guglielmo Marconi per i sui  esperimenti radioelettrici , condotti dal 1919 al  1936, nel mar Ligure, La manifestazione e’ in ricordo del 15° anniversario della scomparsa dell'amico Libero Meriggi  I1YXN,  presidente e fondatore della nostra sezione ARI ,  egli ideo’ e sostenne questo diploma.

L’award e’ stampato su carta pergamena, raffigura in un mix di foto originali, la nave Elettra ed il grande scienziato Guglielmo Marconi.

Regolamento

 

Partecipazione:

Aperta a tutti gli OM e SWL

Periodo:

Dalle ore 07.00 UTC del 03.11.2007 alle ore 24.00 UTC del 11.11.2007

Bande:

Sono consentite le bande 40 e 80 metri -  modi CW – SSB ed RTTY

Punteggi:

Le stazioni appartenenti alla Sezione di Loano faranno chiamata " CQ Loano Elettra " e passeranno ai corrispondenti il rapporto RS(T), ogni stazione collegata vale 1 (un) punto e puo' essere ricollegata lo stesso giorno piu' volte, purche’sussista almeno una variazione di modo oppure di banda. Nello stesso periodo sara’ attivato il nominativo di sezione IQ1LA 3 (tre) punti e la stazione Jolly  Marconiana IY1EY con validita' 5 (cinque) punti , con regolamento come sopra. Per richiedere il Diploma "Loano Elettra" sara' necessario aver collezionato almeno 30 (trenta) punti per le stazioni italiane e 20 (venti) per quelle straniere. Per gli SWL valgono le stesse regole degli OM

Classifiche:

Al termine della manifestazione verra’ stilata una classifica finale a punti con  coppe e targhe ricordo in premio per le seguenti categorie.

- 1° - 2° -  3 ° OM  Italiani  classificati

- 1° OM Straniero classificato

- 1° SWL  classificato

- 1° OM che realizza il maggior numero di qso in CW con stazioni

appartenenti alla Sezione ARI di Loano                         

Richieste:         

Le richieste del Diploma raffigurante in originale la Nave "Elettra" dovranno pervenire entro il 15.12.2007 allegando l'estratto log ed Euro 10,00 all’ Award Manager  IZ1GWU c/o Sezione ARI Loano - casella postale 16 – 17025 LOANO (SV)

Note: 

La stazione speciale marconiana  IY1EY verra’ attivata su tutte le gamme ed in tutti i modi , ma sara’ valida ai fini del Diploma solo in 40 e 80 metri CW- SSB ed RTTY, ogni qso sara’ confermato con una speciale QSL commemorativa  via IK1QBT.

I collegamenti in CW con IY1EY e le stazioni appartenenti alla sezione di Loano sono validi anche per il conseguimento del  diploma permanente “Marconista" il regolamento e l’elenco dei soci e’ riportato sul sito web della sezione: http://www.ariloano.it

  

leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale

 18.

Anche se gli scienziati sono ancora divisi sui possibili rischi dell'elettrosmog un inventore neozelandese ha realizzato uno "scudo" a base di rame. E lo vende sul web

MAMME vestite DI RAME

 

Ecco il vestito per le donne incinta

"Protegge dall'elettromagnetismo"

 

SE la comunità scientifica internazionale è ancora profondamente divisa sugli effetti delle onde elettromagnetiche dei cellulari, c'è chi, nel dubbio, ha disegnato e prodotto un abito che dovrebbe proteggere le donne incinte. Si chiama "Mummywraps", ed è stato inventato da un neo-zelandese, Neil Bullock, che lo ha messo in vendita sul suo sito al prezzo di 69.95 dollari.

 

Il vestito, a maniche corte, è stato realizzato usando un tessuto a base di rame, lo "Swiss Shield", già utilizzato per produrre tende in grado di schermare le abitazioni che si trovano vicino ai ripetitori della telefonia cellulare. Ma funziona? L'inventore di questo capo non si sbilancia troppo, sapendo anche che gli scienziati sono tutt'altro che unanimi: "Noi non diciamo che protegge al 100% i feti, ma certamente riduce i rischi derivati dalle onde elettromagnetiche".

 

La protezione offerta, comunque, sarebbe ad ampio spettro: "Le radiazioni elettromagnetiche, infatti, vengono diffuse anche dalle radio, dai televisori e da ogni dispositivo senza fili", spiega il sito. "Ricerche internazionali hanno dimostrato che un'esposizione prolungata a questo genere di radiazioni può avere conseguenze negative sulla salute umana, in particolare su quella dei feti".

 

Mummywraps può essere indossato anche sotto i tradizionali vestiti, e la sua elasticità consente di utilizzarlo dall'inizio alla fine della gravidanza. Il sito ufficiale spiega anche che può essere lavato a mano o in lavatrice e persino tinto (l'unico colore disponibile, infatti, è il bianco). Il periodo migliore per iniziare ad indossarlo è "subito dopo aver interrotto l'assunzione dei metodi contraccettivi".

 

In questa fase iniziale di lancio del prodotto, sono stati realizzati 10mila "mummywraps". Già nel maggio scorso, la svizzera "Isabodywear" aveva lanciato una linea di abbigliamento intimo maschile, "in grado di proteggere lo sperma dalle radiazioni dei cellulari". In quel caso, gli slip erano realizzati con fibre d'argento. Resta da capire se vestirsi di eamw fa bene alla salute!

 

leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale  

19.

Da I5JHW, Giovanni Bini

  

ASSOCIAZIONE   RADIOAMATORI   ITALIANI

Sezione “A. Martini” Pistoia.

2° Mercatino di scambio

La  sezione A.R.I. “A. Martini”di Pistoia, con il patrocinio del Comune di Agliana, organizza, per

Domenica 4 Novembre 2007

 

in occasione della locale Fiera dell’antiquariato, nei locali del “POLISPAZIO HELLANA”,via G.Mazzini messo a disposizione dal Comune di Agliana, il secondo MERCATINO – SCAMBIO DI APPARECCHIATURE E OGGETTISTICA RADIOAMATORIALE.

 

Come raggiungerci:

 

A-11 Firenze-mare uscita Prato ovest, direzione Agliana Pistoia, e seguire la segnaletica con le indicazione della mostra.

http://www.comune.agliana.pt.it/modules.php?name=Content&pa=showpage&pid=7   

Frequenza di appoggio VHF 145.200  

Web:  www.aripistoia.it    e-mail aript@tin.it  

Per informazioni  fax  0573 368082 per il tel stesso numero  il Venerdì dalle 21 alle 23 

 I5JHW, Giovanni Bini

Presidente della sezione ARI  Pistoia

 

 leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale

 20.

Nel giro di un anno sottratti circa 7mila moduli alla centrale fotovoltaica di Serre Persano

Il Gse: "Fenomeno in rapida crescita, ma abbiamo pochi strumenti per fermarlo"

Ora il solare fa gola anche ai ladri

rubati all'Enel migliaia di pannelli

Un "giro d'affari" di diversi milioni di euro, colpiti soprattutti gli impianti del Sud

 

Non è accreditata a Wall Street, né alla City e neppure a Francoforte. E non è neppure una vera e propria agenzia di rating, ma per gli affari ha un fiuto infallibile e ora sta puntando forte sul fotovoltaico. L'ultimo attestato di fiducia nel business delle fonti rinnovabili arriva dalla criminalità, che ha messo pesantemente gli occhi sui pannelli solari.

 

"E' un fenomeno in rapida crescita, vengono presi di mira soprattutto gli impianti a terra che restano a lungo incustoditi: dati precisi non ne abbiamo, ma riceviamo segnalazioni quasi quotidianamente", spiega l'ingegner Francesco Trezza, dirigente del Gestore dei servizi elettrici, l'agenzia statale che distribuisce gli incentivi economici stabiliti dal conto energia. "Recentemente - aggiunge - ci hanno chiamato anche i carabinieri dalle Marche, ma il fenomeno riguarda in particolare il Meridione".

 

La regione più colpita è la Campania. A Serre Persano, in provincia di Salerno, sorge una delle più grandi centrali fotovoltaiche al mondo. Di proprietà dell'Enel, produce circa 2,5 milioni di kWh l'anno, quanto basta a soddisfare i fabbisogni di circa mille famiglie. A produrre questa energia sono circa sessantamila pannelli solari sistemati su una superficie di oltre cinque ettari, sperduta in aperta campagna. Un invito a nozze per i ladri, che infatti l'hanno "visitata" a più riprese. Nel giro di un anno sono stati fatti sparire la bellezza di quasi settemila pannelli.

 

L'Enel preferisce non fornire cifre esatte, ma parla di "danno economico molto ingente" e ammette di essere stata costretta a correre ai ripari, rafforzando la vigilanza con personale di guardia. In un paio di casi i carabinieri, facendo degli appostamenti notturni, sono riusciti anche a catturare una banda che una volta rubati faceva arrivare i pannelli in Spagna e nel Nordafrica. Il fenomeno però è tutt'altro che debellato.

 

Altro "colpo grosso" è stato quello messo a segno ai danni del comune di Teggiano, sempre nel salernitano. "Abbiamo un campo fotovoltaico da 500 kW, con circa ottomila pannelli, ma nell'ultimo anno, in cinque o sei volte, ne sono stati sottratti quasi tremila", spiega il responsabile del servizio tecnico municipale, Cono De Luca. Un danno che alle casse dell'amministrazione è costato più di un milione di euro. Ogni modulo da un metro quadro, pesante una ventina di chili, costa infatti circa cinquecento euro.

 

A differenza dell'Enel, il comune di Teggiano non può permettersi però di allestire un servizio di vigilanza perché la spesa si mangerebbe tutti i ricavi. Così da più parti si sta cercando di mettere a punto degli strumenti in grado di arginare il fenomeno, ma l'impresa non è semplice. "Stiamo cercando di creare un archivio con le matricole di tutti i pannelli immessi sul mercato - spiega l'ingegner Trezza del Gse - e prima di autorizzare gli incentivi verifichiamo la banca dati per controllare che non venga utilizzato materiale di provenienza illecita, ma è difficile perché i pannelli sono prodotti quasi tutti all'estero e non esiste uno standard internazionale. La speranza è che si riesca ad arrivare a una marcatura simile a quella che si usa per i telai delle auto".

 

Altre proposte di soluzione potrebbero arrivare presto dall'Ises Italia, la sezione italiana della International Solar Energy Society, che ha messo il problema dei furti all'ordine del giorno. Nel frattempo nella lotta contro i ladri di fotovoltaico stanno cercando di fare la loro parte anche gli installatori. La Studio Rinnovabili è un'azienda con base a Roma che realizza impianti in tutta Italia. "Noi - racconta Andrea Bartolazzi - utilizziamo un sistema di vite di bloccaggio particolare con testa diversa dai normali giravite. Inoltre la testa della vite viene coperta con una sfera che rende impossibile lo svitaggio. In questo modo se si cerca di togliere il pannello lo si rompe rendendolo inutilizzabile". Un "antifurto" che non mette al riparo però da ladri ben attrezzati. "Con una fresa - precisa Bartolazzi - ovviamente si aggira l'ostacolo, perciò questo sistema funziona solo in un posto dove non si possa lavorare indisturbati per qualche ora".

 

leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale

21

Belle QSL di conferma

 

Carissimi amici grazie per il RADIOGIORNALE che mi mandate, sempre completo ed aggiornato. Vi invio queste stupende QSL diconferma. Mi piacerebbe vederle sul "nostro" Radiogiornale.TNX,Mirko I3MKH

 

 

 ete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale
 22.

Da IK8JZK Ruggero  Billeri Napoli. 

 

Lettura (reading)

 

PSICOLOGIA La ricerca sulla lettura, in psicologia cognitiva, si è rivolta principalmente all'elaborazione di modelli del funzionamento cognitivo del lettore abile. Questi modelli descrivono le diverse tappe di elaborazione che collegano la percezione della traccia scritta al riconoscimento delle parole (Linguaggio. Elaborazione del-, Percezione). Negli anni 70, un vivace dibattito ha visto opporsi le concezioni ascendenti (bottom up) della lettura e le concezioni essenzilmente discendenti (top down) (>Informazione). Per le prime, difese, in modo particolare da Kenneth Forster, vi sarebbe una sequenzialità dei processi di elaborazione, dalla percezione delle tracce scritte fino all'identificazione delle parole in memoria (>Memoria). Per i secondi, i cui rappresentanti più noti sono Kenneth Goodman e Frank Smith, anche la primissima tappa di costituzione di un'immagine percettiva sarebbe dipendente dalle conoscenze possedute dal lettore: tutte le tappe, così sarebbero segnate dalle strategie di ricerca del significato di ciò che viene letto (>Semantica). Questo dibattito oggi è superato, in quanto la maggior parte degli autori sono daccordo su concezioni interattive in cui le elaborazioni ascendenti, necessarie quanto meno all'avvio dell'attività, subiscano l'influsso delle conoscenze predefinite del soggetto. In conformità al modello di Max Coltheart, l'architettura d'insieme del sistema cognitivo che elabora le parole scritte viene definita, il più delle volte, in termini di coesistenza di due vie che permettono l'accesso al lessico mentale, cioè l'insieme delle parole note al lettore (>Lessico). La via detta <<indiretta>> utilizza la mediazione fonologica, mentre la via <<diretta>> permette un riconoscimento senza conversione della parola scritta in parola orale (>Orale). Attualmente, in una prospettiva molto diversa, vengono sviluppati modelli connessionisti (>Connessionismo) che descrivono funzionamenti di reti in parallelo, in seno alle quali alcuni sistemi di propagazione conducono all'attivazione di certe configurazioni e all'inibizione di altre (>Attivazione/inibizione). Nel modello di Mark Seidenberg e James McClelland, queste reti implicano delle conoscenze ortografiche, fonologiche e semantiche che interagiscono fra loro, come anche dei processi di trasformazione che consentono la trasmissione di eccitazioni e d'inibizioni fra le unità di conoscenza. Il sistema è attivo quando il lettore legge, ma anche quando ascolta o pensa una parola. In questa prospettiva, riconoscere una parola, non significa aver ritrovato un elemento di un dizionario mentale, ma aver attivato una certa configurazione di conoscenze (ortografiche, fonologiche e semantiche) che corrisponde a una singola parola. Questi processi, all'opera nell'identificazione delle parole scritte, possono essere disturbati in modo grave in seguito a lesioni cerebrali (vedi Neuroscienza, infra). In questi casi, detti <<dislessìe acquisite>>, il deficit può riguardare o le primissime tappe di elaborazione del percetto visivo (dislessie periferiche), oppure la formazione della rappresentazione (dislessie centrali) nei suoi aspetti ortografici, fonologici e/o semantici. Le ricerche in psicologia cognitiva riguardano anche lo studio dell'accesso al significato di lettura (>Significato). In quest'ambito esistono due assi di ricerca complementari: il primo, che s'interessa al calcolo sintattico del significato della frase (>Sintassi), concepisce l'accesso al significato come una tappa supplementare dei processi di elaborazione nella lettura, al di là delle elaborazioni lessicali: per il secondo, si tratta di spiegare come il lettore elabora un insieme strutturato d'informazioni corrispondenti a ciò che ha compreso, a partire dal testo e dalle conoscenze possedute preliminarmente rispetto alla sua lettura (>Informazione, Testo. Analisi del-). Lo studio dell'apprendimento della lettura ha conosciuto una notevole fioritura negli anni '80 (>Apprendimento).

Uta Frith ha identificato tre grandi tappe nella messa in atto delle capacità dei lettori. In una tappa iniziale, la fase logografica, i bambini utilizzano degli indici per <<indovinare>> le parole: indici presenti nell'ambiente, ad esempio un logo pubblicitario, ma anche degli indici presi nella parola stessa, in modo particolare certe lettere. In questa lettura-indovinello, l'informazione linguistica viene elaborata come un'immagine. Al momento della seconda tappa, la frase alfabetica, lo sforzo dell'apprendista lettore è dedicato principalmente all'applicazione delle regole di conversione dei grafemi in fonemi. Infine, nella terza e ultima tappa- la fase ortografica- le parole vengono analizzate in unità ortografiche senza far ricorso sistematico alla conversione fonologica. La morfologia svolgerebbe un ruolo importante in questa tappa finale (>Morfologia). Inoltre, come ha mostrato Usha Goswami, sembra che ancor prima della frase alfabetica faccia la sua comparsa una lettura per analogia, nella quale il bambino utilizza, per leggere parole che non ha ancora mai visto, le conoscenze in suo possesso sulla maniera in cui si pronunciano altre parole. Così, il bambino sa leggere le parole <<bene>> (bien) e <<cane>> (chien) utilizzerebbe questa conoscenza per leggere la parola <<niente>> (rien). Un'importante aspetto dell'apprendimento è l'automatizzazione (>Automatismo): automatizzazione dei processi all'opera nel riconoscimento delle parole, che libera risorse cognitive per la comprensione; automatizzazione di certi processi in atto nel calcolo e nell'elaborazione dei significati, che aumenta l'abilità del lettore nella sua manipolazione del testo. Per ciò che concerne le disfunzioni dell'apprendimento sono stati fatti notevoli progressi relativi alla conoscenza delle dislessie dello sviluppo: quei disturbi limitati strettamente alla lettura (e all'ortografia), indipendenti dall'intelligenza e dalle condizioni sociali e/o affettive. Per questi casi, a partire dall'opera pubblicata da Franck Vellutino nel 1979, l'ipotesi di una disfunzione di certi meccanismi dell'elaborazione dell'informazione (in modo particolare fonologici), disfunzione di origine organica, sembra ancora meglio fondata. Questi casi rappresentano circa un quarto dei cattivi lettori. Per gli altri (che Jean-Emile Gombert chiama i <<dissinopsici>>), all'origine dell'insuccesso vi sono, verosimilmente dei fattori ambientali.    

                                         Jean-Emile Gombert

 

NEUROSCIENZA  Lo studio dei disturbi della lettura in seguito a lesione cerebrale acquisita,  nell'adulto, è sempre stato un ambito privilegiato della neuropsicologia (>Neuropsicologia). Quest'interesse viene in primo luogo dal fatto che risulta molto istruttivo, sul piano delle leggi biologiche dell'evoluzione, scoprire delle regioni cerebrali il cui ruolo, o quasi, è quello di portare a termine certe operazioni fondamentali della lettura, anche se il linguaggio scritto, nella storia dell'essere umano, è cosa molto recente (>Linguaggio. Elaborazione del-, Localizzazione cerebrale). L'ipotesi dell'esistenza di tali regioni sembra rinforzata dal fatto che certe lesioni provocano un disturbo della lettura pressochè isolato. Inoltre, i disturbi  della lettura per via di lesione cerebrale acqusiita sono molto frequenti e si suddividono in varie forme. Gli studi di prestazioni di lettura in pazienti cerebrolesi hanno avuto un'importanza primaria nell'elaborazione di certi modelli della lettura nel soggetto normale e sono all'origine dell'approccio cognitivo alla neuropsicologia. La descrizione di diversi disturbi acquisiti della lettura risale al secolo XIX  e deve molto ad autori come Jan-Martin Charcot o Jules Hejerine. Le due sindromi principali erano l'alessia senza agrafia e l'alessia con agrafia (>Scrittura). Certi pazienti non possono più leggere ma possono ancora scrivere, altri hanno perso ogni capacità d'utilizzo del linguaggio scritto. Esistono anche disturbi della lettura che sopravvengono in contesto deficitario più consistente, sia sul piano dell'uso linguistico che sul piano dell'elaborazione dell'informazione spaziale (>Spazio). Per ciò che concerne l'alessia senza agrafia, sindrome delle più pure, le lesioni reponsabili sono sempre situate a livello temporo-occipitale sinistro. Ora, studi recenti di registrazione del metabolismo cerebrale mostrano delle attivazioni di questa regione al momento di un'attività di lettura nel soggetto normale (>Visualizzazione cerebrale funzionale). Avremmo in quel luogo, una regione fondamentale per la decodifica delle lettere o per l'assemblaggio delle lettere al fine d'identificare un'intera parola. Attorno al 1970, John Marshall e Freda Newcombe hanno inaugurato quella che oggi può essere chiamata <<la rivoluzione cognitiva della neuropsicologia>>. I due si sono sforzati di descrivere con precisione il tipo di deficit di alcuni pazienti cerebrolesi sofferenti di disturbi della lettura e di analizzare e differenziare le categorie di errori osservate. Questi pazienti sono molto diversi dai pazienti alessici classici, nella misura in cui il loro linguaggio orale è spesso disturbato (>Orale) e, soprattutto, la lettura non risulta loro impossibile. Infatti, costoro possono leggere ma commettono errori. Gli autori hanno osservato almeno due tipi di pazienti: quelli che commettono errori sulle parole la cui pronunzia è irregolare (ad esempio, in inglese un paziente leggeva insist quando gli veniva presentata la parola insect e quelli che commettono errori in cui sono implicite delle parole appartenenti alla stessa categoria semantica (leggendo ad alta voce <<tartaruga>> se viene loro presentata la parola <<coccodrillo>>). Questa duplice osservazione ha spinto a prendere in considerazione due vie parallele di lettura: una che va direttamente dal codice ortografico al codice semantico (lesionato nel primo caso) (>Semantica) e una voce che trasforma il codice ortografico in un codice fonologico (lesionato, nel secondo caso). Dopo le cose si sono complicate ulteriormente ma nell'approccio ai problemi dei disturbi di lettura che viene adottato conservano lo stesso spirito. Attualmente, nelle circostanze di una lesione cerebrale acquisita nell'adulto, si distinguono due grandi tipi di sindrome alessica o dislessica (i due termini sono utilizzati più o meno indifferentemente). 1) Le dislessie periferiche sono disturbi di lettura il cui deficit sopravviene al momento delle prime tappe dell'elaborazione dell'informazione visiva verbale (>Informazione). Vengono descritte quì due grandi sindromi. L'alessia lettera per lettera assomiglia, pur essendo meno grave all'alessia senza agrafia (più rara) ed è provocata da una lesione temporo-occipitale sinistra. In questo caso, i pazienti leggono con fatica, lettera dopo lettera. La dislessia da eminegligenza corrisponde a un deficit di lettura che sopravviene in un quadro più generale di disturbi spaziali. Le lesioni sono parietali, più spesso destre che sinistre. 2) Le dislessie centrali sono disturbi di lettura il cui deficit è più <<tardivo>> nel processo di lettura. I dislessici detti <<profondi>> leggono le parole con errori semantici, mentre i dislessici detti <<superficiali>> leggono male le parole irregolari. Le Lesioni sono emisferiche sinistre. Si può aggiungere la dislessia semantica, nella quale i pazienti (affetti spesso da lesioni degenerative) possono leggere ad alta voce delle parole, anche irregolari, ma non possono comprenderle. Un'ultima nozione neuroscientifica importante concerne le dislessie dello sviluppo. Negli anni '80, Norman Geschwind e Albert Gallaburda hanno mostrato che, molto spesso, la sindrome da dislessia dello sviluppo è legata a un malfunzionamento neuronale. Infatti, diversi casi di pazienti che hanno sofferto di difficoltà dell'apprendimento della lettura, presentano delle anomalie di migrazioni dei neuroni (e questa migrazione aveva luogo prima della nascita) in regioni precise del lobo temporale sinistro, in modo particolare nel planum temporale, che interviene nella codifica fonologica. L'insieme di questi dati e altri ancora (ad esempio; studi di potenziali evocati), permette di far intravedere un'organizzazione cerebrale abbastanza complessa, ma differenziata, dei processi che intervengono nella comprensione delle parole scritte.

 

Ediz. (Puf)

Presse Universitaires de France

Traduzione dal francese a cura di ik8jzk

Ruggero Billeri Napoli.    

 

Cordiali saluti ai lettori del Radiogiornale. Da ik8jzk Ruggero Billeri Napoli.

 

 leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale

 23.

 Da: Ruggero BILLERI

 

Come sconfiggere la"Pirateria radio"

 

Nei vari sistemi Echolink (la radio interfacciata con il computer) la portante a radiofrequenza in arrivo al ricevitore del sistema Echolink, da segnale analogico viene convertito in segnale digitale e detto segnale digitale può essere codificato con un codice alfanumerico. Questa funzione viene utilizzata dai titolari dei vari sistemi Echolink per far si che chiunque voglia fare traffico su di un sistema Echolink, lo stesso deve essere autenticato mediante un numero progressivo, il quale numero progressivo può essere evidenziato sul computer del titolare del sistema Echolink in questione. Avremo che: chiunque si è lasciato autenticare volontariamente gli stessi per quanto enunciato in precedenza potranno essere identificati ogni qualvolta invieranno una portante a radiofrequenza sul sistema Echolink da cui si sono lasciati autenticare. Questa interessante opzione da la possibilità mediante la connessione di un ricevitore radio ad un computer e previa scansione fonica di una portante a radiofrequenza, di catalogare eventuali segnali radio disturbatori in arrivo al ricevitore radio e quindi identificarli in base a quanto è stato catalogato. 

 

Cordiali saluti ai lettori del Radiogiornale. Da ik8jzk Ruggero Billeri Napoli.

  

 leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale

 24.

Arriva la t-Shirt «WiFi»

La maglietta (a pile) che segnala se si è in un'area in cui è presente il segnale per collegarsi wireless

Un gadgdet che non può mancare negli armadi dei veri tecnocrati: la t-shirt che ti segnala dove si trovano le reti wireless. In particolare questa maglietta, che viene proposta sul negozio online «Thinkgeek», si illumina in presenza di un segnale internet senza fili, rendendo naturalmente obsoleti analoghi dispositivi tascabili. Un must per i cosidetti nerd e per i maniaci di queste chicche del tutto particolari; la maglietta «Wi-Fi Detector Shirt», è in cotone, lavabile in lavatrice e rileva in tempo reale il segnale dalle reti 802.11b e 802.11g. Il costo: 30 dollari (21 euro); funziona con normalissime batterie ed è disponibile dalla S alla XXL.

 

 leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale

25.

due anni e otto mesi di reclusione a un giovane impiegato 23enne

A Varese

la prima condanna per phishing

Truffa informatica ai danni di CartaSi. Il condannato ha effettuato pagamenti online illeciti per un totale di 800 euro

È un giovane impiegato di 23 anni, residente a Varese, Giuseppe F., il primo condannato per phishing (la truffa informatica attraverso la quale vengono carpiti online dati telematici relativi, tra l'altro, a carte di credito). Lunedì, il gup di Milano, Caterina Interlandi, ha pronunciato nei suoi confronti il verdetto di due anni e otto mesi di reclusione, oltre a mille euro di multa e al risarcimento di diecimila euro per danni di immagine a favore di CartaSi.

ACQUISTI ILLECITI PER 800 EURO - Quest'ultima aveva dato l'avvio all'indagine con un esposto-denuncia alla Procura del capoluogo lombardo nella primavera dell'anno scorso. Il giovane condannato si sarebbe appropriato dei codici di carte di credito e avrebbe poi

«L'HO FATTO PER SCHERZO» - Secondo la ricostruzione del pm, l'impiegato condannato, appassionato di informatica, acquistava pacchetti di sms che spediva da un sito internet a ipotetici titolari di carte di credito, con mittente CartaSi e il seguente testo: «Chiami il numero 02/xxx di Servizi Interbancari per verificare la transazione con la sua carta di credito, al fine di verificare usi fraudolenti». In questo modo, gli utenti erano indotti a rendere noti a Giuseppe F. i dati relativi alla carta di credito da loro utilizzata. «L'ho fatto per scherzo - ha detto l'imputato al giudice - non pensavo che avrebbero

 

e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale

26.

Da: Maldarizzi Massimo Giuseppe IT9DDI

 

ERA MAGAZINE organo di informazione dell'Associazione E.R.A.

 

Vi comunichiamo ufficialmente che su un idea eslusiva di IT9UMH Enzo IT9DDI Massimo Giuseppe IW9HRH Eugenio Giorgio è già on line il sito dedicato al periodico di informazione dell'Associazione E.R.A. L'E.R.A. Magazine tratterà con cadenza bimestrale tutte le attività dell'Associazione e delle rispettive sezioni presenti nel territorio nazionale, inoltre verrà dato ampio spazio a quelle che sono le attività radiantistiche come sperimentazioni autocostruzioni, attività e interviste agli operatori che con la loro attività si sono messi in evidenza nella nostra associazione.Per scaricare i vari numeri di ERA MAGAZINE basta entrare nel sito dove troverete anche le istruzione su come poter collaborare.

 

Sito web: www.eramagazine.altervista.org   E-Mail: era-magazine@libero.it  

 

leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale

  27.

MERCATINO RADIOAMATORIALE

 

Da: Radio Active enzo ik7wpg

 

Vendo per cessata attività  OM il seguente materiale:- RTX KENWOOD TS-530 S con microfono da palmo e manuale d'istruzioni in splendido stato;- filtro stretto CW Kenwood YK-88C;- filtro stretto SSB Kenwood YK-88SN;- coppia di valvole finali RCA 6146B e una prefinale Dumont 12BY7A nuove mai utilizzate e mai tolte dal loro scatolo;- Microfono parla/ascolta per portatili Kenwood mod. SMC-33;- Keyer elettronico di costruzione USA della HAM KEYER;- Accordatore HF Ten Tec 229 2 KW con roller continuo in argento, splendido;- Balun in corrente RadioWorks mod. NEW REMOTE BALUN;- Balun 1:1 per alte potenze autocostruito;- Carico fittizio per Alte frequenze;- RosWattmetro DAIWA CN-103 140-525 MHz (NUOVO);- Cuffia Yaesu YH-77STA imballata;- Stampante al laser monocromatica Samsung ML-1610 imballata e completa di manuale, cd di installazione e toner al 30%;- Scanner Scanny Network completo di alimentatore e cd di installazione;- Commutatore PC per porte parallele a 2 Vie NUOVO 10 Euro;- Dissipatore interno con ventola per Hard Disk Cooler Master DCD-4002 20 Euro;- 3 valvole vetro Eimac 4-400A, NUOVE ma senza imballo 150 Euro cad.;- 8 valcole vetro RTC QB3,5/750GA (=4-250A), NUOVE ancora inscatolate e mai aperte 150 Euro cad.;- 2 valvole vetro Philips QB3/300GA (=4-125A), NUOVE ancora inscatolate e mai aperte 100 Euro cad..- Condensatore variabile in aria per alte potenze da 250pF NUOVO ideale come variabile per la costruzione del pi-greco negli amplificatori lineari 70 Euro.- Trasformatore HV per amplificatori lineari con uscite a 1200/1300/1400 Volts 1,3 Ampere;- Condensatore variabile sottovuoto Jennings 1000 pF 1 KV NUOVO;- Relè sottovuoto Jennings;- Commutatore rotativo per alte potenze (ideale per commutare le bande in un ampli HF);- nr 1 fondo scala 15 V. (normale) grande 5 euro- nr 1 fondo scala 3 A. (normale) grande 5 euro- nr 1 fondo scala 5 A. (normale) grande 5 euro- nr 1 fondo scala 15 V. (normale) piccolo 5 euro- nr 1 fondo scala 10 A. (normale) piccolo 5 euro- nr 1 fondo scala con banda rossa e scritta overload (bachelite) nuovo ed inscatolato 20 euro- nr 1 fondo scala 100 microA. (bachelite) piccolo 10 euro- nr 2 fondo scala 20 KV (bachelite) grande 10 euro- nr 2 fondo scala oltre 150 valore numerico con al centro una banda rossa (bahelite) grande 10 euro- nr 2 fondo scala 50 valore numerico con al centro una banda rossa (bahelite) grande 10 euro- Diverso altro materiale tra relè di potenza, ventole a chiocciola, etc etc Per info e prezzi contatti a iradiom@hotmail.com   oppure al 349/6757630, grazie e 73 de enzo ik7wpg

 

>>>>>>>>>>>>>

 

 Da: swl549ca@freeweb.org

Cerco ricetrasmittente monobanda UHf Yaesu FT-712Rh, funzionante in buone condizioni elettriche e possibilmente estetiche.

Per contatti : swl549ca@freeweb.org   - tel. 338 9093695

>>>>>>>>>>>>>>

 

Da: Michele Boulanger IK1AQI

 

FT101 ZD completo di filtro stretto CW, microfono, cavo alimentazione, inverter 12v, manuale, valvole finali e pilota di ricambio. Richiesti euro: 350

 

Tratto solo di persona. Non spedisco

 

IK1AQI Cell: 335 7623677

Via Baldi,1 10098 Rivoli (TO)

Michele Boulanger

 

>>>>>>>>>>>>>>

 

Da: iret.friuli [iret.friuli@libero.it]

 

Un amico che lavorava in un locale notturno mi ha regalato (visto la cessata attività e quindi il non più utilizzo da parte sua) un LPD Icom IC-4008MK II perfettamente funzionante... qualcuno conosce questo ricetrasmettitore e può suggerirmi, a scopo sperimentale, delle modifiche da fare? Variazione e/o aumento dei canali, spostamenti delle frequenze, aumento della potenza, ecc. Ringrazio anticipatamente per gli eventuali suggerimenti.

 

VENDO:

 

- ricetrasmettitore R 105 M frequenza 36-46 MHz in FM, vari accessori, privo di alimentazione e batterie, ecc.

[30 euro]

 

- ricetrasmettitore SEM 25 frequenza 26-69,95 MHz in FM, alimentazione 24V, completo di mounting e cornetta H33/PT.

[50 euro]

 

- radio transmitter T-217/GR U.S. Army - COLLINS Radio Co., frequenza 220-400 MHz, senza accessori, personalmente mai utilizzato, peso circa 54 Kg, ecc.

[150 euro]

 

- ricetrasmettitore PRC 8 frequenza 20-28 MHz in FM, solo apparato con vano porta batterie e antenna corta.

[25 euro]

 

- mascherina protettiva frontale per ricevitore BC 603-683.

[10 euro]

 

- microfono Philips type LBB 3058/02, completo di scheda Philips type LBB 3160/00, personalmente mai utilizzato, ecc.

[10 euro]

 

- radio casalinga Siemens Klangmeister RG405 in U-FM, L-LW, M-MW e K-SW.

[40 euro]

 

- mini paracadute militare forse per razzi di segnalazione.

[20 euro]

 

- dosimetro di radiazioni a forma di penna in dotazione a molti eserciti, con clips, scala da 0 a 150 R.

[10 euro]

 

- libretti della LEGISLAZIONE ITALIANA del 1940 e 1941.

[tutto 15 euro]

 

 

IW3 SID - Andrea      tel. [+39] 3474907504 (ore pomeridiane dopo le 14:30)     

e-mail: iret.friuli@libero.it

 

 leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale

 28.

INFORMAZIONI

ATTENZIONE agli allegati!

Per evitare spiacevoli sorprese, nonostante che il nostro sistema sia ampiamente protetto contro i virus, per nessuna ragione il Radiogiornale, o altri messaggi della redazione vengono inviati agli utenti come allegati alle E-mail, se dovessero arrivare messaggi del genere non apriteli e cancellateli anche dalla cartella dei messaggi eliminati, PERCHE' SONO PROBABILMENTE FALSIFICAZIONI CHE POTREBBERO CONTENERE

PERICOLOSI VIRUS!

Per gli stessi motivi invitiamo tutti a non inviarci files allegati!

 

La capacità massima della tua casella di posta elettronica potrebbe essere stata quasi raggiunta.

Per poter continuare a ricevere il Radiogiornale e la posta in generale, ti consigliamo di eliminare i messaggi giacenti, o di scaricarli sul tuo PC.

 

Il Radiogiornale, è indipendente e non ha legami associativi con nessuno, viene inviato gratuitamente tramite E-Mail a tutti i radioamatori iscritti nella lista di distribuzione ed è disponibile nel sito WWW/ Radiogiornale.org. Tutti  i radioamatori iscritti nella Mailing-list possono scrivere, articoli, approfondimenti e lettere esprimendo liberamente le proprie idee con linguaggio consono alla tradizione radioamatoriale basata sul rispetto per il prossimo,  

 Il Radiogiornale   inserirà  con spirito pluralista e senza censure il materiale pervenuto,  anche le opposte opinioni, ma ciascuno dovra' farsi carico di evitare inutili polemiche.

Pertanto coloro che desiderassero collaborare a questa iniziativa, tramite Internet, facendo pervenire i propri scritti  agli altri radioamatori  della lista volontaria dotati di indirizzo E-Mail, possono usufruire  di questo servizio, che noi provvederemo gratuitamente a ritrasmettere a tutti  gli altri iscritti , a nome dell'interessato.

Ovviamente sta al senso di responsabilita' di ciascuno inviare articoli, o messaggi, non troppo lunghi, i contenuti dei quali rimangono esclusivamente sotto la responsabilita' di chi li ha scritti e il Radiogiornale declina ogni e qualsiasi coinvolgimento in merito.

Chi desidera iscriversi al Radiogiornale deve inviare richiesta per essere inserito nella Mailing-list a Radiogiornale@fastwebnet.it  indicando  il nominativo, il nome e cognome e il proprio indirizzo di posta elettronica (E-mail).

 

COLLABORATE AL RADIOGIORNALE SENZA FINI DI LUCRO INVIANDO I VOSTRI ARTICOLI

 

La manutenzione dei sistemi informatici del Radiogiornale  

 è svolta da IW0DGV Marco De Leonibus:

 

 

Radiogiornale ®

Indirizzo unico di Posta Elettronica:

SITO ARRETRATI http://www.radiogiornale.org

Redazione e corrispondenza: Paolo Mattioli Viale Leonardo da Vinci, 114  00145 Roma

Telefono e FAX  06/54.30.775

 

  Informativa art. 13 D.lgs. 196/2003 Desideriamo comunicare che il D.lgs. n. 196/2003 prevede la tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali. Secondo la normativa indicata, tale trattamento sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e di tutela della riservatezza e dei singoli diritti. Ai sensi dell'art. 13 del D.lgs. n.196/2003,  forniamo, quindi, le seguenti informazioni:

1. I dati verranno trattati esclusivamente per finalità concernenti l'attività di spedizione del Radiogiornale, o altre comunicazioni relative.

2. non saranno oggetto di diffusione.

 Il Radiogiornale è realizzato in proprio come e-mail per i radioamatori iscritti volontariamente nella Mailing-list e viene distribuito gratuitamente agli interessati in forza delle garanzie contenute nell'articolo 21 della Costituzione Italiana. Non è in libera vendita. é aperiodico, non ha cadenza predeterminata o predeterminabile e il contenuto costituisce espressione di opinioni e idee finalizzate al mondo della radio, quindi "prodotto aziendale": come tale il contenuto è equiparato all’informazione aziendale ad uso interno per il quale il comma 2° legge 62/2001 esclude gli adempimenti di cui alla legge 47/1948 per la stampa periodica.

Si citano pertanto i seguentii dati per conoscenza:

Gli articoli entro contenuti, oltre a non avere periodicità giornaliera e/o settimanale, sono aggiornati secondo disponibilità e senza alcuna frequenza preimpostata

Luogo di redazione Roma, ma non meglio definibile essendo un prodotto telematico limitato a INTERNET;

Data di realizzazione e distribuzione variabile e non a scadenza fissa;

Nome di chi cura direttamente la composizione e la spedizione: Paolo Mattioli I0PMW

 

 La riproduzione totale o parziale dei contenuti del Radiogiornale può essere concessa solo dietro  apposita richiesta.

Qualsiasi utilizzo dei contenuti non previsto è espressamente vietato ed è punito, e penalmente sanzionato, chiunque, abusivamente duplica, riproduce, trasmette o diffonde in pubblico, vende, noleggia, cede a qualsiasi titolo, proietta in pubblico con qualsiasi procedimento opere o parti di opere protette, e altresì rimuove o altera le misure tecnologiche di protezione e/o le informazioni elettroniche di cui sopra. Alle predette violazioni si applicano le sanzioni previste dagli art. 171, 171-bis, 171-ter, 174-bis e 174-ter della legge 633/1941.

 L'accesso al Radiogiornale implica per l'utente l'accettazione delle seguenti condizioni.

 

Copyright

 L'accesso al Radiogiornale implica per l'utente l'accettazione delle seguenti condizioni.

La documentazione, le immagini, i marchi e quant'altro pubblicato e riprodotto è di proprietà del Radiogiornale, oppure concesso da terze parti in uso e ne è vietata la riproduzione.

Nessuna responsabilità viene assunta in relazione sia al contenuto di quanto pubblicato ed all'uso che terzi ne potranno fare, sia per le eventuali contaminazioni derivanti dall'accesso, dall'interconnessione e dalla redistribuzione, pertanto Il Radiogiornale non é tenuto per qualsiasi titolo a rispondere in ordine a danni, perdite, pregiudizi di alcun genere che terzi potranno subire.

 Dal 2000, in base alla legge 248, tutti i testi che vengono pubblicati su internet sono automaticamente ricoperti dal diritto d'autore. L'art. 6 della legge 633/41 stabilisce che ogni opera appartiene, moralmente ed economicamente, a chi l'ha creata e pertanto nessuno potrà disporne (tanto a scopo di lucro, quanto per uso personale) senza l'esplicito consenso.

I siti Internet, come le pubblicazioni telematiche come il Radiogiornale formano oggetto del diritto d'autore (Artt. 2575 sg. c.c.). E' pertanto illegale (Legge 22 aprile 1941, n. 633 - Legge 18 agosto 2000, n. 248) copiare, riprodurre (anche in altri formati o su supporti diversi), pubblicare parte di essi se non dietro esplicita autorizzazione di chi ne possiede i diritti.

La violazione di tali norme comporta sanzioni anche penali.

  

 Privacy

I dati personali forniti dall’utente verranno trattati esclusivamente per le finalità connesse alla gestione del Servizio.

I dati personali forniti, sono  trattati nel rispetto del Decreto legislativo 196/2003 "Codice in materia di protezione dei dati personali" e sue successive modifiche e integrazioni, con modalità idonee a garantirne la riservatezza e la sicurezza.

Alla luce di ciò l’utente potrà in ogni istante richiederne la rettifica o cancellazione. L’utente si impegna a non trasmettere tramite il Radiogiornale dati personali cosiddetti "sensibili" e cioè idonei a rivelare l'origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l'adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonché i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale. Fermo restando quanto previsto all'art.8.6, qualora la redazione riscontrasse tra le notizie eventualmente trasmesse, dati o informazioni di tale tipo, si riserva il diritto di distruggere, senza darne alcun preavviso tale dato senza conservarne alcuna registrazione o traccia