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Numero 198 - Anno VII – 14 luglio 2008

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Socio A.R.I ricordati di votare!

 

Sommario:

  1. Dare a Cesare quel che è di Cesare!;
  2. Un Consiglio Direttivo da… ARI Associazione Radioamatori Italiani;
  3. Diritto al mugugno;
  4. Risposta a Pietro Marino IT9ZGY;
  5. Risposta a Mario Alberti I1ANP;
  6. Privacy radioamatoriale;
  7. Riceviamo dai Candidati ARI;
  8. Sul Web ci si “droga” con onde sonore;
  9. Eco-night, il ballo che ricarica;
  10. II8MU Bicentenario G. Murat a Massalubrense;
  11. II° Diploma Operazione Avalanche;
  12. Mercatino “Biella Radio”;
  13. XXIII Simposium Internazionale Terni e Orvieto;
  14. 35° Radiolocalizzazione “Ulisse Panico I0NC”;
  15. Le conferme di I3MKH;
  16. “Drogati” di Cellulare;
  17. L’eolico regione per regione;
  18. Compri un Cellulare? Attento alle radiazioni;
  19. Parte da Firenze il PC del futuro;
  20. Via alla rivoluzione dei nomi Web;
  21. Oscillatore a multivibratore;
  22. Grave lutto di I2RGV;
  23. Mercatino radioamatoriale;
  24. Informazioni.

 

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1.

Dare a Cesare quel che è di Cesare!

 

Come si sbagliava chi ha scritto l’esalogo che segue:

1. Il radioamatore è un gentiluomo

Non trasmette appagando il proprio piacere quando sa di nuocere al piacere altrui.

2. Il radioamatore è leale

Verso le leggi e i regolamenti nazionali ed internazionali, e verso la propria associazione.

3. Il radioamatore è progressista

Segue il progresso della tecnica: apporta continuamente migliorie ai propri impianti; si sforza di adoperare la sua stazione con la miglior correttezza possibile.

4. Il radioamatore è cortese

Trasmette, se richiesto, lentamente; dà consigli e notizie ai principianti; non usa mi un tono cattedratico.

5. Il radioamatore è equilibrato

La radio è il suo svago ma non tralascia per essa nessuno dei suoi doveri verso la famiglia, il lavoro, la scuola, la comunità.

6. Il radioamatore è altruista

La sua stazione e le sue conoscenze tecniche e professionali sono sempre a disposizione dei suoi simili, del suo paese e del mondo

 

Invece di seguire quelli che sono i canoni del radiantismo, (ne abbiamo testimonianza anche in questo numero del Radiogiornale), alcuni personaggi si dilettano a fare come il famoso “dottor sottile” e spaccare il capello in quattro, discettando se sia nato prima l’uovo o la gallina, dove il primo è il Codice Civile e la seconda lo Statuto dell’ARI, dimenticando, o facendo finta di dimenticare, che “Ubi maior minor cessat”, ovvero poiché siamo cittadini italiani è evidente che tra una norma statutaria e una norma legislativa, siamo tenuti a rispettare la norma legislativa, (maggiore di quella statutaria) proprio perché italiani. Del resto “Dura lex sed lex”, la Legge è dura, ma è la Legge. E’ il principio basilare della civiltà giuridica, che postula l’obbedienza affinché sia garantito il bene comune, cui le leggi mirano. L’obbedienza dei singoli alle leggi assicura la libertà di tutti, altrimenti si cade nell’anarchia. Il Giudice Unico del Tribunale di Milano ha sancito questo importante principio giuridico respingendo il ricorso dell’iscritto all’ARI Alberto Martini, che appunto nella sua qualità di iscritto, proponeva la domanda cautelare di sospensione, ai sensi dell’art. 23 c.c. dell’esecuzione della delibera 16/11/07 del Consiglio Direttivo Nazionale dell’Associazione, che in base alle dimissioni dei Consiglieri Luigi Belvederi e Paolo Cavicchioli, in base all’Art. 27 dello Statuto, aveva deciso all’unanimità di indire il Referendum per l’intero Consiglio e Collegio Sindacale, garantendo nel frattempo l’ordinaria amministrazione… “nonché di sottoporre all’approvazione dei soci la bozza del nuovo Statuto elaborato dalla relativa Commissione.  “…  Ma il Tribunale ha rigettato il ricorso del Martini e lo ha condannato alla rifusione in favore dell’Associazione delle spese del procedimento giudiziario, (oltre CP e spese generali), Euro 200,00 per spese, Euro 700,00 per diritti ed Euro 900,00 per onorari.

Nonostante ciò continuano ad essere inviate e-mail a tutti dove, con scarso equilibrio e poca responsabilità e senza un minimo di lealtà si sostengono cose incredibili, dove tutto il bene sta da una parte e tutto il male da un’altra parte e l’ARI (poveretta), viene descritta come dominata da due gruppi: uno di angeli e l’altro di diavoli, non riconoscendo i risultati ottenuti da chi ha gestito l’Associazione e gettando fango sul prossimo. Si dice, ad esempio: se non mi voti, poi non lamentarti se le cose vanno male come negli ultimi tempi. Gente di scarsa memoria e per onestà intellettuale e lealtà, giova ricordare che il CDN uscente ha recuperato migliaia di iscritti che avevano abbandonato l’ARI, ha realizzato il grande obiettivo del Monte del Giogo, istituzione tecnica che ci viene invidiata in tutto il mondo, ha realizzato Rete Italia e la Radio nelle scuole, sul piano internazionale in occasione della non dimenticata riunione di Zagabria del gruppo IARU, nel 2006, l’ARI é stata salutata come il possibile punto di riferimento dei Paesi dell'Europa Centrale in vista della conferenza mondiale che si terrà in Croazia nel novembre di quest'anno, addirittura l'Austria ci ha dato mandato per rappresentarla a livello internazionale per la Protezione Civile. I rapporti con il Ministero delle comunicazioni, a differenza del passato, sono diventati una cosa seria e partecipata, tanto che il Rappresentante del Ministero delle Comunicazioni in seno al CDN ARI, partecipa attivamente alle riunioni e vota insieme agli altri componenti dell’organismo.

Il propugnatore della crociata anti CDN non si è accorto che nella lista che lui caldeggia ci sono persone che hanno pluri-denunciato l’ARI alla Procura, alla GdF, facendo cause e contro cause, (salvo a perderle), persone che a casa loro sono state anni senza approvare i bilanci della loro struttura, salvo approvare un blocco triennale in un colpo solo, persone che per “dispetto” nel corso dell’Assemblea Nazionale non hanno nemmeno voluto esaminare i bilanci e questo allo scopo di mettere in crisi il CDN!!!  Non si rende conto che sta distruggendo l’ARI e che i risultati possono essere solo due: la guerra permanente, condannando la stessa ARI all’immobilismo, o la divisione (leggi scissione), cosa ancora peggiore dell’immobilismo perché determinerebbe come conseguenza che l’Associazione di maggioranza si dividerebbe in due associazioni minoritarie pari ad altre già esistenti.

Ormai in ARI, a causa di poche persone orfane del vecchio regime, si registra una divisione verticale e insanabile che non ha riscontri nemmeno nella vita politica e parlamentare italiana dove le divisioni esistono, ma hanno almeno una giustificazione ideologica, di classi sociali rappresentate e naturalmente di una diversa visione del mondo e dei processi economici che lo attanagliano,  ma tra i Radioamatori, che dovrebbero avere solo il comune interesse per la radio e per le sue molteplici applicazioni, non si capisce bene da cosa siano provocate queste “insanabili” divisioni, se non da cose che non si vogliono esplicitare, e ciò che viene detto appare falso e poco credibile, questo naturalmente accresce i dubbi e il malessere generale degli iscritti.

L’interesse dell’ARI è quello che bisogna tornare a fare i Radioamatori, che bisogna mediare e discutere per trovare comuni denominatori, rinunciando alle vendette e alle ambizioni personali e facendo un passo indietro a favore dei Radioamatori, riconoscendo il metodo della democrazia, accettando i risultati delle urne.

 

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2.

UN CONSIGLIO DIRETTIVO DA …. A.R.I. ?

ASSOCIAZIONE RADIOAMATORI ITALIANI

 

Di I4FGG Giacomo Fabbri

 

Cari Soci,

faccio seguito a quanto inoltratoVi recentemente da un Anonimo sostenitore una lista di candidati per il referendum, che ha utilizzato la rubrica degli indirizzi dalla Segreteria Generale e sulla cui paternità non vi sono dubbi (vedi proprietà del documento), per chiarire alcuni concetti che, già alla semplice e  superficiale lettura della sua esposizione, lasciano trasparire una visione assolutamente distorta e volutamente di parte delle problematiche che attualmente affliggono la nostra Associazione.

Lo faccio perché “preso per il bavero” da un messaggio mail né richiesto e tantomeno gradito, dal punto di vista di chi è in ARI da 42 anni, da chi è stato discepolo di uno dei suoi fondatori (i1AA ing. Lana) e che quindi ha la lecita convinzione di appartenere alla nostra Associazione in modo diverso  da quello di tanti ciarlatani che hanno la sfacciata presunzione di insegnarci a viverla. 

Nel Suo scritto, l’Anonimo immediatamente parla, evidenziandolo con la sottolineatura ad in neretto, di guerre intestine che affliggono il Sodalizio: ebbene ricordo al lettore eventualmente distratto che Mauro I1JQJ e Mario I2MQP , inseriti nella lista “consigliata”,  sono attualmente Consiglieri Nazionali che si sono assunti due anni orsono la responsabilità di concorrere alla conduzione della nostra Associazione.

Entrambe, uno addirittura nella sua migliore tradizione (anche nel mandato precedente come Sindaco ha “gettato” la spugna), davanti alla difficoltà hanno rassegnato il 28 luglio 2007  formali dimissioni;  salvo poi immediatamente dichiararsi, senza ritirale,  disponibili a rimanere al loro posto per il bene della Associazione …...

Sono questi Consiglieri Nazionali che attualmente disertano, nonostante i circostanziati chiarimenti (richiesti da appartenenti la lista “consigliata”) di un Magistrato di Milano, le riunioni di CDN aggravando quella situazione di stallo che, sia chiaro, è stata creata dai Delegati di alcuni Comitati Regionali che, come dice l’Anonimo, “più partecipano alla vita associativa”. 

L’Anonimo volutamente ignora che terminato il triste periodo della presidenza “Ortona”, il fiume in piena della genialità che appartiene ad ogni libero radioamatore è tracimata dagli argini innaturali che trenta anni di immobilità associativa avevano forzatamente creato ed ha invaso ogni dove producendo iniziative che ci vengono non solo invidiate ma anche copiate da altre associazioni gemelle.

Una su tutte ?: “La Radio nelle Scuole”, copiata dalla ARRL e sotto la lente di ingrandimento della RSGB. Già la Slovenia, nella zona bilingue dell’Istria, è preparata a partire sulla base delle nostre stesse esperienze. 

Altro? : il “Progetto Monte Giogo” non è più una visione astratta, fine a se stessa ma, implementata dalla partecipazione delle Sezioni di Civitavecchia ed Alto Lazio con l’acquisizione della base di Monte Maggiore (Tolfa), appare avviata sui solidi binari della cooperazione con le Università. Il tutto si sta concretizzando, sotto il profilo della maggiore “visibilità” per la nostra Associazione che tutti noi da tempo desideriamo, con la discussione delle prime tesi sperimentali di laurea in Ingegneria delle Comunicazioni sviluppate sulle esperienze di alcuni laureandi maturate nei nostri siti radioarcheologici.  Tutto ciò è il frutto di un altro grande accordo, mai neppure pensato in precedenza, con il M.I.U.R. ( ex Ministero Pubblica Istruzione) che ha portato alla sottoscrizione di una Convenzione tra A.R.I. ed Università di Parma.

Ed il “progetto Rete Italia” con la recente acquisizione di una rete di ponti D-Star lo vogliamo dimenticare?

E’ intuibile che l’Anonimo, nel nome della mera propaganda, cerchi di nascondere questi fatti di chiara evidenza: quando poi parla di conferire massima priorità alla cura dei rapporti con la P.A., dimostra di avere perso un treno che già corre velocemente verso la sua meta decisa da tempo dai soci  A.R.I.!

Ignora quindi lo stato degli attuali  rapporti con il M.I.U.R.; ignora lo stato degli intensi  rapporti con il Ministero Difesa che ha recentemente individuato nell’A.R.I. il collettore per le donazioni in comodato in uso gratuito delle apparecchiature elettroniche dismesse dalle sue basi e dimostrazione ne è che tutti i suoi soci, nella persona del Presidente I4AWX, sono stati questo anno ufficialmente invitati a presenziare alla sfilata militare del 2 giugno, Festa della Repubblica; ignora la prolificità dei  rapporti con alcune autorità amministrative locali per l’ormai matura assegnazione di un immobile per “Casa ARI”.  Se invece, per l’Anonimo sostenitore la sua  lista, la P.A. si identifica con la Protezione Civile, possibile che le recenti esperienze non gli abbiano insegnato niente?.

Ammenocchè sotto non ci sia qualche cosa che volutamente viene taciuto….

Questo Anonimo dimostra quindi di essere  colpevolmente all’oscuro dello “stato dell’arte” della situazione associativa : perché mai dovremmo porgerGli attenzione ed affidare ai candidati da Lui consigliati le sorti del nostro futuro?

Perché mai dovremmo loro consegnare  “l’ingrato compito di riportare la vita associativa nell’alvo naturale che gli appartiene”?

Perché mai dovremmo essere così violenti con noi stessi da acconsentire che si riportino gli orologi dell’ARI indietro di 30 anni?

Un’ultima amara constatazione: forte del suffragio della maggioranza dei soci, l’ultimo CDN ci ha ridato l’orgoglio di appartenere ad una associazione “viva”.

Un manipolo di Delegati rappresentanti quei “Comitati Regionali che più partecipano alla vita associativa” e di cui ora l’Anonimo si dichiara ammiratore,   ha fatto scempio della volontà della base e, sconvolgendo le indicazioni di voto ed utilizzando l’alibi dei “Bilanci”, avrebbe voluto sovvertire l’ordine dettato dal nostro Statuto. 

Fortunatamente il Magistrato di Milano, chiamato in causa proprio da alcuni appartenenti la lista “consigliata”, ha sancito chiaramente ed in maniera definitiva come stanno le cose.

Il futuro della nostra Associazione quindi non si può depositare nelle mani di chi, con una paginetta formato A4, ce lo vuole imporre, perdipiù  rivestito all’antica e  con abiti a tinte sbiadite.

Il modello della “Consensus Conference” , così come è stato a Pordenone nel 2006, si è dimostrato l’arma vincente per dettare al nuovo CDN  linee guida per mettere in atto le progettualità proposte dalla base sociale: progetti che poi passati alla fase operativa hanno  suscitato l’ammirazione delle altre associazioni europee di radioamatori.

E’ quindi ogni singolo socio che deve avere una sua “visione” del futuro dell’A.R.I. , un suo desiderio di come vorrebbe che fosse la sua associazione nell’immediato futuro. E perché questo “sogno” possa realizzarsi, deve essere lasciato libero di scegliersi i dirigenti che gli prestino attenzione, che si adoperino  per  realizzare questa sua “visione”.

Ciò non rientra nelle proposte del nostro Anonimo che con la frase “non è certo intenzione dei C.R. (ma cosa centrano?)  appoggiare o elaborare programmi fantasiosi, capaci di attirare l’attenzione dei soci solo per i contenuti o per la rapidità dei risultati (!?!)” ci riporta a quel triste episodio associativo allor quando il Presidente Ortona a “Diamo voce alle Sezioni” di Pordenone 2005 ebbe a dichiarare, tra lo sconcerto di tutti i presenti,  che “l’ARI non aveva programmi!”   facendoci vivere il momento più buio del nostro essere radioamatori.

 

Scegliendo la radio come passione abbiamo dimostrato di essere persone intelligenti; da persone intelligenti, scegliamocelo noi il nostro futuro! Da persone intelligenti scegliamoci liberamente i nostri dirigenti!

 

73 e GL  I4FGG

 

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3.

            

P I E T R O   M A R I N O - IT9ZGY

                 Viale Principe Umberto 10   90149 Palermo 

 

Palermo  3 luglio 2008

 

D I R I T T O   A L   M U G U G N O

 

“Mugugno” è una voce onomatopeica marinaresca d'antica origine genovese che esprime un sommesso scontento, lagnanze e  brontolii di  critica.

La tradizione vuole che in Liguria il padrone di un peschereccio offra, a chi si imbarca, la scelta tra il diritto di mugugnà e un supplemento di paga.

 Solo i marinai di Camogli, considerati i migliori al mondo, avevano per antica concessione rispetto agli altri colleghi, paga migliore e diritto al mugugno.

Sebbene questo privilegio non sia previsto nelle nostre norme statutarie, il Socio lo ha considerato tale all’atto del pagamento della quota associativa e lo ha esercitato per reclamare i propri diritti e per richiamare la dirigenza ad una maggiore attenzione ai problemi associativi.

La libertà d'opinione e il diritto di critica sono emanazioni dell’art. 21 della nostra Costituzione che così recita: “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.

La libertà d'opinione  permette di esprimere le proprie idee su determinate questioni, con il tacito invito al dialogo ed al confronto. Il diritto di critica, invece,  è una dura contrapposizione che permette con fermezza , a chi la esercita, di mettere a nudo, l’inadeguatezza, l’inaffidabilità e gli errori altrui.

Non è mia intenzione dimostrare “l’inadeguatezza, l’inaffidabilità e gli errori” commessi dal Collegio Sindacale e da alcuni Consiglieri, per il semplice motivo che le mie doglianze sono già state espresse nella lettera aperta ai Soci dell’ARI del 30 giugno scorso. Siccome auspico una riconciliazione generale tra i nostri Soci, cercherò di tenere abbassati i miei toni,  senza però rinunziare al mio sacrosanto diritto di critica.

Dopo la decisione del G.U. del tribunale di Milano, auspicavo che i Comitati Regionali esternassero  un duro ammonimento a coloro che avevano reso quasi ingovernabile la nostra Associazione, ed in particolare contro coloro che avevano promosso un’azione legale nei confronti del Consiglio Direttivo. Poiché le motivazioni  presentate nel ricorso sono state rigettate in toto dall’ordinanza del magistrato, (evidentemente il G. U. le avrà giudicate prive di qualsiasi fondamento giuridico) mi riprometto, tramite il mio Comitato Regionale, di proporre al nuovo Consiglio Direttivo la radiazione dalla nostra Associazione  dei soci ricorrenti.

Le dolenti note vengono, more solito, dai Comitati Regionali che ancora una volta sono stati, muti, ciechi e sordi e incapaci di prendere le giuste distanze e i necessari provvedimenti..

I commenti da parte di molti colleghi, per le mie “lettere aperte”, sono stati di compiacimento e qualcuno si è anche meravigliato che io non abbia deplorato pubblicamente  la condotta dei tre Consiglieri  che avevano disertato l’ultima riunione consiliare svoltasi  recentemente a Roma.

C’è voluta una mia grande dose di pazienza per dimostrare che quei Consiglieri avevano ragione ad avere deciso di non parteciparvi.

. Essi, al contrario, devono ricevere la nostra più ampia solidarietà. Dapprincipio non riuscivano a capire il motivo, poi … hanno compreso perfettamente !

Dopo la “strigliatina” ricevuta dal G.U. del Tribunale, che aveva dimostrato che il Consiglio Direttivo era legalmente costituito, era più che comprensibile che quei Consiglieri che avevano sostenuto il contrario, avessero il timore ad affrontare le ovvie ironie dei colleghi  in presenza  del rappresentante del Ministero delle Comunicazioni.

Certamente non  avrebbero fatto una bella figura!

Mettetevi nei loro panni e vi convincerete che avevano perfettamente ragione a scomparire dalla circolazione!

Ormai è acqua passata e non mi resta che rinnovare a questi Consiglieri, ancora una volta, il mio  più incondizionato appoggio per la loro saggia decisione.

 Anzi, mi permetto di consigliare loro di prendersi una lunghissima  pausa di riflessione,  di almeno  un paio d’anni, e di fare un passo indietro poiché solo così potrà tornare la pace e la concordia in seno alla nostra Associazione.

                           

                                                                                                            

 

 

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4.

N.D.R. Questo testo, secondo accordi telefonici con l’interessato, ci era stato inviato dello stesso estensore per e-mail e da noi inserito nel Radiogiornale in via di redazione, evidentemente non fidandosi di noi, successivamente Mario Alberti I1ANP ce lo ha inviato anche per Raccomandata chidendone la pubblicazione, appellandosi  a non meglio precisate “norme sulla stampa” . Evidentemente ormai i rapporti tra Radioamatori si sono così deteriorati che, pur non avendo una cultura giuridica, si comunica solo con le Raccomandate, le Carte Bollate e gli Atti Giudiziari. Dove è finito l’Ham Spirit?

 

Risposta a Pietro Marino IT9ZGY

all’articolo “Lettera aperta a I1ANP” pubblicato sul Radiogiornale 197 del 1 Luglio 2008

 

Di Mario Alberti – I1ANP

 

 

La Spezia, 4 luglio 2008 .

 

Gentilissimo Collega Radioamatore,

rispondo alla Tua del 29 giugno 2008 ed a quella del 30 giugno 2008, pubblicata anche sul nr. 197 del Radiogiornale del 1 luglio 2008, per significarTi che non e’ mia intenzione entrare in contraddittorio con Te e così scendere a risse verbali da bassa osteria dando seguito ad azioni mentali proprie di chi sostiene di saperne più di me .  Desidero solo RicordarTi che le sentenze, anche quelle di Corte di Cassazione, valgono al solo caso deciso e non già  “erga omnes” e comunque nei limiti del giudicato; sono salve quelle pronunciate a Sezioni Riunite, ma sempre nei limiti del giudicato stesso. Il rigetto della domanda cautelare da parte del G.U. di Milano, sia pure nel crisma della legittimità della costituzione dell’assemblea del 16 ottobre 2007 ( perchè sostanzialmente finalizzata all’indizione delle elezioni e data anche a presenza del Collegio Sindacale) postulerebbe, secondo il tuo ragionamento e semprechè io non abbia travisato, l’obbligo di seguire e quindi  recepire integralmente il disposto dell’art.2385 C.C. nello Statuto A.R.I., che essendo approvato con DPR 10 Gennaio 1950  nr.368 non prevede , tra l’altro, in modo espresso il ricorso alle norme del Codice Civile sulle Società. Tale obbligo non e’ condivisibile ne possibile in quanto in contrasto con il dettame dell’art. 3 di detto DPR che cosi’ recita: “ Le modificazioni dello Statuto sociale non saranno esecutive senza l’approvazione data nelle stessa forma del presente decreto” : ciò significa che ogni modifica deve essere adottata con DPR e richiesta in pratica tramite i Ministeri Vigilanti i quali a loro volta chiedono di regola parere al Consiglio di Stato, essendo l’A.R.I. riconosciuto in Ente Morale e non una Società di cui al Titolo del Codice Civile. Credo anche che qualora insorgano possibili conflitti tra una sentenza definitiva della magistratura ed il disposto di un Decreto del Presidente della Repubblica siano ben altri gli organi a fondare l’azione pubblica di competenza diretta a disciplinare l’istituto in controversia.  Quanto sopra conferma ancora che “ la sentenza” alla quale Tu fai riferimento deve essere letta “ cum grano salis “  ed interpretata non in senso analogico rispetto alla situazione determinatasi in ARI nei tempi in cui mi ero permesso “ immodestamente “ di esprimere quanto dovevo con la lettera del 2005 che accludo .

Quanto precede perché  Ti sia di stimolo a rileggere con maggior attenzione la mia lettera del 2005 appunto, con la quale mi sono limitato ad esprimere mie idee ( suffragate da fatti poi occorsi) e condividere idee espresse sul piano giuridico da altri senza necessità di dover ricorrere ad espressioni pesanti che non portano da nessuna parte.

Con questa mia e’ conclusa , con Te caro Collega, ogni forma di corrispondenza perché non ho mai creduto alle persone che prima si dimettono dalle cariche e poi interloquiscono nella gestione della vita associativa. Inoltre non ti riconosco l’autorità morale  di giudicare  ed interferire sulle mie assenze della vita associativa e tantomeno il diritto di spiegarne agli altri soci la motivazioni .

Concludo e sottolineo che, in ogni caso, saranno gli altri colleghi a giudicare i fatti e le posizioni di ognuno, al fine di stabilire se sussistano o meno le condizioni per una eventuale mia rielezione.

Senza rancore alcuno .                       Mario Alberti – I1ANP.

 

 

 

Allego la lettera del 2005.

 

Rivengo tirato in ballo, spero di essere chiaro e definitivo.

 

Per dovere nei confronti dei soci del Sodalizio, desidero chiarire ulteriormente e qui di seguito i motivi che mi hanno indotto a non partecipare all’adunanza del Consiglio Direttivo A.R.I. , convocato per il 9 maggio 2005;

com’e’ noto , il predetto Consiglio, essendo ridotto a tre elementi, non può, in ossequio all’art.26 dello Statuto, riunirsi per deliberare.

Sussiste una proposta per riunire detto Consiglio con tre Consiglieri effettivi e con almeno due dimissionari mediante l’applicazione in via analogica dell’art.2385 del Codice Civile.

E’ bene ricordare, intanto, che la sostituzione dei Consiglieri del Direttivo avviene esclusivamente ai sensi del combinato/disposto dell’art.27 dello Statuto e dell’art. 20 del Regolamento di Attuazione.

La dimissioni dei Consiglieri sono state rassegnate nelle seguenti date:

nella riunione del CD del 19 gennaio 2005, quelle di IS0RUH e subito dopo quelle di I0SNY; il 21 gennaio 2005, quelle di IV3FSG ; il 10 marzo 2005, quelle di IT9ZGY ; il 12 marzo 2005 , quelle di I2SG .

La non applicazione o la mancata applicazione delle norme sopra citate (artt.27 e 20 ) sottrae ogni possibilità di applicare successivamente altre norme dell’ordinamento giuridico, mediante ricorso al procedimento analogico, infatti uno dei fondamenti e presupposti per porre in essere tale procedimento e’ che il caso considerato non sia assolutamente previsto ( altrimenti si avrebbe interpretazione estensiva) e che , comunque, sia il giudice a darne la debita soluzione, perchè adito in via giurisdizionale.

 

Non credo che il Presidente ed i due Consiglieri rimasti in carica , peraltro membri di un Consiglio Direttivo privato delle sue prerogative di governo dell’Ente, possano sostituirsi al Magistrato disponendo che il Consiglio Direttivo possa attualmente funzionare con tra Consiglieri effettivi ed almeno due dimissionari. Tale decisione se adottata e che viene dall’applicazione in via analogica dell’art.2385 del Codice Civile, concretizzerebbe un evidente abuso da  non sottovalutare .

Pertanto, la proposta di insediare un Consiglio Direttivo  ricorrendo all’applicazione dell’art. 2385 del Codice Civile, notoriamente orientato alle imprese, non e’ condivisibile. Oltretutto, l’A.R.I. e’ un Ente Morale e come tale qualificato del nostro ordinamento in modo diverso dalle Società che vivono con contratto d’impresa e con iscrizione nel relativo registro.

Anche il “ parere pro veritate”, sia pure espresso da persona autorevole, e’ pur sempre e solo un parere che non mi esime da possibili responsabilità qualora aderisca alla suaccennata proposta.

Solo i dipendenti dello Stato, che nel compimento dei loro atti agiscano in piena conformità al parere espresso dall’ Avvocatura dello Stato rispetto a detti atti, sono deresponsabilizzati qualora siano chiamati a rispondere di tali atti in sede di giudizio di responsabilità promosso dalla Corte dei Conti.

Ringrazio per l’attenzione .  Mario Alberti I1ANP.

 

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5.

Risposta a Mario Alberti I1ANP

all’articolo pubblicato sopra

 

Di Pietro Marino IT9ZGY

V i a l e  P r i n c i p e  U m b e r t o 10 – 90149 P a l e r m o

 

 

P R E M E S S A

 

Gentile Direttore,

non faccio alcun appello alla legge sulla stampa per  chiederti

di pubblicare l’allegata e breve risposta ad Alberti.

Se avrai la gentilezza di farlo, te ne sarei molto grato.

Cordiali 73, Piero Marino – IT9ZGY

 

Palermo 6 luglio 2006

 

I1ANP de IT9ZGY

Mario, non capisco il perché  tu ti sia inalberato per  averti ricordato le motivazioni che ti spinsero nel 2005 ad ignorare il mio specifico invito  alla ricostituzione del Consiglio Direttivo in virtù dell’art. 2385 c. c.  Nella mia precedente lettera, ti avevo solo accennato che il G.U. aveva dato torto alle  motivazioni che ti avevano indotto a disertare le convocazioni consiliari.

Tu, invece di accettare con compostezza la decisione del G.U. di Milano, hai preferito imbastire una specie di autodifesa con la quale hai cercato di dimostrare che il magistrato ebbe  torto a decidere in quella maniera. Durante  i moltissimi anni nei quali ci siamo frequentati nelle riunioni consiliari, nell’esercizio del mandato elettivo che avevano conferito a noi i Soci, non mi hai dato mai l’impressione di possedere una specifica preparazione nelle scienze giuridiche, né di essere un buon conoscitore delle nostre norme statutarie. Indubbiamente avrai avuto bisogno di un amico preparato  che ti ha dato  la possibilità di replicare per non perdere la faccia nei confronti miei e dei Soci. Non mi permetto di polemizzare  o eccepire qualcosa, anzi  dò atto all’autore di avere fatto un buon lavoro.

Se tu ritieni di avere quel bagaglio di conoscenza giuridica che hai dimostrato nella tua lettera, ti consiglio di portarla a conoscenza del G.U. di Milano e di contestargli punto per punto la sua ordinanza nella quale aveva rigettato le motivazioni dei ricorrenti.

Ho avuto modo di leggere in un Blog una poderosa dissertazione  giuridica del Socio I6DNS, abbastanza completa, esplicativa e oserei dire quasi convincente. COMPLIMENTI !

 Se anche lui è veramente convinto dei suoi principi giuridici che ha illustrato nel Blog in maniera appassionante, gli consiglio di volere  contestare il G.U. di Milano facendogli pervenire il suo:

 “parere pro veritate”. Per concludere, cari Ragazzi (me lo posso permettere per la mia vetusta età):

  non dovete convincere me né tanto meno i lettori del Radiogiornale o dei Blog.

 Dopo le vostre interessanti disquisizioni, ora  siete obbligati moralmente , nei confronti di tutti i Soci, a ricorrere alla magistratura,  per dimostrarci che i vostri pareri hanno un valido fondamento giuridico.

Poiché non desidero apparire presuntuoso agli occhi del corpo sociale, non aggiungo più altro ed accetterò con modestia le decisioni dei magistrati a cui ambedue certamente vi  rivolgerete, proprio per fugare i nostri ed i vostri dubbi. Se questo mio invito non sarà da voi accolto, vi prego cortesemente di chiudere qui la polemica  poiché, ciò che in appresso potremo dire, saranno solo parole gettate al vento ed aria fritta che non varrà più la pena di dovere commentare.  Con l’occasione, desidero rassicurare I6DNS che non è mai stata mia intenzione di volere offendere volutamente qualche collega radioamatore attraverso le mie lettere, ma ho solo cercato di esternare il mio sacrosanto diritto di critica. Pertanto, nel consigliare I1ANP e I6DNS di accettare, con “il sorriso sulle labbra, le decisioni del G.U. di Milano, ringrazio ancora una volta il direttore  del Radiogiornale per la cortese ospitalità.

 

Piero Marino – IT9ZGY

 

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6.

Non si userà più il trasmettitore per fare QSO, ma la carta bollata!

Privacy radioamatoriale…

 

Dal sito Web dell’ARI:

 

Nota su elenchi Comitati Regionali e Sezioni

 

4 luglio 2008

 

* Considerati i ricorsi per tutela della privacy promossi davanti al Tribunale di Milano dai Presidenti dei Comitati Regionali Liguria e Puglia;

* a seguito di esplicita richiesta del Segretario Generale ARI e della conseguente valutazione tecnica;

* non trascurando anche l'opportunita' di evitare ogni ulteriore possibilita' di involontario danneggiamento dei Soci;

* riscontrato che non c'e' ancora stata alcuna sentenza chiarificatrice;

si e' provveduto al temporaneo spostamento degli elenchi dei Comitati Regionali e delle Sezioni ARI in una nuova area riservata del sito ARI, in attesa che la situazione venga chiarita, sia in ambito giudiziario che in ambito associativo.

Ci scusiamo per gli eventuali inconvenienti causati ai Soci dalla presente situazione, specie ai Soci non ancora in possesso di login e password ARI per l'accesso all'area riservata, ma siamo certi che comprenderete le motivazioni che hanno determinato questi cambiamenti.

 

Sezioni ARI

Comitati Regionali ARI

HI !!! Premesso che la Legge sulla “Privacy” considera come dati sensibili tutta un’altra cosa di quello che ritengono alcuni belli spiriti tra i Radioamatori, che hanno la vocazione dell’agente segreto esperto in questioni giuridiche ed hanno dato luogo alle risibili decisioni dell’ARI. Infatti secondo il Codice sulla protezione dei dati personali (d.lgs. 196/2003), art.4, sono considerati dati sensibili, e dunque la loro raccolta e trattamento sono soggetti sia al consenso dell'interessato che all'autorizzazione preventiva del Garante per la protezione dei dati personali (art. 26), i dati personali, idonei a rivelare:

* l'origine razziale ed etnica,

* le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere,

* le opinioni politiche,

* l'adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico,      politico o sindacale,

* lo stato di salute e la vita sessuale.

Tale elenco viene considerato chiuso, nel senso che non è lecito procedere per analogia.

Come si vede chiaramente l’ARI e i Radioamatori in quanto tali non rientrano in nessuna delle esemplificazioni previste dalla Legge sulla Privacy. Ma proseguendo nell’incauta interpretazione di questi “belli spiriti” dalla causa facile, come conseguenza di queste estemporanee idee si arriverebbe al paradosso che per rispettare la privacy in un futuro ormai non lontano, i Radioamatori, nel corso dei collegamenti, non comunicheranno più nemmeno il proprio nominativo. Sarà un ritorno alla prima CB dove si sentiva dire: sono XXX e trasmetto dall’Italia settentrionale, più privacy di quella!!! Ma quei CB si comportavano così in quanto avevano paura di una possibile denuncia per trasmissione abusiva, invece i Radioamatori, a meno che non siano ricercati dalle Forze dell’Ordine per qualche reato commesso, non dovrebbero avere di questi timori. E poi, lo dice anche il proverbio: “Male non fare, Paura non avere!”

Ma non finisce qui, sempre secondo queste elucubrazioni mentali: gli elenchi dei nuovi iscritti, in barba allo Statuto, non potranno più essere resi pubblici sia in Sezione e tanto meno su Radiorivista, dovranno essere distrutti tutti i Callbook, le stesse QSL non potranno più esistere in quanto anonime e comunque non potranno essere consegnate dalle Sezioni, sempre per via della “privacy”. L’ARI si trasformerà in una sorta di consorteria di carbonari, molto simile alle sette segrete e come conseguenza finale si avrà l’abolizione del Servizio di Radioamatore che come si sa, da sempre e in tutto il mondo, è basato sulla pubblica conoscenza dei dati degli OM. Abbandonata ormai la Radio per le comunicazioni, si farè QSO solo attraverso la carta bollata, gli atti giudiziari e le raccomandate che in questo periodo vanno per la maggiore, almeno in certi ambienti dell’ARI!  Non potendo controllare sul Callbook se un nominativo è esistente o meno, si intrufoleranno miriadi di abusivi senza che ci possiamo far niente!!!

Non si farebbe prima se questi “maniaci” ossessionati dalla Privacy, convinti di essere dei sommi legulei, anziché fare i Radioamatori si dedicassero a qualche altro impegno, magari in una setta segreta, molto più congegnale a certe idee, forse provocate dalle temperature troppo alta di questa afosa estate?

Infine, “agli esperti di Legge”, che per queste questioni hanno fatto ricorso al Tribunale di Milano, facciamo sommessamente presente che si dovevano invece rivolgere al Garante, così come stabilisce la Legge!

j

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7.

Riceviamo dai candidati  A.R.I.

 

 

Gian Mario Ventura IK0NGL

CANDIDATO PER IL CDN

 

Presentato dal Comitato Regionale Umbria e dalla Sezione A.R.I. di Terni.

Nato nel 1953, residente in Umbria a Terni, SWL dal 1975, socio A.R.I. dal 1987. Ha conseguito il diploma di maturità, con varie specializzazioni, tra cui: Programmatore e Operatore Personal Computer, Certificazione Europea ECDL- (Patente Europea del Computer). Appassionato ed esperto di Informatica sia hardware che software,  di elettronica, di fotografia digitale. Dirigente sindacale, attualmente dipendente del Comune di Terni.  Sin dai primi anni di patente conseguita nel 1987 si è dedicato con impegno alla vita sociale dell’A.R.I. ricoprendo varie cariche, tra le quali quella di Presidente della Sezione di Terni  e di Vice Presidente del C.R.U. Dal 1997 Presidente del Comitato Regionale Umbria e tuttora in carica. Attivo da anni nel Volontariato Protezione Civile ottenendo anche il diploma di benemerenza con medaglia. Valido organizzatore. Da decenni coordina le Mostre Mercato di Amelia ed ora anche quelle di Terni. L’attività radio non è caratterizzata  da una continua presenza, gradendo il collegamento occasionale. Moltissimi  i diplomi conseguiti.

 

     HomePage:  http://www.qsl.net/ik0ngl/

     e-mail: venturag@alice.it

 

 PROGRAMMA  IN CASO DI ELEZIONE.

 

Riportare serenità  nell’associazione

Ristrutturazione amministrativa  dell’A.R.I.

Programmare attività che coinvolgono tutti i radioamatori 

Regolamentazione delle Mostre Mercato Radioamatoriali

Coinvolgere le scuole e le altre associazioni nei progetti dell’A.R.I.

 

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8.

IL NEUROLOGO: «È POSSIBILE IPOTIZZARE CHE DIANO VERA DIPENDENZA»

Sul web ora ci si «droga» con onde sonore

L'allarme della Finanza. Facilissimo trovare guide e "dosi" che riproducono ecstasy, cocaina, marijuana, alcol.

 

Anche in Italia arriva l'allarme "droghe sonore online". Particolari onde tra i 3 e i 30 Hertz, frequenze che agiscono sul cervello umano, possono innescare le più diverse reazioni e sollecitare in maniera intensa l'attività cerebrale, in modo simile alle droghe. Basta collegarsi al sito giusto e scaricare speciali file per ottenere sequenze sonore dai nomi che sono tutto un programma: «marijuana», «cocaina», «alcol», «ecstasy».

 

Un "lettore" di dosi sonore da scaricare in rete

 

ALLARME - L'allarme sulle «cyber-droghe», noto in rete con il nome di iDoser, è serio e arriva dal Nucleo speciale frodi telematiche della Guardia di Finanza, i cui 007 informatici stanno da tempo monitorando un fenomeno che potrebbe rapidamente dilagare - come già avvenuto in Spagna - e che già vanta migliaia di appassionati che discutono attraverso la rete, si scambiano impressioni e consigliano modalità e tecniche di somministrazione. Sono già centinaia, avverte la Guardia di Finanza, le pagine web dedicate a questo fenomeno e migliaia gli appassionati che discutono attraverso la rete, si scambiano impressioni e consigliano modalità e tecniche di «somministrazione».

COME E DOVE - Le dinamiche commerciali che stanno dietro al fenomeno ricalcano quelle del mercato tradizionale degli stupefacenti: la partenza è con file offerti gratuitamente, poi si passa alla sommistrazione a pagamento. Esiste una società che offre online, sul proprio sito, un vero e proprio lettore audio (tipo il popolare WinAmp dei file mp3) per "dosi sonore". Dosi che, per altro, oltre a essere acquistate possono anche essere reperite gratuitamente in maniera piuttosto semplice con una semplice ricerca su Google. Si arriva su siti che ospitano link ad archivi di file quali Rapidshare o simili. Pochi clic per avere sul computer un file "zippato" che, una volta decompresso, svela centinaia di "dosi", accuratamente catalogate con i nomi delle sostanze di cui dovrebbero riprodurre l'effetto: assenzio, ecstasy, cocaina, morfina, tranquillanti, eroina, peyote e così via. Su Internet si trovano poi anche pratiche guide all'uso: "Come far funzionare una dose al 100%". Mentre YouTube è piena di video che illustrano i presunti effetti su giovani (e spesso giovanissimi) consumatori.

IL PRINCIPIO: INFRASUONI - «Le onde comprese tra 3 e 30 hertz, gli infrasuoni, ovvero le frequenze su cui lavora il cervello umano, sono in grado di innescare le più diverse reazioni e sollecitare in maniera intensa l'attività cerebrale. Le onde alfa, ad esempio, che vanno da 7 a 13 hertz, hanno un potenziale effetto rilassante, ma ce ne sono altre che ottengono l'effetto opposto, cioè euforizzante o eccitante. Basta inserire questi infrasuoni - che l'orecchio umano non percepisce - dentro un brano musicale, e il gioco è fatto» ha spiegato il colonnello Umberto Rapetto della Guardia di Finanza. «L'uso di questi infrasuoni non è sconosciuto alle forze di polizia, che all'estero li usano come deterrenti, ad esempio nelle discoteche per calmare i ragazzi». «Il loro uso - ha aggiungo il colonnello è anche documentato storicamente in campo militare».

RISCHI - «Sui rischi per la salute derivanti dall'uso di queste cyber-droghe non ci sono evidenze», ha precisato il colonnello. «Attendiamo risposte dagli esperti, ma è necessario riflettere» su queste nuove disponibilità offerte dalla rete. Il potenziale di diffusione dell'iDoser è enorme, perché rispetto alle sostanze stupefacenti tradizionali sono meno invasive, più pratiche da utilizzare, e costano molto meno: un file può andare dai 5 ai 10 euro, col vantaggio rispetto alla droga che non si consuma e quindi si può riutilizzare quante volte di vuole».

POTENZIAMENTO - «Il fatto che una stimolazione sonora ad hoc possa avere particolari conseguenze sul cervello non è una sorpresa» commenta Michelangelo Iannone, ricercatore dell'Istituto di Scienze Neurologiche del Cnr di Catanzaro. «Abbiamo infatti osservato e misurato di recente l'effetto "sommatorio" del suono e dell'ecstasy sul cervello di animali da esperimento». «In particolare» chiarisce lo specialista, «abbiamo sommnistrato ad alcuni topolini una dose minima di ecstasy, incapace di produrre alcun effetto neurologico e abbiamo poi "somministrato" agli stessi anche una "dose" di suono a 95 decibel, cioè il massimo consentito, teoricamente, nelle discoteche, riscontrando un potenziamento degli effetti dell'ecstasy. Non solo, aumentando la dose iniziale di ecstasy abbiamo ottenuto col suono un potenziamento dell'effetto che è durato cinque giorni». «Questo spiega anche perché alcuni tipi di stupefacenti, come per esempio proprio l'ecstasy, siano consumate in quantità particolarmente significative in occasioni come i rave-party dove, evidentemente, la musica produce un 'amplificazione dei suoi effetti».

Ma ha senso parlare di dipendenza? «Se una stimolazione nervosa esiste è verosimile che avvenga attraverso l'azione su determinati neurostrametttitori, come per le altre droghe, quindi è sicuramente possibile ipotizzare meccanismi e conseguenze non dissimili. Senza studi in merito non si può dire di più e si possono solo fare ipotesi, ma si tratta di ipotesi molto ragionevoli».

 

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9.

Londra, l'idea di un milionario cipriota leader dell'associazione "Club4climate"

Nei locali, una pista che aziona dei generatori grazie al movimento dei piedi

Eco-night, il ballo che ricarica

così la discoteca produce energia

L'annuncio di un operatore britannico di telefonia mobile

"Presto anche i cellulari si potranno ricaricare danzando"

 

BASTA un'idea a mondare la galassia delle discoteche dai suoi peccati. Non più luoghi oscuri di perdizione, ma avamposti della rivoluzione verde, politicamente corretti, fonti di energia positiva. Letteralmente. Voi danzate, e la pista da ballo trasforma l'energia cinetica dei passi in energia elettrica pulita.

 

GUARDA COME FUNZIONA

 

La proposta viene da Londra (prima tappa al Bar Surya, il 10 luglio), grazie ai denari di sir Andrew Charalambous, milionario cipriota, militante e finanziatore dei Tory, capo carismatico - con lo pseudonimo di Dr. Earth - dell'associazione per il ballo eco-sostenibile "Club4climate": la techno dichiara guerra al riscaldamento globale.

 

Nel dettaglio, vediamo come funziona. La pista da ballo, sostenuta da una serie di molle, oscillando aziona dei generatori a cristalli capaci di produrre una piccola quantità di energia elettrica. Questa viene immagazzinata da batterie ricaricabili e diffusa nella rete, garantendo al locale il 60% del fabbisogno, secondo Charalambous, eccitato da questa variante "produttiva" della febbre del sabato sera.

 

Ciò che lega il movimento di gambe alla lampadina accesa si chiama piezoelettricità (dal greco pieziein, "pressione"), proprietà che alcuni cristalli hanno di generare una differenza di potenziale quando sono soggetti a una deformazione meccanica. L'utilizzo più comune è quello che riguarda gli accendigas da cucina: premiamo il cristallo e scocca la scintilla, senza bisogno di presa elettrica.

 

L'ecologia del night londinese non si limiterà alla bolletta; bevande e cibi verranno serviti solo in recipienti in policarbonato, e nei gabinetti, per lo scarico, sarà utilizzata solo acqua riciclata. Non pago, sir Charalambous, promette ingresso gratuito a chi dimostrasse di essere venuto al locale a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici (ma come pizzicherà chi parcheggia il suv dietro l'angolo?). Altrimenti il costo è di 10 sterline (circa 13 euro).

 

Il progetto della pista ecologica è stato sviluppato da due aziende olandesi, la Enviu e la Döll, e proprio a Rotterdam l'eco-night ebbe il suo esordio. Era il 2006, e l'evento fu organizzato dalla "Critical Mass", conosciuta in Italia per le iniziative a favore della mobilità pulita. Anche lì ad essere coinvolte furono migliaia di giovani, felici di unire l'utile al dilettevole.

 

"È un modo fresco e sexy per dare consapevolezza alle nuove generazioni", ha detto sir Charalambous, che tra le altre cose possiede più di 1000 proprietà a nord di Londra. "Non bisogna essere arroganti - ha aggiunto - e pensare di risolvere i mali della Terra da soli. Serve un piccolo sforzo da parte di tutti". Che non abbia in mente di far danzare gli abitanti dei suoi condomini?

 

E sempre dalla Gran Bretagna arriva la notizia che, ballando, si può anche ricaricare la batteria del telefono cellulare. Orange UK, operatore di telefonia mobile, ha annunciato che presto produrrà, in cooperazione con GotWind - società specializzata nell'energia rinnovabile - un nuovo caricabatterie che sarà alimentato dalla sola energia del ballo: attaccato al braccio, funziona mediante un sistema di pesi e calamite che forniscono la corrente elettrica necessaria per la ricarica della batteria.

 

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10.

A.R.I.

SEZIONE ITALIANA DELLA I.A.R.U.

Eretta in Ente Morale il 10 - 1 – 1950 (D.P.R. n° 368)

C.P.34 – 80062 M E T A

 

Bicentenario G.MURAT a Massalubrense

Nominativo speciale  “ii8MU”  dal 1° settembre al 31 ottobre 2008.

 

Per celebrare i duecento anni dall’evento storico della liberazione dell’isola di Capri da parte dei Francesi diretti da Gioacchino Murat il Comune di Massalubrense ha organizzato varie manifestazioni per ricordare l’evento e per far ridestare l’interesse turistico per questa Terra delle Sirene con Sorrento, Massalubrernse ,Capri e Positano.

 

I radioamatori della Penisola Sorrentina saranno attivi per l’occasione con il nominativo speciale  “ii8MU”  dal 1° settembre al 31 ottobre 2008.

 

Pino i8hxg.

 

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11.

www.aribattipaglia.it www.aribattipaglia.it www.aribattipaglia.it  www.aribattipaglia.it

 

II° DIPLOMA OPERAZIONE AVALANCHE

“SBARCO ALLEATO NEL GOLFO DI SALERNO”

09/09/1943 - 01/10/1943

Edizione 2008

 

 

 

REGOLAMENTO 2008

 

PERIODO: dalle ore 06.00 UTC del 09 Settembre 2008 alle ore 23.59 UTC del 01 Ottobre 2008;

 

BANDE: le bande usate saranno 10/20/40/80 metri;

 

MODI: I modi usati saranno SSB, CW, DIGITALE nel rispetto del Band Plan;

 

COLLEGAMENTI: saranno validi i collegamenti effettuati con le Stazioni appartenenti alla sezione A.R.I. di Battipaglia e le stazioni accreditate "JOLLY";

 

PUNTEGGIO: 1 punto per ogni QSO, 3 punti per le stazioni "JOLLY", 5 punti collegando le stazioni IQ8EO e la stazione Speciale II8AVL (Fonia e Digitale e CW ). Quando il nominativo IQ8EO sarà portatile rilascerà 10 punti. Il punteggio totale sarà determinato dalla somma dei punti.

I collegamenti con la stazione IQ8EO e II8AVL saranno confermati con QSL speciale;

 

MODALITA': La stessa stazione potrà essere collegata più volte nello stesso giorno, purchè in banda e/o modo diverso;

 

RAPPORTI: Le stazioni appartenenti alla Sezione A.R.I. di Battipaglia e le stazioni

 

Jolly passeranno: RST + numero progressivo, IQ8EO e la stazione speciale II8AVL passeranno solo RST;

 

DIPLOMA: Sarà rilasciato a chi avrà realizzato almeno il seguente punteggio:

OM SWL YL e sezioni italiane 25 punti; OM SWL YL e club Europei 15 punti;

OM SWL YL e club Extra-Europee 8 punti;

Costo: Il costo del Diploma è di € 10,00 (Euro Dieci);

 

PREMI: TROFEO al 1° Classificato OM YL italiano o straniero;

TARGA al 2° Classificato OM YL italiano o straniero;

TROFEO al 1° Classificato SWL;

TROFEO al 1° Classificato OM YL della Sezione A.R.I. di Battipaglia;

TARGA al 2° Classificato OM YL della Sezione A.R.I. di Battipaglia;

 

ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE: Ad ogni partecipante, anche con un solo contatto, sarà rilasciato gratuitamente un ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE in formato PDF da scaricare dal sito www.aribattipaglia.it , oppure su richiesta sarà eseguita una stampa professionale ed inviata tramite posta al costo di € 5,00 a titolo di rimborso spese, con pagamento effettuato unicamente mezzo POSTEPAY;

 

STAZIONI "JOLLY": Per l'anno 2008 saranno considerate Stazione "Jolly":

IK3TND Giuseppe ;         IZ8GGN Filomena;

IK8ISG Raffaele;             IK8CEP Michele;

IW8EEL Antonello;         IK8HJC Fabio;

 

LOG: I LOG completi di Data, Ora, Banda e Numero Progressivo, indirizzo ed eventuale email e numero di telefono del richiedente, dovranno essere inviati entro il 31 Ottobre 2008. I LOG incompleti non saranno presi in considerazione.

 

RICHIESTE: Le richieste andranno indirizzate all' Award Manager, iz8kzn@aribattipaglia.it Evitate di inviare Denaro nella eventuale corrispondenza. Sarà comunicato ad ogni richiedente, che ne avrà diritto, il codice carta PostePay dove effettuare il versamento. Una parte dei proventi sarà devoluta in beneficenza.

 

Un po’ di Storia

 

Operazione Avalanche (Valanga): questa la denominazione esatta dello sbarco alleato nel Golfo di Salerno, datato 9 settembre 1943: un'operazione militare anfibia di fondamentale importanza nel processo di liberazione del territorio italiano dai nazifascisti. Una pagina di storia che ha segnato una svolta epocale, una battaglia colossale, superata, più tardi, dal D-day in Normandia (6 giugno 1944). Protagonista di uno degli episodi più decisivi della seconda guerra mondiale fu il Golfo di Salerno, comprendente l'arco costiero da Maiori ad Agropoli1. Gli obiettivi dell'operazione, delineati in sinergia dal generale Dwight D. Eisenhower, comandante in capo del Teatro di Operazioni Mediterraneo, dal generale Mark W. Clark, comandante della V Armata e dal vice ammiraglio Henry K. Hewitt, comandante della Forza Navale d'Impiego Occidentale, erano ben precisi: gli Alleati volevano allontanare i Tedeschi dall'Italia Meridionale quanto più possibile, sbarcando al limite settentrionale della zona di copertura dell'aeronautica basata a terra e poi intendevano impadronirsi delle basi aeree di Foggia per poter condurre azioni contro la Germania ed i Balcani; ovviamente intendevano raggiungere Napoli, per poter arrivare più facilmente a liberare Roma, e conquistarne il porto, ritenuto essenziale per l'approvvigionamento del contingente alleato.

Di contro, i Tedeschi volevano disarmare gli Italiani, mantenere il controllo della maggior parte del territorio italiano ed evitare di restare imbottigliati in Calabria dopo l'evacuazione della Sicilia.

Ma perchè fu scelto il Golfo di Salerno?

In realtà; tra le opzioni strategiche degli Anglo-americani c'erano anche la parte sud del Golfo di Gaeta, nei pressi della foce del Volturno, location scartata perchè troppo distante dalla Sicilia, ed il Golfo di Napoli, escluso dalle operazioni belliche, in quanto gli approdi erano pieni di mine. Il terreno dove si svolse la battaglia costituiva una sorta di triangolo pianeggiante, circondato da alture, dalle quali si poteva godere una perfetta visuale su tutta l'area, ed aperto verso il mare: le montagne che fiancheggiavano i due lati avevano cime che arrivavano anche ai 1000 metri di altezza (infatti l'obiettivo tattico degli Alleati era quello di impadronirsi delle aperture nel muro montagnoso per puntare in direzione Napoli), mentre l'accesso dal mare non presentava problemi, con spiagge piatte ed assenza di secche. Inoltre il campo di battaglia era diviso dal fiume Sele ( troppo profondo per essere guadato), che sfociava circa a metà dell'intera area, e dal suo affluente, il Calore.

La piana del Sele era stata bonificata pochi anni prima dal regime fascista ed era popolata da villaggi collinari e fattorie isolate. Vi era un buon asse viario: la S.S.18, proveniente da Napoli, attraversava Salerno, da dove si dipartiva la S.S.88 per Avellino, poi Battipaglia, da dove partiva la S.S.19 per Eboli e Potenza ed Agropoli; da Vietri, dalla strada della Penisola Sorrentina si poteva giungere verso Napoli attraverso il passo di Chiunzi. Anche la rete ferroviaria era efficiente, in particolare la Roma-Napoli-Reggio Calabria, con una ramificazione per Potenza, e poteva tornare utile ai fini degli spostamenti.

L’8 settembre 1943, Salerno, ancora ignara dell’imminente arrivo delle forze alleate, era stata colpita dall’ennesimo bombardamento: alle 19.45 tutti i residenti vennero rinchiusi nei rifugi, dove appresero dalla radio e dal maresciallo Pietro Badoglio che il governo italiano aveva chiesto un armistizio al generale Eisenhower ed aveva firmato la resa incondizionata. Anche i 100.000 soldati inglesi ed i 70.000 americani che componevano il corpo di sbarco appresero la notizia: essa suscitò grandi manifestazioni di gioia ed ebbe sfortunate conseguenze psicologiche, in quanto i soldati si erano convinti che a Salerno avrebbero trovato folle in festa. L’eccessiva sensazione di tranquillità fu subito smorzata dagli ufficiali che ricordarono ai subalterni la presenza dei Tedeschi a Salerno e che già avevano fatto scattare il piano d’emergenza.

La forza d’invasione, ovvero la V Armata, attuò due sbarchi, a distanza di 15 chilometri l’uno dall’altro, utilizzando il Sele come divisore. Le condizioni meteorologiche erano ottimali: notte calma e senza vento, cielo sgombro dalle nuvole. L’ora X scattò alle 3.30 del 9 settembre, momento di massima oscurità, utile per l’occultamento della forza da sbarco, ma svantaggiosa per le manovre di avvicinamento. Il generale Clark diede vita all’operazione Avalanche su una lunghezza di costa di circa 40 chilometri, la quale ebbe fine dopo tre settimane di combattimenti, alle ore 9.30 del 1 ottobre ‘43, gli alleati entrarono a Napoli: l’operazione Avalanche era conclusa.

 

73 Cordiali de Angelo IZ8KZN

 

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12.

ASSOCIAZIONE RADIOAMATORI ITALIANI

LA SEZIONE A.R.I. DI BIELLA ORGANIZZA

 

Mercatino “BIELLA RADIO”

con i Patrocini del Comune di Occhieppo Inferiore

e Provincia di Biella,

7° MERCATINO

di scambio tra Radioamatori e Hobbysti

21 settembre 2008

 

 

Verrà allestita anche una Mostra Filatelica con annullo speciale per onorare il centenario della morte, avvenuta il 24 agosto 1908 in Candelo (allora Prov. Novara ora Prov. Biella), del Prof. Vincenzo Rosa Maestro in discipline elettriche di Guglielmo Marconi.

 

La Manifestazione non ha fini di lucro,

se non garantire il rimborso delle spese sostenute.

 

Entrata Libera

 

orari e consigli

 

- Ore 07,00 Accettazione espositori

- Ore 09,00 Apertura Mercatino di scambio

- Ore 17,00 Termine massimo smantellamento

 

Utile la prenotazione tavolo/i mq.2, circa, cadauno

 

Nelle ore di apertura sarà attivo BAR con possibilità di ristorazione a prezzo fisso.

 

Per informazioni segretario@aribiella.it

Sezione A.R.I. Biella c.p. 21 13900 Biella

 

BENVENUTO

dalla Sezione A.R.I. di Biella

 

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13.

ARI Sezioni di Terni e Orvieto

ASSOCIAZIONE RADIOAMATORI ITALIANI

Box19 Sezione Italiana della I.A.R.U.

05100 TERNI Eretta in Ente Morale il 10.01.1950 (DPR 368)

www.ariterni.it

 

SEI UN

AUTOCOSTRUTTORE ?

 

PARTECIPI AI CONTEST

IN V-U-SHF ?

 

Sabato 20 e Domenica 21 settembre 2008

avrai l’occasione di verificare l’efficienza delle tue realizzazioni partecipando al

 

XXIII SYMPOSIUM INTERNAZIONALE DI TERNI E ORVIETO

TECNICO SCIENTIFICO RADIOAMATORIALE CON CONCORSO DI AUTOCOSTRUZIONE

& PREMIAZIONI CONTEST V/U/SHF TROFEI A.R.I. 2007

 

Organizzato dalle Sezioni ARI di Terni e Orvieto. Avrai a disposizione una adatta strumentazione.

Interverranno eminenti relatori. Si terrà a Terni. Ci saranno frecce di segnalazione ed una stazione

attiva a 145.300 Mhz.

 

Per avere la possibilita’ di usufruire dei pranzi organizzati e/o pernottamenti e’ necessario prenotarsi . per info fare

riferimento a ikzeroddp.adolfo@tin.it 338-8518 135 -i0iurroberto@alice.it  329-4306 690

 

SINTESI DEL REGOLAMENTO: La realizzazione dovrà essere opera del concorrente e presentata per la prima volta. Le antenne in concorso dovranno riguardare le frequenze dei 2 m., dei 70 cm., dei 23 cm.

 

Non saranno ammesse antenne costruite unicamente per il concorso ovvero meccanicamente inaffidabili e nella pratica

inutilizzabili. Verrà tuttavia esaminato, fuori concorso e tempo permettendo, qualsiasi prototipo d’antenna relativo alle frequenze

suddette. La verifica, si effettuerà sabato 20 settembre con inizio alle ore 08.00 e riguarderà due aspetti: max. gain e miglior

rapporto gain/lung. Boom. Domenica 21 dalle ore 9 , la cifra di rumore ed il guadagno dei preamplificatori e convertitori delle

frequenze di 2 m., 70 cm., 23 cm.; phase noise singola banda laterale fino a 26 GHz ed anche misure sugli elementi passivi

(carico autocostruito, filtri, L.P., H.P. e B.P.).

 

Il concorrente parteciperà inizialmente solo ad una sola autocostruzione per ogni gamma di frequenza prevista. Al termine, se ci

sarà tempo, verranno esaminate eventuali sue ulteriori realizzazioni. Il giudizio della giuria dovrà ritenersi inappellabile.

 

L’organizzazione non si assume alcuna responsabilità per danni che, per effetto della manifestazione, dovessero derivare a

persone e/o cose. Le premiazioni si effettueranno alla mattina della domenica .

 

Il pranzo del sabato e della domenica sarà organizzato presso ristoranti della zona, per coloro che si sono prenotati.

 

Per accedere alle prove invia entro il 15/09/08 alla Casella Postale 19 – 05100 Terni, oppure via e-mail agli indirizzi sopra indicati

tutti i dati richiesti nel prospetto pubblicato nel sito e sulle riviste del settore. Puoi partecipare anche se non presenterai alcuna

autocostruzione. In ogni caso prenotati !

 

Programma dettagliato della manifestazione, scheda di adesione e info per prenotazioni saranno visibili sul sito www.ariterni.it 

 

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14.

A.R.I.  Sezione di Terni

35° Radiolocalizzazione

” Ulisse Panico I0NC”

 

Regolamento di partecipazione

 

L’esercitazione di radiolocalizzazione si svolgerà a Terni Domenica 28 settembre 2008

1. All’esercitazione sono ammessi OM e SWL in possesso di regolare licenza ed iscritti all’A.R.I. muniti di veicoli. E’ ammesso a far parte dell’equipaggio un secondo OM od SWL come collaboratore.

2. L’esercitazione sarà effettuata in regime di volontariato. Il punto di ritrovo è Vocabolo Fiori 116/C presso la Sezione ARI di Terni  , la registrazione degli equipaggi sarà effettuata dalle  ore 9:00 fino alle 9:45.

3. Il via all’esercitazione avverrà dalla Sezione ARI di Terni (*) alle ore 10:00 e l’esercitazione avrà termine alle ore 12:30.

4. I partecipanti dovranno fornire le generalità ed il nominativo che saranno riportati sul registro di esercitazione. Ad ogni Capo-equipaggio sarà assegnato un talloncino di controllo con annotato il nominativo. Detto talloncino dovrà essere consegnato al momento del rinvenimento dell’emittente nascosta e questi vi apporrà l’ora di arrivo e la propria firma. L’ora di arrivo sarà determinata al momento in cui il Capo-equipaggio o il collaboratore toccherà con la mano l’antenna emittente.

5. La stazione emittente, posta nel territorio del Comune di Terni avrà le seguenti caratteristiche: frequenza di emissione 145,575 MHz; emissione modulata in FM a banda stretta con segnale modulante ritmico; antenna emittente con polarizzazione verticale. La potenza emessa sarà di circa 4 (quattro) W.

6. E’ vietato effettuare comunicazioni via radio tra i diversi equipaggi o dare informazioni sull’ubicazione della stazione. Gli equipaggi, dopo il rinvenimento dell’emittente nascosta con la relativa registrazione, dovranno subito riportarsi in Sezione.

7. La sezione A.R.I. di Terni declina ogni responsabilità civile e penale per incidenti che possano accadere a persone, animali o cose prima, durante e dopo lo svolgimento dell’esercitazione.

8. Gli equipaggi verranno registrati  in base al tempo di arrivo.

9. Per comunicazioni di emergenza o in caso di smarrimento la frequenza di appoggio sarà 145,300 MHz oppure telefono 329-4306690

 

(*) La Sezione ARI di Terni è in Voc. Fiori, 116/C, una Ns. stazione sarà attiva a 145.300 fin dalle ore 8:00 per informazioni.

 

Per ulteriori informazioni, il nostro sito è www.ariterni.it

     

Buona esercitazione ..... A.R.I. Terni

 

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15.

Da I3MKH Mirko Boscolo

Le conferme di i3mkh

 

 

 

 

 

 

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16.

I genitori li hanno mandati in un Centro di igiene mentale

Non avevano più una vita normale, andavano male a scuola

"drogati" di cellulare

due adolescenti finiscono in clinica

Il caso è "la punta dell'iceberg": solo nella stessa clinica sono

ricoverati ben venti giovani "dipendenti" da telefonino e Internet

 

Drogati di telefonino, incapaci di staccarsi dal piccolo schermo a cristalli liquidi, autori compulsivi di sms. Due ragazzini spagnoli, di dodici e tredici anni, sono finiti in una clinica per curare la loro "dipendenza da cellulare". Sono stati i loro genitori a spedirli al Centro di igiene mentale a Lleida, nella regione della Catalogna, vicino a Barcellona: andavano male a scuola, arrivavano a mentire per ottenere più soldi da spendere in ricariche del telefono. Adesso, dopo tre mesi di trattamento e senza cellulare, sembra stiano guarendo. Ma dovranno essere seguiti a lungo, forse ancora per due anni.

 

"Entrambi mostravano un comportamento disturbato, non riuscivano più ad avere una vita normale", racconta Maite Utges, che dirige il Centro di salute mentale per l'infanzia e l'adolescenza di Lleida. I medici hanno spiegato che i ragazzini possedevano il cellulare da un anno e mezzo, ma quel lasso di tempo è bastato perché i genitori perdessero il controllo della situazione. Ecco perché la dottoressa Utges raccomanda che i telefonini vengano proibiti ai minori di 16 anni.

 

I media spagnoli hanno dato molta risonanza alla notizia. Il caso dei due adolescenti, infatti, non è isolato. Nella stessa clinica sono ricoverati venti ragazzi in tutto. Per loro la diagnosi è dipendenza dalle tecnologie. Telefonino e non solo: anche Messenger, il programma per chattare su internet, ha fatto molte vittime. E dati recenti dicono che il 10% degli adolescenti madrileni soffre della stessa patologia, se così si può chiamare. "I 'sintomi' da tenere d'occhio, come per la videogame-mania sono irritabilità, chiusura in se stessi, comportamento antisociale e pessimi risultati a scuola", spiega un esperto di dipendenze, José Martìnez-Raga, che sostiene che la vicenda di Lleida è solo "la punta dell'iceberg".

 

Non è la prima volta che gli esperti si pronunciano sull'uso-abuso del telefonino e dei dispositivi tecnologici in generale. Uno studio recente, presentato ai primi di giugno al ventiduesimo Congresso annuale sul sonno degli Stati Uniti ha denunciato che molti adolescenti soffrono di problemi del sonno a causa delle troppe ore che passano attaccati al cellulare. Tra le conseguenze, anche lo stress e, alla lunga, disturbi dell'attenzione e di tipo cognitivo. Il dibattito sull'eccessiva presenza della tecnologia nella vita dei ragazzi, insomma, non accenna a diminuire e preoccupa i genitori spagnoli, e non solo. Tanto che è stata anche creata una guida per insegnare alle mamme e ai papà come gestire il problema, senza avere paura della modernità.

 

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17.

L'eolico regione per regione

elettricità per 5,2 milioni di italiani nel 2007

 

Sono 2.943 gli impianti eolici presenti nel nostro Paese che, distribuiti per lo più nelle regioni del Centro-Sud, garantiscono oltre 2.700 megawatt di potenza (circa l’1,1% del fabbisogno nazionale). Il rapporto sull’energia eolica in Italia, stilato dall’Associazione nazionale energia del vento (Anev), vede ’prima della classe la Puglia, che con i suoi 658 impianti si garantisce 685 megawatt di potenza. Seguono poi la Sicilia, con le sue 631girandole a vento (583 megawatt), la Campania con 606 impianti (519megawatt), la ventosa Sardegna con 370 (367 megawatt), l’Abruzzo con 244 (157 megawatt), la Basilicata con 180 e il Molise con 136.

 

Lo sfruttamento di questa fonte rinnovabile è invece più ridotto in regioni come Calabria (58 pale eoliche), Toscana (20), Lazio (15) e Liguria (11). «La produzione di 4,36 terawattora da fonte eolica nel 2007 - spiegano gli esperti Anev - ha fornito energia elettrica a oltre 5,2 milioni di italiani, consentendo di risparmiare 2,5 miliardi di litri di petrolio. La forza del vento ci ha consentito inoltre di tagliare le emissioni di CO2 di ben 3,7 milioni di tonnellate».

 

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18.

Tra i criteri di scelta dei modelli va valutato anche il livello di emissioni. Certificato da una tabella

Compri un cellulare?

Attento alle radiazioni

 

Quando si acquista un cellulare bisognerebbe buttare un occhio anche a un valore che ne indica la emissioni chiamato, italianizzando un po' la definizione, rateo di assorbimento specifico. Secondo il Cellular Telecommunications Industry Association (CTIA), lo specific absorption rate, il cui acronimo è SAR, indica la quantità di emissioni elettromagnetiche dei cellulari assorbite dal corpo umano.

I VALORI DI RIFERIMENTO - La Sar viene sempre espressa in Watt per chilogrammo e la soglia massima di radiazioni varia da Paese a Paese. In Europa è di 2 Watt/Kg, negli Stati Uniti è di 1,6 Watt/Kg. Più basso è il valore SAR, minore è la radiazione assorbita dal corpo. La webzine Cnet propone una tabella ragionata dei vari valori per modello e marca, arrivando alla conclusione che non ci sono marchi buoni o cattivi, ma semplicemente modelli attenti a questo aspetto non meno importante del prezzo o delle performance, anche se ancora gli studi non hanno dimostrato verità assolute sulla

I DIECI MIGLIORI E PEGGIORI – Nella tabella di Cnet tra i 10 cellulari con livelli di Sar più alti troviamo sei modelli Motorola (che risulta indubbiamente un marchio poco attento), il RIM BlackBerry Curve 8330, il Samsung SGH-C417. Tra i dieci modelli meno «pericolosi», c'è invece l'LG Chocolate KG800, due Motorola Razr, ben tre modelli Nokia e Samsung. L'iPhone è grosso modo a metà. La classifica è comunque indicativa, poiché il numero di radiazioni assorbite varia anche a seconda del soggetto che ne fa uso. In tutti i casi il valore Sar è un aspetto da non trascurare. Ed è bene sapere che nelle istruzioni per l'uso deve essere sempre specificato e, qualora non lo sia perché si tratta di un modello vecchio, si può farne richiesta al produttore.

 

Secondo i ricarcatori passiamo troppo tempo parlando al telefonino

La prima regola, condivisa da tutti: "Niente apparecchio ai bambini"

"E adesso spegnete il cellulare"

L'appello di un pool di scienziati

 

PARIGI - Primo, siate brevi: non prolungate le conversazioni al cellulare, i possibili rischi sono proporzionati alla durata delle chiamate. Secondo, siate sintetici: usate gli sms o la email, diminuisce così l'impatto elettromagnetico. Terzo, non abbiate fretta: quando si tratta di comunicazioni professionali, amorose o comunque lunghe, prendete un momento per fermarvi a parlare da un telefono fisso. Quarto, siate prudenti: tranne che in casi urgenti, non date mai un cellulare a un bambino sotto ai 12 anni, gli organi in via di sviluppo sono quelli più sensibili alle onde elettromagnetiche.

 

Sono alcune delle regole contenute nel nuovo "codice di condotta" pubblicato ieri da una ventina di scienziati internazionali specializzati nella lotta ai tumori, tra cui l'italiano Franco Berrino e il popolare autore francese del bestseller "Guarire", David Servan-Schreiber. Un appello che non vuole essere un allarme. "Siamo in un momento in cui la ricerca dibatte ancora sui rischi del cellulare" spiega Henri Pujol, presidente della Lega contro i tumori. "Proprio per questo bisogna essere prudenti". Non ci sono prove certe della tossicità dei cellulari, ma quasi tutti gli studi confermano che un'esposizione prolungata favorisce la comparsa di "glioma", ovvero tumori del tessuto del sistema nervoso centrale. I ricercatori però si dividono sull'incidenza di questo rischio: c'è chi lo considera "basso" e chi addirittura pronostica un raddoppiamento dei tumori.

 

Certi punti di questo nuovo vademecum sembrano di difficile applicazione, come tenere sempre il cellulare a oltre un metro di distanza dal corpo (perché così l'impatto elettromagnetico diminuisce di cinquanta volte). La raccomandazione sui bambini forse è arrivata già troppo tardi: un bambino su cinque possiede il cellulare alle medie e quattro su cinque al liceo. Altri consigli sono facili da seguire: per esempio, verificare prima di comprare un apparecchio il codice Sar (Specific Absorption Rate) che misura l'assorbimento delle onde da parte del corpo. Minore è il Sar meno, in teoria, ci sono rischi. Altre regole, ancora, suggeriscono una piccola rivoluzione di vita e comportamento: chiamate brevi, niente telefono in treno o in macchina. "Non si tratta di demonizzare il cellulare. Nessuno di noi, tra l'altro, ci ha rinunciato" premette Servan-Schreiber, psichiatra all'università di Pittsburgh.

Paradossalmente, l'unica cosa certa è che c'è incertezza sulla tossicità dei cellulari. Poche assicurazioni oggi coprono il rischio da onde elettromagnetiche e molti fondi d'investimento hanno richiesto maggiori informazioni sanitarie per misurare l'affidabilità delle società di telecomunicazioni quotate in Borsa. "Il nostro appello - spiega Thierry Bouillet, oncologo all'ospedale Avicenne di Bobigny - si rivolge ai produttori: avrebbero tutto l'interesse a limitare gli eccessi da telefonino".

 

Un invito rivolto anche ai governi e ai ministeri della Salute, "troppo spesso conniventi con le lobby dell'industria" scrivono gli scienziati. "Oggi viviamo una situazione simile a quella di cinquant'anni fa, con l'amianto e il tabacco" conclude il documento. Meglio dunque adottare piccoli accorgimenti, sapendo che un rischio per la salute c'è. Se piccolo o grande si scoprirà in futuro.

 

PERCHÉ INTERPHONE NON E' ANCORA STATO RESO PUBBLICO?

Il più importante studio sui rischi

del telefonino continua a ritardare

I dati emersi rimangono misteriosamente in attesa di pubblicazione

 

Le informazioni contenute nello studio Interphone – un progetto internazionale da 15 milioni di euro coordinato dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) per identificare possibili relazioni tra tumori di testa e collo e utilizzo dei telefoni cellulari – avrebbero dovuto essere rese pubbliche più o meno tre anni fa, ma i ricercatori coinvolti nel progetto continuano a tergiversare e non si decidono a rivelare i risultati della ricerca. Come mai?

SOSPETTI – Secondo indiscrezioni, il motivo di tale ritardo risiederebbe nel fatto che le informazioni raccolte negli ultimi 10 anni nei 13 Paesi interessati dall'indagine confermerebbero la pericolosità del dispositivo portatile più popolare del mondo. Ma la spiegazione ufficiale di tale ritardo è un'altra. A quanto pare, infatti, gli scienziati sono divisi: stanno discutendo dell'attendibilità dei dati forniti dai pazienti e non riescono ad accordarsi sull'interpretazione degli stessi in rapporto alle emissioni elettromagnetiche. Come ha spiegato l'oncologo svedese Lennart Hardell, la «memoria fallibile» di chi è malato di tumore al cervello è il motivo principe del disaccordo tra gli specialisti: secondo alcuni, le informazioni fornite dai pazienti che hanno partecipato alla ricerca potrebbero non essere attendibili, e questo vizierebbe di fatto i risultati del rapporto Interphone. Quindi pubblicare i dati così come sono «non sarebbe onesto nei confronti dei consumatori: lo studio è stato pagato con soldi pubblici e gli scienziati hanno una responsabilità», ha sottolineato Hardell.

PUBBLICAZIONI E CAUTELA – Tuttavia, alcune delle nazioni coinvolte nel progetto hanno già pubblicato parte dei risultati, rivelando dati poco rassicuranti. Come per esempio che il rischio di ammalarsi di tumore è più elevato per i cosiddetti heavy users, ossia coloro che hanno utilizzato il cellulare sempre dallo stesso lato della testa per un periodo di tempo superiore ai 10 anni, Ma la World Health Organization la Commissione europea hanno provveduto ad avvertire che fino a quando lo studio Interphone non sarà ufficialmente reso pubblico, qualsiasi conclusione sui rischi derivanti dall'uso del telefonino non potrà essere considerata attendibile. E a quanti seguitano a chiedere quando saranno finalmente diffusi i dati di Interphone, i responsabili rifilano sempre la solita risposta standard: «Se tutto va bene, presto».

 

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19.

REALIZZATO IL PRIMO SIMULATORE QUANTISTICO

Parte da Firenze il PC del futuro

atomi al posto dei bit

Lo studio pubblicato su «Nature». I ricercatori del Lens: un test per scoprire nuove fasi della materia

 

Visti da vicino sembrano mattoncini bianchi e confetti rossi uniti in una strana danza atomica. E nessuno potrebbe sospettare che dietro quei colori (di fatto inesistenti) e quelle geometrie così familiari, in realtà è celata la struttura del primo simulatore quantistico reale al mondo, un passo importante verso la realizzazione del computer quantistico, sogno di una generazione di fisici, perché capace di calcolare l'incalcolabile ed aprire orizzonti inesplorati della materia.

Lo ha realizzato, come scrive oggi Nature, un team di scienziati italiani del Lens di Firenze, (il laboratorio europeo di spettroscopie non lineari) guidati dal professor Massimo Inguscio. Che, per la prima volta, è riuscito ad osservare direttamente un fenomeno basilare nella fisica: la localizzazione di Anderson di onde di materia, una manifestazione quantistica descritta da uno scienziato americano (Anderson appunto) cinquant'anni fa, che per questa intuizione vinse nel 1977 il premio Nobel per la fisica. Per osservare il fenomeno, il team di Inguscio ha realizzato un simulatore quantistico, cioè una «macchina virtuale» capace di obbedire non più alla fisica classica, ma al mondo dei quanti, trasformando atomi in onde.

«Nell'esperimento abbiamo utilizzato atomi di potassio ultrafreddi cioè portati a temperature vicine allo zero assoluto, -273 gradi centigradi — spiega il professor Inguscio — che sono stati intrappolati in uno speciale cristallo disordinato, creato con fasci di luce laser. E siamo riusciti a osservare gli atomi che si trasformavano in onde atomiche». Insomma, un salto nel mondo dei quanti, misterioso e ineffabile, dove tutto può accadere, e tutto si può realizzare. «Un esperimento che apre nuove possibilità per simulare nuove fasi della materia — aggiungono Giovanni Modugno, Leonardo Fallani e Giacomo Roati, tre ricercatori del team — che si comportano secondo le leggi della meccanica quantistica». Non è stato facile. I ricercatori del Lens hanno lavorato per anni. A dicembre dal laboratorio fiorentino è arrivato un primo flebile segnale. Una grande emozione, subito frenata dalla ragione. False manifestazioni sono quasi quotidiane. Poi la certezza, a gennaio.

E la validazione dell'esperimento con la pubblicazione su Nature, una delle più prestigiose riviste scientifiche al mondo. Al di là del valore della scoperta, ritenuto straordinario dalla comunità scientifica, l'esperimento del Lens apre una porta verso ciò che oggi è solo un sogno: il computer quantistico. Un calcolatore dalla potenza straordinaria, capace di sostituire i quanti ai bit, i qbit. Secondo studi di Mario Rasetti, professore di Fisica teorica al Politecnico di Torino e segretario generale della Fondazione Isi, un elaboratore quantistico sarebbe capace di calcolare i fattori primi di un numero di cinquanta cifre in 40 minuti, contro i 10 miliardi di anni di un supercomputer tradizionale.

E ancora un quantum-pc potrebbe inviare via Internet un libro di 200 pagine con immagini in un millesimo di secondo e addirittura in pochi minuti, elaborare il genoma, per capire l'origine della vita e sapere chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo. Un sogno, ancora un sogno. Che però i ricercatori stanno per realizzare!

 

Record di computer, lo rivela uno studio dell'istituto di ricerca Gartner

Boom nei paesi in via di sviluppo ma cresce la preoccupazione per i rifiuti

Un miliardo di pc in uso nel mondo

"Saranno il doppio nel 2014"

 

 I computer raggiungono i nove zeri. Un miliardo, tanti sarebbero i pc in uso nel mondo. Più o meno uno ogni sette abitanti. Con una crescita del 12% all'anno. E se la "densità" al momento vede ancora in vantaggio l'Occidente, le previsioni per il futuro lasciando intravedere una travolgente rimonta dei paesi emergenti. E' quanto afferma un rapporto dell'istituto di ricerca statunitense Gartner anticipato dal sito del settimanale "New Scientist".

 

Boom nei paesi in via di sviluppo. Secondo la ricerca, il 58% del primo miliardo di pc è stato acquistato in Usa, Europa e Giappone dove vive il 15% della popolazione mondiale. Una situazione destinata a invertirsi rapidamente. Del secondo miliardo, che verrà venduto in appena sei anni, il 70% sarà acquistato nei "cosiddetti" paesi in via di sviluppo. Grazie alla rapida crescita di paesi come l'India e il Brasile il numero dei personal computer raddoppierà entro il 2014.

 

Le ragioni della crescita. "A causare il rapido incremento delle vendite", si legge nello studio, "saranno i prezzi in ulteriore calo, la diffusione di wireless e banda larga e la percezione crescente del computer come strumento indispensabile per il miglioramento dell'economia". "I paesi emergenti", spiega il vice presidente del Gartner, Luis Anavitarte "stanno utilizzando strumenti promozionali per ridurre il digital divide, tra cui quello di fornire pc ai meno abbienti". La crescita vertiginosa di schermi e hard disk ha però un risvolto negativo, sotto forma di "spazzatura elettronica", la cui produzione è in aumento. Saranno 180 milioni, il 16% del totale, i computer rimpiazzati quest'anno, e la maggior parte dei rifiuti derivanti finirà in Cina.

 

Spazzatura elettronica. Proprio il contenuto tossico dei rifiuti "tecnologici" è l'aspetto che preoccupa di più i ricercatori del Gartner. "Trentacinque milioni di pc", spiega Meike Escherich, "verranno buttati via senza nessun riguardo per il loro contenuto. Un'emergenza che diventerà ancora più preoccupante, specialmente nei paesi emergenti, dove il numero dei computer sostituiti cresce di pari passo con quelli installati".

 

Allerta in Cina. Il 70% dei pc e cellulari "messi da parte" finisce in Cina. Nel paese asiatico i rifiuti "tecnologici" smaltiti nei centri di riciclaggio hanno raggiunto livelli di guardia già quest'anno. Con limiti che sarebbero considerati illegali nei paesi occidentali. Gli effetti più preoccupanti sono quelli causati dalla diossina prodotta dagli apparecchi elettronici. Un allarme destinato a crescere nei prossimi anni. Per affrontare il quale si stanno attivando molte aziende di elettronica, ma anche governi e organizzazioni ambientaliste.

 

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20.

L’Icann, l'autorità americana che li gestisce,

potrebbe liberalizzare i dominii. E incassare molti più soldi

Via alla rivoluzione dei nomi web

bene tutte le parole, in ogni lingua

 

Un indirizzo internet che dopo il punto finisce con una qualsiasi parola. Qualcosa che ci piace, per esempio (.amoremio, .il miogatto, .lasagne e via di questo passo) e in qualsiasi lingua, anche in russo, arabo o in cinese. La liberalizzazione dei dominii e adesso potrebbe diventare realtà. Giovedì l'Icann, la società che assegna nomi e numeri identificativi sulla rete, potrebbe allentare le regole finora ferree che permettono solo domini legati ai nomi dei paesi (.it, .uk), al commercio (.com) o alle organizzazioni (.org,.net). L'annuncio è stato dato oggi nella capitale francese, nel corso della 32esima riunione dell'organizzazione.

 

Messa così, potrebbe trattarsi di una delle più grandi trasformazioni della rete negli ultimi anni. A partire dal 2009 - un incubo o un sogno a seconda dei punti di vista - 1,3 miliardi di internauti potrebbero essere liberi di dare il nome che più li aggrada all'estensione del loro sito. Le grandi città e i grandi gruppi economici avranno una loro sigla, ce ne sarà una per Roma, Milano, Londra o New York.

 

L'apertura dell'Icann ha sorpreso gli operatori del settore, vista la rigidità dell'organismo. Ma solo fino a un certo punto, visto che nelle casse dell'Icann, che incassa una percentuale su ogni registrazione, entreranno molti più soldi. Attualmente sono 162 milioni i nomi recensiti, di cui più della metà in .net e .com, per un totale di circa 250 estensioni. Limitazioni che qualcuno ha già aggirato: l'isola di Tuvalu, per esempio, ha affittato la denominazione .tv a molte televisioni.

 

"L'impatto sarà diverso da paese a paese, ma consentirà a comunità e soggetti commerciali di esprimere le proprie identità online", ha spiegato l'amministratore delegato della compagnia Paul Twomwey. Un passo che per alcuni permetterà la massima libertà di espressione, ma secondo altri rischia di dare vita a una grande confusione. Basti pensare ad esempio cosa può significare avere più dominii che indicano settori di servizi, ad esempio quello bancario, o la possibilità di taroccare i marchi online.

 

Si va verso una liberalizzazione anche per quanto riguarda le lingue e i caratteri. La diversificazione sarà attuata con l'entrata in vigore della nuova generazione di indirizzi (Ipv6), che permetterà un numero staordinariamente più grande di indirizzi. Lo stock attuale, che utilizza il protocollo Ipv4, dovrebbe esaurirsi tra il 2010 e il 2011.

 

Insomma, la rete che verrà sarà poliglotta e personalizzata fino all'inverosimile. I dettagli saranno resi noti solo domani. Molti si chiedono come farà la società a impedire un accapparamento di "false estensioni", come già era successo con il vecchio sistema. Di sicuro sarà un momento festeggiato dall'industria del porno, che attende da anni l'assegnazione dell'estensione .xxx.

 

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21.

Da IK8JZK Ruggero  Billeri Napoli

 

OSCILLATORE A MULTIVIBRATORE

 

Quando vi è la necessità di una commutazione oppure di una intermittenza regolabile nel tempo, si fa uso di questo tipo di oscillatore. L' oscillatore a multivibratore fu inventato negli Stati Uniti negli anni 40 e questo circuito prima con le valvole poi con i transistor ed infine con i microprocessori, aprì la strada alla tecnica binaria  usata negli odierni computer in quanto con le due posizioni che può assumere un relè in un circuito del genere sono "ON-OFF" "VERO O FALSO" ed il numero binario "1-0" appunto le tecniche digitali usate nei computer attuali. DI circuiti oscillatori a multivibratore ve ne sono di due tipi o con l'integrato 555 prodotto in kit da una ditta francese oppure rispolverando la tecnologia valvolare si può fare uso del doppio triodo 6SN7, l'oscillatore a multivibratore realizzato con  il doppio triodo 6SN7 utilizza pochi componenti: due condensatori di capacità elevata rispettivamente di 250 Kpf e 100 Kpf un paio di resistenze, una resistenza variabile con funzione di variatore della costante di tempo inserita sulla griglia e massa del secondo triodo, un relè a 12 volt inserito sul catodo e massa del secondo triodo  piedino n.6. Con la carica e la scarica dei due condensatori viene interdetta periodicamente la corrente anodica del secondo triodo il cui relè inserito sul catodo si eccita e si diseccita creando così la intermittenza o la commutazione. Questo tipo di oscillatore a multivibratore realizzato con il doppio triodo 6SN7 GT è molto più stabile di quello realizzato con l'integrato 555 e non da false intermittenze. L'oscillatore a multivibratore valvolare deve essere alimentato con una tensione anodica ed una tensione di filamento di 6,3 volt 600 mA. L'oscillatore a multivibratore realizzato con l'integrato 555 monta al suo interno circa 30 transistor e molti più componenti circuitali ed è meno stabile,  in compenso può essere alimentato con una tensione a 12 volt c.c. e pochi mA di assorbimento.

 

Cordiali saluti ai lettori del Radiogiornale.

Da ik8jzk Ruggero NA

 

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22.

Da: i2jjr Augusto Battistoni

Grave lutto di I2RGV

 

Sono addolorato e costernato nel darvi notizia della scomparsa della XYL di Giannino, I2RGV, certo che anche voi tutti come me vorrete partecipare al suo cordoglio.

Augusto e Marina

 

I2JJR Augusto Battistoni

Socio ARI-Varese, dal 1961

 

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23.

MERCATINO RADIOAMATORIALE

 

 

 

VENDO O SCAMBIO con apparati, Ponte ATV  1240/10.000 nuovo usato solamente per le prove,e completo di antenne.

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contrassegno. Marco Lento Tel. 090-51281 ( ore 15 ) E-mail sglent@tin.it

 

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Da: Vincenzo [iradiom@hotmail.com]

 

Per cessata attività OM vendo tutto il materiale rimastomi:

- 5 valcole vetro RTC QB3,5/750GA (=4-250A), NUOVE ancora inscatolate e mai aperte

- 2 valvole vetro Philips QB3/300GA (=4-125A), NUOVE ancora inscatolate e mai aperte

- Condensatore variabile in aria per alte potenze da 250pF NUOVO ideale come variabile per la costruzione del pi-greco negli amplificatori lineari

- Ventola assiale PAPST alimentata a 220 V. completa di griglia di protezione

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- nr 2 Strumenti analogici fondo scala 50 valore numerico con al centro una banda rossa (bachelite) grande 15 euro.

- Stock di materiale elettronico vario per la costruzione di amplificatori (Rel? di potenza e non, resistenze di potenza, diodi di potenza, potenziomentri di potenza, condensatori di potenza amica, zoccoli octal, medie frequenze con nucleo nero, interruttore di potenza, condensatore variabile, manopola in bachelite, induttanze varie, trasformatore inscatolato, ed altro)

- Connect card GPRS della SONY Ericsson GC-75 20 Euro;

- Sim Wind con, l'introvabile e non più attivabile dal 2004 opzione FLAT Libero Mobile No Limit, l'unica flat in italia la quale permette di navigare in GPRS/EDGE 24 ore su 24 senza limite di kb e senza limiti orari a soli 19 euro al mese, l'opzione è stata regolarmente pagata e scade il 23 luglio inoltre ha un credito attivo di 20,55 euro, il prezzo richiesto è di 100 Euro

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- Etichettatrice Brother P-Touch 55 nuova ed imballata, completa di manuale multilingue, batterie già installate e funzionanti e nastro in dotazione.

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