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Numero
198 -
Anno VII – 14 luglio 2008
Per
comunicazioni:
radiogiornale4@fastwebnet.it
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i vostri articoli con e-mail, non con allegati, in formato testo TXT e le
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Socio
A.R.I ricordati di votare!
Sommario:
leggete
il Radiogiornale
e
diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e
diffondete
1.
Dare
a Cesare quel che è di Cesare!
Come
si sbagliava chi ha scritto l’esalogo che
segue:
1. Il
radioamatore è un gentiluomo
Non
trasmette appagando il proprio piacere quando sa di
nuocere al piacere altrui.
2. Il
radioamatore è leale
Verso le
leggi e i regolamenti nazionali ed internazionali, e verso la propria
associazione.
3. Il
radioamatore è progressista
Segue il
progresso della tecnica: apporta continuamente migliorie ai propri impianti; si
sforza di adoperare la sua stazione con la miglior correttezza possibile.
4. Il
radioamatore è cortese
Trasmette, se
richiesto, lentamente; dà consigli e notizie ai principianti; non usa mi un tono
cattedratico.
5. Il
radioamatore è equilibrato
La radio
è il suo svago ma non tralascia per essa nessuno dei
suoi doveri verso la famiglia, il lavoro, la scuola, la comunità.
6. Il
radioamatore è altruista
La sua
stazione e le sue conoscenze tecniche e professionali sono sempre a disposizione
dei suoi simili, del suo paese e del mondo
Invece
di seguire quelli che sono i canoni del radiantismo, (ne abbiamo testimonianza
anche in questo numero del Radiogiornale), alcuni personaggi si dilettano a fare
come il famoso “dottor sottile” e spaccare il capello in quattro, discettando se
sia nato prima l’uovo o la gallina, dove il primo è il Codice Civile e la
seconda lo Statuto dell’ARI, dimenticando, o facendo
finta di dimenticare, che “Ubi maior minor cessat”, ovvero poiché siamo
cittadini italiani è evidente che tra una norma statutaria e una norma
legislativa, siamo tenuti a rispettare la norma legislativa, (maggiore di quella
statutaria) proprio perché italiani. Del resto “Dura lex sed lex”, la Legge è
dura, ma è la Legge. E’ il principio basilare della civiltà giuridica, che
postula l’obbedienza affinché sia garantito il bene comune, cui le leggi mirano.
L’obbedienza dei singoli alle leggi assicura la libertà di tutti, altrimenti si
cade nell’anarchia. Il Giudice Unico del Tribunale di Milano ha sancito questo
importante principio giuridico respingendo il ricorso dell’iscritto all’ARI Alberto Martini, che appunto nella sua qualità di
iscritto, proponeva la domanda cautelare di sospensione, ai sensi dell’art. 23
c.c. dell’esecuzione della delibera 16/11/07 del Consiglio Direttivo Nazionale
dell’Associazione, che in base alle dimissioni dei Consiglieri Luigi Belvederi e
Paolo Cavicchioli, in base all’Art. 27 dello Statuto, aveva deciso all’unanimità
di indire il Referendum per l’intero Consiglio e Collegio Sindacale, garantendo
nel frattempo l’ordinaria amministrazione… “nonché di sottoporre
all’approvazione dei soci la bozza del nuovo Statuto elaborato dalla relativa
Commissione. “… Ma il Tribunale
ha rigettato il ricorso del Martini e lo ha condannato alla rifusione in favore
dell’Associazione delle spese del procedimento giudiziario, (oltre CP e spese
generali), Euro 200,00 per spese, Euro 700,00 per diritti ed Euro 900,00 per
onorari.
Nonostante
ciò continuano ad essere inviate e-mail a tutti dove, con scarso equilibrio e
poca responsabilità e senza un minimo di lealtà si sostengono cose incredibili,
dove tutto il bene sta da una parte e tutto il male da un’altra parte e l’ARI
(poveretta), viene descritta come dominata da due
gruppi: uno di angeli e l’altro di diavoli, non riconoscendo i risultati
ottenuti da chi ha gestito l’Associazione e gettando fango sul prossimo. Si
dice, ad esempio: se non mi voti, poi non lamentarti se le cose vanno male come
negli ultimi tempi. Gente di scarsa memoria e per onestà intellettuale e lealtà,
giova ricordare che il CDN uscente ha recuperato migliaia di iscritti che
avevano abbandonato l’ARI, ha realizzato il grande
obiettivo del Monte del Giogo, istituzione tecnica che ci viene invidiata in
tutto il mondo, ha realizzato Rete Italia e la Radio nelle scuole, sul piano
internazionale in occasione della non dimenticata riunione di Zagabria del
gruppo IARU, nel 2006, l’ARI é stata salutata come il possibile punto di
riferimento dei Paesi dell'Europa Centrale in vista della conferenza mondiale
che si terrà in Croazia nel novembre di quest'anno, addirittura l'Austria ci ha
dato mandato per rappresentarla a livello internazionale per la Protezione
Civile. I rapporti con il Ministero delle comunicazioni, a differenza del
passato, sono diventati una cosa seria e partecipata,
tanto che il Rappresentante del Ministero delle Comunicazioni in seno al
CDN ARI, partecipa attivamente alle riunioni e vota insieme agli altri
componenti dell’organismo.
Il
propugnatore della crociata anti CDN non si è accorto che nella lista che lui
caldeggia ci sono persone che hanno pluri-denunciato l’ARI alla Procura, alla GdF, facendo cause e contro cause,
(salvo a perderle), persone che a casa loro sono state anni senza approvare i
bilanci della loro struttura, salvo approvare un blocco triennale in un colpo
solo, persone che per “dispetto” nel corso dell’Assemblea Nazionale non hanno
nemmeno voluto esaminare i bilanci e questo allo scopo di mettere in crisi il
CDN!!! Non si rende conto che sta
distruggendo l’ARI e che i risultati possono essere solo due: la guerra
permanente, condannando la stessa ARI all’immobilismo, o la divisione (leggi
scissione), cosa ancora peggiore dell’immobilismo perché determinerebbe come
conseguenza che l’Associazione di maggioranza si dividerebbe in due associazioni
minoritarie pari ad altre già esistenti.
Ormai
in ARI, a causa di poche persone orfane del vecchio regime, si registra una
divisione verticale e insanabile che non ha riscontri nemmeno nella vita
politica e parlamentare italiana dove le divisioni esistono, ma hanno almeno una
giustificazione ideologica, di classi sociali rappresentate e naturalmente di
una diversa visione del mondo e dei processi economici che lo attanagliano, ma tra i
Radioamatori, che dovrebbero avere solo il comune interesse per la radio e per
le sue molteplici applicazioni, non si capisce bene da cosa siano provocate
queste “insanabili” divisioni, se non da cose che non si vogliono esplicitare, e
ciò che viene detto appare falso e poco credibile, questo naturalmente accresce
i dubbi e il malessere generale degli
iscritti.
L’interesse
dell’ARI è quello che bisogna tornare a fare i
Radioamatori, che bisogna mediare e discutere per trovare comuni denominatori,
rinunciando alle vendette e alle ambizioni personali e facendo un passo indietro
a favore dei Radioamatori, riconoscendo il metodo della democrazia, accettando i
risultati delle urne.
leggete
il Radiogiornale
e
diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e
diffondete
2.
UN
CONSIGLIO DIRETTIVO DA …. A.R.I. ?
ASSOCIAZIONE
RADIOAMATORI ITALIANI
Di
I4FGG Giacomo Fabbri
Cari
Soci,
faccio seguito a quanto
inoltratoVi recentemente da un Anonimo sostenitore una lista di candidati per il
referendum, che ha utilizzato la rubrica degli indirizzi dalla Segreteria
Generale e sulla cui paternità non vi sono dubbi (vedi proprietà del documento),
per chiarire alcuni concetti che, già alla semplice e superficiale lettura della sua
esposizione, lasciano trasparire una visione assolutamente distorta e
volutamente di parte delle problematiche che attualmente affliggono la nostra
Associazione.
Lo faccio
perché “preso per il bavero” da un messaggio mail né richiesto e tantomeno
gradito, dal punto di vista di chi è in ARI da 42 anni, da chi è stato discepolo
di uno dei suoi fondatori (i1AA ing. Lana) e che quindi ha la lecita convinzione
di appartenere alla nostra Associazione in modo diverso da quello di tanti ciarlatani che
hanno la sfacciata presunzione di insegnarci a viverla.
Nel Suo
scritto, l’Anonimo immediatamente parla, evidenziandolo con la sottolineatura
ad in neretto, di guerre intestine che affliggono il
Sodalizio: ebbene ricordo al lettore eventualmente distratto che Mauro I1JQJ e
Mario I2MQP , inseriti nella lista “consigliata”, sono attualmente Consiglieri Nazionali
che si sono assunti due anni orsono la responsabilità di concorrere alla
conduzione della nostra Associazione.
Entrambe,
uno addirittura nella sua migliore tradizione (anche nel mandato precedente come
Sindaco ha “gettato” la spugna), davanti alla difficoltà hanno rassegnato il 28
luglio 2007
formali dimissioni;
salvo poi immediatamente dichiararsi, senza ritirale, disponibili a rimanere al loro posto per
il bene della Associazione …...
Sono
questi Consiglieri Nazionali che attualmente disertano, nonostante i
circostanziati chiarimenti (richiesti da appartenenti la lista “consigliata”) di
un Magistrato di Milano, le riunioni di CDN aggravando quella situazione di
stallo che, sia chiaro, è stata creata dai Delegati di alcuni Comitati Regionali
che, come dice l’Anonimo, “più partecipano alla vita associativa”.
L’Anonimo
volutamente ignora che terminato il triste periodo della presidenza “Ortona”, il
fiume in piena della genialità che appartiene ad ogni libero radioamatore è
tracimata dagli argini innaturali che trenta anni di immobilità associativa
avevano forzatamente creato ed ha invaso ogni dove producendo iniziative che ci
vengono non solo invidiate ma anche copiate da altre associazioni gemelle.
Una su
tutte ?: “La Radio nelle Scuole”, copiata dalla ARRL e
sotto la lente di ingrandimento della RSGB. Già la Slovenia, nella zona bilingue
dell’Istria, è preparata a partire sulla base delle nostre stesse
esperienze.
Altro?
: il “Progetto Monte Giogo” non è più una visione
astratta, fine a se stessa ma, implementata dalla partecipazione delle Sezioni
di Civitavecchia ed Alto Lazio con l’acquisizione della base di Monte Maggiore
(Tolfa), appare avviata sui solidi binari della cooperazione con le Università.
Il tutto si sta concretizzando, sotto il profilo della maggiore “visibilità” per
la nostra Associazione che tutti noi da tempo desideriamo, con la discussione
delle prime tesi sperimentali di laurea in Ingegneria delle Comunicazioni
sviluppate sulle esperienze di alcuni laureandi maturate nei nostri siti
radioarcheologici. Tutto ciò è il
frutto di un altro grande accordo, mai neppure pensato in precedenza, con il
M.I.U.R. ( ex Ministero Pubblica Istruzione) che ha portato alla sottoscrizione
di una Convenzione tra A.R.I. ed Università di Parma.
Ed il
“progetto Rete Italia” con la recente acquisizione di una rete di ponti D-Star
lo vogliamo dimenticare?
E’
intuibile che l’Anonimo, nel nome della mera propaganda, cerchi di nascondere
questi fatti di chiara evidenza: quando poi parla di conferire massima priorità
alla cura dei rapporti con la P.A., dimostra di avere
perso un treno che già corre velocemente verso la sua meta decisa da tempo dai
soci A.R.I.!
Ignora
quindi lo stato degli attuali rapporti con il M.I.U.R.; ignora
lo stato degli intensi rapporti con
il Ministero Difesa che ha recentemente individuato nell’A.R.I. il collettore
per le donazioni in comodato in uso gratuito delle apparecchiature elettroniche
dismesse dalle sue basi e dimostrazione ne è che tutti i suoi soci, nella
persona del Presidente I4AWX, sono stati questo anno ufficialmente invitati a
presenziare alla sfilata militare del 2 giugno, Festa della Repubblica; ignora
la prolificità dei rapporti con
alcune autorità amministrative locali per l’ormai matura assegnazione di un
immobile per “Casa ARI”. Se invece,
per l’Anonimo sostenitore la sua lista, la P.A. si identifica con
la Protezione Civile, possibile che le recenti esperienze non gli abbiano
insegnato niente?.
Ammenocchè sotto non
ci sia qualche cosa che volutamente viene
taciuto….
Questo
Anonimo dimostra quindi di essere colpevolmente all’oscuro dello
“stato dell’arte” della situazione associativa : perché mai dovremmo porgerGli
attenzione ed affidare ai candidati da Lui consigliati le sorti del nostro
futuro?
Perché
mai dovremmo loro consegnare “l’ingrato compito di riportare
la vita associativa nell’alvo naturale che gli
appartiene”?
Perché
mai dovremmo essere così violenti con noi stessi da acconsentire che si
riportino gli orologi dell’ARI indietro di 30
anni?
Un’ultima
amara constatazione: forte del suffragio della maggioranza dei soci, l’ultimo
CDN ci ha ridato l’orgoglio di appartenere ad una
associazione “viva”.
Un
manipolo di Delegati rappresentanti quei “Comitati Regionali che più partecipano
alla vita associativa” e di cui ora l’Anonimo si dichiara ammiratore, ha fatto
scempio della volontà della base e, sconvolgendo le indicazioni di voto ed
utilizzando l’alibi dei “Bilanci”, avrebbe voluto sovvertire l’ordine dettato
dal nostro Statuto.
Fortunatamente il
Magistrato di Milano, chiamato in causa proprio da alcuni appartenenti la lista
“consigliata”, ha sancito chiaramente ed in maniera definitiva come stanno le
cose.
Il futuro
della nostra Associazione quindi non si può depositare nelle mani di chi, con
una paginetta formato A4, ce lo vuole imporre,
perdipiù rivestito all’antica
e con abiti a tinte
sbiadite.
Il
modello della “Consensus Conference” , così come è
stato a Pordenone nel 2006, si è dimostrato l’arma vincente per dettare al nuovo
CDN linee guida per mettere in atto
le progettualità proposte dalla base sociale: progetti che poi passati alla fase
operativa hanno suscitato
l’ammirazione delle altre associazioni europee di
radioamatori.
E’ quindi
ogni singolo socio che deve avere una sua “visione” del futuro dell’A.R.I. , un suo desiderio di come vorrebbe che fosse la sua
associazione nell’immediato futuro. E perché questo “sogno” possa realizzarsi,
deve essere lasciato libero di scegliersi i dirigenti che gli prestino attenzione, che si adoperino per realizzare questa sua “visione”.
Ciò non
rientra nelle proposte del nostro Anonimo che con la frase “non è certo
intenzione dei C.R. (ma cosa centrano?) appoggiare o elaborare programmi
fantasiosi, capaci di attirare l’attenzione dei soci solo per i contenuti o per
la rapidità dei risultati (!?!)” ci riporta a quel triste episodio associativo
allor quando il Presidente Ortona a “Diamo voce alle Sezioni” di Pordenone 2005
ebbe a dichiarare, tra lo sconcerto di tutti i presenti, che “l’ARI non aveva programmi!” facendoci vivere il momento più
buio del nostro essere radioamatori.
Scegliendo la radio
come passione abbiamo dimostrato di essere persone intelligenti; da persone
intelligenti, scegliamocelo noi il nostro futuro! Da persone intelligenti
scegliamoci liberamente i nostri dirigenti!
73
e GL
I4FGG
leggete
il Radiogiornale
e
diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e
diffondete
3.
P I E T R O M A R I N O -
IT9ZGY
Viale Principe Umberto 10 90149 Palermo
Palermo 3 luglio
2008
D
I R I T T O
A L M U G U G N
O
“Mugugno”
è una voce onomatopeica marinaresca d'antica origine genovese che esprime un
sommesso scontento, lagnanze e brontolii di critica.
La
tradizione vuole che in Liguria il padrone di un peschereccio offra, a chi si
imbarca, la scelta tra il diritto di mugugnà e un supplemento di
paga.
Solo i marinai di Camogli, considerati i
migliori al mondo, avevano per antica concessione rispetto agli altri colleghi,
paga migliore e diritto al mugugno.
Sebbene
questo privilegio non sia previsto nelle nostre norme
statutarie, il Socio lo ha considerato tale all’atto del pagamento della quota
associativa e lo ha esercitato per reclamare i propri diritti e per richiamare
la dirigenza ad una maggiore attenzione ai problemi associativi.
La
libertà d'opinione e il diritto di critica sono emanazioni dell’art. 21 della
nostra Costituzione che così recita: “tutti hanno
diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto
e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad
autorizzazioni o censure”.
La
libertà d'opinione
permette di esprimere le proprie idee su determinate questioni,
con il tacito invito al dialogo ed al confronto. Il diritto di critica,
invece, è
una dura contrapposizione che permette con fermezza , a chi la esercita, di
mettere a nudo, l’inadeguatezza, l’inaffidabilità e gli errori
altrui.
Non è mia
intenzione dimostrare “l’inadeguatezza, l’inaffidabilità e gli errori” commessi
dal Collegio Sindacale e da alcuni Consiglieri, per il semplice motivo che le
mie doglianze sono già state espresse nella lettera aperta ai Soci dell’ARI del 30 giugno scorso. Siccome auspico una
riconciliazione generale tra i nostri Soci, cercherò di tenere abbassati i miei
toni,
senza però rinunziare al mio sacrosanto diritto di
critica.
Dopo la
decisione del G.U. del tribunale di Milano, auspicavo che i Comitati Regionali
esternassero
un duro ammonimento a coloro che avevano reso quasi ingovernabile
la nostra Associazione, ed in particolare contro coloro che avevano promosso
un’azione legale nei confronti del Consiglio Direttivo. Poiché le
motivazioni
presentate nel ricorso sono state rigettate in toto dall’ordinanza
del magistrato, (evidentemente il G. U. le avrà
giudicate prive di qualsiasi fondamento giuridico) mi riprometto, tramite il mio
Comitato Regionale, di proporre al nuovo Consiglio Direttivo la radiazione dalla
nostra Associazione dei soci
ricorrenti.
Le
dolenti note vengono, more solito, dai Comitati
Regionali che ancora una volta sono stati, muti, ciechi e sordi e incapaci di
prendere le giuste distanze e i necessari provvedimenti..
I
commenti da parte di molti colleghi, per le mie “lettere aperte”, sono stati di
compiacimento e qualcuno si è anche meravigliato che io non abbia deplorato pubblicamente la condotta dei tre Consiglieri che avevano disertato l’ultima riunione
consiliare svoltasi recentemente a
Roma.
C’è
voluta una mia grande dose di pazienza per dimostrare che quei Consiglieri
avevano ragione ad avere deciso di non
parteciparvi.
. Essi,
al contrario, devono ricevere la nostra più ampia solidarietà. Dapprincipio non
riuscivano a capire il motivo, poi … hanno compreso perfettamente !
Dopo la
“strigliatina” ricevuta dal G.U. del Tribunale, che aveva dimostrato che il
Consiglio Direttivo era legalmente costituito, era più che comprensibile che
quei Consiglieri che avevano sostenuto il contrario, avessero il timore ad
affrontare le ovvie ironie dei colleghi in presenza del rappresentante del Ministero delle
Comunicazioni.
Certamente non avrebbero fatto
una bella figura!
Mettetevi
nei loro panni e vi convincerete che avevano perfettamente ragione a scomparire
dalla circolazione!
Ormai è
acqua passata e non mi resta che rinnovare a questi Consiglieri, ancora una
volta, il mio
più incondizionato appoggio per la loro saggia decisione.
Anzi, mi permetto di consigliare loro di
prendersi una lunghissima pausa di riflessione, di almeno un paio d’anni, e di fare un passo
indietro poiché solo così potrà tornare la pace e la concordia in seno alla
nostra Associazione.
leggete
il Radiogiornale
e
diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e
diffondete
4.
N.D.R.
Questo testo, secondo accordi telefonici con l’interessato, ci era stato inviato
dello stesso estensore per e-mail e da noi inserito nel Radiogiornale in via di
redazione, evidentemente non fidandosi di noi, successivamente Mario Alberti
I1ANP ce lo ha inviato anche per Raccomandata
chidendone la pubblicazione, appellandosi a non meglio precisate “norme sulla
stampa” . Evidentemente ormai i rapporti tra Radioamatori si sono così
deteriorati che, pur non avendo una cultura giuridica, si comunica solo con le
Raccomandate, le Carte Bollate e gli Atti Giudiziari. Dove è finito l’Ham
Spirit?
Risposta
a Pietro Marino IT9ZGY
all’articolo
“Lettera aperta a I1ANP” pubblicato sul Radiogiornale 197 del 1 Luglio
2008
Di
Mario Alberti – I1ANP
La
Spezia,
4 luglio 2008
.
Gentilissimo Collega
Radioamatore,
rispondo alla Tua del 29
giugno 2008 ed a quella del 30 giugno 2008, pubblicata anche sul nr. 197 del
Radiogiornale del 1 luglio 2008, per significarTi che
non e’ mia intenzione entrare in contraddittorio con Te e così scendere a risse
verbali da bassa osteria dando seguito ad azioni mentali proprie di chi sostiene
di saperne più di me . Desidero
solo RicordarTi che le sentenze, anche quelle di Corte di Cassazione, valgono al
solo caso deciso e non già “erga omnes” e comunque nei
limiti del giudicato; sono salve quelle pronunciate a Sezioni Riunite, ma sempre
nei limiti del giudicato stesso. Il rigetto della domanda cautelare da parte del
G.U. di Milano, sia pure nel crisma della legittimità della costituzione
dell’assemblea del 16 ottobre 2007 ( perchè sostanzialmente finalizzata
all’indizione delle elezioni e data anche a presenza del Collegio Sindacale)
postulerebbe, secondo il tuo ragionamento e semprechè io non abbia travisato,
l’obbligo di seguire e quindi recepire integralmente il
disposto dell’art.2385 C.C. nello Statuto A.R.I., che
essendo approvato con DPR 10 Gennaio 1950
nr.368 non prevede , tra l’altro, in modo espresso il ricorso alle norme
del Codice Civile sulle Società. Tale obbligo non e’ condivisibile ne possibile in quanto in contrasto con il dettame dell’art.
3 di detto DPR che cosi’ recita: “ Le modificazioni dello Statuto sociale non
saranno esecutive senza l’approvazione data nelle stessa forma del presente
decreto” : ciò significa che ogni modifica deve essere adottata con DPR e
richiesta in pratica tramite i Ministeri Vigilanti i quali a loro volta chiedono
di regola parere al Consiglio di Stato, essendo l’A.R.I. riconosciuto in Ente
Morale e non una Società di cui al Titolo del Codice Civile. Credo anche che
qualora insorgano possibili conflitti tra una sentenza definitiva della
magistratura ed il disposto di un Decreto del Presidente della Repubblica siano
ben altri gli organi a fondare l’azione pubblica di competenza diretta a
disciplinare l’istituto in controversia.
Quanto sopra conferma ancora che “ la sentenza” alla quale Tu fai
riferimento deve essere letta “ cum grano salis “ ed interpretata non in senso
analogico rispetto alla situazione determinatasi in ARI nei tempi in cui mi ero
permesso “ immodestamente “ di esprimere quanto dovevo con la lettera del 2005
che accludo .
Quanto
precede perché
Ti sia di stimolo a rileggere con maggior attenzione la mia
lettera del 2005 appunto, con la quale mi sono limitato ad esprimere mie idee (
suffragate da fatti poi occorsi) e condividere idee espresse sul piano giuridico
da altri senza necessità di dover ricorrere ad espressioni pesanti che non
portano da nessuna parte.
Con
questa mia e’ conclusa , con Te caro Collega, ogni
forma di corrispondenza perché non ho mai creduto alle persone che prima si
dimettono dalle cariche e poi interloquiscono nella gestione della vita
associativa. Inoltre non ti riconosco l’autorità morale di giudicare ed interferire sulle mie assenze della
vita associativa e tantomeno il diritto di spiegarne agli altri soci la
motivazioni .
Concludo
e sottolineo che, in ogni caso, saranno gli altri colleghi a giudicare i fatti e
le posizioni di ognuno, al fine di stabilire se sussistano o meno le condizioni per una eventuale mia
rielezione.
Senza
rancore alcuno .
Mario Alberti –
I1ANP.
Allego la
lettera del 2005.
Rivengo
tirato in ballo, spero di essere chiaro e definitivo.
Per
dovere nei confronti dei soci del Sodalizio, desidero chiarire ulteriormente e
qui di seguito i motivi che mi hanno indotto a non partecipare all’adunanza del
Consiglio Direttivo A.R.I. , convocato per il 9 maggio
2005;
com’e’ noto , il predetto
Consiglio, essendo ridotto a tre elementi, non può, in ossequio all’art.26 dello
Statuto, riunirsi per deliberare.
Sussiste
una proposta per riunire detto Consiglio con tre Consiglieri effettivi e con
almeno due dimissionari mediante l’applicazione in via analogica dell’art.2385
del Codice Civile.
E’ bene
ricordare, intanto, che la sostituzione dei Consiglieri del Direttivo avviene
esclusivamente ai sensi del combinato/disposto dell’art.27 dello Statuto e
dell’art. 20 del Regolamento di Attuazione.
La
dimissioni dei Consiglieri sono state rassegnate nelle seguenti
date:
nella riunione del CD del
19 gennaio 2005, quelle di IS0RUH e subito dopo quelle di I0SNY; il 21 gennaio
2005, quelle di IV3FSG ; il 10 marzo 2005, quelle di IT9ZGY ; il 12 marzo 2005 ,
quelle di I2SG .
La non
applicazione o la mancata applicazione delle norme sopra citate (artt.27 e 20 )
sottrae ogni possibilità di applicare successivamente altre norme
dell’ordinamento giuridico, mediante ricorso al procedimento analogico, infatti uno dei fondamenti e presupposti per porre in essere
tale procedimento e’ che il caso considerato non sia assolutamente previsto (
altrimenti si avrebbe interpretazione estensiva) e che , comunque, sia il
giudice a darne la debita soluzione, perchè adito in via
giurisdizionale.
Non credo
che il Presidente ed i due Consiglieri rimasti in carica
, peraltro membri di un Consiglio Direttivo privato delle sue prerogative
di governo dell’Ente, possano sostituirsi al Magistrato disponendo che il
Consiglio Direttivo possa attualmente funzionare con tra Consiglieri effettivi
ed almeno due dimissionari. Tale decisione se adottata e che viene
dall’applicazione in via analogica dell’art.2385 del Codice Civile,
concretizzerebbe un evidente abuso da non sottovalutare
.
Pertanto,
la proposta di insediare un Consiglio Direttivo ricorrendo all’applicazione
dell’art. 2385 del Codice Civile, notoriamente orientato alle imprese, non e’
condivisibile. Oltretutto, l’A.R.I. e’ un Ente Morale e come tale qualificato
del nostro ordinamento in modo diverso dalle Società che vivono con contratto
d’impresa e con iscrizione nel relativo registro.
Anche il
“ parere pro veritate”, sia pure espresso da persona autorevole, e’ pur sempre e
solo un parere che non mi esime da possibili responsabilità qualora aderisca
alla suaccennata proposta.
Solo i
dipendenti dello Stato, che nel compimento dei loro atti agiscano in piena
conformità al parere espresso dall’ Avvocatura dello
Stato rispetto a detti atti, sono deresponsabilizzati qualora siano chiamati a
rispondere di tali atti in sede di giudizio di responsabilità promosso dalla
Corte dei Conti.
Ringrazio
per l’attenzione . Mario Alberti
I1ANP.
leggete
il Radiogiornale
e
diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e
diffondete
5.
Risposta
a Mario Alberti I1ANP
all’articolo
pubblicato sopra
Di
Pietro Marino IT9ZGY
V
i a l e P
r i n c i p e U m b e r t o 10 –
90149 P a l e r m o
P
R E M E S S A
Gentile
Direttore,
non
faccio alcun appello alla legge sulla stampa per chiederti
di
pubblicare l’allegata e breve risposta ad
Alberti.
Se
avrai la gentilezza di farlo, te ne sarei molto
grato.
Cordiali
73, Piero Marino – IT9ZGY
Palermo 6
luglio 2006
I1ANP de
IT9ZGY
Mario,
non capisco il perché
tu ti sia inalberato per
averti ricordato le motivazioni che ti spinsero nel 2005 ad ignorare il
mio specifico invito alla
ricostituzione del Consiglio Direttivo in virtù dell’art. 2385 c. c. Nella mia precedente lettera, ti avevo
solo accennato che il G.U. aveva dato torto alle motivazioni che ti avevano
indotto a disertare le convocazioni consiliari.
Tu,
invece di accettare con compostezza la decisione del G.U. di Milano, hai
preferito imbastire una specie di autodifesa con la quale hai cercato di
dimostrare che il magistrato ebbe torto a decidere in quella
maniera. Durante
i moltissimi anni nei quali ci siamo frequentati nelle riunioni
consiliari, nell’esercizio del mandato elettivo che avevano conferito a noi i
Soci, non mi hai dato mai l’impressione di possedere una specifica preparazione
nelle scienze giuridiche, né di essere un buon conoscitore delle nostre norme
statutarie. Indubbiamente avrai avuto bisogno di un amico preparato che ti ha
dato la possibilità di replicare
per non perdere la faccia nei confronti miei e dei Soci. Non mi permetto di
polemizzare
o eccepire qualcosa, anzi
dò atto all’autore di avere fatto un buon lavoro.
Se tu
ritieni di avere quel bagaglio di conoscenza giuridica che hai dimostrato nella
tua lettera, ti consiglio di portarla a conoscenza del G.U. di Milano e di
contestargli punto per punto la sua ordinanza nella quale aveva rigettato le
motivazioni dei ricorrenti.
Ho avuto
modo di leggere in un Blog una poderosa dissertazione giuridica del Socio I6DNS,
abbastanza completa, esplicativa e oserei dire quasi convincente. COMPLIMENTI
!
Se anche lui è veramente convinto dei
suoi principi giuridici che ha illustrato nel Blog in maniera appassionante, gli
consiglio di volere
contestare il G.U. di Milano facendogli pervenire il
suo:
“parere pro veritate”. Per concludere,
cari Ragazzi (me lo posso permettere per la mia vetusta
età):
non dovete
convincere me né tanto meno i lettori del Radiogiornale o dei
Blog.
Dopo le vostre interessanti
disquisizioni, ora
siete obbligati moralmente , nei confronti di tutti i Soci, a
ricorrere alla magistratura, per
dimostrarci che i vostri pareri hanno un valido fondamento
giuridico.
Poiché
non desidero apparire presuntuoso agli occhi del corpo sociale, non aggiungo più
altro ed accetterò con modestia le decisioni dei magistrati a
cui ambedue certamente vi
rivolgerete, proprio per fugare i nostri ed i vostri dubbi. Se questo mio
invito non sarà da voi accolto, vi prego cortesemente di chiudere qui la polemica poiché,
ciò che in appresso potremo dire, saranno solo parole gettate al vento ed aria
fritta che non varrà più la pena di dovere commentare. Con l’occasione, desidero rassicurare
I6DNS che non è mai stata mia intenzione di volere offendere volutamente qualche
collega radioamatore attraverso le mie lettere, ma ho solo cercato di esternare
il mio sacrosanto diritto di critica. Pertanto, nel consigliare I1ANP e I6DNS di
accettare, con “il sorriso sulle labbra, le decisioni del G.U. di Milano,
ringrazio ancora una volta il direttore del Radiogiornale per la cortese
ospitalità.
Piero
Marino – IT9ZGY
leggete
il Radiogiornale
e
diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e
diffondete
6.
Non
si userà più il trasmettitore per fare QSO, ma la carta
bollata!
Privacy
radioamatoriale…
Dal
sito Web dell’ARI:
Nota
su elenchi Comitati Regionali e Sezioni
4 luglio
2008
*
Considerati i ricorsi per tutela della privacy promossi davanti al Tribunale di
Milano dai Presidenti dei Comitati Regionali Liguria e Puglia;
* a
seguito di esplicita richiesta del Segretario Generale ARI e della conseguente
valutazione tecnica;
* non
trascurando anche l'opportunita' di evitare ogni ulteriore possibilita' di
involontario danneggiamento dei Soci;
*
riscontrato che non c'e' ancora stata alcuna sentenza chiarificatrice;
si e' provveduto al
temporaneo spostamento degli elenchi dei Comitati Regionali e delle Sezioni ARI
in una nuova area riservata del sito ARI, in attesa che la situazione venga
chiarita, sia in ambito giudiziario che in ambito associativo.
Ci
scusiamo per gli eventuali inconvenienti causati ai Soci dalla presente
situazione, specie ai Soci non ancora in possesso di login e password ARI per
l'accesso all'area riservata, ma siamo certi che comprenderete le motivazioni
che hanno determinato questi cambiamenti.
Sezioni
ARI
Comitati
Regionali ARI
HI
!!! Premesso che la Legge sulla “Privacy” considera
come dati sensibili tutta un’altra cosa di quello che ritengono alcuni belli
spiriti tra i Radioamatori, che hanno la vocazione dell’agente segreto esperto
in questioni giuridiche ed hanno dato luogo alle risibili decisioni dell’ARI.
Infatti secondo il Codice sulla protezione dei dati
personali (d.lgs. 196/2003), art.4, sono considerati dati sensibili, e dunque la
loro raccolta e trattamento sono soggetti sia al consenso dell'interessato che
all'autorizzazione preventiva del Garante per la protezione dei dati personali
(art. 26), i dati personali, idonei a
rivelare:
*
l'origine razziale ed etnica,
*
le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere,
*
le opinioni politiche,
*
l'adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere
religioso, filosofico, politico
o sindacale,
*
lo stato di salute e la vita sessuale.
Tale
elenco viene considerato chiuso, nel senso che non è
lecito procedere per analogia.
Come
si vede chiaramente l’ARI e i Radioamatori in quanto
tali non rientrano in nessuna delle esemplificazioni previste dalla Legge sulla
Privacy. Ma proseguendo nell’incauta interpretazione di questi “belli spiriti”
dalla causa facile, come conseguenza di queste estemporanee idee si arriverebbe
al paradosso che per rispettare la privacy in un futuro ormai non lontano, i
Radioamatori, nel corso dei collegamenti, non comunicheranno più nemmeno il proprio nominativo. Sarà un
ritorno alla prima CB dove si sentiva dire: sono XXX e
trasmetto dall’Italia settentrionale, più privacy di quella!!! Ma quei CB si
comportavano così in quanto avevano paura di una possibile denuncia per
trasmissione abusiva, invece i Radioamatori, a meno che non siano ricercati
dalle Forze dell’Ordine per qualche reato commesso, non dovrebbero avere di
questi timori. E poi, lo dice anche il proverbio: “Male non fare, Paura non
avere!”
Ma
non finisce qui, sempre secondo queste elucubrazioni mentali: gli elenchi dei
nuovi iscritti, in barba allo Statuto, non potranno più essere resi pubblici sia
in Sezione e tanto meno su Radiorivista, dovranno essere distrutti tutti i
Callbook, le stesse QSL non potranno più esistere in quanto anonime e comunque
non potranno essere consegnate dalle Sezioni, sempre per via della “privacy”.
L’ARI si trasformerà in una sorta di consorteria di
carbonari, molto simile alle sette segrete e come conseguenza finale si avrà
l’abolizione del Servizio di Radioamatore che come si sa, da sempre e in tutto
il mondo, è basato sulla pubblica conoscenza dei dati degli OM. Abbandonata
ormai la Radio per le comunicazioni, si farè QSO solo attraverso la carta
bollata, gli atti giudiziari e le raccomandate che in questo periodo vanno per
la maggiore, almeno in certi ambienti dell’ARI! Non potendo controllare sul Callbook se
un nominativo è esistente o meno, si intrufoleranno miriadi di abusivi senza che
ci possiamo far niente!!!
Non
si farebbe prima se questi “maniaci” ossessionati dalla Privacy, convinti di
essere dei sommi legulei, anziché fare i Radioamatori si dedicassero a qualche
altro impegno, magari in una setta segreta, molto più congegnale a certe idee,
forse provocate dalle temperature troppo alta di questa
afosa estate?
Infine,
“agli esperti di Legge”, che per queste questioni hanno fatto ricorso al
Tribunale di Milano, facciamo sommessamente presente che si dovevano invece
rivolgere al Garante, così come stabilisce la
Legge!
j
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il Radiogiornale
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7.
Riceviamo
dai candidati
A.R.I.
Gian
Mario Ventura IK0NGL
CANDIDATO
PER IL CDN
Presentato dal
Comitato Regionale Umbria e dalla Sezione A.R.I. di
Terni.
Nato nel
1953, residente in Umbria a Terni, SWL dal 1975, socio A.R.I. dal
HomePage: http://www.qsl.net/ik0ngl/
e-mail: venturag@alice.it
PROGRAMMA IN CASO DI
ELEZIONE.
Riportare
serenità
nell’associazione
Ristrutturazione
amministrativa
dell’A.R.I.
Programmare attività
che coinvolgono tutti i radioamatori
Regolamentazione delle
Mostre Mercato Radioamatoriali
Coinvolgere le scuole
e le altre associazioni nei progetti dell’A.R.I.
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8.
IL
NEUROLOGO: «È POSSIBILE IPOTIZZARE CHE DIANO VERA DIPENDENZA»
Sul
web ora ci si «droga» con onde
sonore
L'allarme
della Finanza. Facilissimo trovare guide e "dosi" che riproducono ecstasy,
cocaina, marijuana, alcol.
Anche in
Italia arriva l'allarme "droghe sonore online". Particolari onde tra i 3 e i 30
Hertz, frequenze che agiscono sul cervello umano, possono innescare le più
diverse reazioni e sollecitare in maniera intensa l'attività cerebrale, in modo
simile alle droghe. Basta collegarsi al sito giusto e scaricare speciali file
per ottenere sequenze sonore dai nomi che sono tutto un programma: «marijuana»,
«cocaina», «alcol», «ecstasy».
Un
"lettore" di dosi sonore da scaricare in rete
ALLARME - L'allarme sulle «cyber-droghe», noto in rete con il nome di iDoser, è
serio e arriva dal Nucleo speciale frodi telematiche della Guardia di Finanza, i
cui 007 informatici stanno da tempo monitorando un fenomeno che potrebbe
rapidamente dilagare - come già avvenuto in Spagna - e che già vanta migliaia di
appassionati che discutono attraverso la rete, si scambiano impressioni e
consigliano modalità e tecniche di somministrazione. Sono già centinaia, avverte
la Guardia di Finanza, le pagine web dedicate a questo fenomeno e migliaia gli
appassionati che discutono attraverso la rete, si scambiano impressioni e
consigliano modalità e tecniche di «somministrazione».
COME E
DOVE - Le dinamiche commerciali che stanno dietro al fenomeno ricalcano quelle
del mercato tradizionale degli stupefacenti: la partenza è con
file offerti gratuitamente, poi si passa alla sommistrazione a pagamento.
Esiste una società che offre online, sul proprio sito, un vero e proprio lettore
audio (tipo il popolare WinAmp dei file mp3) per "dosi
sonore". Dosi che, per altro, oltre a essere acquistate possono anche essere
reperite gratuitamente in maniera piuttosto semplice con una semplice ricerca su
Google. Si arriva su siti che ospitano link ad archivi di file quali Rapidshare
o simili. Pochi clic per avere sul computer un file "zippato" che, una volta
decompresso, svela centinaia di "dosi", accuratamente catalogate con i nomi
delle sostanze di cui dovrebbero riprodurre l'effetto: assenzio, ecstasy,
cocaina, morfina, tranquillanti, eroina, peyote e così via. Su Internet si
trovano poi anche pratiche guide all'uso: "Come far funzionare una dose al
100%". Mentre YouTube è piena di video che illustrano i presunti effetti su
giovani (e spesso giovanissimi) consumatori.
IL
PRINCIPIO: INFRASUONI - «Le onde comprese tra 3 e 30 hertz, gli infrasuoni,
ovvero le frequenze su cui lavora il cervello umano, sono in grado di innescare
le più diverse reazioni e sollecitare in maniera intensa l'attività cerebrale.
Le onde alfa, ad esempio, che vanno da
RISCHI -
«Sui rischi per la salute derivanti dall'uso di queste
cyber-droghe non ci sono evidenze», ha precisato il colonnello.
«Attendiamo risposte dagli esperti, ma è necessario riflettere» su queste nuove
disponibilità offerte dalla rete. Il potenziale di diffusione dell'iDoser è enorme, perché rispetto alle sostanze stupefacenti
tradizionali sono meno invasive, più pratiche da utilizzare, e costano molto
meno: un file può andare dai 5 ai 10 euro, col vantaggio rispetto alla droga che
non si consuma e quindi si può riutilizzare quante volte di
vuole».
POTENZIAMENTO - «Il
fatto che una stimolazione sonora ad hoc possa avere
particolari conseguenze sul cervello non è una sorpresa» commenta Michelangelo
Iannone, ricercatore dell'Istituto di Scienze Neurologiche del Cnr di Catanzaro.
«Abbiamo infatti osservato e misurato di recente
l'effetto "sommatorio" del suono e dell'ecstasy sul cervello di animali da
esperimento». «In particolare» chiarisce lo specialista, «abbiamo sommnistrato
ad alcuni topolini una dose minima di ecstasy, incapace di produrre alcun
effetto neurologico e abbiamo poi "somministrato" agli stessi anche una "dose"
di suono a 95 decibel, cioè il massimo consentito, teoricamente, nelle
discoteche, riscontrando un potenziamento degli effetti dell'ecstasy. Non solo,
aumentando la dose iniziale di ecstasy abbiamo ottenuto col suono un
potenziamento dell'effetto che è durato cinque giorni». «Questo spiega anche
perché alcuni tipi di stupefacenti, come per esempio proprio l'ecstasy, siano
consumate in quantità particolarmente significative in occasioni come i
rave-party dove, evidentemente, la musica produce un
'amplificazione dei suoi effetti».
Ma ha
senso parlare di dipendenza? «Se una stimolazione nervosa esiste è verosimile
che avvenga attraverso l'azione su determinati neurostrametttitori, come per le
altre droghe, quindi è sicuramente possibile ipotizzare meccanismi e conseguenze
non dissimili. Senza studi in merito non si può dire di più e si possono solo
fare ipotesi, ma si tratta di ipotesi molto
ragionevoli».
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9.
Londra,
l'idea di un milionario cipriota leader dell'associazione
"Club4climate"
Nei
locali, una pista che aziona dei generatori grazie al movimento dei piedi
Eco-night,
il ballo che ricarica
così
la discoteca produce energia
L'annuncio
di un operatore britannico di telefonia mobile
"Presto
anche i cellulari si potranno ricaricare
danzando"
BASTA
un'idea a mondare la galassia delle discoteche dai suoi peccati. Non più luoghi
oscuri di perdizione, ma avamposti della rivoluzione
verde, politicamente corretti, fonti di energia positiva. Letteralmente. Voi
danzate, e la pista da ballo trasforma l'energia cinetica dei passi in energia
elettrica pulita.
GUARDA
COME FUNZIONA
La
proposta viene da Londra (prima tappa al Bar Surya, il 10 luglio), grazie ai
denari di sir Andrew Charalambous, milionario cipriota, militante e finanziatore
dei Tory, capo carismatico - con lo pseudonimo di Dr. Earth - dell'associazione
per il ballo eco-sostenibile "Club4climate": la techno dichiara guerra al
riscaldamento globale.
Nel
dettaglio, vediamo come funziona. La pista da ballo, sostenuta da una serie di
molle, oscillando aziona dei generatori a cristalli capaci di produrre una
piccola quantità di energia elettrica. Questa viene
immagazzinata da batterie ricaricabili e diffusa nella rete, garantendo al
locale il 60% del fabbisogno, secondo Charalambous, eccitato da questa variante
"produttiva" della febbre del sabato sera.
Ciò che
lega il movimento di gambe alla lampadina accesa si chiama piezoelettricità (dal
greco pieziein, "pressione"), proprietà che alcuni cristalli hanno di generare
una differenza di potenziale quando sono soggetti a una
deformazione meccanica. L'utilizzo più comune è quello che riguarda gli
accendigas da cucina: premiamo il cristallo e scocca la scintilla, senza bisogno
di presa elettrica.
L'ecologia del night
londinese non si limiterà alla bolletta; bevande e cibi verranno serviti solo in recipienti in policarbonato, e nei
gabinetti, per lo scarico, sarà utilizzata solo acqua riciclata. Non pago, sir
Charalambous, promette ingresso gratuito a chi dimostrasse di essere venuto al locale a piedi, in bicicletta
o con i mezzi pubblici (ma come pizzicherà chi parcheggia il suv dietro
l'angolo?). Altrimenti il costo è di 10 sterline (circa 13 euro).
Il
progetto della pista ecologica è stato sviluppato da due aziende olandesi, la Enviu e la Döll, e proprio a Rotterdam l'eco-night ebbe il
suo esordio. Era il 2006, e l'evento fu organizzato dalla "Critical Mass",
conosciuta in Italia per le iniziative a favore della mobilità pulita. Anche lì
ad essere coinvolte furono migliaia di giovani, felici di unire l'utile al
dilettevole.
"È un
modo fresco e sexy per dare consapevolezza alle nuove generazioni", ha detto sir
Charalambous, che tra le altre cose possiede più di 1000 proprietà a nord di
Londra. "Non bisogna essere arroganti - ha aggiunto - e pensare di risolvere i
mali della Terra da soli. Serve un piccolo sforzo da parte di tutti". Che non
abbia in mente di far danzare gli abitanti dei suoi condomini?
E sempre
dalla Gran Bretagna arriva la notizia che, ballando, si può anche ricaricare la
batteria del telefono cellulare. Orange UK, operatore di telefonia mobile, ha
annunciato che presto produrrà, in cooperazione con GotWind - società
specializzata nell'energia rinnovabile - un nuovo caricabatterie che sarà
alimentato dalla sola energia del ballo: attaccato al braccio, funziona mediante
un sistema di pesi e calamite che forniscono la corrente elettrica necessaria
per la ricarica della batteria.
leggete
il Radiogiornale
e
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10.
A.R.I.
SEZIONE
ITALIANA DELLA I.A.R.U.
Eretta
in Ente Morale il 10 - 1 – 1950 (D.P.R. n° 368)
C.P.34
–
Bicentenario
G.MURAT a Massalubrense
Nominativo
speciale
“ii8MU” dal 1° settembre al 31 ottobre
2008.
Per celebrare i duecento anni
dall’evento storico della liberazione dell’isola di Capri da parte dei Francesi
diretti da Gioacchino Murat il Comune di Massalubrense ha organizzato varie
manifestazioni per ricordare l’evento e per far ridestare l’interesse turistico
per questa Terra delle Sirene con Sorrento, Massalubrernse
,Capri e Positano.
I
radioamatori della Penisola Sorrentina saranno attivi per l’occasione con il
nominativo speciale
“ii8MU” dal 1°
settembre al 31 ottobre 2008.
Pino
i8hxg.
leggete
il Radiogiornale
e
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11.
www.aribattipaglia.it
www.aribattipaglia.it www.aribattipaglia.it www.aribattipaglia.it
II°
DIPLOMA OPERAZIONE AVALANCHE
“SBARCO
ALLEATO NEL GOLFO DI SALERNO”
09/09/1943
- 01/10/1943
Edizione
2008
REGOLAMENTO
2008
PERIODO:
dalle ore 06.00 UTC del 09 Settembre 2008 alle ore 23.59 UTC del 01 Ottobre
2008;
BANDE:
le bande usate saranno 10/20/40/80 metri;
MODI:
I modi usati saranno SSB, CW, DIGITALE nel rispetto del Band
Plan;
COLLEGAMENTI:
saranno validi i collegamenti effettuati con le Stazioni appartenenti alla
sezione A.R.I. di Battipaglia e le stazioni accreditate
"JOLLY";
PUNTEGGIO:
1 punto per ogni QSO, 3 punti per le stazioni "JOLLY", 5 punti collegando le
stazioni IQ8EO e la stazione Speciale II8AVL (Fonia e Digitale e CW ). Quando il
nominativo IQ8EO sarà portatile rilascerà 10 punti. Il punteggio totale sarà
determinato dalla somma dei punti.
I
collegamenti con la stazione IQ8EO e II8AVL saranno confermati con QSL
speciale;
MODALITA':
La stessa stazione potrà essere collegata più volte nello stesso giorno, purchè
in banda e/o modo diverso;
RAPPORTI:
Le stazioni appartenenti alla Sezione A.R.I. di Battipaglia e le
stazioni
Jolly
passeranno: RST + numero progressivo, IQ8EO e la stazione speciale II8AVL
passeranno solo RST;
DIPLOMA:
Sarà rilasciato a chi avrà realizzato almeno il seguente
punteggio:
OM
SWL YL e sezioni italiane 25 punti; OM SWL YL e club Europei 15
punti;
OM
SWL YL e club Extra-Europee 8
punti;
Costo:
Il costo del Diploma è di € 10,00 (Euro Dieci);
PREMI:
TROFEO
al 1° Classificato OM YL italiano o straniero;
TARGA
al 2° Classificato OM YL italiano o straniero;
TROFEO
al 1° Classificato SWL;
TROFEO
al 1° Classificato OM YL della Sezione A.R.I. di
Battipaglia;
TARGA
al 2° Classificato OM YL della Sezione A.R.I. di
Battipaglia;
ATTESTATO
DI PARTECIPAZIONE:
Ad ogni partecipante, anche con un solo contatto, sarà rilasciato gratuitamente
un ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE in
formato PDF da scaricare dal sito www.aribattipaglia.it
, oppure su richiesta sarà eseguita una stampa professionale ed inviata
tramite posta al costo di €
STAZIONI
"JOLLY": Per l'anno 2008 saranno considerate Stazione
"Jolly":
IK3TND
Giuseppe ;
IZ8GGN Filomena;
IK8ISG
Raffaele;
IK8CEP Michele;
IW8EEL
Antonello;
IK8HJC Fabio;
LOG:
I LOG
completi di Data, Ora, Banda e Numero Progressivo, indirizzo ed eventuale email
e numero di telefono del richiedente, dovranno essere inviati entro il 31
Ottobre 2008. I LOG incompleti non saranno presi in
considerazione.
RICHIESTE:
Le richieste andranno indirizzate all' Award Manager,
iz8kzn@aribattipaglia.it Evitate di inviare Denaro nella eventuale
corrispondenza. Sarà comunicato ad ogni richiedente, che ne avrà diritto, il
codice carta PostePay dove effettuare il versamento. Una parte dei proventi sarà
devoluta in beneficenza.
Un
po’ di Storia
Operazione
Avalanche (Valanga): questa la denominazione esatta dello sbarco alleato nel
Golfo di Salerno, datato 9 settembre 1943: un'operazione militare anfibia di
fondamentale importanza nel processo di liberazione del territorio italiano dai
nazifascisti.
Una pagina di storia che ha segnato una svolta epocale, una battaglia colossale,
superata, più tardi, dal D-day in Normandia (6 giugno 1944). Protagonista di uno
degli episodi più decisivi della seconda guerra mondiale fu il Golfo di Salerno,
comprendente l'arco costiero da Maiori ad Agropoli1. Gli obiettivi
dell'operazione, delineati in sinergia dal generale Dwight D. Eisenhower,
comandante in capo del Teatro di Operazioni Mediterraneo, dal generale Mark W.
Clark, comandante della V Armata e dal vice ammiraglio Henry K. Hewitt,
comandante della Forza Navale d'Impiego Occidentale, erano ben precisi: gli
Alleati volevano allontanare i Tedeschi dall'Italia Meridionale quanto più
possibile, sbarcando al limite settentrionale della zona di copertura
dell'aeronautica basata a terra e poi intendevano impadronirsi delle basi aeree
di Foggia per poter condurre azioni contro la Germania
ed i Balcani; ovviamente intendevano raggiungere Napoli, per poter arrivare più
facilmente a liberare Roma, e conquistarne il porto, ritenuto essenziale per
l'approvvigionamento del contingente alleato.
Di
contro, i Tedeschi volevano disarmare gli Italiani, mantenere il controllo della
maggior parte del territorio italiano ed evitare di restare imbottigliati in
Calabria dopo l'evacuazione della Sicilia.
Ma
perchè fu scelto il Golfo di Salerno?
In
realtà; tra le opzioni strategiche degli Anglo-americani c'erano anche la parte
sud del Golfo di Gaeta, nei pressi della foce del Volturno, location scartata
perchè troppo distante dalla Sicilia, ed il Golfo di Napoli, escluso dalle
operazioni belliche, in quanto gli approdi erano pieni di mine. Il terreno dove
si svolse la battaglia costituiva una sorta di triangolo pianeggiante,
circondato da alture, dalle quali si poteva godere una perfetta visuale su tutta
l'area, ed aperto verso il mare: le montagne che fiancheggiavano i due lati
avevano cime che arrivavano anche ai
La
piana del Sele era stata bonificata pochi anni prima dal regime fascista ed era
popolata da villaggi collinari e fattorie isolate. Vi era un
buon asse viario: la S.S.18, proveniente da Napoli, attraversava Salerno,
da dove si dipartiva la S.S.88 per Avellino, poi Battipaglia, da dove partiva la
S.S.19 per Eboli e Potenza ed Agropoli; da Vietri, dalla strada della Penisola
Sorrentina si poteva giungere verso Napoli attraverso il passo di Chiunzi. Anche
la rete ferroviaria era efficiente, in particolare la Roma-Napoli-Reggio Calabria, con una ramificazione per
Potenza, e poteva tornare utile ai fini degli
spostamenti.
L’8
settembre 1943, Salerno, ancora ignara dell’imminente arrivo delle forze
alleate, era stata colpita dall’ennesimo bombardamento: alle 19.45 tutti i
residenti vennero rinchiusi nei rifugi, dove appresero
dalla radio e dal maresciallo Pietro Badoglio che il governo italiano aveva
chiesto un armistizio al generale Eisenhower ed aveva firmato la resa
incondizionata. Anche i 100.000 soldati inglesi ed i 70.000 americani che
componevano il corpo di sbarco appresero la notizia: essa suscitò grandi
manifestazioni di gioia ed ebbe sfortunate conseguenze psicologiche, in quanto i
soldati si erano convinti che a Salerno avrebbero trovato folle in festa.
L’eccessiva sensazione di tranquillità fu subito smorzata dagli ufficiali che
ricordarono ai subalterni la presenza dei Tedeschi a Salerno e che già avevano
fatto scattare il piano d’emergenza.
La
forza d’invasione, ovvero la V Armata, attuò due sbarchi, a distanza di
73
Cordiali de Angelo IZ8KZN
leggete
il Radiogiornale
e
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diffondete
12.
ASSOCIAZIONE
RADIOAMATORI ITALIANI
LA
SEZIONE A.R.I. DI BIELLA ORGANIZZA
Mercatino
“BIELLA RADIO”
con i
Patrocini del Comune di Occhieppo Inferiore
e
Provincia di Biella,
7°
MERCATINO
di
scambio tra Radioamatori e Hobbysti
21
settembre 2008
Verrà
allestita anche una Mostra Filatelica con annullo speciale per onorare il
centenario della morte, avvenuta il 24 agosto
La
Manifestazione non ha fini di lucro,
se
non garantire il rimborso delle spese sostenute.
Entrata
Libera
orari e
consigli
-
Ore 07,00
Accettazione espositori
-
Ore 09,00 Apertura Mercatino di scambio
-
Ore 17,00 Termine massimo smantellamento
Utile
la prenotazione tavolo/i mq.2, circa, cadauno
Nelle
ore di apertura sarà attivo BAR con possibilità di ristorazione a prezzo fisso.
Per
informazioni segretario@aribiella.it
Sezione
A.R.I. Biella c.p. 21 13900 Biella
BENVENUTO
dalla
Sezione A.R.I. di Biella
leggete
il Radiogiornale
e
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diffondete
13.
ARI
Sezioni di Terni e Orvieto
ASSOCIAZIONE
RADIOAMATORI ITALIANI
Box19
Sezione Italiana della I.A.R.U.
05100
TERNI Eretta in Ente Morale il 10.01.1950 (DPR
368)
www.ariterni.it
SEI
UN
AUTOCOSTRUTTORE
?
PARTECIPI
AI CONTEST
IN
V-U-SHF ?
Sabato
20 e Domenica 21 settembre 2008
avrai
l’occasione di verificare l’efficienza delle tue realizzazioni partecipando
al
XXIII
SYMPOSIUM INTERNAZIONALE DI TERNI E ORVIETO
TECNICO
SCIENTIFICO RADIOAMATORIALE CON CONCORSO DI AUTOCOSTRUZIONE
&
PREMIAZIONI CONTEST V/U/SHF TROFEI A.R.I. 2007
Organizzato dalle
Sezioni ARI di Terni e Orvieto. Avrai a disposizione una
adatta strumentazione.
Interverranno eminenti
relatori. Si terrà a Terni. Ci saranno frecce di segnalazione ed una stazione
attiva a 145.300
Mhz.
Per
avere la possibilita’ di usufruire dei pranzi organizzati e/o pernottamenti e’
necessario prenotarsi . per
info fare
riferimento
a ikzeroddp.adolfo@tin.it 338-8518 135 -i0iurroberto@alice.it 329-4306 690
SINTESI
DEL REGOLAMENTO: La realizzazione
dovrà essere opera del concorrente e presentata per la prima volta. Le antenne
in concorso dovranno riguardare le frequenze dei
Non
saranno ammesse antenne costruite unicamente per il concorso ovvero
meccanicamente inaffidabili e nella pratica
inutilizzabili. Verrà tuttavia esaminato, fuori concorso e tempo permettendo,
qualsiasi prototipo d’antenna relativo alle frequenze
suddette.
La verifica, si effettuerà sabato 20 settembre con inizio alle ore 08.00 e
riguarderà due aspetti: max. gain e miglior
rapporto gain/lung.
Boom. Domenica 21 dalle ore 9 , la cifra di rumore ed
il guadagno dei preamplificatori e convertitori delle
frequenze di
(carico autocostruito,
filtri, L.P., H.P. e B.P.).
Il
concorrente parteciperà inizialmente solo ad una sola autocostruzione per ogni
gamma di frequenza prevista. Al termine, se ci
sarà tempo, verranno
esaminate eventuali sue ulteriori realizzazioni. Il giudizio della giuria dovrà
ritenersi inappellabile.
L’organizzazione non
si assume alcuna responsabilità per danni che, per effetto della manifestazione,
dovessero derivare a
persone e/o cose. Le
premiazioni si effettueranno alla mattina della
domenica .
Il pranzo
del sabato e della domenica sarà organizzato presso ristoranti della zona, per
coloro che si sono prenotati.
Per
accedere alle prove invia entro il 15/09/08 alla Casella Postale 19 – 05100
Terni, oppure via e-mail agli indirizzi sopra indicati
tutti i dati richiesti nel
prospetto pubblicato nel sito e sulle riviste del settore. Puoi partecipare anche se non presenterai alcuna
autocostruzione. In ogni caso prenotati !
Programma
dettagliato della manifestazione, scheda di adesione e info per prenotazioni
saranno visibili sul sito www.ariterni.it
leggete
e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete
e diffondete il Radiogiornale
14.
A.R.I. Sezione di
Terni
35°
Radiolocalizzazione
”
Ulisse Panico I0NC”
Regolamento
di partecipazione
L’esercitazione di
radiolocalizzazione si svolgerà a Terni Domenica 28 settembre 2008
1.
All’esercitazione sono ammessi OM e SWL in possesso di regolare licenza ed
iscritti all’A.R.I. muniti di veicoli. E’ ammesso a far parte dell’equipaggio un
secondo OM od SWL come
collaboratore.
2.
L’esercitazione sarà effettuata in regime di volontariato. Il punto di ritrovo è
Vocabolo Fiori 116/C presso la Sezione ARI di Terni , la registrazione degli
equipaggi sarà effettuata dalle ore
9:00 fino alle 9:45.
3. Il via
all’esercitazione avverrà dalla Sezione ARI di Terni (*) alle ore 10:00 e l’esercitazione avrà termine alle ore
12:30.
4. I
partecipanti dovranno fornire le generalità ed il nominativo che saranno
riportati sul registro di esercitazione. Ad ogni Capo-equipaggio sarà assegnato
un talloncino di controllo con annotato il nominativo. Detto talloncino dovrà
essere consegnato al momento del rinvenimento dell’emittente nascosta e questi
vi apporrà l’ora di arrivo e la propria firma. L’ora di arrivo sarà determinata
al momento in cui il Capo-equipaggio o il collaboratore toccherà con la mano
l’antenna emittente.
5. La
stazione emittente, posta nel territorio del Comune di Terni avrà le seguenti
caratteristiche: frequenza di emissione 145,575 MHz;
emissione modulata in FM a banda stretta con segnale modulante ritmico; antenna
emittente con polarizzazione verticale. La potenza emessa sarà di circa 4
(quattro) W.
6. E’
vietato effettuare comunicazioni via radio tra i diversi equipaggi o dare
informazioni sull’ubicazione della stazione. Gli equipaggi, dopo il rinvenimento
dell’emittente nascosta con la relativa registrazione, dovranno subito
riportarsi in Sezione.
7. La
sezione A.R.I. di Terni declina ogni responsabilità civile e penale per
incidenti che possano accadere a persone, animali o
cose prima, durante e dopo lo svolgimento
dell’esercitazione.
8. Gli
equipaggi verranno registrati in base al tempo di
arrivo.
9. Per
comunicazioni di emergenza o in caso di smarrimento la frequenza di appoggio
sarà 145,300 MHz oppure telefono
329-4306690
(*)
La Sezione ARI di Terni è in Voc. Fiori, 116/C, una Ns. stazione sarà attiva a
145.300 fin dalle ore 8:00 per informazioni.
Per
ulteriori informazioni, il nostro sito è www.ariterni.it
Buona
esercitazione ..... A.R.I.
Terni
leggete
il Radiogiornale
e
diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete e
diffondete
15.
Da
I3MKH Mirko Boscolo
Le
conferme di i3mkh
leggete
il Radiogiornale
e
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16.
I
genitori li hanno mandati in un Centro di igiene mentale
Non
avevano più una vita normale, andavano male a scuola
"drogati"
di cellulare
due
adolescenti finiscono in clinica
Il
caso è "la punta dell'iceberg": solo nella stessa clinica sono
ricoverati
ben venti giovani "dipendenti" da telefonino e
Internet
Drogati
di telefonino, incapaci di staccarsi dal piccolo schermo a cristalli liquidi,
autori compulsivi di sms. Due ragazzini spagnoli, di dodici e tredici anni, sono
finiti in una clinica per curare la loro "dipendenza da cellulare". Sono stati i
loro genitori a spedirli al Centro di igiene mentale a Lleida, nella regione
della Catalogna, vicino a Barcellona: andavano male a
scuola, arrivavano a mentire per ottenere più soldi da spendere in ricariche del
telefono. Adesso, dopo tre mesi di trattamento e senza cellulare, sembra stiano
guarendo. Ma dovranno essere seguiti a lungo, forse ancora per due anni.
"Entrambi
mostravano un comportamento disturbato, non riuscivano più ad avere una vita
normale", racconta Maite Utges, che dirige il Centro di salute mentale per
l'infanzia e l'adolescenza di Lleida. I medici hanno spiegato che i ragazzini
possedevano il cellulare da un anno e mezzo, ma quel lasso di tempo è bastato
perché i genitori perdessero il controllo della situazione. Ecco perché la
dottoressa Utges raccomanda che i telefonini vengano
proibiti ai minori di 16 anni.
I media
spagnoli hanno dato molta
risonanza alla notizia. Il caso dei due adolescenti, infatti, non è isolato.
Nella stessa clinica sono ricoverati venti ragazzi in tutto. Per loro la
diagnosi è dipendenza dalle tecnologie. Telefonino e non solo: anche Messenger,
il programma per chattare su internet, ha fatto molte vittime. E dati recenti
dicono che il 10% degli adolescenti madrileni soffre della stessa patologia, se
così si può chiamare. "I 'sintomi' da tenere d'occhio, come per la videogame-mania sono irritabilità, chiusura in se stessi,
comportamento antisociale e pessimi risultati a scuola", spiega un esperto di
dipendenze, José Martìnez-Raga, che sostiene che la vicenda di Lleida è solo "la
punta dell'iceberg".
Non è la
prima volta che gli esperti si pronunciano sull'uso-abuso del telefonino e dei
dispositivi tecnologici in generale. Uno studio recente, presentato ai primi di
giugno al ventiduesimo Congresso annuale sul sonno degli Stati Uniti ha
denunciato che molti adolescenti soffrono di problemi del sonno a causa delle
troppe ore che passano attaccati al cellulare. Tra le conseguenze, anche lo
stress e, alla lunga, disturbi dell'attenzione e di tipo cognitivo. Il dibattito
sull'eccessiva presenza della tecnologia nella vita dei ragazzi, insomma, non
accenna a diminuire e preoccupa i genitori spagnoli, e non solo. Tanto che è
stata anche creata una guida per insegnare alle mamme e ai papà come gestire il
problema, senza avere paura della modernità.
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17.
L'eolico
regione
per regione
elettricità
per 5,2 milioni di italiani nel 2007
Sono
2.943 gli impianti eolici presenti nel nostro Paese che, distribuiti per lo più
nelle regioni del Centro-Sud, garantiscono oltre 2.700 megawatt di potenza
(circa l’1,1% del fabbisogno nazionale). Il rapporto sull’energia eolica in
Italia, stilato dall’Associazione nazionale energia del vento (Anev), vede
’prima della classe la Puglia, che con i suoi 658 impianti si garantisce 685
megawatt di potenza. Seguono poi la Sicilia, con le sue 631
’girandole a vento (583 megawatt), la Campania con 606 impianti
(519megawatt), la ventosa Sardegna con 370 (367 megawatt), l’Abruzzo con 244
(157 megawatt), la Basilicata con 180 e il Molise con 136.
Lo
sfruttamento di questa fonte rinnovabile è invece più ridotto in regioni come
Calabria (58 pale eoliche), Toscana (20), Lazio (15) e Liguria (11). «La
produzione di 4,36 terawattora da fonte eolica nel 2007 - spiegano gli esperti
Anev - ha fornito energia elettrica a oltre 5,2 milioni di italiani, consentendo
di risparmiare 2,5 miliardi di litri di petrolio. La forza del vento ci ha
consentito inoltre di tagliare le emissioni di CO2 di ben 3,7 milioni di
tonnellate».
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18.
Tra
i criteri di scelta dei modelli va valutato anche il livello di emissioni.
Certificato da una tabella
Compri
un cellulare?
Attento
alle radiazioni
Quando si
acquista un cellulare bisognerebbe buttare un occhio anche a un valore che ne
indica la emissioni chiamato, italianizzando un po' la
definizione, rateo di assorbimento specifico. Secondo il Cellular
Telecommunications Industry Association (CTIA), lo specific absorption rate, il
cui acronimo è SAR, indica la quantità di emissioni elettromagnetiche dei
cellulari assorbite dal corpo umano.
I VALORI
DI RIFERIMENTO - La Sar viene sempre espressa in Watt
per chilogrammo e la soglia massima di radiazioni varia da Paese a Paese. In
Europa è di 2 Watt/Kg, negli Stati Uniti è di 1,6 Watt/Kg. Più basso è il valore
SAR, minore è la radiazione assorbita dal corpo. La webzine Cnet propone una
tabella ragionata dei vari valori per modello e marca, arrivando alla
conclusione che non ci sono marchi buoni o cattivi, ma semplicemente modelli
attenti a questo aspetto non meno importante del prezzo o delle performance,
anche se ancora gli studi non hanno dimostrato verità assolute sulla
I DIECI
MIGLIORI E PEGGIORI – Nella tabella di Cnet tra i 10 cellulari con livelli di
Sar più alti troviamo sei modelli Motorola (che risulta indubbiamente un marchio
poco attento), il RIM BlackBerry Curve 8330, il Samsung SGH-C417. Tra i dieci
modelli meno «pericolosi», c'è invece l'LG Chocolate
KG800, due Motorola Razr, ben tre modelli Nokia e Samsung. L'iPhone è grosso modo a metà. La classifica è comunque
indicativa, poiché il numero di radiazioni assorbite varia anche a seconda del soggetto che ne fa uso. In tutti i casi il
valore Sar è un aspetto da non trascurare. Ed è bene sapere che nelle istruzioni
per l'uso deve essere sempre specificato e, qualora non lo sia perché si tratta
di un modello vecchio, si può farne richiesta al
produttore.
Secondo
i ricarcatori passiamo troppo tempo parlando al telefonino
La
prima regola, condivisa da tutti: "Niente apparecchio ai
bambini"
"E
adesso spegnete il cellulare"
L'appello
di un pool di scienziati
PARIGI -
Primo, siate brevi: non prolungate le conversazioni al cellulare, i possibili
rischi sono proporzionati alla durata delle chiamate. Secondo, siate sintetici:
usate gli sms o la email, diminuisce così l'impatto
elettromagnetico. Terzo, non abbiate fretta: quando si tratta di comunicazioni
professionali, amorose o comunque lunghe, prendete un momento per fermarvi a
parlare da un telefono fisso. Quarto, siate prudenti: tranne che in casi
urgenti, non date mai un cellulare a un bambino sotto ai 12 anni, gli organi in
via di sviluppo sono quelli più sensibili alle onde elettromagnetiche.
Sono
alcune delle regole contenute nel nuovo "codice di condotta" pubblicato ieri da
una ventina di scienziati internazionali specializzati nella lotta ai tumori,
tra cui l'italiano Franco Berrino e il popolare autore francese del bestseller
"Guarire", David Servan-Schreiber. Un appello che non vuole essere un allarme.
"Siamo in un momento in cui la ricerca dibatte ancora sui rischi del cellulare"
spiega Henri Pujol, presidente della Lega contro i tumori. "Proprio per questo
bisogna essere prudenti". Non ci sono prove certe della tossicità dei cellulari,
ma quasi tutti gli studi confermano che un'esposizione prolungata favorisce la
comparsa di "glioma", ovvero tumori del tessuto del sistema nervoso centrale. I
ricercatori però si dividono sull'incidenza di questo rischio: c'è chi lo
considera "basso" e chi addirittura pronostica un raddoppiamento dei tumori.
Certi
punti di questo nuovo vademecum sembrano di difficile applicazione, come tenere
sempre il cellulare a oltre un metro di distanza dal corpo (perché così
l'impatto elettromagnetico diminuisce di cinquanta volte). La raccomandazione
sui bambini forse è arrivata già troppo tardi: un bambino su cinque possiede il
cellulare alle medie e quattro su cinque al liceo. Altri consigli sono facili da
seguire: per esempio, verificare prima di comprare un apparecchio il codice Sar
(Specific Absorption Rate) che misura l'assorbimento delle onde da parte del
corpo. Minore è il Sar meno, in teoria, ci sono rischi. Altre regole, ancora,
suggeriscono una piccola rivoluzione di vita e comportamento: chiamate brevi,
niente telefono in treno o in macchina. "Non si tratta di demonizzare il
cellulare. Nessuno di noi, tra l'altro, ci ha rinunciato" premette
Servan-Schreiber, psichiatra all'università di Pittsburgh.
Paradossalmente,
l'unica cosa certa è che c'è incertezza sulla tossicità dei cellulari. Poche
assicurazioni oggi coprono il rischio da onde elettromagnetiche e molti fondi
d'investimento hanno richiesto maggiori informazioni sanitarie per misurare
l'affidabilità delle società di telecomunicazioni quotate in Borsa. "Il nostro
appello - spiega Thierry Bouillet, oncologo all'ospedale Avicenne di Bobigny -
si rivolge ai produttori: avrebbero tutto l'interesse a limitare gli eccessi da
telefonino".
Un invito
rivolto anche ai governi e ai ministeri della Salute, "troppo spesso conniventi
con le lobby dell'industria" scrivono gli scienziati. "Oggi viviamo una
situazione simile a quella di cinquant'anni fa, con l'amianto e il tabacco"
conclude il documento. Meglio dunque adottare piccoli accorgimenti, sapendo che
un rischio per la salute c'è. Se piccolo o grande si scoprirà in futuro.
PERCHÉ
INTERPHONE NON E' ANCORA STATO RESO
PUBBLICO?
Il
più importante studio sui rischi
del
telefonino continua a ritardare
I
dati emersi rimangono misteriosamente in attesa di
pubblicazione
Le
informazioni contenute nello studio Interphone – un progetto internazionale da
15 milioni di euro coordinato dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul
cancro (Iarc) per identificare possibili relazioni tra tumori di testa e collo e
utilizzo dei telefoni cellulari – avrebbero dovuto
essere rese pubbliche più o meno tre anni fa, ma i ricercatori coinvolti nel
progetto continuano a tergiversare e non si decidono a rivelare i risultati
della ricerca. Come mai?
SOSPETTI –
Secondo indiscrezioni, il
motivo di tale ritardo risiederebbe nel fatto che le informazioni raccolte negli
ultimi 10 anni nei 13 Paesi interessati dall'indagine confermerebbero la
pericolosità del dispositivo portatile più popolare del mondo. Ma la spiegazione
ufficiale di tale ritardo è un'altra. A quanto pare, infatti, gli scienziati
sono divisi: stanno discutendo dell'attendibilità dei dati forniti dai pazienti
e non riescono ad accordarsi sull'interpretazione degli stessi in rapporto alle
emissioni elettromagnetiche. Come ha spiegato l'oncologo svedese Lennart
Hardell, la «memoria fallibile» di chi è malato di tumore al cervello è il
motivo principe del disaccordo tra gli specialisti: secondo alcuni, le
informazioni fornite dai pazienti che hanno partecipato alla ricerca potrebbero
non essere attendibili, e questo vizierebbe di fatto i
risultati del rapporto Interphone. Quindi pubblicare i dati così come sono «non
sarebbe onesto nei confronti dei consumatori: lo studio è stato pagato con soldi
pubblici e gli scienziati hanno una responsabilità», ha sottolineato Hardell.
PUBBLICAZIONI E
CAUTELA – Tuttavia, alcune delle nazioni coinvolte nel progetto hanno già
pubblicato parte dei risultati, rivelando dati poco rassicuranti. Come per
esempio che il rischio di ammalarsi di tumore è più elevato per i cosiddetti
heavy users, ossia coloro che hanno utilizzato il cellulare sempre dallo stesso
lato della testa per un periodo di tempo superiore ai 10 anni, Ma la World Health Organization la Commissione europea hanno
provveduto ad avvertire che fino a quando lo studio Interphone non sarà
ufficialmente reso pubblico, qualsiasi conclusione sui rischi derivanti dall'uso
del telefonino non potrà essere considerata attendibile. E a quanti seguitano a
chiedere quando saranno finalmente diffusi i dati di
Interphone, i responsabili rifilano sempre la solita risposta standard: «Se
tutto va bene, presto».
leggete
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19.
REALIZZATO
IL PRIMO SIMULATORE QUANTISTICO
Parte
da Firenze il PC del futuro
atomi
al posto dei bit
Lo
studio pubblicato su «Nature». I ricercatori del Lens: un test per scoprire
nuove fasi della materia
Visti da
vicino sembrano mattoncini bianchi e confetti rossi uniti in una strana danza
atomica. E nessuno potrebbe sospettare che dietro quei colori (di fatto
inesistenti) e quelle geometrie così familiari, in realtà è celata la struttura
del primo simulatore quantistico reale al mondo, un passo importante verso la
realizzazione del computer quantistico, sogno di una generazione di fisici,
perché capace di calcolare l'incalcolabile ed aprire orizzonti inesplorati della
materia.
Lo ha
realizzato, come scrive oggi Nature, un team di scienziati italiani del Lens di
Firenze, (il laboratorio europeo di spettroscopie non lineari) guidati dal
professor Massimo Inguscio. Che, per la prima volta, è riuscito ad osservare
direttamente un fenomeno basilare nella fisica: la localizzazione di Anderson di
onde di materia, una manifestazione quantistica descritta da uno scienziato
americano (Anderson appunto) cinquant'anni fa, che per questa intuizione vinse
nel 1977 il premio Nobel per la fisica. Per osservare il fenomeno, il team di
Inguscio ha realizzato un simulatore quantistico, cioè una «macchina virtuale»
capace di obbedire non più alla fisica classica, ma al mondo dei quanti,
trasformando atomi in onde.
«Nell'esperimento
abbiamo utilizzato atomi di potassio ultrafreddi cioè portati a temperature
vicine allo zero assoluto,
E la
validazione dell'esperimento con la pubblicazione su Nature, una delle più
prestigiose riviste scientifiche al mondo. Al di là del valore della scoperta,
ritenuto straordinario dalla comunità scientifica, l'esperimento del Lens apre
una porta verso ciò che oggi è solo un sogno: il computer quantistico. Un
calcolatore dalla potenza straordinaria, capace di sostituire i quanti ai bit, i
qbit. Secondo studi di Mario Rasetti, professore di Fisica teorica al
Politecnico di Torino e segretario generale della Fondazione Isi, un elaboratore
quantistico sarebbe capace di calcolare i fattori primi di un numero di
cinquanta cifre in 40 minuti, contro i 10 miliardi di anni di un supercomputer
tradizionale.
E ancora
un quantum-pc potrebbe inviare via Internet un libro di
200 pagine con immagini in un millesimo di secondo e addirittura in pochi
minuti, elaborare il genoma, per capire l'origine della vita e sapere chi siamo,
da dove veniamo e dove andiamo. Un sogno, ancora un sogno. Che però i
ricercatori stanno per realizzare!
Record
di computer, lo rivela uno studio dell'istituto di ricerca Gartner
Boom
nei paesi in via di sviluppo ma cresce la preoccupazione per i rifiuti
Un
miliardo di pc in uso nel mondo
"Saranno
il doppio nel 2014"
I computer raggiungono i nove zeri. Un
miliardo, tanti sarebbero i pc in uso nel mondo. Più o meno uno ogni sette abitanti. Con una crescita del 12% all'anno. E se la "densità" al momento vede ancora in
vantaggio l'Occidente, le previsioni per il futuro lasciando intravedere una
travolgente rimonta dei paesi emergenti. E' quanto afferma un rapporto
dell'istituto di ricerca statunitense Gartner anticipato dal sito del
settimanale "New Scientist".
Boom nei
paesi in via di sviluppo. Secondo la ricerca, il 58% del primo miliardo di pc è
stato acquistato in Usa, Europa e Giappone dove vive il 15% della popolazione
mondiale. Una situazione destinata a invertirsi rapidamente. Del secondo
miliardo, che verrà venduto in appena sei anni, il 70%
sarà acquistato nei "cosiddetti" paesi in via di sviluppo. Grazie alla rapida
crescita di paesi come l'India e il Brasile il numero dei personal computer
raddoppierà entro il 2014.
Le
ragioni della crescita. "A causare il rapido incremento delle vendite", si legge
nello studio, "saranno i prezzi in ulteriore calo, la diffusione di wireless e
banda larga e la percezione crescente del computer come strumento indispensabile
per il miglioramento dell'economia". "I paesi emergenti", spiega il vice
presidente del Gartner, Luis Anavitarte "stanno utilizzando strumenti
promozionali per ridurre il digital divide, tra cui quello di fornire pc ai meno
abbienti". La crescita vertiginosa di schermi e hard disk ha
però un risvolto negativo, sotto forma di "spazzatura elettronica", la
cui produzione è in aumento. Saranno 180 milioni, il 16% del totale, i computer
rimpiazzati quest'anno, e la maggior parte dei rifiuti derivanti finirà in Cina.
Spazzatura
elettronica. Proprio il contenuto tossico dei rifiuti "tecnologici" è l'aspetto
che preoccupa di più i ricercatori del Gartner. "Trentacinque milioni di pc",
spiega Meike Escherich, "verranno buttati via senza
nessun riguardo per il loro contenuto. Un'emergenza che diventerà ancora più
preoccupante, specialmente nei paesi emergenti, dove il numero dei computer
sostituiti cresce di pari passo con quelli installati".
Allerta
in Cina. Il 70% dei pc e cellulari "messi da parte" finisce in Cina. Nel paese
asiatico i rifiuti "tecnologici" smaltiti nei centri di riciclaggio hanno
raggiunto livelli di guardia già quest'anno. Con limiti che sarebbero
considerati illegali nei paesi occidentali. Gli effetti più preoccupanti sono
quelli causati dalla diossina prodotta dagli apparecchi elettronici. Un allarme
destinato a crescere nei prossimi anni. Per affrontare il quale si stanno
attivando molte aziende di elettronica, ma anche governi e organizzazioni
ambientaliste.
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20.
L’Icann,
l'autorità americana che li gestisce,
potrebbe
liberalizzare i dominii. E incassare molti più
soldi
Via
alla rivoluzione dei nomi web
bene
tutte le parole, in ogni lingua
Un
indirizzo internet che dopo il punto finisce con una qualsiasi parola. Qualcosa
che ci piace, per esempio (.amoremio, .il miogatto,
.lasagne e via di questo passo) e in qualsiasi lingua, anche in russo,
arabo o in cinese. La liberalizzazione dei dominii e adesso potrebbe diventare
realtà. Giovedì l'Icann, la società che assegna nomi e numeri identificativi
sulla rete, potrebbe allentare le regole finora ferree che permettono solo
domini legati ai nomi dei paesi (.it, .uk), al commercio (.com) o alle
organizzazioni (.org,.net). L'annuncio è stato dato
oggi nella capitale francese, nel corso della 32esima riunione
dell'organizzazione.
Messa
così, potrebbe trattarsi di una delle più grandi trasformazioni della rete negli
ultimi anni. A partire dal 2009 - un incubo o un sogno a
seconda dei punti di vista - 1,3 miliardi di internauti potrebbero essere
liberi di dare il nome che più li aggrada all'estensione del loro sito. Le
grandi città e i grandi gruppi economici avranno una loro sigla, ce ne sarà una
per Roma, Milano, Londra o New York.
L'apertura dell'Icann
ha sorpreso gli operatori del settore, vista la rigidità dell'organismo. Ma solo
fino a un certo punto, visto che nelle casse dell'Icann, che incassa una
percentuale su ogni registrazione, entreranno molti più soldi. Attualmente sono
162 milioni i nomi recensiti, di cui più della metà in
.net e .com, per un totale di circa 250 estensioni. Limitazioni che
qualcuno ha già aggirato: l'isola di Tuvalu, per esempio, ha affittato la
denominazione .tv a molte televisioni.
"L'impatto sarà
diverso da paese a paese, ma consentirà a comunità e soggetti commerciali di
esprimere le proprie identità online", ha spiegato l'amministratore delegato
della compagnia Paul Twomwey. Un passo che per alcuni permetterà la massima
libertà di espressione, ma secondo altri rischia di dare vita a una grande
confusione. Basti pensare ad esempio cosa può significare avere più dominii che
indicano settori di servizi, ad esempio quello bancario, o la possibilità di
taroccare i marchi online.
Si va
verso una liberalizzazione anche per quanto riguarda le lingue e i caratteri. La
diversificazione sarà attuata con l'entrata in vigore della nuova generazione di
indirizzi (Ipv6), che permetterà un numero staordinariamente più grande di
indirizzi. Lo stock attuale, che utilizza il protocollo Ipv4, dovrebbe esaurirsi
tra il 2010 e il 2011.
Insomma,
la rete che verrà sarà poliglotta e personalizzata fino all'inverosimile. I
dettagli saranno resi noti solo domani. Molti si chiedono come farà la società a
impedire un accapparamento di "false estensioni", come già era successo con il
vecchio sistema. Di sicuro sarà un momento festeggiato dall'industria del porno,
che attende da anni l'assegnazione dell'estensione .xxx.
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21.
Da
IK8JZK Ruggero Billeri Napoli
OSCILLATORE
A MULTIVIBRATORE
Quando vi
è la necessità di una commutazione oppure di una
intermittenza regolabile nel tempo, si fa uso di questo tipo di
oscillatore. L' oscillatore a multivibratore fu inventato negli Stati Uniti
negli anni 40 e questo circuito prima con le valvole poi con i transistor ed
infine con i microprocessori, aprì la strada alla tecnica binaria usata negli
odierni computer in quanto con le due posizioni che può assumere un relè in un
circuito del genere sono "ON-OFF" "VERO O FALSO" ed il numero binario "1-0"
appunto le tecniche digitali usate nei computer attuali. DI circuiti oscillatori
a multivibratore ve ne sono di due tipi o con l'integrato 555 prodotto in kit da
una ditta francese oppure rispolverando la tecnologia valvolare si può fare uso
del doppio triodo 6SN7, l'oscillatore a multivibratore realizzato con il doppio
triodo 6SN7 utilizza pochi componenti: due condensatori di capacità elevata
rispettivamente di 250 Kpf e 100 Kpf un paio di resistenze, una resistenza
variabile con funzione di variatore della costante di tempo inserita sulla
griglia e massa del secondo triodo, un relè a 12 volt inserito sul catodo e
massa del secondo triodo piedino
n.6. Con la carica e la scarica dei due condensatori viene interdetta
periodicamente la corrente anodica del secondo triodo il cui relè inserito sul
catodo si eccita e si diseccita creando così la intermittenza o la commutazione.
Questo tipo di oscillatore a multivibratore realizzato con il doppio triodo 6SN7
GT è molto più stabile di quello realizzato con l'integrato 555 e non da false
intermittenze. L'oscillatore a multivibratore valvolare deve essere alimentato
con una tensione anodica ed una tensione di filamento di 6,3 volt 600 mA.
L'oscillatore a multivibratore realizzato con l'integrato 555 monta al suo
interno circa 30 transistor e molti più componenti circuitali ed è meno
stabile,
in compenso può essere alimentato con una tensione a 12 volt c.c.
e pochi mA di assorbimento.
Cordiali
saluti ai lettori del Radiogiornale.
Da
ik8jzk Ruggero NA
leggete
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22.
Da:
i2jjr Augusto Battistoni
Grave
lutto di I2RGV
Sono
addolorato e costernato nel darvi notizia della scomparsa della XYL di Giannino,
I2RGV, certo che anche voi tutti come me vorrete
partecipare al suo cordoglio.
Augusto e
Marina
I2JJR
Augusto Battistoni
Socio
ARI-Varese, dal 1961
eggete
e diffondete il Radiogiornale – leggete e diffondete il Radiogiornale – leggete
e diffondete il Radiogiornale
23.
MERCATINO
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aperte
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Condensatore variabile in aria per alte potenze da 250pF NUOVO ideale come variabile per la costruzione del
pi-greco negli amplificatori lineari
- Ventola
assiale PAPST alimentata a 220 V. completa di griglia di
protezione
- Ventola
a chiocciola EBM Made in Germany
-
Strumento analogico fondo scala 15 V. grande 7 euro
-
Strumento analogico fondo scala
-
Strumento analogico fondo scala
-
Strumento analogico fondo scala 15 V. piccolo 5 euro
-
Strumento analogico fondo scala
-
Strumento analogico fondo scala con banda rossa e scritta overload (bachelite)
nuovo ed inscatolato 20 euro
-
Strumento analogico fondo scala 100 microA. (bachelite) piccolo 13 euro
- nr 2
Strumenti analogici fondo scala 20 KV (bachelite) grande 15
euro
- nr 2
Strumenti analogici fondo scala oltre 150 valore numerico con
al centro una banda rossa (bachelite) grande 15
euro
- nr 2
Strumenti analogici fondo scala 50 valore numerico con
al centro una banda rossa (bachelite) grande 15
euro.
- Stock
di materiale elettronico vario per la costruzione di amplificatori (Rel? di potenza e non, resistenze di potenza, diodi di potenza,
potenziomentri di potenza, condensatori di potenza amica, zoccoli octal, medie
frequenze con nucleo nero, interruttore di potenza, condensatore variabile,
manopola in bachelite, induttanze varie, trasformatore inscatolato, ed
altro)
- Connect
card GPRS della SONY Ericsson GC-75 20 Euro;
- Sim
Wind con, l'introvabile e non più attivabile dal 2004 opzione FLAT Libero Mobile
No Limit, l'unica flat in italia la quale permette di navigare in GPRS/EDGE 24
ore su 24 senza limite di kb e senza limiti orari a soli 19 euro al mese, l'opzione è stata regolarmente pagata e scade il 23
luglio inoltre ha un credito attivo di 20,55 euro, il prezzo richiesto è di 100
Euro
- Pistola
a spruzzo elettrica DECA JET1, ideale per lavori di bricolage e verniciature,
completa di 2 ugelli in metallo uno già montato da
-
Etichettatrice Brother P-Touch 55 nuova ed imballata,
completa di manuale multilingue, batterie già installate e funzionanti e nastro
in dotazione.
- Scanner
Scanny network completo di alimentatore, cavo di collegamento e CD di
programmi/driver 25 Euro;
-
Commutatore switch 2 vie per porte parallele 10
Euro;
-
Cassetto refrigerante con ventola per Hard disk Cooler master DCD4002, permette
di installare un ulteriore Hard disk nel vostro case
già pieno e di tenerlo sempre fresco grazie al dissipatore in alluminio edalla
ventola frontale 25 Euro
-
Supporto auto per telefonini o rtx portatili, completo di ventosa per parabrezza
e supporto per cruscotto (NUOVO) 10 Euro;
-
Macchina fotografica kodak Advantix T550 molto piccola e compatta perfettamente
funzionante completa di batteria ma senza scatola 10
Euro.
Se
si acquistano + articoli ed a seconda della cifra spesa
regalo materiale vario, per contatti iradiom@hotmail.com oppure 349/6757630,
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