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Numero
186 -
Anno VI – 10 Novembre 2007
Per
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SOMMARIO
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1.
UN
TEMA DI ATTUALITA’
Radioamatori
e/o Protezione Civile
Per affrontare il discorso del ruolo
dei Radioamatori nella protezione Civile credo sia utile definire con
chiarezza cosa è il servizio di radioamatore e cos’è il
volontariato.
Quello del Radioamatore é un servizio di
radiocomunicazione avente per oggetto l’istruzione individuale, l’intercomunicazione e gli
studi tecnici, effettuato da persone debitamente autorizzate, che s’interessano della tecnica
della radioelettricità a titolo esclusivamente personale e senza interesse
pecuniario.
Dice
il vocabolario: radioamatóre sm. (f. –trice)
[sec. XX; radio (comunicazioni)+amatore]. Dilettante che, secondo le convenzioni
internazionali di Ginevra, effettua radiocollegamenti, anche a forti distanze,
per “studio ed esperienza”. A ciò viene abilitato dalle autorità di ogni Paese
con apposite norme
Questa è la definizione esatta del
servizio di cui ci occupiamo, contenuta nel regolamento Internazionale delle
Telecomunicazioni pubblicato dalla International Telecommunication Unit
(I.T.U.). In altri termini, i radioamatori sono delle persone che, attraverso le
loro apparecchiature, si tengono in contatto con altri individui distanti anche
migliaia di chilometri, senza l’utilizzo delle linee pubbliche di
telecomunicazioni e senza alcun supporto fisico, via “radio”, appunto, al solo scopo della sperimentazione e della
istruzione.
Non vi è dubbio che avendo a
disposizione il formidabile strumento della radio, il Radioamatore per fini
nobili e senza scopo di lucro possa impegnarsi in altre attività sociali. Ma
deve trattarsi di attività secondarie rispetto a quella principale del
radiantismo puro e deve essere
richiesto dalle Autorità. Credo sia evidente che stiamo parlando
della Protezione Civile e del ruolo nella stessa dei
Radioamatori.
Il volontariato invece è un’attività libera e gratuita
svolta per ragioni di solidarietà e di giustizia sociale. Può essere rivolta a
persone in difficoltà, alla tutela della natura e degli animali, alla
conservazione del patrimonio artistico e culturale. Nasce dalla spontanea
volontà dei cittadini di fronte a problemi non risolti (o non affrontati) dallo
stato e dal mercato. Per questo motivo il volontariato si inserisce nel “terzo settore” insieme ad altre
organizzazioni che non rispondono alle logiche del profitto o del diritto
pubblico. Il volontariato può essere prestato individualmente in modo più o meno
episodico, o all’interno di una organizzazione strutturata che
può garantire la formazione dei volontari, il loro coordinamento, la continuità
dei servizi. In Italia la Legge 266/91 regola il volontariato organizzato e,
unica in Europa, istituisce delle strutture – presenti in ogni regione – per lo sviluppo e la
crescita del volontariato (i Centri di Servizi per il Volontariato, CSV) che
forniscono gratuitamente alle Organizzazioni di Volontariato servizi nel campo
della promozione, della consulenza, della formazione e della
comunicazione.
Il non
volontariato
Per volontariato si intende
impropriamente anche un’attività volontaria prestata in modo semigratuito, per
acquisire la pratica in una professione o in un lavoro. Questo tipo di attività
cresce di anno in anno, le statistiche dicono che il 7% degli italiani è
impegnato in attività cosiddette volontarie, e il numero è destinato a salire.
Questo genere di prestazione si configura come vero e proprio lavoro nero, o
sottopagato, o comunque come forme di sfruttamento del lavoro aggirando quanto
la legge prevede, ad esempio in materia di tirocini e apprendistati.
Questi
metodi dovrebbero essere aboliti perché tolgono lavoro e sfruttano gli individui
con condizioni vietate dalla legge e dai contratti.
Se
servono lavoratori li si assuma secondo tutti i crismi, il volontariato è
un’altra cosa perché e basato sulla sporadicità dell’impegno senza alcuna
remunerazione. Non si può contrabbandare il volontariato con lo sfruttamento e
con il lavoro nero!
La posizione del
volontario
Il volontario, si mette in un
atteggiamento d’incessante ed attiva partecipazione con le organizzazioni
sociali impegnandosi in posizioni che la Costituzione ha riservato ai corpi
temporanei ed alle associazioni di cittadini.
Le
associazioni
Per la legge italiana il
volontariato organizzato nelle associazioni ha le caratteristiche previste dalla
Legge 266/1991 che sono: gratuità assoluta delle prestazioni fornite dai
volontari in modo personale e spontaneo; divieto assoluto di retribuzione degli
operatori soci delle associazioni. La stessa legge prescrive che le associazioni
debbano presentare democraticità della struttura, l’elettività e la gratuità delle cariche
associative.
Poi vi sono enti che non prevedono
il vincolo assoluto della gratuità della prestazione e quindi retribuiscono i
propri soci, ma possono anche avere volontari che affiancano il personale
retribuito, operando gratuitamente
Visto l’incremento del fenomeno
nasce l’esigenza d’istituire un “Osservatorio nazionale per il volontariato”
previsto dalla Legge 266/1991. Il garante di questo osservatorio è il Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali, ed ha il compito di registrare le
organizzazioni attive e seguire il loro comportamento su tutto il territorio
nazionale incoraggiandone la diffusione.
Il volontariato di Protezione
civile, divenuto negli ultimi anni un fenomeno nazionale che ha assunto
caratteri di partecipazione e di organizzazione particolarmente significativi, è
fenomeno nato sotto la spinta delle grandi emergenze verificatesi in Italia a
partire dall’alluvione
di Firenze del 1966 fino ai terremoti del Friuli e dell’Irpinia. In occasione di questi eventi si
verificò, per la prima volta nel dopo guerra, una grande mobilitazione spontanea
di cittadini di ogni età e condizione, affluiti a migliaia da ogni parte del
paese nelle zone disastrate per mettersi a disposizione e “dare una mano”. Si scoprì in quelle occasioni che ciò che
mancava non era la solidarietà della gente, bensì un sistema pubblico
organizzato che sapesse impiegarla e valorizzarla. In tal senso, si mossero le
accuse del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, il quale, proprio in
occasione del terremoto dell’Irpinia, denunciò, rivolgendosi alla Nazione,
l’irresponsabilità,
l’inerzia, i ritardi di
una Pubblica Amministrazione disorganizzata ed incapace di portare soccorsi con
l’immediatezza che
quella sciagura richiedeva.
Lo stesso Presidente rivolgeva un
appello agli italiani, con queste parole:
“Voglio
rivolgere anche a voi Italiane e Italiani un appello, senza retorica, che sorge
dal mio cuore…., qui non c’entra la politica, qui c’entra la solidarietà umana,
tutti gli Italiani e le Italiane devono sentirsi mobilitati per andare in aiuto
di questi fratelli colpiti da questa sciagura”.
Da allora è iniziata l’ascesa del volontariato di
Protezione civile, espressione di una moderna coscienza collettiva del dovere di
solidarietà, nella quale confluiscono spinte di natura religiosa e laica, unite
dal comune senso dell’urgenza di soccorrere chi ha bisogno e di
affermare, nella più ampia condivisione dei disagi e delle fatiche, il diritto
di essere soccorso con la professionalità di cui ciascun volontario è portatore
e con l’amore che tutti
i volontari dimostrano scegliendo, spontaneamente e gratuitamente di correre in
aiuto di chiunque abbia bisogno di loro. Negli ultimi dieci anni, una illuminata
legislazione ha riconosciuto il valore del volontariato associato (legge quadro
266/91), come espressione di solidarietà, partecipazione e pluralismo,
incoraggiandone e sostenendone sia la cultura che lo sviluppo
organizzativo.
Quando nel 1992 fu istituito, con la
legge 225/92, il Servizio Nazionale della Protezione civile, anche alle
organizzazioni di volontariato è stato espressamente riconosciuto il ruolo di
“struttura operativa
nazionale”, parte
integrante del sistema pubblico, alla stregua delle altre componenti
istituzionali, come il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, le Forze Armate, le
Forze di Polizia, il Corpo forestale dello Stato, ecc. La crescita del
volontariato di Protezione civile è in continua, salutare espansione su tutto il
territorio nazionale.
La forte apertura innovativa del
Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei
Ministri, e l’attenzione sistematica a ridurre al minimo le
“barriere” burocratiche tra
volontariato e Stato centrale, fatta anche di quotidiane e coraggiose scelte
amministrative, ha contribuito al nascere di una identità nazionale del
volontariato di Protezione civile, che si è rivelata di fondamentale importanza
nelle gravi emergenze degli ultimi anni, e che si tende ora a ricondurre e
ricreare, anche a seguito delle riforme sul decentramento amministrativo (D.
Lgv. 112/98), in seno alle autonomie locali (Regioni, Province e
Comuni).
L’obiettivo condiviso con le Associazioni di
volontariato di Protezione civile è di creare in ogni territorio un servizio di
pronta risposta alle esigenze della Protezione civile, in grado di operare
integrandosi, se del caso, con gli altri livelli di intervento previsti
nell’organizzazione del
sistema nazionale della Protezione civile (sussidiarietà verticale),
valorizzando al massimo le forze della cittadinanza attiva ed organizzata
presente in ogni comune d’Italia (sussidiarietà orizzontale), in piena
integrazione con le forze istituzionali presenti sul
territorio.
Le organizzazioni di volontariato
che intendono collaborare nel sistema pubblico di Protezione civile, si
iscrivono in appositi albi o registri, regionali e nazionali.
Al momento, nell’elenco nazionale del
Dipartimento della Protezione civile sono iscritte circa duemila cinquecento
organizzazioni (tra le quali i cosiddetti “gruppi comunali” sorti in alcune regioni italiane), per un
totale di oltre un milione e trecentomila volontari disponibili. Di essi, circa
sessantamila sono pronti ad intervenire nell’arco di pochi minuti sul proprio territorio,
mentre circa trecentomila sono pronti ad intervenire nell’arco di qualche ora.
Si tratta di associazioni a
carattere nazionale e di associazioni locali, queste ultime tra di loro
coordinate sul territorio di comuni, province e regioni, in modo da formare, in
caso di necessità, un’unica struttura di facile e rapida chiamata
per gli interventi. Più è alto il livello organizzativo delle associazioni, più
solide sono la loro efficacia e la loro autonomia.
All’interno delle organizzazioni di volontariato
esistono tutte le professionalità della società moderna, insieme a tutti i
mestieri; questo mix costituisce una risorsa, sia in termini numerici che
qualitativi, fondamentale soprattutto nelle grandi emergenze, quando il successo
degli interventi dipende dal contributo di molte diverse specializzazioni (dai
medici agli ingegneri, dagli infermieri agli elettricisti, dai cuochi a i
falegnami). Alcune organizzazioni hanno scelto la strada di una specifica alta
specializzazione, quali i gruppi di cinofili e subacquei, i gruppi di
radioamatori, gli speleologi, il volontariato per l’antincendio
boschivo.
Sebbene l’opera del volontariato sia assolutamente
gratuita, il legislatore ha provveduto a tutelare i volontari lavoratori: in
caso di impiego nelle attività di Protezione civile essi non perdono la
giornata, che viene rimborsata dallo Stato al datore di lavoro, pubblico e
privato.
Il ruolo insostituibile assunto oggi
dal volontariato di Protezione civile, nel suo ruolo di custode naturale di
ciascun territorio e forza civile di tutela e protezione di ciascuna comunità,
merita non solo un pieno riconoscimento, ma anche un crescente sostegno pubblico
per le dotazioni di mezzi, di materiali, di attrezzature, di formazione,
preparazione e aggiornamento, tanto necessarie per l’ottimale utilizzo delle energie che vengono
offerte in aiuto della collettività.
Sulla scia di queste aperture dello
Stato che elargisce a pioggia, con scarsi controlli e alla faccia della “Finanziaria”, alle
Associazioni di Volontariato, costose attrezzature di tutti i tipi, vi è stato
un caotico e incontrollabile afflusso di Radioamatori. Si pensi che oltre alle
tradizionali Associazioni, ne sono sorte altre, sempre di Radioamatori, con lo scopo
dichiarato di dedicarsi
esclusivamente alla Protezione Civile. Naturalmente in alcuni casi
tutto ciò è avvenuto con la “sponsorizzazione” di qualche politico locale che ha agevolato la strada
all’elargizione dei finanziamenti da parte della Protezione
Civile.
Questa situazione, come era fatale
che avvenisse, dati gli interessi in gioco, ha determinato scontri e divisioni
nella maggiori Associazioni di Radioamatori, di cui siamo testimoni in questi
ultimi tempi.
Si sono in pratica stravolti i
principi stessi del Radiantismo, facendo diventare le attività di volontariato
la ragione unica, se non preminente, di gruppi o di strutture
radioamatoriali.
Parliamo dell’ARI, ma da quello che
ci risulta altre Associazioni hanno problemi analoghi, per dire che non sarà il
Prefetto di Milano, o la celebrazione di nuove votazioni, a risanare una
situazione ormai sfuggita di mano. Per risolvere i problemi di divisione
esistenti bisogna velocemente e in modo drastico togliere di mezzo queste mine
vaganti. Non si tratta di abbandonare l’impegno dei Radioamatori nella
protezione Civile, ma si devono definire meglio i compiti e le strutture
interessate abolendo qualsiasi personalismo, o localismo. L’ARI, così come altre
Associazioni di Radioamatori, è un Ente Nazionale e quindi l’impegno sociale per
Si dovrà anche richiamare il
Ministero dell’interno ad un maggior controllo di queste ben 2.500 associazioni, dove probabilmente
alcune ispirate più che dall’altruismo da questa sorta di
“beneficiata” dei finanziamenti gestiti oggi, a quanto appare, con troppa liberalità dal
Dipartimento della Protezione Civile.
In conclusione deve essere chiaro che l’attività precipua
per noi OM deve essere quella del Servizio di Radioamatore definita dalla ITU,
basato sulla ricerca e
sulla sperimentazione, con un possibile impegno secondario nel volontariato
senza lucro, gestito con la massima
trasparenza.
Si tenga
infine conto che bisogna aggiornarci verso il nuovo delle telecomunicazioni
perché anche
Lo
standard TETRA basato sul digitale WIRELESS che consente telecomunicazioni
sicure ed affidabili garantite dal fatto che gli stessi terminali (simili ai
comuni telefoni cellulari) siano delle stazioni radiobase. Il segnale in tal
modo è sempre assicurato. Questo evita il pericolo di mancata copertura di rete
come può verificarsi in caso di terremoto, di frana o di altre calamità
naturali.
Anche in questo
campo, la vecchia radio basata sui ponti viene sostituita dai sistemi digitali
di comunicazione oggi fortunatamente sperimentati da encomiabili gruppi di
Radioamatori
all’avanguardia della ricerca.
Fino
ad oggi
Tra
i tanti, riportiamo, come esempio, quanto è stato dato ad uno dei Comitati
Regionali A.R.I.
Una
pioggia di cose, le più varie, tra cui ben 6 fuoristrada utilizzati, a quanto
risulterebbe, non soltanto
nei casi di
emergenza, cui
dovrebbero
però essere destinati in
esclusiva!
Ma a
questo punto pare che le cose possano cambiare, se si considera il
Protocollo di intesa tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento
della Protezione Civile e il Ministero delle comunicazioni. Ci si rende conto che
ormai
Infatti
tra le Autorità citate è stato stipulato quanto segue:
1.
Finalità del Protocollo d’intesa.
1. il
2. il
a)
realizzazione di una rete radio nazionale;
b)
sviluppo ed utilizzo di sistemi e servizi innovativi di telefonia
mobile;
c)
realizzazione ed implementazione del circuito nazionale di emergenza
(cNie);
d)
sperimentazione di servizi su reti tetra e Wi Max;
e)
collaborazione e sinergia di natura tecnica e logistica con i concessionari dei
servizi radio televisivi e radiofonici ed operatori di telefonia mobile e fissa.
2.
Frequenze radio.
1. le
frequenze rese disponibili dal
2. Per
garantirne un efficiente impiego, le predette frequenze sono state suddivise
come segue:
2.1.
coppie di frequenze a copertura nazionale ad uso diretto ed esclusivo della
Presidenza del consiglio dei Ministri – dipartimento della
Protezione civile per lo svolgimento dei propri compiti
istituzionali;
2.2.
coppie di frequenze per la realizzazione di reti a copertura regionale
esclusivamente dedicate a comunicazioni di Protezione Civile.
La
relativa pianificazione prevede due coppie di frequenze per Regione, salvo
diverse esigenze derivanti dall’applicazione dei commi 4 e
8.
Ciascuna
delle due coppie di frequenze, pianificate per regione, è utilizzata in ragione
di canali così finalizzati:
a) un
canale diretto a garantire il collegamento con gli organi istituzionali che
collaborano con la Presidenza del consiglio dei Ministri – dipartimento della
Protezione civile nelle fasi di emergenza per il coordinamento dei soccorsi;
b) un
canale diretto a garantire l’operatività delle associazioni di volontariato di
Protezione Civile, individuate ai sensi del decreto del Presidente della
Repubblica n. 194/2001 e successive modifiche
integrazioni;
2.3
coppie di frequenze per la realizzazione di reti nell’ambito provinciale e/o
interprovinciale o per aree omogenee di copertura radio-elettrica, da
utilizzarsi anche come riserva delle frequenze nazionali o regionali in
particolari condizioni di emergenza.
La
suddivisione delle coppie di frequenze di cui ai precedenti numeri 2.2 e 2.3 è
predisposta dal gruppo di lavoro tecnico previsto al successivo comma
8.
Il
3. Per
l’utilizzo delle frequenze di cui al comma 2, n. 2.1, la Presidenza del
consiglio dei Ministri – dipartimento della
Protezione civile opera in via autonoma, fornendo elementi di informazione in
ordine ai programmi di utilizzo al
4. con
successivi accordi saranno disciplinate le modalità e le procedure per
l’utilizzo delle frequenze di cui al comma 2, numeri 2.2 e 2.3 sulla base di
previe concertazioni con le regioni e le Province autonome dirette anche a
favorire la costituzione di poli su basi
interregionali.
Le
relative richieste possono essere formulate dalle autorità di Protezione Civile
territorialmente competenti, nonché dalle altre
componenti del Servizio nazionale della Protezione
Civile.
Le
richieste devono pervenire alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
–Dipartimento della
Protezione Civile, ai fini del relativo nulla-osta, per il tramite del Prefetto
territorialmente competente anche per gli aspetti relativi all’ordine e
sicurezza pubblica ovvero dal competente Ufficio di Protezione Civile della
Regione e quindi trasmesse al
6. Il
7. tutte
le apparecchiature utilizzate devono essere rispondenti alla normativa
internazionale vigente in materia di apparati radio e
telecomunicazioni.
8. Il
3.
Programma informativo nazionale di pubblica utilità.
1. il
2. il
4.
supporto attività del comitato operativo di Protezione civile.
1. il
2. Nelle
situazioni di emergenza di cui al comma precedente il
5.
Numero di emergenza unico europeo.
1. il
6.
iniziative e campagne di comunicazione.
1. il
2. Per le
attività di cui al comma precedente la Presidenza del consiglio dei Ministri
– dipartimento della
Protezione civile si impegna a coinvolgere le altre componenti nazionali del
servizio nazionale di Protezione civile sensibilizzando in modo particolare le
strutture regionali.
7.
Partecipazione a programmi comunitari.
Il
8.
attività di supporto tecnico e qualificazione.
1. al
fine di garantirne il necessario supporto tecnico alle diverse attività delle
componenti del servizio nazionale di Protezione civile in relazione, in
particolare, alle esigenze di progettazione, realizzazione, certificazione e
collaudo tecnico dei sistemi, delle reti tecnologiche, degli impianti e degli
apparati al servizio del sistema di Protezione civile, nonché per le attività di
ricerca, formazione e divulgazione il
2. la
Presidenza del consiglio dei Ministri –dipartimento della
Protezione civile per il perseguimento degli
obiettivi
di cui al presente protocollo mette, altresì, a disposizione del Presidente del
comitato di cui al successivo art. 9 le necessarie risorse strumentali,
tecnologiche ed umane.
3. le
modalità applicative dei contenuti del presente articolo vengono disciplinate
con provvedimenti emanati d’intesa tra il capo dipartimento della Protezione
civile e il segretario generale del Ministero delle comunicazioni.
9.
comitato tecnico.
1. Per
l’attuazione dei contenuti del presente protocollo, è istituito, presso il
2. il
comitato è integrato per l’attività che lo rendano necessario da un ulteriore
membro nominato dall’autorità per le garanzie nelle
comunicazioni.
3. il
comitato è integrato, per le attività di cui all’art. 2 del presente protocollo,
da tre membri designati dalla conferenza unificata stato-regioni e Province
autonome nonché, come previsto dal protocollo d’intesa sottoscritto in data 28
ottobre 2003, da ulteriori 3 membri designati dal Presidente della conferenza
dei Presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano in
relazione ad argomenti di interesse regionale e può articolare, con
provvedimenti adottati dal Presidente, le proprie attività costituendo specifici
gruppi di lavoro ed invitando a partecipare ogni altro ente, amministrazione o
azienda ritenuta utile per l’esame delle problematiche ed il raggiungimento
degli obiettivi.
4. il
comitato tecnico per le attività del presente protocollo si può avvalere anche
del gruppo di lavoro sulle frequenze radio, istituito con l’art. 9 del
precedente Protocollo d’intesa, stipulato in data 16 ottobre 2002 e che tra
l’altro svolge i seguenti compiti:
a)
propone la suddivisione, in ambito territoriale, del numero delle frequenze di
cui all’art. 2 comma 2, numeri 2.2 e 2.3, che il Ministero stesso provvede ad
individuare ed assegnare, valutate le esigenze
prospettate;
b)
formula proposte ai fini della predisposizione degli accordi di cui all’art. 2,
comma 4, nonché alla pianificazione
relativa all’utilizzo delle frequenze di cui all’art. 2, comma 2, numeri 2.2 e
2.3;
c)
stabilisce le specifiche operative degli apparati alle quali si dovranno
conformare i soggetti utilizzatori;
d)
approva i progetti tecnici finalizzati al completamento della rete nazionale,
previo esame tecnico degli stessi da parte dell’organo ministeriale competente,
predispone programmi formativi per l’uso delle reti, degli apparati e delle
tecnologie.
10.
durata, modifiche ed entrata in vigore.
1. il
presente protocollo d’intesa ha la durata di quattro anni decorrenti dalla data
di sottoscrizione e può essere modificato, anche sulla base delle indicazioni
eventualmente formulate dal comitato di cui all’art.
2. il
presente protocollo d’intesa entra in vigore il giorno successivo alla
pubblicazione nella gazzetta ufficiale della repubblica italiana.
Allegato
1
Distribuzione
delle coppie di frequenze
Coppie di
frequenze a copertura nazionale ad uso diretto ed esclusivo del Dipartimento
della Protezione Civile (art. 2, comma 2; punto 2.1.).
VHF:
UHF:
159,6375
– 164,2375 MHz;
450,4000 – 460,4000
MHz;
159,7000
– 164,3000 MHz;
450,7000 – 460,7000
MHz;
159,7750
– 164,3750 MHz;
450,7375 – 460,7375
MHz;
159,9250
– 164,5250 MHz;
459,2750 – 469,2750
MHz.
Coppie di
frequenze per la realizzazione di reti regionali, provinciali, interprovinciali
o per aree omogenee (art. 2, comma 2, punti 2.2. – 2.3.).
VHF:
159,6250
– 164,2250 MHz;
159,3750 – 163,9750
MHz;
159,6500
– 164,2500 MHz;
159,4250 – 164,0250
MHz;
159,6875
– 164,2875 MHz;
159,5000 – 164,1000
MHz;
159,7500
– 164,3500 MHz;
159,5250 – 164,1250
MHz;
159,7625
– 164,3625 MHz;
159,5375 – 164,1375
MHz;
159,8000
– 164,4000 MHz;
159,5500 – 164,1500
MHz;
159,8250
– 164,4250 MHz;
159,5625 – 164,1625
MHz;
159,9125
– 164,5125 MHz;
159,7875 – 164,3875 MHz.
Leggete
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2.
Liberalizzate
le frequenze per le “RFID”
Il
completamente
liberalizzate le radio frequenze per i c.d. dispositivi “RFID” (Radio Frequency
Identification).
Esempio
di minuscolo RFID
Il Decreto
Ministeriale stabilisce in particolare che: «la banda di frequenze 865-868 MHz
può essere impiegata, su base di non interferenza e senza diritto a protezione,
ad uso collettivo da apparati a corto raggio per le apparecchiature di
identificazione a radiofrequenza (RFID), aventi le caratteristiche tecniche di
cui alla decisione 2006/804/CE. Tali applicazioni sono soggette al regime di
"libero uso" ai sensi dell'art. 105, comma 1, lettera o) del Codice delle
comunicazioni elettroniche, emanato con decreto legislativo 1° agosto
2003».
Il provvedimento
adottato dal Ministro Gentiloni si è avvalso della collaborazione del Ministero
della Difesa, che ha concordato sulla compatibilità tra il servizio svolto sulla
banda interessata – sottoposta anche ad utilizzazioni militari - e le
applicazioni RFID per usi civili.
Gli RFID
operanti sulle bande di frequenza cosiddette UHF, liberalizzati ora in Italia
con il Decreto del
Grazie alla
tecnologia RFID i cittadini italiani potranno beneficiare di nuovi vantaggiosi
servizi, sotto il profilo della sicurezza (ad esempio, tracciabilità degli
alimenti, servizi per la salute, lotta contro la contraffazione dei medicinali),
della comodità (ad esempio, attese ridotte alle casse dei supermercati, gestione
più accurata e affidabile dei bagagli presso gli aeroporti, pagamenti
automatizzati) e dell'accessibilità (ad esempio, nel settore della sanità, la
RFID è potenzialmente in grado di innalzare il livello di qualità delle cure e
di sicurezza dei pazienti e di migliorare il rispetto delle prescrizioni
terapeutiche).
Radio
Frequency IDentification
RFID (acronimo di
Radio Frequency IDentification - traducibile in Identificazione a radio
frequenza) è una tecnologia per la identificazione automatica di oggetti,
animali o persone. Il sistema si basa sulla lettura a distanza di informazioni
contenute in un tag RFID usando dei lettori RFID.
Un tag RFID è
costituito da:
* un
microchip che contiene dati (tra cui un numero univoco universale scritto nel
silicio)
* una
antenna
* può
essere dotato o meno di una batteria
Un tag è in grado di
ricevere e di trasmettere via radiofrequenza le informazioni contenute nel chip
ad un transceiver RFID.
Negli ultimi anni la
procedura di riconoscimento automatico (Auto ID) ha suscitato molto interesse e
si sta sviluppando in ogni settore industriale, da quello di acquisto e
distribuzione di servizi logistici a quello industriale, manifatturiero,
metalmeccanico.
* 1 Tipi
di tag RFID
* 2
Essenziali vantaggi degli RFID rispetto a codici a barre e bande magnetiche
* 3 RFID TAG e RFID
Transponder
* 4 Modalità read-only
e read/write
* 5
Applicazioni RFID
o 5.1
Passaporto
o 5.2
Monetica
o 5.3
Bigliettazione Elettronica
o 5.4
Logistica Magazzini
o 5.5
Logistica Trasporti
o 5.6
Controllo presenze ed accessi
o 5.7
Tracciamento pratiche
o 5.8
Assistenza e manutenzione
o 5.9
Identificazione degli animali
o 5.10
Biblioteche - rilevazione patrimonio librario e movimento libri
o 5.11
Antitaccheggio
o 5.12
Rilevazione dei parametri ambientali
o 5.13
Registro Scolastico Elettronico
* 6 RFID
e Privacy
* 7 Note
* 8
Collegamenti esterni
Tipi
di tag RFID
Esistono diversi tipi
di tag RFID, alcuni dei quali normati da standard
ISO:
* 125/134
kHz
* 13,56
MHz
* 868/915
MHz
* >2,4
GHz
I tag 125 kHz 13,56
MHz sono previsti dalle norme ISO come passivi (senza batterie) mentre per i tag
RFID UHF e Ultrawide band esistono attivi, semi-attivi e passivi. I tag attivi
sono alimentati da batterie, i tag semiattivi sono alimentati da batterie solo
per la parte di trasmissione e tag passivi non hanno nessuna fonte di
alimentazione interna, ma traggono l'energia per attivarsi dall'onda radio
inviata dal lettore che li interroga.
Tag
RFID GEN2 passivo
Epc Gen2 Electronic
Product Code Generation 2. È il
protocollo EPC di seconda generazione, progettato per operare a livello
internazionale. L'EPC Gen è al centro dell'attenzione perché sembra probabile
una convergenza fra gli standard UHF Gen 2e una revisione dell'ISO 18000-6,
ovvero si applica solo ai Tag HUF. Il processo di unificazione potrebbe
contribuire a un’ulteriore accelerazione nell’adozione su scala globale degli
RFID.
Essenziali
vantaggi degli RFID rispetto a codici a barre e bande
magnetiche
* Non deve essere a
contatto per essere letto come le bande magnetiche
* Non deve essere
visibile per essere letto come per i codici a barre
* Si può anche
aggiungere informazioni sui chip in funzione della tipologia del chip (Read
Only: si possono solo leggere le informazioni contenute, Read Once: si possono
leggere una sola volta, Read and Write: si possono leggere e memorizzare
informazioni per un numero limitato ma grande di volte)
* L'identificazione e
la verifica avviene in 1/10 di secondo
* La comunicazione può
essere in chiaro o criptata
RFID
TAG e RFID Transponder
L'elemento che
caratterizza un RFID è il transponder o tag. Il tag è un componente elettronico
composto da un chip ed una antenna. Il chip (grande pochi millimetri) è la parte
"intelligente" costituita da una memoria non volatile contenente un codice
unico, il quale viene trasmesso tramite l'antenna (circuito di trasmissione del
segnale) all'apparato lettore che controllerà i dati
ricevuti.
Nel tag passivo, il
Lettore emette un campo elettromagnetico/elettrico che tramite il processo della
induzione genera nell'antenna del tag una corrente che alimenta il chip. Il chip
alimentato comunica tutte le sue informazioni che vengono irradiate tramite
l'antenna verso il Lettore.
I tag attivi invece
sono alimentati da una piccola batteria interna (RFID
attivi).
Transponder e antenna
sono inseriti in un supporto che caratterizza l'uso specifico di ognuno di
questi oggetti. È possibile realizzare RFID in infiniti formati: inseriti in
etichette del tutto simili a quelle normalmente utilizzate nei capi di
abbigliamento, oppure sotto forma di adesivi da applicare sulle confezioni di
cartone dei prodotti, o all'interno di tessere formato carta di
credito.
Per accedere alle
informazioni contenute nell'etichetta è necessario un lettore fisso o portatile.
Il vantaggio offerto da questo tipo di tecnologia rispetto ai sistemi di
identificazione attualmente più utilizzati (codici a barre e lettori a banda
magnetica), è che il lettore non ha bisogno di avere la visibilità ottica
rispetto all'etichetta e funziona in tempi estremamente ridotti (circa 1 decimo
di secondo).
Modalità
read-only e read/write
Altro esempio di RFID
aperto
La modalità read-only
consente di utilizzare
* Affidabilità della
lettura
* Eliminazione della
necessità di "vedere" l'etichetta (le etichette radio possono essere contenute
all'interno dei prodotti ed essere lette anche in più esemplari
contemporaneamente)
* Capacità di lavorare
in ambienti contaminati, e sporchi
* Capacità di
resistere, con opportuni package, all'aggressione di agenti chimici, ambientali,
di poter operare immerso in un fluido, dentro l'oggetto che si vuole
identificare oppure all'interno di un altro contenitore (purché non
completamente metallici)
* Possibilità di
leggere, nello stesso contenitore, il codice di decine o centinaia di etichette
in un lasso temporale di pochi secondi, e di trasmetterlo al sistema informativo
di gestione.
I tag dotati di
memorie non volatili (qualche kilobyte) possono contenere informazioni molto
articolate sull'oggetto cui sono associate.
Alcuni vantaggi di
questa modalità sono costituiti dalla possibilità di memorizzare dati relativi
agli indici di qualità, ai problemi riscontrati e successivamente, dalla
semplice lettura del tag, valutare le caratteristiche positive e negative dei
prodotti o dei lotti; per esempio applicati alle confezioni di prodotti
deperibili alle alte temperature sono in grado di informare il consumatore che
il livello di guardia di queste è stato superato (esempio: camion guasto fermo
per ore sotto il sole). Nei sistemi industriali particolarmente complessi e
operanti in ambienti ostili, la presenza di un tag con queste modalità può
sostituire sia il network sia la necessità di avere sempre attivo il controllo
di un sistema di gestione e in questo modo automatizzare alcuni processi
amministrativi o industriali, localizzare in magazzino i differenti modelli,
smistare in distribuzione modelli e prodotti in funzione di alcune
caratteristiche (prezzo, dimensioni, packaging, ecc.). Questi tag si rivelano
utili anche per generazione automatica di bolle e fatture, grazie alla
possibilità di leggere contemporaneamente più codici. Anche la fase di vendita
trova vantaggi dall'uso dei tag, sia per realizzare inventari real time
all'ingresso e alla vendita del prodotto, sia perché i tag possono essere
utilizzati come dispositivi antitaccheggio.
Applicazioni
RFID
Diversi i campi di
applicazione della tecnologia. In particolare i campi di adozione principali
esistenti sono:
* Le soluzioni su tag
125/134 kHz trovano campi applicativi: tracciabilità animali (cani e mucche),
apertura serrature (settore alberghiero e controllo accessi)
* Le soluzioni su tag
13,56 MHz trovano applicazioni in:
o standard ISO 15693
per la tracciabilità (alimentare, prodotti, etc), borsellini elettronici non
bancari (villaggi vacanze, discoteche, etc);
o standard ISO 14443
(ad alta sicurezza) per carte bancarie, tessere documenti di identità
elettronici, titoli di viaggio elettronici
* le soluzioni con tag
UHF ISO 18000 sono dedicate alla logistica sia interna che esterna d'azienda
* le soluzioni con tag
2,4 GHz e oltre per la mobilità (telepass e similari) e gli interporti
Passaporto
I tag RFID sono
utilizzati in passaporti in diversi paesi. Il primo paese ad adottare i
passaporti con RFID ("e-passports") è stato il governo malese nel
Anche il Governo
italiano ha adottato tale standard e presumibilmente dal Novembre 2006 saranno
disponibili i nuovi passaporti.
Lo standard per il
passaporto RFID sono stati definiti dalla International Civil Aviation
Organization (ICAO), e sono descritti nel Documento ICAO Numero 9303, Parte 1,
Volumi 1 e2 (6a edizione, 2006). ICAO si definisce i chip RFID ISO 14443 nei
passaporti come "circuiti integrati contactless". Lo standard ICAO richiede che
i passaporti RFID siano idenitificabili da un logo standard di riconoscimento
sulla copertina.
I tag RFID sono
utilizzati nei nuovi passaporti Inglesi e Americani dal 2006. Gli Stati uniti
hanno emesso 10 milioni di passaporti nel 2005 e le aspettative sono per 13
milioni nel 2006. I chip memorizzeranno le stesse informazioni stampate nel
passaporto e includeranno anche una fotografia digitale del proprietario. I
passaporti conterranno anche una sottile membrana metallica al fine di rendere
difficile le letture non autorizzate (skimming) quando il passaporto è
chiuso.
Monetica
Visa, Mastercard e
American Express stanno lanciando nuove carte di credito che per sicurezza,
velocità e flessibilità superano le tradizionali Chip Card. Oltre 10 milioni di
Americani, Giapponesi ed Inglesi stanno usando, su base regionale, tali
soluzioni. A New York è possibile pagare il biglietto della metropolitana con
tali soluzioni.
In Italia si stanno
avviando diversi test tra cui: Sanpaolo di Torino e ATA Hotel (che già gestisce
con tale tecnologia due dei più importanti villaggi: Tanka Village ed i Giardini
di Naxos). La tecnologia utilizzata è un tag 13,56 MHz ISO
14443.
In questo ambito sono
attese le principali applicazioni futuribili di Near Field Communication
(NFC)che prevedono l'associazione di un telefono NFC enebaled (ovvero con un
sistema RFID read/write incorporato) che permettera' di effettuare transazioni
di monetica o accedere servizi.
Bigliettazione
Elettronica
Uno degli ambiti di
maggiore applicazione planetaria delle soluzioni contactless RFID è data dai
sistemi di bigliettazione elettronica. Le città di Parigi, Londra, Milano,
Venezia utilizzano contactless smartcard con tecnologia RFID per permettere
l'accesso ai mezzi di superficie e metropolitana.
Le tecnologie più
usate fanno riferimento allo standard ISO 14443 (come
Anche i sistemi di
accesso degli impianti di risalita sulle piste da sci, sono ormai quasi tutti
basati su soluzioni contactless RFID. Grazie a questa tecnologia, i siti web di
alcune società di gestione degli impianti consentono all'utilizzatore, a fine
giornata, di ottenere un riepilogo degli impianti utilizzati e dei chilometri di
pista percorsi.
Logistica
Magazzini
Identificare ogni
contenitore e ogni scaffale di magazzino con tag riduce gli errori nei prelievi
e fornisce una identificazione certa dell'item (in funzione delle entità
controllate si parla di Item Tagging (oggetto unico) o Box Tagging). Non è
necessario aprire gli imballaggi per verificare il contenuto cercando il codice
a barre, così come non è più necessario effettuare il conteggio manuale per la
verifica dell'inventario fisico. Con una serie di scansioni a distanza è
possibile identificare e verificare la presenza di specifici oggetti in
magazzino. Infatti la tecnologia permette di leggere contemporaneamente più
etichette (tag) in generale fino a
La tecnologia
utilizzata è un tag 868 MHz ISO 18000
Logistica
Trasporti
In questo caso i tag
vengono applicati sia sugli oggetti (scatole, pallet, ecc.) da trasportare, sia
sui mezzi di trasporto (vagoni, automobili, ecc.). In Italia, Francia e in
Giappone sono già funzionanti milioni di tessere RFID che permettono ai
pendolari di utilizzare diversi tipi di trasporto con le diverse forme di
abbonamento. Un'altra applicazione della tecnologia RFID è in sostituzione del
codice a barre come identificativo sui bagagli in aeroporto permettendo un
maggiore "tasso di lettura" ed errore lungo gli scivoli di smistamento (35% di
miglioramento dell'efficienza presso l'aeroporto di
Dallas)
I sistemi RFID
contribuiscono a migliorare la qualità dei sistemi di identificazione del mezzo
di trasporto (l'esempio più comune è il telepass) in termini di efficienza e
servizio.
Bisogna dire che
spesso queste tecnologie sono state utilizzate per "tracciare" l'utente del
mezzo, che perde così la privacy, propria dei tradizionali mezzi di
pagamento.
La tecnologia
utilizzata sono tag ad altra frequenza >2.5 GHz
Controllo
presenze ed accessi
L'RFID è una valida
alternativa sia alle tecnologie di personal identification tradizionali (badge,
tesserini, ecc.), sia alle tecnologie di strong authentication basate sul
riconoscimento degli attributi biometrici di un individuo. A differenza di tali
tecnologie non richiede contatto visivo per l'identificazione e permette il
riconoscimento anche "a distanza". L'identificazione tramite RFID oltre a
rendere più agile l'impiego di varchi motorizzati, distinguere gli ingressi
dalle uscite e verificare automaticamente l'elenco delle presenze all'interno di
una determinata zona, permette l'avvio o l'arresto di un PC a seconda che il
proprietario si trovi o meno nelle vicinanze. I tag possono essere stampati o
inseriti in oggetti di forma diversa, come ad esempio un badge identificativo e,
quindi, personalizzati con stampe di immagini, scritte, loghi, fotografie e
codici a barre. Possono essere registrate informazioni come: dati anagrafici,
foto di riconoscimento, data e ora di transito, verso di transito e altre
informazioni.
La tecnologia
utilizzata è un tag 15 kHz o 13,56 MHz ISO 14443 o ISO
15693
In alcuni casi è
ipotizzabile che si permetta il funzionamento di una macchina o apparecchiatura
solo in presenza di operatori di macchina (es. una pressa o una TAC o semplici
ascensori). Tali apparecchiature posso richiedere particolari procedure per
assicurare la sicurezza delle persone o della macchina stessa impedendo a non
autorizzati il loro utilizzo o arrestare il suo funzionamento se nell'area non
sia presente un operatore autorizzato.
Tracciamento
pratiche
L'applicazione di una
etichetta RFID a ogni pratica consente di automatizzare la loro ricerca negli
archivi cartacei, di effettuare automaticamente la registrazione del
prelievo/restituzione e di mantenere traccia dei vari spostamenti tra uffici e
depositi. Applicare un tag RFId su una pratica significa poterne gestire gli
spostamenti, e quindi poterne gestire il workflow. Un sistema del genere mira
all'ottimizzazione della gestione delle pratiche negli uffici, poiché è
possibile stabilire quanto tempo una pratica rimane ferma su di una scrivania
(ad esempio adoperando delle vaschette porta-documenti che contengono al loro
interno un'antenna). Si dovrà aspettare l'intervento del garante per sapere
quanto questo tipo di intervento sia compatibile col diritto del
lavoro.
Assistenza
e manutenzione
Interessante è
l'applicazione di sistemi RFID nella manutenzione degli impianti. Un esempio è
quello delle aziende petrolchimiche dove si devono effettuare manutenzione sulle
valvole. Con una semplice lettura del tag applicato direttamente sulle valvole
sarà possibile ottenere la storia delle manutenzioni e riparazioni della
specifica valvola.
Identificazione
degli animali
Rispetto agli altri
metodi utilizzati per l'identificazione degli animali (marchiatura
sull'orecchio, tatuaggio, passaporto cartaceo), con l'applicazione dei tag tutte
le informazioni necessarie sono residenti anche sui capi di bestiame e, grazie
all'emissione di onde elettromagnetiche a bassa frequenza del tutto innocue,
risultano accessibili ovunque si trovi l'animale. Le etichette possono contenere
le informazioni indispensabili a garantire la qualità del capo come ad
esempio:
* Codice
dell'animale;
* Dati
anagrafici (passaporto) proprietario;
* Aziende
presso le quali il capo è transitato;
*
Controlli veterinari a cui l'animale è stato sottoposto
*
Trattamenti subiti.
Biblioteche
- rilevazione patrimonio librario e movimento
libri
Applicando i tag sui
beni delle biblioteche (libri, video, CD, audio, ecc.) è possibile rilevare a
distanza le informazioni in esso contenute (tipo di bene, descrizione, numero
inventario, rappresentazioni fotografica, ecc.), consentendo di amministrare i
beni in dotazione con estrema facilità ed efficacia.
Esempio: prestito e
restituzione di libri. Dopo aver prelevato dagli scaffali i libri da prendere in
prestito, l'utente deve avvicinarsi alla postazione e appoggiarli sul piano di
rilevazione assieme alla tessera della biblioteca. Gli oggetti vengono rilevati
e la transazione viene automaticamente registrata. Alla restituzione dei libri,
l'utente dispone i volumi in un apposito cestello, appoggiato su una stazione di
lettura. Il sistema rileva il rientro dei libri nella biblioteca e registra tale
transazione, quindi legge dal tag il codice dello scaffale e del ripiano su cui
ogni libro deve essere depositato.
Antitaccheggio
Il primo aiuto
tecnologico, oggi largamente utilizzato su scala mondiale, è arrivato dalla EAS
(Electronic Article Surveillance). Mediante l'applicazione di un piccolo tag
chipless (senza chip) agli oggetti in vendita, un negozio può rilevare un
eventuale transito non autorizzato di un articolo attraverso un varco. Il varco
(composto da antenna) è collegato ad un dispositivo di segnalazione acustica e
visiva.
L'EAS tuttavia non
permette di rilevare né la tipologia né il numero degli oggetti
rilevati.
Rilevazione
dei parametri ambientali
L'ultima frontiera
tecnologica in ambito RFID riguarda l'introduzione di tag attivi equipaggiati
con sensori in grado di rilevare i parametri climatici (temperatura, pressione,
umidità, ecc.) dell'ambiente in cui sono immersi. Le grandezze rilevate dai
sensori vengono memorizzate in una apposita memoria interna, e lì permangono
fino a quando un operatore, dotato di apposito lettore, non ne esegue lo scarico
su un PC palmare. Queste caratteristiche si rivelano strategiche per il
monitoraggio dei parametri operativi dei macchinari in particolari realtà
industriali, dove è necessario garantire regimi operativi controllati. I tag,
grazie alle ridottissime dimensioni, possono essere collocati in punti
"scomodi", dove sarebbe difficile portare il cavo necessario ad alimentare un
apparecchio di misura, ed offrono, a costi decisamente contenuti, una soluzione
affidabile e di facile implementazione.
Esempio
nella catena del freddo.
Una applicazione
specifica è volta a controllare e mantenere la temperatura adeguata dei prodotti
lungo tutte le fasi della loro distribuzione (trasporto, immagazzinamento,
allocazione presso i punti vendita), fino al momento della loro consegna, al
fine di garantirne la integrità e "qualità". Questi tag (13,56 MHz attivi)
incorporano un sensore di temperatura (sia in picco, ovvero se esce dai
parametri predefiniti, oppure continuo, monitorando continuamente la
temperatura). In questo secondo caso è possibile programmare gli intervalli di
misurazione della temperatura e memorizzarne i valori, in modo da ottenere un
grafico nel tempo oppure identificare il momento (time stamp) in cui il collo ha
subito condizioni limite rispetto ai parametri prefissati. La differenza di
monitoraggio ha impatto sul costo del tag che può variare da €3,00 a €5,00 in
funzione della memoria necessaria. Essendo tag ad alto costo, non sono "a
perdere", quindi occorre valutare il costo della logistica di rientro degli
stessi.
Grazie all'utilizzo di
tali soluzioni si può monitorare lo stato di conservazione di una sostanza,
oppure segnalare eventuali allarmi quando il parametro temperatura non fosse nei
range voluti, senza aprire le confezioni che proteggono la sostanza conservata
in temperatura e gestendo il dato in via informatica, magari da un sito
centrale, dove poter prendere le decisioni del
caso:
* eliminare il
prodotto
* accelerare il
trattamento di un processo, ecc.
Registro
Scolastico Elettronico
Attraverso
RFID
e Privacy
L'impatto che
potenzialmente tale tecnologia potrebbe avere sulla privacy delle persone nel
momento in cui avesse un livello di pervasività all'interno della comunità
sociale è stata la motivazione che ha spinto il Garante della Privacy ad avviare
una consultazione pubblica e successivamente a definire le regole per l'utilizzo
di sistemi RFID con un provvedimento del 9 marzo 2005 (vedi nota
[1]).
L'annuncio
dell'utilizzo della tecnologia RFID ha generato opinioni diverse tra i
consumatori nel tempo. Nel lontano
Di diversa portata è
la questione del chip sottocutanei. Tali chip servono per memorizzare talune
informazioni di un paziente e permettere, in caso di ricovero in emergenza, di
attingere alla storia del paziente. Sono informazioni personali e il chip viene
impiantato su richiesta dell'interessato.
Alcuni Stati USA hanno
approvato legislazioni per vietare l'impiantazione di tali dispositivi senza
consenso esplicito della persona (vedi nota [3]). In Italia l'uso degli RFID (e
anche dei prodotti sottocutanei per umani) è regolamentato dal 2005 dalla
normativa del Garante della Privacy (vedi nota [4]) salvo casi eccezionali
autorizzati dal Garante stesso per specifici individui per ragioni di tutela
della vita degli specifici pazienti interessati.
Dal punto di vista
della logistica non sussistono problemi di Privacy (EPC Gen2 prevede che i tag
contengano solamente un unico codice: un numero di
serie).
Le preoccupazioni
principali riguardano la possibilità che la tecnologia possa essere utilizzata
per violare la privacy del possessore degli oggetti taggati. Al momento le
principali obiezioni sono articolate sui seguenti
elementi:
1. la consapevolezza o
meno dell'utente che un prodotto contenga un RFID
2. le informazioni
contenute nell'RFID
3. la associazione
possessore/TAG
Il primo punto è al
momento allo studio delle diverse legislature ma emerge un quadro univoco sulla
necessità che i clienti siano informati dell'esistenza del tag, che i tag
possano essere disattivati (tramite il comando /KILL), e che sia data la
possibilità agli utenti di verificare la disattivazione o più semplicemente
rimossi.
Il secondo punto
riguarda la informativa contenuta nei tag. Nel caso di prodotti di largo consumo
le informazioni nei tag sono codificate secondo EPC Gen2, ovvero il tag sui
prodotti contiene solo un indicativo seriale. La stessa presenza di un
indicativo seriale pone grossi problemi di privacy, come notato in altre
tecnologie già presenti. La pubblica opinione richiede che tali dispositivi
siano "oscurabili" o semplicemente rimossi una volta varcate le casse del
supermercato e/o negozio. La disattivazione avviene tramite il flagging di una
cella nel chip che lo rende disattivo e non riattivabile. Il problema è che una
disattivazione non è mai garantita al 100%, se non con la definitiva rimozione
del tag stesso.
Il terzo punto
riguarda la possibilità di associare una persona ad un prodotto. É possibile che
una persona male intenzionata possa leggere i codici dei tag dei prodotti che
uno acquista a distanza (sebbene modesta) e possa sapere le abitudini di consumo
di ciascuna famiglia. Va notato che ciò può avvenire anche esaminando i carrelli
degli acquisti, accedendo al database delle tessere di fedeltà, esaminando la
spazzatura (come fanno le aziende di analisi dati di mercato) ecc.. Cosi' come
avviene per i telefoni cellulari, un tag non identifica il proprietario, ma
codice con cui, disponendo di accesso al database che associa identificativi
alle persone (ad esempio il database delle loyalty dei supermercati o degli
abbonati dell'operatore telefonico), in linea teorica è possibile
risalirne.
Le distanze di lettura
dipendono fortemente dalle condizioni ambientali e dalle tecnologie
utilizzate
* nel caso dei tag
13,56 MHz la distanza di lettura prevista é
* nel caso di tag UHF,
usati per la logistica, è al massimo 3÷10 metri
Va rilevato che
trattandosi di campi elettromagnetici, vale per l'RFID quando avviene per il
Wifi. Sebbene in casi eccezionali e limite si possano fare sistemi Wifi che in
condizioni controllate possano effettuare collegamenti di chilometri, le
condizioni ambientali tipiche limitano le distanze a poche decine di metri.
Analogamente per RFID, le condizioni ambientali tipiche limitano le distanze a
pochi centimetri per i tag a 13,56MHz e pochi metri per i tag
UHF.
I tag UHF sono molto
limitati in presenza di liquidi (il corpo umano è composto al 95% da liquidi) e
quindi male si prestano per pedinare una persona. Inoltre è meno costoso seguire
gli spostamenti tramite la triangolazione del GSM che disseminare il territorio
di antenne (che costano €3.000 ) ogni
Nel luglio 2007,
grazie alla collaborazione del Ministero della Difesa, che impegna
Il nuovo decreto,
firmato dal Ministro Paolo Gentiloni, permetterà l'installazione di apparati -
sia indoor che outdoor - con una potenza di 2 watt, espandibile a 4 watt con
particolari tipi di antenna.Il problema della privacy sussiste nella misura in
cui i contenuti dei tag contengano informazioni personali, senza adottare le
misure minime di sicurezza prescritte dalla legge (anonimizzazione, protezione
dell'accesso, cifratura, ecc.). Concettualmente un tag e' assimilabile a una
chiavetta USB leggibile a breve distanza, in alcuni casi senza un atto
consapevole. Se il supporto non e' protetto da password di accesso ai dati, se i
dati contengono informazioni personali e se queste informazioni sono in chiaro,
ovviamente il problema si pone.
leggete
e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete
e diffondete il Radiogiornale
3.
A.R.I.
Associazione
Radioamatori Italiani Sezione di Cassano delle Murge (Bari) -
Italy
G-QRP
NEWS – ITALIA
Carissimi Amici Soci del G-QRP Club
e non,
E’ in distribuzione la copia
di SPRAT Autumn 2007 e penso molti degli iscritti l’abbiano gia’ ricevuta.
A nome della Sezione ARI di Cassano
delle Murge, Bari, quale Presidente e Rappresentante del G-QRP Club per
l’Italia, desidero informarvi che il lavoro svolto nell’accrescere il numero
degli associati italiani a questo antico Club , siano questi amanti del QRP o
degli autocostruttori, ha portato a quasi triplicare il numero degli aderenti in
questi due anni di rappresentanza.
Ad
oggi gli iscritti italiani al G-QRP Club sono 90 !!! L’Italia e’ la quarta
nazione a livello mondiale e la seconda nell’Europa continentale:
UK
#2457, USA #268, Germania #215, Italia #90, Francia
#61
Da questo anno i rinnovi, le
iscrizioni al G-QRP Club e l’acquisto di libri e componenti viene gestito tutto
attraverso il Rappresentante nazionale, per quelle nazioni che ne hanno
uno.
Il Club ha appena rilasciato il
nuovo CD che contiene tutti i numeri di SPRAT dal 1 al 132 (Autunno 2007).
Questo CD e’ diverso dal precedente prodotto da Funk Amateur ed e’ basato sullo
standard HTML; funziona su vari Linux con Firefox.
E’ disponibile anche il nuovo
Antenna Handbook
“Sprat On CD”, incluso
spedizione:
Soci G-QRP
12.00
Euro
Fornire Numero
Iscrizione
Non-Soci
20.00
Euro
“G-QRP Club ANTENNA HANDBOOK”,
incluso spedizione
Soci G-QRP
14.00
Euro
Fornire Numero
Iscrizione
Non-Soci
20.00
Euro
Iscrizione e Rinnovo per l’anno
2008: 10 Euro
E’ possibile iscriversi e/o
rinnovare per piu’ anni (10E x #anni)
Il CD e/o l’Antenna Handbook possono
essere ordinati assieme alla iscrizione od al rinnovo. I Non-Soci che desiderano
acquistare il CD o l’Handbook sono consigliati di effettuare l’iscrizione, basta
fare due conti ... e poi, oltre a ricevere la rivista trimestrale SPRAT per il
2008, possono effettuare acquisti di alcuni componenti, disponibili solo per i
Soci, onde facilitare la costruzione di alcuni dei progetti pubblicati su
SPRAT.
Si prega di richiedere il modulo di
iscrizione o rinnovo a: i7swx@yahoo.com
Il pagamento e’ in Italia ed e’
facilitato effettuando una ricarica su Scheda
PostePay.
73
Giancarlo Moda,
I7SWX
Rappresentante
G-QRP Club in Italia
Sezione
leggete
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e diffondete il Radiogiornale
4.
Da: Alfredo
Gallerati
Onde
Radio comunicato stampa
Le trasmissioni di Radio Romania
Internazionale, in gamma onde corte, fino a mercoledì 31 ottobre 2007, potranno
essere disturbate da alcuni lavori di modernizzazione degli impianti di
trasmissione. In questo caso, il Dipartimento Tecnico di RRI consiglia l'ascolto
via streaming Internet all'indirizzo www.rri.ro (Italiano) - Mp 3 - canale 3.
Salvo variazioni dell'ultima ora, ecco la scheda delle trasmissioni in lingua
italiana dal 29 Ottobre 2007.
ora
italiana
frequenze
16.00 - 16.26 - 7160
kHz
18.00-18.26 - 9855
kHz
20.00-20.26 - 6180
kHz
La rubrica dx "Onde Radio" sarà in
onda, ogni due settimane, la domenica alle ore 16,00 (ora italiana) su 7.160.
Replica il mercoledì successivo alle 16.00 ora italiana. Ringrazio per
l'attenzione. Buon ascolto ! Alfredo Gallerati
(DX- Editor Radio Romania
Internazionale).
leggete
e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete
e diffondete il Radiogiornale
5.
Se
la Terra non muore
per
colpa degli alieni
di
AL GORE ex Vicepresidente
USA Premio Nobel per la Pace 2007 per i mutamenti
climatici
Al Gore, ex vicepresidente Usa, è
presidente dell'Alliance for Climate Protection. Ha ricevuto il Nobel per la
Pace e ha
dichiarato:
“Noi, la
specie umana, siamo arrivati a un momento cruciale e dobbiamo prendere una
decisione. Non ha precedenti ed è perfino ridicolo per noi presumere di dover in
verità scegliere consapevolmente in quanto specie, ma nondimeno questa è la
sfida che dobbiamo raccogliere. Il nostro pianeta, la Terra, è in pericolo. Ciò
che rischia di essere distrutto non è il pianeta stesso, bensì le condizioni che
lo hanno reso in grado di ospitare gli esseri umani.
Senza renderci conto delle
conseguenze delle nostre azioni, abbiamo iniziato a immettere talmente tanto
biossido di carbonio nell'esile guscio d'aria che circonda il nostro pianeta che
abbiamo letteralmente alterato l'equilibrio del calore esistente tra la Terra e
il Sole. Se non smetteremo di farlo, e rapidamente, le temperature medie
aumenteranno a livelli mai conosciuti in precedenza dagli uomini, e porranno
fine al propizio equilibrio climatico dal quale dipende la nostra civiltà.
Negli ultimi 150 anni, in una
frenetica accelerazione abbiamo prelevato crescenti quantità di carbonio dal
sottosuolo - essenzialmente sotto forma di carbone e di petrolio - e l'abbiamo
bruciato in modo tale da immettere nell'atmosfera terrestre 70 milioni di
tonnellate di CO2 ogni 24 ore. Le concentrazioni di CO2 - che in almeno un
milione di anni non avevano mai superato le 300 parti per milione - sono
cresciute dalle originarie 280 parti per milione dell'inizio del boom del
carbone alle 383 parti per milione di quest'anno.
Di conseguenza, molti scienziati
oggi stanno mettendo in guardia dal fatto che ci stiamo avvicinando a molteplici
"punti irreversibili di svolta" che potrebbero - nel volgere di dieci anni
appena - renderci impossibile evitare di arrecare un danno irreparabile
all'abitabilità del pianeta da parte della civiltà umana. Ancora negli ultimi
mesi, nuovi studi hanno permesso di appurare che la calotta polare artica - che
aiuta il pianeta a raffreddarsi - si sta sciogliendo a un ritmo di tre volte
superiore a quanto abbiano previsto i modelli informatici più pessimisti.
Se non passiamo immediatamente
all'azione, i ghiacci d'estate potrebbero scomparire del tutto in soli 35 anni.
Similmente, vicino al Polo Sud, all'estremità opposta del pianeta, gli
scienziati hanno scoperto che nell'Antartide Occidentale le nevi di un'area
grande quanto la California si stanno sciogliendo. Questa non è una questione
politica, bensì una questione etica, che concerne la sopravvivenza della civiltà
umana. Non si tratta di sinistra contro destra, ma di ciò che è giusto contro
ciò che è sbagliato. In parole povere, è incivile distruggere l'abitabilità del
nostro pianeta e compromettere le prospettive di tutte le generazioni che
verranno dopo di noi.
Il 21 settembre 1987 il presidente
Ronald Reagan disse: "Nelle nostre ossessioni per gli antagonismi del
contingente, spesso dimentichiamo quante cose uniscano tutti i membri del genere
umano. Forse, per prendere atto dell'esistenza di questo vincolo comune, ci
occorre una minaccia universale ed esterna. Di tanto in tanto penso a quanto
rapidamente svanirebbero le differenze che ci caratterizzano se dovessimo
improvvisamente far fronte a una minaccia aliena proveniente da fuori di questo
mondo".
Oggi noi, tutti noi, dobbiamo far
fronte a una minaccia universale. Quantunque non arrivi da fuori, nondimeno è di
portata cosmica. Si consideri la realtà di due pianeti, Terra e Venere, aventi
quasi esattamente le stesse dimensioni e quasi esattamente la stessa quantità di
carbonio. La differenza tra loro è che la maggior parte del carbonio sulla Terra
è nel terreno, lì depositata da varie forme di vita nel corso degli ultimi 600
milioni di anni, mentre la maggior parte del carbonio di Venere è
nell'atmosfera. Di conseguenza, sulla Terra la temperatura media è pari a 15
gradevoli gradi Celsius, mentre la temperatura media su Venere arriva a 463,89
gradi Celsius. È vero, Venere è più vicina al Sole della Terra, ma la differenza
non è imputabile alla nostra stella. Venere è mediamente tre volte più calda di
Mercurio, che si trova vicinissimo al Sole. La colpa è dell'anidride carbonica.
Questo pericolo, per di più, ci impone - come ha detto Reagan - di sentirci
uniti nel prendere atto della nostra sorte comune.
L'operato dei singoli dovrà inoltre
plasmare e ispirare l'azione dei governi. A questo proposito gli americani hanno
una responsabilità del tutto particolare: nel corso di buona parte di tutta la
nostra storia più recente, gli Stati Uniti e il popolo americano hanno
assicurato la leadership morale nel mondo. Aver scritto la Carta dei Diritti,
aver integrato la democrazia nella Costituzione, aver sconfitto il fascismo
nella Seconda Guerra mondiale, aver rovesciato il Comunismo ed essere sbarcati
sulla Luna: sono tutti risultati della leadership americana.
Oggi, ancora una volta, noi
americani dobbiamo sentirci uniti e premere sul nostro governo affinché raccolga
questa sfida globale. La leadership americana è un prerequisito essenziale per
conseguire il successo. A questo fine dovremmo esigere che gli Stati Uniti
aderiscano al trattato internazionale che entro i prossimi due anni si
ripromette di tagliare le emissioni di gas serra responsabili del riscaldamento
del clima nella misura del 90 per cento nei Paesi sviluppati e di oltre la metà
in tutto il mondo, così che la prossima generazione possa ereditare il pianeta
Terra in buone condizioni di salute.
Questo trattato impone uno sforzo
ulteriore. Sono orgoglioso del ruolo che ho ricoperto durante l'Amministrazione
Clinton negoziando il Protocollo di Kyoto, ma credo che questo Protocollo ormai
sia stato a tal punto demonizzato negli Stati Uniti da non poter più essere
ratificato, proprio come l'Amministrazione Carter non ebbe la possibilità di
ottenere la ratifica di un trattato allargato per la limitazione delle armi
strategiche nel 1979. Oltre tutto, molto presto avranno inizio le trattative per
un trattato sul clima molto più rigido.
Pertanto, come il presidente Reagan
cambiò nome e modificò l'Accordo Salt (chiamandolo Start), dopo averne
tardivamente ammessa l'esigenza, così il nostro prossimo presidente dovrà
immediatamente adoperarsi per concludere in tempi brevissimi un nuovo e più
rigido accordo per cambiare l'attuale situazione del clima. Dovremmo ambire a
siglare tale nuovo trattato globale entro la fine del 2009, senza attendere il
2012 come attualmente previsto.
Se per l'inizio del 2009 gli Stati
Uniti avranno già implementato un regime interno di riduzione delle emissioni di
gas serra che provocano il riscaldamento del clima, non dubito che quando daremo
all'industria un obiettivo, gli strumenti e la flessibilità per ridurre in modo
rilevante le emissioni di anidride carbonica, allora riusciremo a portare a
termine e a ratificare il nuovo trattato in tempi assai brevi. Dopo tutto, si
tratta di un'emergenza planetaria.
Quel nuovo trattato avrà ancora,
naturalmente, impegni differenziati: ai Paesi si chiederà di soddisfare
requisiti diversi sulla base della loro quota o del loro contributo storico al
problema e sulla base della loro effettiva e relativa capacità di accollarsi
l'onere del cambiamento. La legge internazionale prevede questo precedente e del
resto non esiste un altro modo di procedere.
Ci sarà chi cercherà di travisare
questo schema e di usare motivazioni xenofobe o di protezione degli interessi
della popolazione nativa a discapito degli immigrati per affermare che ogni
Paese dovrebbe rispettare un medesimo standard, ma davvero crediamo che Paesi
che hanno un quinto del nostro prodotto interno lordo - e che hanno contribuito
quasi in nessun modo alla creazione di questa crisi - debbano accollarsi le
stesse responsabilità degli Stati Uniti? Siamo davvero a tal punto intimoriti da
questa sfida da non poterci mettere noi al comando?
I nostri figli hanno il diritto di
pretendere molto di più da noi, considerato che è in gioco il loro futuro - e in
realtà il futuro di tutta la civiltà umana. Meritano molto di più di un governo
che censura le migliori prove scientifiche e perseguita gli uomini di scienza
che onestamente cercano di metterci in guardia dalla catastrofe che incombe su
noi tutti. Meritano molto di meglio dei politici che se ne stanno inoperosi,
senza adoperarsi in nulla per far fronte alla più grossa sfida che il genere
umano si sia mai trovato a dover affrontare, perfino nel momento in cui il
pericolo avanza verso di noi minaccioso.
Preferibilmente dovremmo invece
concentrarci sulle opportunità contemplate da questa stessa sfida: di sicuro si
creeranno nuovi posti di lavoro e nuovi profitti quando le corporation si
metteranno aggressivamente all'opera per non lasciarsi scappare le enormi
opportunità economiche offerte da un futuro energetico pulito.
Ma ci sarà qualcosa di ancora più
inestimabile da guadagnare se faremo ciò che è giusto fare. La crisi del clima
ci offre infatti l'opportunità di sperimentare ciò che poche generazioni nel
corso della Storia hanno avuto il privilegio di vivere: una missione
generazionale, un obbiettivo morale coinvolgente, una causa comune, nonché il
brivido di essere costretti dalle circostanze a mettere in disparte le
meschinerie e i conflitti della politica per abbracciare un'autentica sfida
etica e spirituale”.
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6.
Da:
Giuseppe Misuri iw5cgm
IMPORTANTE
ACCORDO SCIENTIFICO SUL DIGITALE LARGABANDA
Collaborazione
C.I.S.A.R. con
ICPT
E' stato
di recente siglato un accordo tra il C.I.S.A.R. www.cisar.it e l'ICTP (
International Centre for Theoretical Physics) Abdus Salam di Trieste www.ictp.it in merito ad una
attività congiunta nei sistemi digitali largabanda.In particolare il laboratorio
di Aeronomia e RadioPropagazione del centro (ARPL) nello svolgimento di
una ricerca supportata dalla ITU-D (Telecommunication Development Sector ) per
la determina dei vari standard di funzionamento al fine della distribuzione su
grandi distanze ed a costi bassi della larga banda digitale , ha ritenuto di
condividere questa attività con il C.I.S.A.R. , associazione che nel corso di
questo anno ha ottenuto straordinari risultati proprio in questa tipologia di
collegamento.Ricordiamo infatti che , grazie alla fervente attività e competenza
dei radioamatori interessati al progetto,e' stata realizzata a tempo di record
la prima parte della dorsale nazionale digitale che ,partendo da Trieste arriva
fino quasi a Roma , toccando con il famoso collegamento "record a 5,7 GHz"
di
Rete
Nazionale Digitale C.I.S.A.R.
In linea
con quanto anticipato alcuni mesi fà ,
I
radioamatori fautori del sistema ,hanno spiegato le varie funzionalità ,le
logistiche e le problematiche incontrate e e superate , sono stati effettuati
collegamenti in VOIP con colleghi OM della zona 3 ed attraverso un HOTSPOT wifi
presente
in sala , chi era munito di Pc poteva direttamente disporre dei servizi che
offriva la nostra rete.Grande interesse per questa tipologia di
sperimentazione , dimostrata dal grande numero di collegamenti in streaming e di
contatti Ip nei due giorni ,circa
Giuseppe
Misuri IW5CGM
Presidente
Nazionale CISAR
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7.
Sviluppato
in California un sistema che riceve onde in wireless e le
converte
in
segnali attraverso un minuscolo apparecchio in nanotubi in
carbonio
Costruita
la nano-radio del futuro
mille
volte più piccola di un capello
Oggi
c’è già nella capocchia di un fiammifero
Provate ad immaginare un oggetto
davvero minuscolo, migliaia di volte più piccolo del diametro di un capello
umano. In un futuro non remoto, quella potrebbe essere la vostra radio. Sono
proprio paragonabili a quelle, infatti, le dimensioni del primo prototipo di
nano-radio realizzata da un gruppo di scienziati americani. L'impresa, descritta
oggi sull'edizione online della rivista "Nano letters", mensile dedicato alle
nanotecnologie dell'American Chemical Society, è riuscita, in particolare, ad un
dottorando dell'università della California a Irvine: Chris Rutherglen per la
prima volta ha sviluppato un sistema che riceve onde radio in modalità wireless
e le converte in segnali radio attraverso un minuscolo apparecchio in nanotubi
in carbonio. E funziona.
L'ultima applicazione delle
nanotecnologie nell'ambito radio segna un progresso importante, dicono gli
scienziati, ed una evoluzione di rilievo nel campo della nano-elettronica.
Potrebbe in futuro portare alla creazione della prima nano-radio completa e
perfettamente funzionante, la più piccola al mondo.
Rutherglen, insieme al professor
Peter Burke, co-autore dello studio, ha ideato il nano-demodulatore in nanotubi
al carbonio, in grado di trasformare le onde radio AM in suoni. L'apparecchio è
stato sperimentato in laboratorio, incorporandolo in un sistema radio completo
ed è stato in grado di trasmettere musica classica da un iPod ad altoparlanti
distanti alcuni metri.
E' la prima volta che la
microapparecchiatura viene montata in un sistema radio completo e funziona. I
suoi creatori sono molto soddisfatti e dicono che la scoperta schiude un
ventaglio di possibili applicazioni in campo commerciale, medico ed industriale.
Ma qualcuno fa notare che è un po' difficile eccitarsi tanto per qualcosa di
così infinitesimale e remoto rispetto alla vita quotidiana delle persone comuni.
Barnaby J. Feder sul New York Times si chiede quale possa essere il vantaggio
reale per il consumatore di un simile progresso tecnologico. In parte sembra
d'accordo anche il professor Burke, che ha coordinato il lavoro di ricerca
all'università della California. "Non ci è del tutto chiaro che cosa si possa
fare con una radio talmente piccola che non si riesce neppure a vedere", ha
ammesso. Un po' come nel film di Coppola, Peggy Sue si è sposata - ricorda Feder
nel suo blog di nanotecnologie sull'edizione online del New York Times - quando
Peggy, tornata indietro nel tempo, spiega ad un suo compagno di scuola che nel
futuro tutte le apparecchiature tecnologiche ed i gadget per l'intrattenimento
diventano più piccoli, miniaturizzati: "Tutte tranne le radio, che per qualche
strano motivo diventano enormi", dice. Il progetto, comunque, è finanziato dal
dipartimento della Difesa.
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8.
Un
corso per il conseguimento della patente di
Radio
Operatore di Stazioni di Radioamatore
Il corso avrà una durata di circa 5
mesi.
L’inizio è indicativamente nei primi
giorni di gennaio ma sarà utile prendere contatti entro novembre dicembre,
solitamente gli esami si svolgono in giugno-luglio a
Perugia.
Si svolgeranno lezioni settimanali
la sera dopo cena: il giovedì (elettronica radiotecnica e regolamenti) dalle ore
21:30 alle ore 23:30.
Il docente e referente per
informazioni è il Signor:
Ungari Roberto I0IUR (segretario)
0744-813532 329-4306690
i0iur@inwind.it
Per le telefonate ci rimettiamo al
Vostro buon cuore…………..(leggi orari civili).
Il corso è gratuito, ma è richiesta
l’iscrizione all’ARI RADIO CLUB il cui costo è di 64,00 € oltre
l’immatricolazione di 5,00 € (totale 69,00 €).
Tale iscrizione darà modo ai
corsisti di frequentare la Sezione e di partecipare alle varie attività che
La Sezione partecipa solitamente,
alla organizzazione della Mostra Mercato del Radioamatore che si svolge in
Amelia l’ultimo fine settimana di maggio ed alla Mostra Mercato Terni Expò che
si svolge nella metà di novembre a Terni, organizza un simposio tecnico
scientifico in collaborazione con la Sezione di Orvieto a metà settembre,
organizza una esercitazione di Radiolocalizzazione che si svolge a Terni
solitamente l’ultima domenica di settembre, una gita Sociale in genere a
dicembre in occasione di una mostra (Forlì o Pescara) il sabato, la
partecipazione ai Contest nazionali e internazionali sia da Terni che con
spedizioni in alta montagna, altre spedizioni particolari (Vulcano, Lampedusa),
altre attività di divulgazione del mondo dei
Radioamatori.
La Sezione gestisce anche la
stazione di Radio Emergenza della Prefettura di Terni e partecipa ad altre
attività di Protezione Civile, gestisce un ponte ripetitore denominato “R4” in
Località Monte Cosce (RI) che copre una vasta area dell’Italia centrale ed altre
apparecchiature sia analogiche che digitali.
La Sezione è aperta il mercoledì
pomeriggio dalle ore 15:00 alle ore 18:00 circa ed il venerdì sera dalle 21:00
alle 23:00 (esclusi i mesi estivi). L’indirizzo è: Zona Fiori n° 116/c Terni la
posta si può inviare alla Casella Postale 19 - 05100 Terni, mentre
l’indirizzo di Posta Elettronica è :
i0iur@inwind.it
Il nostro sito è www.ariterni.it
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9.
GÜSSING – La città dell’utopia è arrampicata sulle
colline del Burgerland, nell’Austria più profonda, ai confini con l’Ungheria, tra campi di mais
e foreste di pini. Si chiama Güssing, ha quattromila abitanti e un profeta:
Rheinard Koch, 46 anni, un ingegnere alto due metri e quattro che giocava a
basket nella nazionale austriaca e che ha realizzato il sogno di trasformare il
paese dove è nato in un’isola pulita che produce da sé, con quello
che la natura gli mette a disposizione, tutta l’energia di cui ha bisogno. Il sole, il legno,
il mais, i grassi vegetali, i rifiuti, a Güssing si trasformano in
riscaldamento, elettricità, gas, carburante per le auto. Dice Koch: “Certo che è un sistema
perfetto, ed è per questo che le grandi lobby non lo vogliono. Parliamo di molti
soldi, e molti soldi vuol dire molto potere. Se ogni comunità facesse come noi,
quel potere verrebbe meno”.
L’uso dell’energia alternativa ha permesso alla città di
ridurre del 90% le emissioni di biossido di carbonio e di guadagnare ogni anno,
dalla vendita alla rete nazionale del surplus energetico, 500 mila euro che
vengono reinvestiti in nuovi progetti. Dal ‘95 ad oggi, le emissioni sono state ridotte
del 93% mentre la città svedese che ha vinto il premio per
In Europastrasse, là dove ha la
sua sede il Centro Europeo di Energia Rinnovabile, hanno dovuto costruire anche
un albergo, il Com Inn, per le comitive che arrivano da tutto il mondo:
dall’Ocse di Vienna,
con i cinquanta diplomatici guidati dal direttore degli affari economici Bernard
Snoy, agli scienziati giapponesi; dai ricercatori del Canada alle comitive di
contadini scozzesi, quasi 5.000 visitatori solo l’anno scorso. “Questa città – dicono – ha saputo coniugare la crescita economica
con la sostenibilità ambientale”. Aggiunge Peter Vadasz, un ex professore che
ora è sindaco: “Non
avremmo mai sognato di raggiungere simili risultati: la montagna di denaro che
prima lasciava la città, adesso rimane qui”.
È una storia che comincia nel 1989,
quando Güssing era solo la capitale di una delle regioni più povere del paese.
Non c’era altro che
lavorare nei campi e il 70% della popolazione era costretta ad emigrare. Anche
Koch aveva dovuto andare a Vienna, finché Herr Krammer, il sindaco di allora,
pensò di offrirgli un posto come tecnico comunale. Racconta Koch: “Ci siamo chiesti che cosa si
poteva fare per creare lavoro e ricchezza. E per prima cosa abbiamo realizzato
che qui c’erano molti
soldi: tutti quelli che la gente doveva spendere per procurarsi energia. Erano
36 milioni l’anno per
la regione, 6 per Güssing. E così abbiamo pensato di creare da noi l’energia, sfruttando le
nostre risorse”.
Quei soldi sono rimasti nella
zona e hanno creato lavoro. Negli ultimi dieci anni sono nate 60 aziende per
1.200 posti di lavoro. “Abbiamo scalato la classifica della povertà e
siamo diventati i primi produttori al mondo di gas naturale”. Ora Güssing è
completamente autosufficiente. Negli otto diversi impianti produce 22
megawattora di energia l’anno, compresi 8 megawatt di surplus che
vende. Contro la sagoma del vecchio castello della nobiltà ungherese che è il
simbolo del paese, si stagliano adesso montagne di segatura e cattedrali di
tubi. Verena, i capelli dritti in testa per il gel, lavora in un altro dei nuovi
alberghi: “Sì, adesso
vengono un sacco di persone, pare che tutti siano curiosi di sapere come abbiamo
fatto”. E Ullriche, che
va a far la spesa con il cesto di vimini: “Questa era una città morta, adesso cercano
sempre nuovo personale”.
Il paese dell’eco-energia è cambiato: ci
sono le case pastello con i tetti spioventi e i nidi di cicogna, ma anche le
palazzine con le parabole sui balconi. Il Rathaus, il municipio, ha la scritta
gotica e la facciata di pietra tirata a lucido e per le strade viaggiano i
Renault Traffic della Biomasse Fernheizwerk Güssing. “La cosa più difficile – spiega Koch – è stata quella di convincere la gente che la
nostra energia era buona come quella delle multinazionali”. Ma la gente si è convinta e l’energia costa dal 30 al 40%
in meno che nel resto del Paese. Al festival del teatro, quest’estate, hanno messo in
cartellone il Don Chisciotte. Proprio come Koch, l’ingegnere che è diventato ricco facendo prima
diventare ricco il suo paese. “Dice che sono un visionario? Sì, forse. Ma le
mie visioni sono diventate realtà”.
Leggete
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10.
Mostre
-
Fiere
- Convegni
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
9°
Fiera
del radioamatore
elettronica,
home computer
Pordenone
Fiere
24-25 novembre
2007
Sabato 9.00-18.30
domenica 9.00-18.00
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
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leggete
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11.
Da
IK8JZK Ruggero Billeri Napoli.
Fonti
di energia alternativa
dei
Paesi nordici
Sicuramente queste
popolazioni vivendo in regioni climatiche più fredde, aguzzano maggiormente
l'ingegno per sopperire alle necessità energetiche, siano esse meccaniche o
elettriche. Iniziamo con la prima invenzione geniale che andrò ad illustrare. In
inghilterra esiste una funicolare funzionante dalla fine del 1800, la cui
funicolare per far salire e scendere due vagoncini (uno sale l'altro scende) per
il trasporto di persone, utilizza esclusivamente il peso dell'acqua
immagazzinata in due capienti serbatoi (uno in ogni vagoncino). I due vagoncini
viaggiano su rotaie e sono connessi tra di loro tramite una robusta fune
d'acciaio con puleggia di rinvio posta alla sommità del percorso e per maggior
sicurezza ogni vagoncino è munito di impianto frenante. La fune d'acciaio scorre
su rulli lubrificati durante il movimento. Il principio di funzionameto è il
seguente: i due vagoncini posizionati inizialmente uno in basso ed uno in alto,
prima della ripida risalita con il 60-70 per cento di pendenza. Alla partenza e
per salire, il primo vagoncino come quello in alto ha il serbatoio pieno d'acqua
e quindi i pesi si equivalgono, durante la risalita il vagoncino che sta in
basso deve scaricare dell'acqua immagazzinata nel serbatoio aprendo una
opportuna valvola di chiusura, così facendo il peso del vagoncino che sta in
alto inizierà a prevalere sul peso del vagoncino che sta in basso e quindi per
il pricipio della gravità terrestre il vagoncino che sta in alto trascinerà in
alto il vagoncino che stava in basso e quello che stava in alto scenderà alla
base della salita. Sulla sommità della salita vi è una sorgente d'acqua per
rifornire il serbatoio del vagoncino che durante la salita ha dovuto scaricare
l'acqua che aveva nel serbatoio. Una volta riempito d'acqua il serbatoio del
vagoncino che sta in alto, il ciclo può ricominciare.
Un'altro
sistema ingegnoso per produrre energia elettrica con il flusso e deflusso delle
onde del mare è il seguente: sulle scogliere tempestose della Scozia è stato
costruito un'enorme imbuto in cemento armato la cui posizione è in orizzontale e
la parte più larga dell'imbuto si affaccia sul mare. Le grandi ondate riempiono
completamente la parte più larga dell'imbuto creando una compressione dell'aria
che si trova all'interno dell'imbuto, questa aria compressa che si trova
all'interno dell'imbuto esce con forza e accelerata dalla parte più stretta
dell'imbuto (l'accelerazione dell'aria è dovuta all'effetto del tubo di Venturi)
facendo ruotare le pale di una turbina il cui asse è collegato all'asse di un
generatore elettrico, Quando avviene il deflusso dell'onda che si è incanalata
nell'imbuto si ha un doppio effetto, l'aria viene risucchiata all'indietro che
fa ruotare ugualmente la turbina nello stesso senso ma con l'inclinazione delle
pale invertita. La Danimarca è la Nazione che maggiormente investe sulle fonti
di energia alternative. Alcune navi in questa nazione sono state modificate per
munirle di n. 4 gambe a movimento idraulico per potersi così adagiare sul fondo
del mare in modo stabile. Questo è stato necessario per installare enormi
generatori eolici direttamente sul mare e non sulla terra ferma, questo perchè
sul mare il vento che fa ruotare la enorme elica tripala con un diametro di
A metà
del
Cordiali
saluti ai lettori del Radiogiornale. Da ik8jzk Ruggero Billeri
Napoli.
leggete
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12.
Da:
Ruggero BILLERI
Vita
Artificiale (artificial life)
INTELLIGENZA
ARTIFICIALE L'emergere recente di un interesse per la vita artificiale s'incrive
in una tradizione inaugurata dalla cibernetica, che fornisce una base
concettuale comune di studio degli oggetti naturali e artificiali. La vita
artificiale rappresenta un'importante tappa concettuale nella scienza moderna,
che si sforza di gettare ponti fra la mente, il vivente e la materia
(>Mente). Postulando che la vita è una proprietà non della materia ma di una
forma di organizzazione della materia l'artificial life tenta di comprendere ciò
che distingue le scienze della materia dalle scienze del vivente. Postulando che
il nucleo centrale delle facoltà cognitive risiede nella capacità di vivere, la
vita artificiale tenta di ridurre la distanza che separa le scienze della
cognizione dalle scienze del vivente. Si può considerare la vita artificiale una
biologia sintetica (>Emergenza) perchè s'interessa alle proprietà emergenti
del vivente come forma d'organizzazione della materia. La si può cosiderare una
teoria dei sistemi autonomi, perchè s'interessa strada facendo, a una classe di
sistemi dotati di facoltà cognitive più ampie rispetto ai sistemi viventi. La
vita artificiale, come la biologia, è un campo scientifico destinato a
comprendere il vivente, ma, a differenza della biologia, s'interessa meno alle
proprietà analitiche del vivente che alle sue proprietà sintetiche emergenti. A
questo scopo, si sforza di astrarre i processi fondamentali del vivente per
studiare i principi dinamici che manifestano tali proprietà emergenti e si
propone di sperimentare questi principi sulla base di supporti fisici adeguati.
Gli automi autoriproduttori di John Von Neumann, i sistemi di Aristid
Lindenmayer per la morfogenesi, gli algoritmi genetici di John Holland per i
fenomeni di evoluzione costituicono degli esempi di astrazione di processi
fondamentali del vivente. Come sono stati selezionati i metaboliti responsabili
dei cicli e degli iper cicli del metabolismo cellulare? Come fanno, un nuumero
immenso di cellule, ad oganizzarsi in specie cellulari per costruire un essere
pluricellulare capace di riparare se stesso? Come giungono le immense collezioni
di linfociti a operare quella distinzione essenziale tra il sè e il non sè? Come
possono coevolvere un numero considerevole di specie, in seno all'ecosfera? Come
comprendere tutti questi fenomeni di emergenza in cui il sistema mantiene la sua
organizzazione in maniera autopoietica? La vita, a tutti i suoi livelli, è la
sede di processi di autorganizzazione, tra l'ordine e il caos. L'ipotesi che la
vita si situi al punto di transizione dall'ordine al disordine, ai margini del
caos, la dove i grandi sistemi interattivi raggiungono il massimo della
complessità, è un'euristica maggiore propria della vita artificiale. Postulando
che il vivente è una proprietà non della materia ma di un forma di
organizzazione della materia stessa, la vita artificiale apre la strada a
sperimentazioni su altri supporti fisici che non siano le catene di carbonio del
vivente. In particolare, lo studio dei grandi sistemi interattivi costitutivi
del vivente, come sistemi coevolutivi complessi, passa attraverso la loro
modellizzazione e simulazione. Anche se questa simulazione si effettua talvolta
su supporti fisici analogici, essa utilizza, più in generale, il computer come
strumento privilegiato: in questo senso, la vita artificiale contiene anche una
biologia computazionale. Come disciplina al crocevia della biologia e
dell'intelligenza artificiale (A1), delle scienze cognitive e delle scienze
fisiche, la vita artificiale postula che il nucleo centrale delle facoltà
cognitive risiede nella capacità di vivere, cioè di mantenere la propria
vitalità e autonomia in ambienti vari e mutevoli (>Costruttivismo). Questa
capacità di vivere si radica in un apparato sensomotorio (>Azione,
Percezione). La mente cessa di essere separata dal corpo, come nel dualismo
cartesiano (>Dualismo/monismo); la cognizione non è più in primo luogo, il
fatto di un puro spirito che manipola simboli (>Cognitivismo, Simbolo), ma
l'emergenza di un mondo di significati per una mente incarnata in un corpo.
Infine, un sistema autonomo non si può concepire in maniera isolata; la sua
vitalità dipende dalle sue interazioni simbiotiche con un ambiente composto da
altri sistemi autonomi. Questa dipendenza diventa cruciale nel caso di
interazioni fra individui della stessa specie, fra le quali società d'insetti
costituiscono il primo esempio prototipico (>Cognizione animale, Cognizione
sociale, Comunicazione, Interazione). Si parla allora di intelligenza
collettiva, come capacità propria di una società di sistemi autonomi di
risolvere meglio collettivamente piuttosto che separatamente il loro problema di
vivibilità (>Distribuita. Intelligenza) Per capire i sistemi autonomi, la
vita artificiale si sforza di astrarne i principi dinamici fondamentali. Le
ricerche in questa direzione, beneficiano delle acquisizioni dell'intelligenza
artificiale, degli approcci connessionisti per gli aspetti cognitivi
(>Connessionismo) e della teoria dei giochi per lo studio delle interazioni
sociali. La vita artificiale, concependo e sperimentando agenti autonomi, getta
una luce nuova su tradizioni d'ingegneria come la robotica e la teoria del
controllo (>Controllo, Robotica), introducendovi concetti ispirati alla
biologia, quali la vitalità, l'autonomia l'adattamento o l'intelligenza
collettiva.
Paul Bourgine
Ediz.
(Puf)
Presse
Universitaires de France
Traduzione dal
francese a cura di ik8jzk Ruggero Billeri Napoli.
Cordiali
saluti ai lettori del Radiogiornale da
ik8jzk Ruggero Billeri Napoli.
leggete
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13.
Da: IK2ane C
[ik2ane@fastwebnet.it]
Aggiornamento
elenchi ponti
Presso le mie homepages potete
trovare gli elenchi dei ponti radioamatoriali VHF, UHF, 1200 MHz, ATV, LINK ed
ECHOLINK aggiornati al 18/10/07.
Per eventuali segnalazioni o
modifiche inviatemi una e-mail all'indirizzo ik2ane@fastwebnet.it
Soprattutto se ci sono
ponti da cancellare. Raramente mi giungono queste
informazioni.
Grazie
Saluti.
Walter -
IK2ANE
http://users.libero.it/ik2ane.walter
http://digilander.libero.it/ik2aneweb
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14.
Da:
Battiato Guido IW9DXW [batguido@tin.it]
Triste
annuncio
Dopo 4
giorni di degenza ospedaliera, venedì 19 ottobre alle ore 1,13 il mio
papa’ è salito al cielo per
un arresto cardiaco.
Serenamente si è
spento attorniato dall’affetto dei suoi più
cari familiari ed al conforto religioso di Padre Alfoso otta.
Mi scuso
di cuore con tutti coloro che apprendono la triste notizia attraverso questa
email ... .... sono momenti difficili da organizzare un
altro quando avvengono in
maniera inaspettata.
Io e la
mia mamma Ringraziamo di cuore quanti, in un modo o in un
altro, sono stati
vicini con il loro affetto, in questi giorni in cui è difficile accettare il
distacco.
Guido
Battiato IW9DXW
Al
caro Guido e alla sua mamma, in questo momento di grande dolore, inviamo le
sentite condoglianze della redazione del Radiogiornale.
Leggete
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15.
MERCATINO
RADIOAMATORIALE
Da:
Michele Boulanger
Vendo FT101ZD Yaesu con
inverter originale 12V-220, microfono, manuale, filtro stretto CW, valvole
finali e pilota di ricambio
IK1AQI
Michele Boulanger
335
7623677
<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<
Da:
sglent@tin.it
VENDO 3 circuiti stampati
forati e stagnati per TX Audio-Video 1240 Mhz
da 200 mW;
realizzazione alla portata di tutti grazie al VCO integrato
VTO 8090
della AvanteK; max portata conseguita con antenna parabolica
Km 45 ad
Euro 15,00 compresa spedizione.
Marco
Lento Tel 090-51281 (ore 15 ) E-mail: sglent@tin.i
t
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Da:
Radio Active [iradiom@hotmail.com]
Vendo per cessata
attività OM il seguente materiale:
- RTX
KENWOOD TS-530 S con microfono da palmo e manuale d'istruzioni in splendido
stato;
- filtro
stretto CW Kenwood YK-
- filtro
stretto SSB Kenwood YK-88SN;
- coppia
di valvole finali RCA 6146B e una prefinale Dumont 12BY7A nuove mai utilizzate e
mai tolte dal loro scatolo;
-
Microfono parla/ascolta per portatili Kenwood mod.
SMC-33;
- Keyer
elettronico di costruzione USA della HAM KEYER;
-
Accordatore HF Ten Tec 229 2 KW con roller continuo in argento,
splendido;
- Balun in
corrente RadioWorks mod. NEW REMOTE BALUN;
- Balun
1:1 per alte potenze autocostruito;
- Carico
fittizio per Alte frequenze;
-
RosWattmetro DAIWA CN-103 140-525 MHz (NUOVO);
- Cuffia
Yaesu YH-77STA imballata;
-
Stampante al laser monocromatica Samsung ML-1610 imballata e completa di
manuale, cd di installazione e toner al 30%;
- Scanner
Scanny Network completo di alimentatore e cd di
installazione;
-
Commutatore PC per porte parallele a 2 Vie NUOVO 10
Euro;
-
Dissipatore interno con ventola per Hard Disk Cooler Master DCD-4002 20
Euro;
- 3
valvole vetro Eimac 4-400A, NUOVE ma senza imballo 150 Euro
cad.;
- 8
valcole vetro RTC QB3,5/750GA (=4-250A), NUOVE ancora inscatolate e mai aperte
150 Euro cad.;
- 2
valvole vetro Philips QB3/300GA (=4-125A), NUOVE ancora inscatolate e mai aperte
100 Euro cad..
-
Condensatore variabile in aria per alte potenze da 250pF NUOVO ideale come
variabile per la costruzione del pi-greco negli amplificatori lineari 70
Euro.
-
Trasformatore HV per amplificatori lineari con uscite a 1200/1300/1400 Volts 1,3
Ampere;
- Relè
sottovuoto Jennings;
-
Commutatore rotativo per alte potenze (ideale per commutare le bande in un ampli
HF);
- nr 1
fondo scala 15 V. (normale) grande 5 euro
- nr 1
fondo scala
- nr 1
fondo scala
- nr 1
fondo scala 15 V. (normale) piccolo 5 euro
- nr 1
fondo scala
- nr 1
fondo scala con banda rossa e scritta overload (bachelite) nuovo ed inscatolato
20 euro
- nr 1
fondo scala 100 microA. (bachelite) piccolo 10 euro
- nr 2
fondo scala 20 KV (bachelite) grande 10 euro
- nr 2
fondo scala oltre 150 valore numerico con al centro una banda rossa (bahelite)
grande 10 euro
- nr 2
fondo scala 50 valore numerico con al centro una banda rossa (bahelite) grande
10 euro
- Diverso
altro materiale tra relè di potenza, ventole a chiocciola, etc
etc
Per
info e prezzi contatti a iradiom@hotmail.com oppure al
349/6757630, grazie e 73 de enzo ik7wpg
<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<
Da:
iret.friuli [iret.friuli@libero.it]
CERCO, per un amico,
ricetrasmettitore YAESU, KENWOOD, ICOM, SOMMERKAMP, ALINCO, ecc. che operi in
sintonia continua (almeno in ricezione) su tutte le frequenze HF, prezzo
contenuto, anche modello non recente, almeno AM ed SSB, eventuale accordatore
d'antenna incorporato o non, ecc.
ACQUISTO casa mobile di
qualsiasi dimensione per installare stazione radio in zona
montana.
VENDO:
-
ricetrasmettitore GRC 106 frequenze HF in USB-AM-CW, alimentazione 24V, completo
del suo amplificatore (potenza massima circa 400W), privo d'accessori, peso
totale circa
[500
euro]
-
ricetrasmettitore R 107 russo frequenza 20-52 MHz in FM, completo di tutti gli
accessori, senza cassa per il trasporto, ecc.
[50
euro]
-
ricetrasmettitore RV 2 frequenza 48-54 MHz in FM, perfetto, completo d'antenna,
ecc.
[10
euro]
-
modulator-power supply MD-141A/GR U.S. Army - Radio Receptor Co.Inc. Brooklyn
N.Y., senza accessori, personalmente mai utilizzato, peso circa
[80
euro]
-
alimentatore originale per ricetrasmettitore RT 70.
[15
euro]
- U.S.
cable fault locator detector James G.Biddle Co. - Philadelphia 7
P.A.
[80
euro]
- cavi RG
223/U intestati BNC, lunghezza 25-
[2 euro
cadauno]
- zainetto
U.S. ML GAS MASK M9.
[20
euro]
-
calcolatrice elettrica ELETTROSUMMA 14 OLIVETTI, senza cavo d'alimentazione,
completa, funzionante, esternamente leggermente sverniciata,
ecc.
[20 euro]
-
specchietti retrovisori laterali del furgone FIAT 242 primo modello (quelli
fissati nella parte superiore della portiera).
[15 euro
cadauno]
- coppia
coperture esterne per fanalini anteriori freccia-luce di posizione per furgone
Fiat 242, nuove (mai usate), colore
arancione-bianco.
[tutto 40
euro]
NON sono
graditi sms per informazioni o contrattazioni riguardanti il materiale in
vendita.
NON
rispondo a telefonate con numeri anonimi o non
visibili.
IW3
SID - Andrea tel. [+39] 3474907504 (ore
pomeridiane)
e-mail:
iret.friuli@libero.it
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16.
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