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Numero 216 - Anno VIII – 25 maggio 2009

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Sommario:

  1. Considerazioni sul tema;
  2. STOP pellicce di foca;
  3. 3° Diploma ARI Procis;
  4. Fotovoltaico, forte incremento in Italia;
  5. 2012, allarme NASA;
  6. Fa discutere proposta di legge USA;
  7. Clima;
  8. Sistema capacitivo di messa a terra RF;
  9. Gli appuntamenti dei Radioamatori;
  10. Le conferme di I3MKH;
  11. ID9 Update;
  12. Viaggiare più veloci della luce;
  13. Alla faccia delle chiacchiere;
  14. Sistema D-Star, questo sconosciuto;
  15. Nuovo sito “Radioamatori liberi”;
  16. Ci siamo anche noi… ERA;
  17. Attivato il castello di Ballata a Buseto Palizzolo;
  18. Mercatino radioamatoriale;
  19. Informazioni.

 

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1.

Da: Sergio Giuffrida IZ3CNM

 

Considerazioni sul tema:

in calo i rinnovi tessere, assegnazione ponti D-Star,  5X1000 e in barba allo Statuto la Conferenza organizzativa in sostituzione della Assemblea Generale …e altro ancora

Carissimo Paolo,

per quanto di tuo interesse e per eventuali spunti che vorrai trarre, ti invio copia della presente email nella quale, su richiesta di IZ3CLG Gianluca, ho espresso alcune considerazioni sull’ultimo verbale CDN ARI.

Saluti

IZ3CNM

Sergio

 

Carissimo Gianluca,

ti ringrazio per la cortesia del Verbale.

Continuo a non capire come mai i verbali arrivano via posta ai CC.RR. (con evidenti rischi di perdita strada facendo…) quando abbiamo un sito nazionale che, seppur provvisorio,  potrebbe facilmente, anche su un’area ad accesso riservato, renderli disponibili immediatamente per i soci.

 

A margine volevo farti notare che mi hai costretto a leggere ben 18 pagine di verbale!

Questo ti costerà non meno di 100 caffè o, in alternativa, una cena a base di pesce! HI HI HI HI HI

 

Parlando seriamente ci sono alcune cose che mi lasciano perplesso.

 

Già il primo argomento suscita grande ilarità quando si dice: E’ parere generalizzato che, così facendo, si possano assicurare le massime garanzie e la massima trasparenza, nonché il dovuto rispetto proprio nei confronti di coloro che hanno contribuito a raggiungere la cospicua somma erogata al nostro Sodalizio.

Mi pare di ricordare che il merito di aver attivato la procedura del 5x1000 dovrebbe essere di Belvederi…

Al secondo punto si legge: Inoltre, nella sola ultima settimana, ovvero dall’ultima riunione di C.D.N. ad oggi, sono stati inseriti a terminale ben 1.065 rinnovi, passando da 7.846 (vedi verbale RadioRivista 05/09) a 8.911.

Se la riunione a cui si riferisce il verbale è del 27 marzo come è possibile conoscere in anticipo i verbali pubblicati su RR del mese di maggio????

E ancora…8.911 rinnovi al 27 marzo??? E gli altri 4000 e passa soci che hanno ricevuto RR di Aprile??? (basta leggere la tiratura…)

 

Sempre al secondo punto leggo: Al momento la ditta Marcucci ha già messo a disposizione della nostra Associazione 4 ponti D-Star, che al momento risultano assegnati in uso ad alcune Sezioni, seppur senza alcun provvedimento deliberativo del C.D.N., ovvero del precedente C.D.N. che avrebbe dovuto perfezionare le assegnazioni nei modi di rito.

Questa affermazione è incredibile!  Sorvolo sul fatto che il progetto DSTAR, mi pare di ricordare, sia stato regolarmente approvato con delibera e pubblicazione su RR (ma credo che tu potrai essere più preciso) e delega di manageriato alla tua persona. Ma vogliamo forse dimenticare il convegno DSTAR Italia ARI fatto a Montichiari e i cui atti sono perfettamente fruibili dal nostro sito?

 

Ma il punto che mi ha veramente sorpreso è il punto 5.  Pregliasco, ricordando che nella riunione precedente del 20 marzo (vedi verbale – delibera B-14-2009) l’intero C.D.N. stabilì di indire una Conferenza Organizzativa in Varese, in sostituzione della tradizione Assemblea Generale…ecc. ecc.

Come “in sostituzione”??? Vorrei ricordare che l’art.19 dello Statuto recita: “L’Assemblea Generale Ordinaria è convocata una volta all’anno per una data che normalmente non sarà posteriore al 30 aprile.”

Possiamo anche sorvolare sul fatto che non sarà possibile convocare l’assemblea entro il 30 aprile… ma addirittura SOSTITUIRLA!

Qui si violano tutti i regolamenti, le norme, gli statuti e la logica del buon senso! Eppoi si invoca (nello stesso verbale!) il diritto societario e il codice civile??? Mah!

 

Sempre al punto 5 (ma come si fà a scrivere un punto con dentro tanti argomenti diversi?) leggo: Considerando la grave situazione Bilanci ereditata dalla precedente gestione, così come sintetizzata nella relazione presentata al C.D.N. il 7 febbraio u.s. da Ambrosi …

Caro Gianluca, questa storia è un vero tormentone….roba da Blog!

Tutti sanno che la revisione del Bilancio 2006 e la relativa certificazione Consob è stata fatta dallo studio Corrò di Dolo (VE) (basta leggere RR!).

Ricordo che dall’assemblea di Varese-Bologna del 2007, a seguito delle dimissioni di Belvederi, la segreteria generale è stata gestita prima da I1JQJ Pregliasco e successivamente da I2MQP Ambrosi. Ricordo infine che l’art. 26.1 del R.di Att. Recita:  L’ipotesi di bilancio preventivo, redatta a cura della Segreteria Generale, viene predisposta entro il 31 dicembre dell’anno precedente, sulla scorta di una prima proiezione di chiusura del bilancio e sulle indicazioni del Consiglio Direttivo. Il bilancio preventivo sarà pubblicato dopo l’approvazione dell’Assemblea Generale.

Ora mi domando come sia possibile che si continua a chiedere conto ad altri dei bilanci 2007-2008 quando gli stessi avrebbero dovuto essere redatti. Appunto, a cura della segreteria che era gestita, in quel periodo da persone che sono nell’attuale CDN…

E mi domando, ancora, come si possa chiedere conto di contabilità che altro non può trovarsi che in segreteria!

Senza mancare di rispetto al fior fiore di commercialisti presenti a Milano, se proprio è un grosso problema redigere un bilancio e se non si trova il tempo, mi rendo disponibile a redigerli personalmente e gratuitamente naturalmente a condizione che mi si recapiti la prima nota degli anni 2007-2008 che dovrebbe trovarsi in segreteria…

 

E passiamo al punto 8. Si legge: Desenibus, quale Coordinatore dell’intero Settore V/U/SHF, informa che è stato costituito il gruppo A.R.I. D-Star WiFi Italia a cura di Mimmo Pitasi, IW2DKS.

Riallacciandomi al punto 2 ancora non capisco. Ma se i progetti per la rete DSTAR e WI-FI  esistono dal 2006 che significa questa proposta? Forse si vuole sostuire le trutture esistenti o solo la tua persona?

In questo secondo caso vorrei solo richiamare la tua memoria alla delibera [D-17-2008 immediatamente esecutiva] del verbale riunione CDN del 24 ottobre 2008  che recita: Con questa precisazione, il C.D.N. approva all’unanimità l’intero organigramma, così come presentato (comprendente anche le cariche già assegnate), che viene allegato al presente verbale come parte integrante e sostanziale (allegato 1).

E in questo famoso allegato il manager citato sei tu…

 

In conclusione, caro Gianluca, ci sarebbero numerosi altri punti “dolenti” da approfondire in queste 18 pagine di verbale ma, avendo tu contratto un debito molto gravoso (cena di pesce) non voglio infierire oltre…HI HI HI

 

A presto rileggerti.

IZ3CNM

Sergio

Dott. Sergio Giuffrida

Formatore I.C.T. & Office Automation

Ufficio: Campo San Polo 2128/A

30124 VENEZIA

tel. & fax 041/7712286

Cell. 328/0468150

 

 

N.D.R.

Il Verbale non ne parla, ma circolano con insistenza voci di prossimi cambiamenti nel CDN con dimissioni (si fa per dire, pilotate) e il “contentino” di cooptazioni di antichi personaggi “trombati” (A VOLTE RITORNANO !), scavalcando bellamente il primo dei non eletti, in barba ai metodi universalmente in uso in tutte le istanze democratiche! Poiché il dimissionario sarebbe uno della Lista Belvederi che ha perso le elezioni, il primo dei non eletti appartiene, guarda caso, proporio alla lista Belvederi, ma invece, con l’arroganza del potere si coopterebbe uno che, oltre a non essere in graduatoria primo dei non eletti, appartiene anche alla lista che ha vinto le elezioni.  Insomma non basta avere la maggioranza, ora si vuole andare oltre, forse per dare un “premio fedeltà” e accontentare un amico, al quale non si può proprio dire di no!

 

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2.

Finalmente!

STOP pellicce di foca

l'Europa dice basta alla strage

Il parlamento di Strasburgo approva le norme che ora varranno in tutti i 27 Paesi dell'Unione

 

 

A larghissima maggioranza (550 voti favorevoli, 49 contrari e 41 astensioni), il Parlamento europeo ha approvato oggi, a Strasburgo, un regolamento che vieta la vendita nell’Ue di prodotti derivati dalle foche. Saranno ammesse eccezioni solo per gli animali uccisi nel contesto della caccia tradizionale degli esquimesi (inuit) o svolta ai fini della gestione sostenibile delle risorse marine, oppure se i prodotti derivati costituiscono «souvenir» di viaggio.

UGUALE PER TUTTI - Il nuovo regolamento, sul quale c’è già stato un compromesso con il Consiglio Ue che garantisce ora la sua rapida adozione formale ed entrata in vigore, mira a superare con una norma unica europea la frammentazione del mercato causata dalle diverse leggi nazionali, rispondendo allo stesso tempo alle preoccupazioni dei cittadini sul benessere delle foche. Da anni, le immagini cruente delle battute di caccia sulla banchisa in cui i cuccioli di foche vengono massacrati a bastonate, commuovono le opinioni pubbliche e motivano le campagne delle associazioni animaliste e delle ong ambientaliste.

LE NUOVE REGOLE - Con le nuove norme verrà vietata su tutto il mercato Ue la commercializzazione di prodotti ottenuti da animali che possono aver provato «dolore, angoscia, paura e altre forme di sofferenza». Il regolamento si applicherà nove mesi e venti giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. In base al testo di compromesso con il Consiglio Ue, l’introduzione sul mercato comunitario di prodotti derivati dalle foche sarà autorizzate solo quando «provengono dalla caccia tradizionalmente praticata dagli Inuit e da altre comunità indigene e contribuiscono alla loro sussistenza». Inoltre, l’importazione di prodotti derivati dalle foche è autorizzata quando «è di natura occasionale ed è costituita esclusivamente da merci destinate all’uso personale dei viaggiatori o dei loro familiari». La vendita sul mercato Ue sarà anche autorizzata «unicamente su basi non lucrative» per gli articoli provenienti da sottoprodotti della caccia regolamentata dalla legislazione nazionale e »praticata al solo scopo di garantire una gestione sostenibile delle risorse marine». In entrambi i casi, il tipo e la quantità di questi prodotti non dovranno essere tali da far ritenere che l’importazione e la vendita possa avere finalità commerciali.

L'IMPORT IN ITALIA - Le foche sono cacciate dentro e fuori l’Ue per ricavarne prodotti e articoli, quali carne, olio, grasso, organi, pelli per pellicceria e articoli derivati, inclusi i prodotti più vari come le capsule Omega 3 o abiti che incorporano pelli e pellicce lavorate di foca. Nell’Ue le foche sono uccise e scuoiate in Svezia, Finlandia e Regno Unito (Scozia) per ricavarne prodotti o a fini di disinfestazione. Nei paesi terzi la caccia è praticata soprattutto in Canada, Groenlandia, Namibia, Norvegia e Russia. La Danimarca e l’Italia sono di gran lunga i due più grandi importatori di pelli da pellicceria gregge di foca destinate alla trasformazione o vendita sul mercato comunitario. La Danimarca le importa direttamente dal Canada e dalla Groenlandia, mentre l’Italia da Russia, Finlandia e Scozia.

ATTUAZIONE E SANZIONI - Entro nove mesi dall’ entrata in vigore del regolamento, gli Stati membri dovranno stabilire le sanzioni da applicare in caso di violazione delle sue disposizioni, e prendere tutti i provvedimenti necessari per la loro applicazione. Le sanzioni dovranno essere «effettive, proporzionate e dissuasive» e andranno notificate alla Commissione europea. Inoltre, due anni dopo l’entrata in vigore, e successivamente ogni quattro anni, gli Stati membri dovranno trasmettere alla Commissione una relazione in cui illustrano le azioni intraprese per attuare il regolamento. La Commissione presenterà un rapporto al Parlamento europeo e al Consiglio Ue sull’applicazione del regolamento entro i dodici mesi che seguono la fine di ogni periodo.

 

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3.

Da Luigi Ciccarelli IK8FMF

A.R.I.

Sezione di Portici

Diploma  ARI PROCIS

31 Maggio 2009

 

Il giorno 31 maggio p.v. , all’interno del cortile coperto della Protezione Civile, presso casa comunale sita in via Campitelli n° 1 Portici, si svolgerà la cerimonia di premiazione del “3° Diploma ARI PROCIS” promosso dalla locale sezione dell’ARI “Associazione Radioamatori Italiani” in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e con la locale Protezione Civile.

 

PROGRAMMA

Ore 9         inizio arrivo invitati

Ore 10       inizio cerimonia

Ore 10,10  Saluto ai convenuti del Sindaco Dott. Vincenzo Cuomo

Ore 10,25  Intervento del Dott. Bruno Provitera Assessore alla PC.

Ore 10,30  Intervento del Dott Gennaro Sallusto Dirigente

Ore 10,35  Intervento del Dott Emilio Cirillo Presidente C.R. ARI

Ore 10,40  Intervento del Sig. Antonio Barbato Presidente Sezione ARI Portici

ORE 10,50 INIZIO PREMIAZIONE

Ore 12 circa termine del simposio

Alla fine dell’evento ci sarà un momento di raccoglimento in memoria dei morti del tragico terremoto che ha colpito l’Abruzzo e in ricordo di tutti i volontari della PROTEZIONE CIVILE caduti nell’adempimento del loro dovere.

Segue buffet.

Alle 13 circa fine dell’evento.

Siamo certi che il comune sforzo, per il buon esito dell’iniziativa, ci vede concordi che la stessa serve, anche a sottolineare e a rilanciare i nobili valori della “PROTEZIONE CIVILE” e del volontariato in generale.

 

Frequenza di appoggio 145.275 VHf.

 

Il Presidente

Antonio Barbato

 

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4.

Fotovoltaico

forte incremento in Italia

 

In Italia il mercato dell’energia dal sole cresce a ritmi da capogiro, in netta contro tendenza rispetto alla crisi. Gli acquirenti ci sono. Le imprese italiane ci sono. Il governo manca. E’ la fotografia emersa dalla tre giorni di Solarexpo che alla decima edizione – con 64 mila visitatori, nove padiglioni rispetto ai sei dell’anno passato, oltre mille espositori di cui il 35 per cento provenienti dall’estero – si è confermata come la fiera leader a livello europeo.

Con 340 megawatt nel 2008 l’Italia si attesta al terzo posto nel mondo, dopo Germania e Spagna, per quanto riguarda l’installazione di impianti fotovoltaici, superando così Stati Uniti e Giappone. Ma il dato sorprendente riguarda il biennio 2009-2010: sono previsti 1000 megawatt cumulativi entro la fine del 2009 e ben 2000 megawatt a fine 2010, cifre che consentiranno all’Italia di mantenere un ruolo leader a livello mondiale: nel prossimo biennio, fa notare il direttore del Kyoto club Gianni Silvestrini, ci sarà un vero e proprio boom per il fotovoltaico, tanto che dal 2011 potremmo diventarne esportatori.

Insomma l’Italia ha dimostrato ancora una volta una formidabile capacità di ripresa. Negli anni Ottanta il nostro paese occupava un’invidiabile posizione nel campo delle rinnovabili: aveva un tessuto industriale maturo, ottime performance nel fotovoltaico, una ricerca che, nonostante la drammatica carenza di risorse, stava dando risultati concreti. Fu fatta la scelta di non sostenere il mercato dando la prospettiva di una crescita agevolata dall’interesse pubblico. Venne innalzato un muro di difficoltà burocratiche per la realizzazione degli impianti. Si lasciò il timone della corsa in mano ai più lungimiranti tedeschi e poi ai danesi, agli spagnoli e a tutti gli altri concorrenti che hanno potuto contare su un sistema normativo più certo e affidabile.

Adesso siamo partiti per la seconda volta. Per favore, niente sgambetti.

 

 

E l’atomo non scalda gli italiani

la maggioranza resta contraria

Un sondaggio Eurispes rivela che il 45,75% della popolazione non vuole il ritorno del nucleare: “Pericoloso e non risolve”, favorevole solo il 38,7%, del quale il 18,2% vuole però che le centrali sorgano lontano da casa sua!

 

La campagna governativa per il ritorno al nucleare per il momento non ha fatto breccia nel cuore degli italiani. Malgrado l’attivismo del presidente del Consiglio e del ministro delle Attività produttive Claudio Scajola nel sostenere la necessità di costruire il prima possibile nuove centrali atomiche, una larga maggioranza di cittadini rimane comunque contraria. A confermare l’ostilità che la rivolta del 2003 contro il sito di stoccaggio per le vecchie scorie radioattive progettato a Scanzano Jonico aveva già indicato in maniera molto chiara, è ora un sondaggio svolto dall’Eurispes nell’ambito del Rapporto Italia 2009.

 

Analizzando attraverso un questionario scritto un campione di 1.118 persone rappresentative dell’intera popolazione nazionale, l’istituto di ricerca ha rilevato una percentuale di contrari al ritorno del nucleare pari al 45,75%. La quota di favorevoli si ferma invece al 38,7%, ma in realtà andrebbe ulteriormente ridimensionata visto che ben l’8,2% di questi “sì” è vincolato al fatto che le nuove centrali vengano edificate lontano dalla loro zona di residenza.

 

Scavando tra le motivazioni del “no” all’atomo, l’Eurispes ha verificato che per il 27,3% il rifiuto è dettato dai rischi che tale scelta comporterebbe, mentre un 18,4% non ritiene l’atomo una soluzione rapida per risolvere i problemi connessi all’energia. Tra i favorevoli, invece, l’orientamento prevalente (30,1%) è quello di chi giudica il nucleare una buona soluzione per porre rimedio alla crisi energetica.

 

L’installazione di centrali nucleari sul territorio vede soprattutto contrari i residenti nell’area del Nord-Ovest (49,5%), nel Meridione (47,9%), nelle regioni centrali (47,2%) e nel Nord-Est (45,7%). In controtendenza invece le Isole, con una maggioranza di favorevoli (50%).

 

Il Rapporto Eurispes ha sondato poi anche la percezione degli italiani sulle problematiche ambientali in generale. Stando alle risposte fornite dal campione intervistato, l’emergenza numero 1 è quella dei rifiuti, con il 30,8% delle segnalazioni. Le preoccupazioni immediatamente successive sono quelle legate al riscaldamento globale (24,8%), l’inquinamento atmosferico (19,9%) e questione energetica (16,4%).

 

 

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5.

2012, allarme Nasa

"Black out sulla Terra"

Lo scenario apocalittico dell'agenzia spaziale Usa: una tempesta solare spegnerà i circuiti elettrici e bloccherà satelliti e telefonini

 

Milioni di persone senza elettricità nel 2012, cibo e medicine che vanno a male nei frigo spenti, telefoni e satelliti fuori uso. Uno scenario da "day after" che potrebbe essere derubricato alla voce "catastrofismo", se non fosse che l'allarme viene dalla Nasa e dalla National Academy of Sciences. E nella parte del cattivo che mette a repentaglio la civiltà, una volta tanto, non ci sono le attività umane, l'inquinamento o il riscaldamento globale. Il nemico a sorpresa è il Sole, artefice della vita sulla Terra, che con un colpo di tosse potrebbe mettere ko le infrastrutture sulle quali l'Occidente prospera.

 

Da dicembre, l'attività del Sole sta lentamente aumentando. La nostra stella varia il suo campo magnetico ogni 11 anni e a un certo punto si raggiunge un picco di fenomeni (eruzioni solari e getti di massa coronale) dai quali si sprigionano grandi quantità di energia e di radiazioni. Tali getti possono raggiungere la Terra dando luogo a tempeste geomagnetiche. L'atmosfera ci protegge, gli effetti diretti delle tempeste solari sulla salute sono trascurabili, ma il loro impatto sulle strutture socio-economiche potrebbe essere disastroso.

Gli astronomi osservano questi fenomeni dal 1859 quando una tempesta geomagnetica di proporzioni straordinarie, oltre a rendere possibile l'osservazione di aurore come quelle polari in Italia e a Cuba, fece incendiare alcuni cavi del telegrafo in Europa e negli Stati Uniti. A maggio del 1921, un'altra tempesta provocò una serie di cortocircuiti, mettendo fuori uso le linee elettriche e quelle telefoniche sulle due sponde dell'Atlantico. Ma cosa accadrebbe se eventi del genere si verificassero oggi che un'intera civiltà è stata fondata sull'elettricità e le telecomunicazioni?

 

La risposta degli esperti è tutt'altro che confortante: "L'energia elettrica è la chiave di volta tecnologica della società moderna, dalla quale dipendono tutte le altre infrastrutture e gli altri servizi", si legge in un rapporto di 132 pagine commissionato dalla Nasa alla National Academy of Sciences. "Se la tempesta del 1859 avvenisse oggi, assisteremmo a un'enorme devastazione sociale ed economica". Nel 1989, sei milioni di persone in Quebec sono rimaste senza energia per nove ore a causa di una tempesta geomagnetica dieci volte meno potente di quella del 1921. Secondo John Kappenmann, coautore del rapporto, se un evento come quello del '21 si ripetesse, le persone senza elettricità sarebbero stavolta 130 milioni.

 

Una riedizione della tempesta del 1859, che fu ancor più potente, farebbe danni per duemila miliardi di dollari. Ciò che spaventa particolarmente nelle tempeste geomagnetiche è la loro imprevedibilità. Si sa che questo ciclo solare raggiungerà il prossimo picco tra il 2012 e il 2013, ma nella comunità scientifica non c'è accordo su quanto sarà intensa l'attivita della nostra stella in quel periodo. Spiega lo scienziato Doug Biesecker, della Noaa: "Basta un solo evento per creare enormi problemi: la grande tempesta del 1859 avvenne durante un ciclo particolarmente mite".

Proprio come quello che sta per iniziare.

 

 

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6.

Fa discutere proposta di legge Usa

per spegnere il web e spiare chiunque

 

E’ stata presentata al Senato da un repubblicano e da un democratico. Fa parte del Cyber security Act 2009, con cui si vuol prendere di petto il problema della sicurezza informatica. Dando un potere immenso nelle mani del presidente

 

 

POTER spegnere internet a comando e monitorare banche dati contenenti informazioni personali degli utenti: è un potere mai visto, quello che una proposta di legge, presentata il primo aprile al Senato americano, vorrebbe dare al Presidente degli Stati Uniti. Fa parte del Cyber security Act 2009, con cui gli Usa vogliono prendere di petto il problema della sicurezza informatica. Contiene misure che stanno facendo discutere. Così inaudite che molti commentatori fino a ieri pensavano a un pesce d’aprile, finché il testo della proposta non è finito online. È tutto vero, quindi. E a placare le polemiche non basta che sia una misura bipartisan, presentata da un democratico e un repubblicano moderati, i senatori John (Jay) Rockfeller e Olympia Snowe, quest’ultima nota anche per le battaglie a favore dei gay e delle minoranze in genere.

 

Tra i nuovi poteri previsti: il presidente avrebbe ampia e indiscussa facoltà di dichiarare lo stato di emergenza nazionale e quindi rallentare il traffico internet, fino a bloccarlo, in network internet considerati infrastrutturali, d’importanza critica. La Casa Bianca potrebbe ordinare a network di aziende private (tra cui banche, ospedali…) o governativi di disconnettersi da internet, se reputati a rischio di attacchi informatici.

 

Altro potere: il Dipartimento del Commercio Usa sarebbe in grado di monitorare i network contenenti dati personali privati considerati parte delle infrastrutture critiche per la sicurezza. E, ciliegina sulla torta, toccherebbe agli uffici federali stabilire che cosa faccia parte delle “infrastrutture critiche”, quindi potenzialmente la misura potrà essere applicata a qualsiasi rete. Gli attivisti americani per i diritti civili hanno fatto scattare l’allarme: “la portata della proposta è contraria alla nostra Costituzione”, notano quelli di Eff. Org (Electronics frontier foundation), soprattutto “per quanto riguarda i diritti della privacy”.

 

 

Se il Dipartimento del Commercio scoprirà prove di attività illegali quando accede a network critici, potrebbe usare quell’informazione contro gli utenti. Anche se l’intento originario era di difendere quel network da attacchi cyber. Il risultato – avvisa Eff – è che i cittadini potranno finire incriminati in qualsiasi momento per le informazioni presenti nelle banche dati, senza più alcuna garanzia costituzionale. Le forze dell’ordine invece ora possono accedere a database privati solo a fronte di uno specifico mandato. Verrebbero meno quei diritti costituzionali che, in molti Paesi democratici come gli Usa, impediscono indagini e rastrellamento di dati personali senza provata e circostanziata ragione.

 

Fanno coro gli attivisti del Center for Democracy and Technology, secondo cui la proposta darebbe al governo “un controllo senza precedenti sui software del computer e sui servizi internet, minacciando l’innovazione, libertà e la privacy”. Critici anche alcuni commentatori, come Larry Seltzer, del giornale specializzato eWeek: “l’intera faccenda mi suona male”, scrive.

 

I senatori difendono la proposta dicendo che è venuto il momento di difendere le infrastrutture internet dagli attacchi, con la stessa gravità che già ora si usa per le reti elettriche e gli acquedotti. E per questo motivo serve poter ricorrere, se necessario, a misure straordinarie.

 

Lo sceriffo digitale francese

E’ polemica dopo la riforma Sarkozy contro i download illegali. La sanzione è il taglio della connessione. E la protesta corre su Internet: “Libertà a rischio

 

A PARIGI hanno creato lo sceriffo digitale. Punirà chi scarica video, musica e giochi illegalmente. Il tam tam giovanile dice: “Résistance”, i socialisti vogliono portare la nuova legge all’esame di legittimità costituzionale, 44 deputati di maggioranza non l’hanno votata. Intanto però la legge che crea Hadopi, l’autorità di controllo e sanzione dei download selvaggi, è passata. Anche se non subito, entrerà in vigore, con un procedimento in tre passi: prima ammonizione del “reo” via email, poi una lettera raccomandata, infine disconnessione dalla rete.

 

Protestano i ragazzi che nei social network si scambiano istruzioni su modi, software e stratagemmi per mettere nel sacco i controlli. Ma per tempo la legge era stata criticata duramente da Jacques Attali che l’aveva definita: “inapplicabile e assurda (…) sono le aziende telefoniche, che sulla rete guadagnano, a dover remunerare la formazione”.

 

Se la Francia ribolle di protesta, la sua decisione di creare lo sceriffo “antipirati” è destinata a alimentare un conflitto fino nell’Unione. Dove appena pochi giorni fa il “pacchetto telecom”, cinque grandi direttive in discussione da mesi, è stato bloccato dall’approvazione dell’”emendamento 138” in funzione “anti hadopi”: vi si stabilisce il principio che la connessione Internet è un diritto inalienabile della persona ad essere informata e ad esprimersi.

 

La battaglia dei download divide come poche l’opinione pubblica di ogni paese: da una parte autori, produttori, editori, grandi major. L’argomento è elementare: se a milioni si mettono a rubare, mancano i mezzi per produrre arte e intrattenimento. Dall’altra parte dello schieramento la diffusa abitudine, anche tra famiglie e “tranquilli cittadini”, di appropriarsi di film, musica e videogiochi.

 

 

Chi argomenta in difesa degli “scaricatori” teme l’oggettiva difficoltà di “beccare” i responsabili senza violare pesantemente la privacy di tutti gli utenti Internet. O perlomeno quella dei membri di una stessa famiglia o dei dipendenti dell’azienda nella quale si venisse a trovare il “clandestino”. I software per farlo (tra questo il famigerato Deep arate Inspection) esistono e non vanno per il sottile, come sostiene nel suo blog la ricercatrice specializzata britannica Monica Horten.

 

Non mancano polemiche e paure in Italia. Dove il governo Berlusconi ha istituito il “Comitato tecnico per la pirateria digitale e multimediale”, presieduto da Mauro Masi, col compito di mettere a punto nuove misure di legge. Il comitato, che non comprende rappresentanti dell’utenza, sta facendo una serie di audizioni con le associazioni di industriali di settore ed ha aperto un forum (http://antipirateria. Governo. It/), senza “predeterminare” il testo finale. Ma al suo interno le simpatie per la legge francese non sono certo un mistero.

 

“Ma noi in Italia abbiamo già la legge per il diritto d’autore”, dice Guido Scorza, giurista e sua volta “militante” di diritti degli utenti digitali. Grazie a quella legge sono a processo due giovani bergamaschi che avevano organizzato il sito italiano di arate Bay, l’organizzazione svedese di recente condannata a Stoccolma. Scorza ha un’idea: “Gli industriali non solo non pensano a un modello economico alternativo, ma soprattutto si sono stancati dei processi giusti, lunghi… ilfascinò della legge francese è che dall’indagine si passa dritti alla sanzione”. Un processo sommario.

 

 

Internet ovunque e comunque

per il 60 per cento degli italiani

Secondo Audiweb sono oltre 28 milioni le persone che navigano da casa, ufficio, studio e altri luoghi con qualsiasi device

 

Oltre la metà degli italiani si connette ad internet da ogni luogo e con ogni mezzo. Lo rivela l’ultima ricerca Audiweb, condotta con Doxa. Secondo il rapporto il 59,7% della popolazione tra gli 11 e i 74 anni (pari a 28,524 milioni di persone) dichiara di avere un accesso al web da casa, ufficio, studio, altri luoghi e attraverso qualsiasi device, con un incremento del 2.1% (corrispondente a circa 590.000 individui) rispetto alla precedente edizione.

 

L’accesso a internet è presente in poco meno di dieci milioni di case, più esattamente 9,653 milioni di famiglie, pari al 46,4% e, in generale, le famiglie con accesso a internet sono anche piuttosto evolute nell’uso del web, al punto che circa i due terzi scelgono un collegamento veloce con un abbonamento flat (per il 90% delle famiglie con accesso via Adsl).

 

Dall’indagine emerge inoltre una buona penetrazione di internet e una equilibrata distribuzione tra i generi, le classi d’età e le aree geografiche. L’accesso a internet risulta ben rappresentato sia tra gli uomini (63,4%) che tra le donne (56,1%) e in tutto il territorio nazionale con una percentuale più bassa nell’area sud e isole (50,6%).

 

I navigatori più incalliti risultano essere gli studenti universitari (95,1%), i laureati (92,6%), i diplomati (82,1%) e gli studenti di scuole medie e superiori (81,8%). Seguono i teen-ager tra gli 11 e i 17 anni con un 78,9% e tra i 18 e i 34 anni (73,2), con una significativa percentuale anche nella fascia 35-54 (65,9%).

 

L’accesso a internet da casa tramite computer risulta la modalità privilegiata nel 50,5% dei casi (24,133 milioni), in particolare per gli studenti universitari (88,4%) e nella fascia d’età 11/17anni (64%) e i 18-34 anni (61,3%), mentre hanno un accesso ad internet dal lavoro (o dall’ufficio) il 19,3% degli intervistati.

 

Per quanto riguarda l’accesso a internet in mobilità, il 6,2% delle persone dichiara di accedere via cellulare, smartphone o computer palmari, ed emerge un profilo piuttosto elevato degli utilizzatori (laureati, imprenditori e dirigenti), affiancato dai ragazzi tra gli 11 e i 17 anni (8,6%) e gli studenti di scuole medie e superiori (10,3%).

 

Per quel che concerne invece le motivazioni di utilizzo, i navigatori italiani usano la rete per trovare informazioni di qualsiasi tipo (46,1%), semplificare pratiche e procedure usufruendo di servizi a distanza (26,8%) e in generale per rendere più “divertente” lo studio e il lavoro (22,7%), essere aggiornati in tempo reale sui fatti di cronaca (22,4%) o entrare in contatto con amici, conoscenti e persone di tutto il mondo (18,5%).

 

Tra i principali motivi di non utilizzo dell’online, infine, c’è sicuramente l’opinione diffusa per cui occorra essere molto esperti di computer e informatica per poter navigare. Il 58,9% si dichiara incapace di utilizzare il computer e il 15,8% è convinto che occorrano conoscenze informatiche particolari. Il 23,8% dichiara di non essere affatto interessato all’online pur non avendo mai provato. I navigatori occasionali affermano che navigherebbero con maggiore frequenza se internet costasse di meno (34,8%), se costasse poco l’accesso anche da telefono cellulare (13,9%) e la connessione fosse più veloce (13,3%) o ci fosse meno pubblicità (10,3%).

 

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7.

CLIMA

Onu: "Due gradi e mezzo in più

e si inverte ciclo degli alberi"

L'allarme lanciato da un rapporto dell'International Union of Forest Research Organizations (IUFRO) che verrà presentato in un convegno

 

Se la terra si riscalderà di 2,5 gradi tra alcune decine di anni le foreste smetteranno di aiutare a ridurre le emissioni di CO2, e anzi diverranno loro stesse fonte di emissioni, cominciando a rilasciare l'anidride carbonica. E' l'allarme lanciato dall'International Union of Forest Research Organizations (IUFRO) che ha stilato un rapporto, al quale hanno partecipato 15 paesi, per stimare il rischio che corrono le foreste in diversi scenari di cambiamenti climatici. Il tema sarà al centro del Forum on Forests delle Nazioni Unite (UNFF), che si terrà dal 20 Aprile al 1 Maggio alla sede ONU di New York.

 

Le foreste assorbono più anidride carbonica di quanta ne emettano, ma "da qui ad alcune decine di anni, a causa dei guasti causati dal cambiamento climatico - scrive Risto Seppala, studioso dell'Istituto Finlandese di ricerche sulle foreste, tra gli autori del rapporto - le foreste potranno rilasciare grandi quantità di anidride carbonica, contribuendo ad accelerare il fenomeno piuttosto che a frenarlo".

 

Nonostante la deforestazione in atto in molti paesi sia responsabile del 20% delle emissioni di gas serra, per ora le foreste sono ancora un pozzo che assorbe anidride più di quanta ne emettano, ci salvano dall'inquinamento catturando più di un quarto delle emissioni globali di CO2.

 

I ricercatori hanno calcolato che il riscaldamento globale potrebbe far venir meno questo ruolo attivo delle foreste che, anzi, a loro volta potrebbero iniziare a contribuire negativamente sprigionando altra CO2. Secondo Seppala, l'aumento di temperatura di 2,5 gradi sarebbe sufficiente a far venir meno anche sotto altri aspetti il ruolo positivo delle foreste. Infatti queste risentirebbero di periodi di siccità sempre più frequenti e diverrebbero più vulnerabili ai parassiti e agli incendi.

 

 

Tutti questi danni, di fatto, impedirebbero alle foreste di adempiere al loro ruolo di cattura-CO2. Il rischio di perdere le foreste come pozzi di CO2, concludono gli esperti, è significativo anche se si considera lo scenario più ottimistico, in cui si riesce a moderare le emissioni stabilizzando le concentrazioni di gas serra attuali. E anche considerando gli effetti positivi dell'aumento della temperatura, che favorirebbe la crescita delle foreste boreali.

 

Se lo scenario che prenderà piede è quello peggiore, non riuscire a moderare le emissioni, allora la perdita delle foreste come catturatrici di CO2 è assicurata.

 

"Se non si agisce subito

tra 20 anni sarà catastrofe"

Sull'ultimo numero della rivista "Nature" le ricerche di autorevoli istituti che danno base scientifica alle affermazioni fatte qualche giorno fa a Roma dal principe Carlo

 

Il principe Carlo lo aveva detto pochi giorni fa a Roma, in maniera un po' esoterica: "Ci restano solo 99 mesi prima di raggiungere il punto di non ritorno. Poi la storia ci giudicherà. E se non agiremo, i nostri nipoti non potranno mai perdonarci". Qualcuno ha alzato il sopracciglio considerando questo nuovo campanello d'allarme sul cambiamento climatico un vezzo reale. E invece la base scientifica - pur con qualche approssimazione sulle date - c'è. Lo dimostra l'ultimo numero della rivista Nature che in The Climate Crunch mette assieme le ricerche di istituti molto autorevoli (dal Potsdam Institute for Climate Impact Research all'università di Oxford). Conti alla mano, risulta che se non si agisce immediatamente, nel giro di un paio di decenni subiremo un danno di portata catastrofica. Le lancette del count down vanno spostate: l'ora X non scatta più nel 2050 ma tra 20 anni.

 

E' un risultato a cui si arriva seguendo due percorsi logici diversi e convergenti. Partiamo dal primo: le emissioni di carbonio. Gli scienziati hanno calcolato che, per contenere l'aumento di temperatura entro i 2 gradi (il livello oltre il quale il prezzo per l'umanità diventa altissimo), bisogna stare ben al di sotto del tetto complessivo di mille miliardi di tonnellate di carbonio. Dalla rivoluzione industriale in poi abbiamo consumato quasi metà di questi mille miliardi. Al ritmo attuale di aumento delle emissioni ci giocheremmo la dote restante in una ventina di anni.

 

Quest'ordine di grandezza torna seguendo un altro ragionamento. Prendiamo la concentrazione delle emissioni di anidride carbonica: in atmosfera c'erano circa 280 parti per milione di CO2 all'alba della rivoluzione industriale, oggi abbiamo superato quota 385 e l'incremento è sempre più veloce: ormai ha superato le due parti per milione l'anno e si avvia verso le 3 parti per anno. Con un incremento di 3 parti per milione l'anno per arrivare a una concentrazione di 450 parti, che è il tetto da considerare invalicabile, ci vorrebbero per l'appunto una ventina di anni.

 

 

Tutto ciò ha dei risvolti pratici molto concreti perché l'analisi scientifica lascia aperte due opzioni. O supponiamo che un virus sconosciuto si sia impossessato dei migliori climatologi del mondo portandoli ad affermazioni prive di senso, oppure li prendiamo sul serio e tagliamo subito le emissioni serra che sono prodotte dal consumo di combustibili fossili e dalla deforestazione. La rivista Nature, poco incline a credere all'esistenza del virus che colpisce gli scienziati, arriva a questa conclusione: "Solo un terzo delle riserve economicamente sfruttabili di petrolio, gas e carbone può essere consumato entro il 2100, se vogliamo evitare un aumento di temperatura di 2 gradi".

 

E non è detto che anche la stima dei 20 anni non risulti troppo generosa. James Hansen, che per anni ha guidato il Goddard Institute della Nasa, sostiene che il tetto va abbassato e bisognerebbe restare molto al di sotto delle 450 parti per milione. "Anch'io credo che bisognerebbe partire subito e mettere il mondo in sicurezza nell'arco di un decennio perché le capacità di recupero degli ecosistemi stanno arrivando al limite di rottura", precisa il climatologo Vincenzo Ferrara. "Gli oceani e le foreste che finora hanno assorbito circa una metà del carbonio emesso dalle attività umane sono sempre meno in grado di continuare a svolgere questa funzione: se queste spugne di anidride carbonica smetteranno di catturarla il cambiamento climatico subirà un'accelerazione drammatica".

 

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8.

Da: Francesco Errante

 

Caro Paolo,

e’ con piacere che ti invio il pezzo che segue che di sicuro troverai interessante ed utile a tutti (specialmente vista la proliferazione dei cosiddetti accordatori da palo)

 

salutini e buon divertimento!

 

Francesco Errante

www.Radiondistics.com

Addio al piano di terra!

Sistema capacitivo

di messa a terra per RF

Ovvero: come polarizzare correttamente un sistema sbilanciato per segnali a radio-frequenza rispetto alla terra fisica.

 

Questo sistema dimostra che non è necessario alcun accoppiamento galvanico verso terra per ottenere la corretta messa a terra per segnali elettrici a radio-frequenza.

 

Sistema capacitivo di messa a terra per RF

by Francesco Errante

 

Faccio seguito a quanto da me rivelato e dimostrato in precedenza in materia di riferimento di terra per i trasduttori radio-elettrici e

linee di trasmissione per segnali radio-elettrici. In questa sede rivelo e dimostro che non è necessario alcun accoppiamento galvanico verso terra per ottenere una corretta polarizzazione di un sistema sbilanciato per RF rispetto alla terra fisica.

 

TUTTO QUELLO CHE SERVE È UNA CAPACITÁ CONCENTRATA grande abbastanza da esibire una bassissima reattanza capacitiva (<0.5% del valore d’impedenza del radiatore) alla frequenza di lavoro piú bassa di un dato sistema RF sbilanciato.

La capacitá di messa a terra è ottenuta accoppiando un punto di un circuito radio-elettrico che necessita di trovarsi a 0 Volt rispetto a terra, direttamente alla terra fisica per mezzo di un’armatura metallica (P) posta su di un piano parallelo ad una superficie uniforme di terra ed isolata dalla stessa da uno strato di materiale dielettrico di adeguate dimenzioni, come mostrato nelle immagini visibili nel mio sito www.radiondistics.com    (E NON attraverso un condensatore di uguale valore!!!)

Nello spettro delle onde medie, lunghe e lunghissime, allo scopo di aumentare la capacitá di messa a terra, l’armatura puó essere tridimensionale nella forma di un cubo o di un cilindro cavo interrato ma isolato dalla terra. Il volume da esso occupato puó essere riempito con del calcestruzzo ed usato come fondamenta per torri auto-radianti.

Con evidente riduzione dei costi per la realizzazione delle antenne per trasmissioni in VLF per radiodiffusione e militari.

 

NB. Il sistema puó anche essere dotato di percorso galvanico di messa a terra, allo scopo di proteggere gli impianti dai fulmini. Questo percorso puó essere realizzato mediante un avvolgimento anti-induttivo (RF choke) connesso tra l’armatura (P) ed un’apposita palina di terra.

 

L’arrangiamento a semi-condensatore, proprio di questo sistema, mostrato negli schemi riportati su www.Radiondistics.com, NON deve essere confuso per un “piano di terra”. Si comprende facilmente, come per esempio, un’armatura metallica di un metro quadrato circa possa difficilmente fungere da piano di terra in un sistema a 3.5 MHz, mentre risulta molto efficace se ad essere impiegata è la sua reattanza capacitiva. Al contrario, i sistemi di piano di terra a raggiera, ancora in uso, sono di fatto delle rudimentali capacitá distribuite affette da enormi perdite.

 

Un’applicazione pratica a dimostrazione di questo sistema è data  dal SISTEMA MULTIBANDA HF di Errante, con radiatori a 225 Ohm  e suo sistema di alimentazione RF sbilanciato, con messa a terra capacitiva.

 

Copyright © 2009 

Francesco Errante  www.Radiondistics.com 

 

Si autorizza la libera

diffusione al RADIOGIORNALE.org

 

Francesco Errante 

 

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9.

 

Gli appuntamenti dei Radioamatori

 

A Torino nuova tappa della fiera high tech - low cost

Expo Elettronica 23 e 24 maggio 2009 Oval Lingotto - Torino

RADIOAMATORI PATENTATI INGRESSO GRATUITO

 

Grande Fiera di Amelia

 

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10.

Da I3MKH Mirko Boscolo

Sezione ARI di Chioggia Sottomarina

Le conferme di i3mkh

 

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11.

Da: ik0zcw Alberto

ID9N Update

 

Il ritorno da Vulcano:  le fotografie della spedizione ID9N sono online nella sezione gallery del sito www.id9n.com

anche il log online è stato caricato. (QSL Via IZ0GKN)

 

 

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12.

COME IN STAR TREK

Viaggiare più veloci della luce

Due fisici statunitensi stanno studiando la possibilità di superare realmente questo limite

Un’immagine da «Star Trek»

 

Avete mai pensato di viaggiare a bordo dell’Enterprise alla velocità della luce? O addirittura di superarla? Il vostro sogno potrebbe diventare realtà. Mentre cresce la febbre per l’uscita al cinema dell’undicesimo film della saga di Star Trek, due scienziati americani stanno studiando una nuova possibilità per raggiungere la «propulsione a curvatura». E per il momento non avrebbero trovato alcun impedimento che vada a scontrarsi con le leggi della fisica.

PROPULSIONE A CURVATURA – Per chi non fosse un seguace della celebre saga televisiva e cinematografica, la velocità di curvatura consente ai terrestri protagonisti della storica serie tv degli anni Sessanta di creare le premesse per il primo contatto con i vulcaniani, la specie del celeberrimo Spock, già in possesso della tecnologia e che, per prassi, instaura rapporti esclusivamente con civiltà che ne sono giunte a conoscenza. Un motore a curvatura, in termini semplici, avrebbe un effetto simile a quello di un elastico, contraendo lo spazio davanti alla navicella e dilatando quello retrostante.

LO STUDIO – Secondo quanto riportato dal sito statunitense Science Daily , due fisici americani sarebbero al lavoro per realizzare questa spinta fantascientifica nel mondo del reale. Gerald Cleaver e Richard Obousy, infatti, sono convinti che manipolando una porzione di spazio attraverso un’ingente concentrazione di energia si potrebbe arrivare alla creazione di una «bolla» in grado di spingere l’astronave a una velocità ben superiore rispetto a quella della luce. Un effetto del tutto simile a quello derivante dal cavalcare un’onda. Presupposto necessario agli studi dei due scienziati è la M-theory , un recente sviluppo della Teoria delle stringhe che aumenta le dimensioni dell’universo a undici. Sarebbe, infatti, proprio attraverso l’intervento in questa undicesima dimensione che si creerebbe l’energia necessaria a questa super propulsione, nello stesso modo in cui potrebbe essersi espanso l’universo dopo il Big Bang.

FUTURO LONTANO – La Teoria della relatività di Einstein non esclude la possibilità di superare la velocità della luce, ma asserisce che per farlo sarebbe necessaria una quantità di energia infinita. Quantità che invece Cleaver e Obousy hanno ricalcolato e che risulterebbe pari “soltanto” all’intera massa di Giove. Il viaggio interstellare alla ricerca di nuovi mondi e nuove civiltà potrebbe diventare qualcosa di più di un semplice espediente cinematografico, anche se probabilmente passerà molto tempo prima che si riesca a creare la tecnologia in grado di sfruttare questo tipo di energia.

 

 

 

INTANTO IN GRAN BRETAGNA

L’uomo che vive nel «Voyager»

Un fan della serie ha ricostruito il suo appartamento come l’astronave della serie di «Star Trek»

 

Tony Alleyne nella sua «casa-Voyager»

 

Dell’astronave federale USS Voyager ha tutto o quasi: colori, ambienti, arredamento, piani tecnici affissi ai muri, pannelli e assenza totale, ovviamente, di finestre. Peccato che sia un semplice appartamento e, aperta la porta di casa, il proprietario Tony Alleyne si trovi probabilmente davanti a un bel prato inglese tra le tipiche cassette a schiera nel Leicesterhire, Gran Bretagna, dove vive nel paese di Hinckley.

UN FAN SPECIALE – Tony Alleyne è un fan di Star Trek davvero speciale: i giornali che parlano di lui si chiedono fino a che punto possa arrivare la mania per la saga di Capitan Kirk e compagni e lo giudicano uno dei fan più appassionati, perché questo designer di interni inglese ha deciso di trasformare la sua casa in una trasposizione reale della celebre astronave USS Voyager, ovvero la nave stellare protagonista della quarta serie televisiva di Star Trek. Le cose certo sono state più semplici per lui, che si è ritrovato single dopo essersi separato dalla moglie, e che già per professione allestisce scenografie di science-fiction.

LA CASA – Ma il risultato è strabiliante: in questo appartamento di poco meno di 50 metri quadrati è stata ricreata la nave stellare con muri fatti da pannelli semoventi, un bagno hi-tech, luci blu che si comandano a voce, la riproduzione fedele della console di controllo della sala ingegneria del Voyager. Per riprodurre il mobilio – costruito a mano dallo stesso Alleyne – ha usato il plexiglass e il legno, poi dipinto. Pur essendo un appartamento dotato di ogni comfort, il designer ha scelto di non costruire una camera da letto e di usare lo spazio a disposizione per ricreare la macchina del teletrasporto.

 

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13.

Da: ik8ltb Francesco Cosenza

 

Alla faccia delle chiacchiere

Contest sezioni ARI 2008... questa è la risposta

 

Qui parliamo di Radio, quella con la “R” maiuscola, quella che tutti noi sogniamo e vorremmo che sia. Uno dei contest più belli ed amati del grande popolo degli Om Italiani, è senz’altro il “Contest delle Sezioni”. Cosenza razie ai suoi operatori IZ8EPX, IZ8CCW, IZ8BGY, I8IEM E IK8LTB (multi con IZ8IYL), ha raggiunto quest’anno il primo posto in classifica con un punteggio totale di 3.225.853.

 

È un risultato straordinario fortemente voluto dagli operatori che si sono cimentati in una gara difficile e dagli esiti imprevisti. Il punteggio, lo ricordiamo, scaturisce dalla somma dei migliori punteggi nelle varie categorie realizzate dalle stazioni che partecipano e fanno capo ad una sezione ARI: in questo caso Cosenza.

Ma eccovi i punteggi attraverso i quali si è realizzato il primo posto in classifica:

 

IZ8EPX: (s. ssb) 1.754.144

IZ8CCW: (s.o.p.) 1.002.762

IZ8BGY: (CW) 60.532

I8IEM: (rtty) 24.990

IK8LTB (multi op.): 383.425

 

La somma è 3.225.663

(Tremilioniduecentoventicinquemilaottocentocinquantatre). È su Radio Rivista

 

È il risultato di una scommessa che abbiamo giocato fino in fondo anche per dimostrare che a Cosenza c’è chi la radio la vuole fare seriamente e c’è chi fa delle chiacchiere il proprio stile di vita.

 

Questi sono segni che restano indelebili nella storia. Sono presenze che dovrebbero fare onore ad una sezione Ari altrimenti anonima e sgangherata.Abbiamo battuto un record nazionale che durava da più di 10 anni.

 

Come soci Ari auspichiamo che migliori risultati vengano anche in futuro perché è così che si dimostra l’attaccamento, la passione, a volte esagerata, per un hobby come il nostro. È un momento che ci fa quasi dimenticare le amarezze, lo sconforto per taluni comportamenti anormali, dettati dall’astio, dal rancore che alcuni ci hanno riservato.

 

Abbiamo dimostrato con i fatti, ancora una volta, chi e cosa sappiamo fare. Non c’è bisogno di altri commenti se non del più religioso silenzio di coloro che si sono dichiarati nemici della nostra passione. Che questa lezione serva a coloro che, ingiustificatamente, attraverso la menzogna e l’arroganza predicano su tutti i forum per poter, forse, brillare di una luce che rimane riflessa.

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ik8ltb, Francesco - Cosenza

  

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14.

Da IK8JZK Ruggero  Billeri Napoli

 

Sistema D-star, questo sconosciuto

 

Il sistema D star è l'ultimo ed innovativo sistema per comunicare via radio o in Paket e si serve del sistema infrastrutturale di internet come altri sistemi di comunicazione tipo Echolink. Il sistema unitamente alla scheda UT 123 (da installare nell'apparato) permette anche di localizzare il corrispondente mediante l'uso del ricevitore GPS montato all'interno dell'apparato stesso e munito di antenna per il collegamento con il satellite. Il sistema D star la cui trasmissione è ricezione è in digitale e non analogica prevede: che il corrispondente che trasmette la sua portante a radiofrequenza unitamente a questa sia trasmesso anche  l'indicativo radioamatoriale di colui che trasmette, cosa di grande utilità per sconfiggere la pirateria radio in quanto gli operatori che operano su detto sistema prima di poter fare traffico sul sistema D star devono essere abilitati dai responsabili del sistema. I ponti ripetitori del sistema D star generalmente sono in banda UHF ma nulla vieta che possano essere in banda 1200 Mhz oppure in VHF. La banda operatrice del sistema D star sul ricetrasmettitore va configurata perchè il ricetrasmettitore possa funzionare sul sistema D star. La configurazione non è difficile seguendo le istruzioni del manuale in italiano come nel ICOM 2820. Per prima cosa la banda risevevata al D star con la funzione MODE va impostata su DV per far apparire la funzione MODE premere FUNCTION (lato destro guardando)

Un'altra funzione importante è quella di inserire il proprio indicativo radioamatoriale nel ricetrasmettitore usato (per esempio ICOM 2820) per fare ciò premere FUNCTION attivare il menù andare su CALL SIG MEMORY quindi premre il MAIN lato destro guardando far apparire MY CALL SIG MEMORY quindi ripremere il main per entrare nella funzione editor usando le freccette per spostarsi di casella in casella e utilizzando lettere e cifre comporre il proprio indicativo radioamatoriale quindi ripremere il MAIN per uscire dalla funzione editor, adesso bisogna inserire l'indicativo del ripetitore UHF o VHF che si vuole utilizzare (esempio nella provincia di Napoli IR8AW) premere FUNCTION andare su CALL SIG MEMORY ripremere il MAIN ed evidenziare RPT CALL SIG MEMORY prememere nuovamente il MAIN per entrare nella funzione editor quindi con freccette lettere e cifre comporre l'indicativo del ripetitore che si vuole utilizzare aggiungendo la cifra 9 se trattasi di ripetitore in UHF Nota: in teoria variando la composizione dell'indicativo è possibile agganciare tutti i ripetitori che fanno parte del sistema D star sparsi in tutto il mondo questo sempre se si è abilitati ad operare sul sistema. E' anche possibile chiamare uno specifico corrispondente per far ciò premere FUNCTION >CALL SIG MEMORY> MAIN per aprire e andare su YOUR CALL SIG MEMORY>MAIN per editare l'indicativo di colui che si vuole chiamare ripremere il MAIN e il back per uscire dalla funzione Queste operazioni sopra enunciate sono le operazioni basilari per poter fare traffico sul sistema D star, altre funzioni sono possibili (esempio poter far apparire sul display del corrispondente un breve messaggio e la funzione da abilitare è DV MESSAGE TX), un'altra funzione interessante di cortesia verso il corrispondente è quella di poter far sapere con un messaggio vocale che la propria stazione D star è accesa ma siamo per il momento impossibilitati a rispondere per questa funzione fare capo a DV SET MODE e DV VOICE MEMO e REPLY VOICE

Nota: gli apparati D star come i telefoni cellulari hanno l'identificativo ID e cioè i dati identificativi dell'apparato vengono inviati in rete al momento che viene premuto il PTT.

 

Cordiali saluti ai lettori del Radiogiornale.

Da ik8jzk Ruggero NA

 

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15.

Da: Giacomo Bianchi iz3dba

 

Nuovo sito “Radioamatori liberi”

 

Mi sono permesso di pubblicare la bellissima vignetta di “MAMMAARI” sul sito di Radioamatori Liberi ( www.iz3dba.com ).

 

E’ un sito nuovo, poco frequentato perché poco conosciuto (e forse perché boicottato dato che sono il webmaster e si sa che non c’è molta simpatia nei miei confronti da parte di taluni manager ARI!) ma che, mi auguro, possa essere in breve tempo una voce alternativa al monopolio in atto ormai da decenni.

 

All’interno troverai anche il forum dei Radioamatori Liberi, il blog ed il primo forum sul D-STAR.

 

Se riterrai opportuno pubblicare queste poche righe sul prossimo numero del Radiogiornale, che leggo sempre con piacere e con attenzione, ne hai ampia facoltà.

 

A tua completa disposizione per eventuali domande o curiosità.

 

Un caro 73!

 

IZ3DBA - HB9EKR

Op. Giacomo "JACK"

 

CW ONLY and FOREVER

 

WebSite: www.iz3dba.it

 

Forum: www.radiotelegrafia.net 

 

Cell.: 349.650.83.82

 

Fax : 045.608.21.16

 

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16.

Da Marco Paglionico IN3UFW

 

E.R.A.

“EUROPEAN RADIOAMATEURS ASSOCIATION”

Coordinamento Provincie di Trento e Bolzano

SEDE LEGALE: c/o Paglionico Natale Marco Via Leitner, 7 39010 Cermes (BZ)  Fax:0461380032

SEDE OPERATIVA: Via dei Vigneti 3/23  39012 Merano(BZ) Tel. 3347549495

Sede TRENTO: Via Canè 61/f  38016 Mezzocorona TN

web: www.erabz.org/erabz     e-mail: info@erabz.org

DELEGAZIONE AFFARI GENERALI EUROPEI

 

Ci siamo anche noi... E.R.A.

 

Si ciao Carissimo Paolo si ci siamo anche noi.....

nel 1996 venne fondata in seguito alla scissione dell'ARAS la denominata associazione di  Volontariato denominata European Radioamateur Associaztion la cui sede Nazionale ed ora anche Europea è sita a Palermo la cui gestione vede alla Guida il Dott Marcello Vella IT9LND,a seguito dalla Sezione di Palermo ormai storica si successero altre sezioni tra cui Salerno e Taranto ed nel giro di qualche annetto siamo ora giunti a 8 sezioni su tutto il territorio Nazionale nelle seguenti Città: Palermo, Trapani, Agrigento, Caltanisetta, Cosenza, Taranto, Bari, Salerno, Napoli, Bolzano e Trento, Prossime Aperture sono previsti nella zona del Piemonte…. ed Europeo.....

Si Europea infatti la Sorella dell'ERA Italia è la Spagna la cui sede è a Valencia ed il cuicarretto è seguito da Eusebio EA5GVP che insieme al sottoscritto che cura i Rapporti con le sezioni Estere, portiamo avanti sia il nome che l'operatività ultima.

Scusa sono Marco Paglionico IN3UFW ed infatti mi curo delle Pubbliche relazioni ed affari Generali Europei.

Il nostro statuto parl Chiaro siamo Radioamatori ed amanti della Radio curiamo le TLC di emergenza in ausilio al Dipartimento Nazionale di Protezione Civile cui siamo stati regolarmente censiti sin dal 1996.

Siamo un'associazione di Volontariato iscritti nei vari registri Provinciali e Regionali di competenza secondo quanto previsto dalla legge 266/91.

Adesso siamo presenti nel territorio Abruzzese attivati in ritardo dal Dipartimento di Protezione Civile nella cittadina di Sulmona AQ, dove i Ragazzi della Sezione Provinciale di Taranto con immenso Orgoglio marconiano stanno Curando le Radiocomunicazioni tra i 26 comuni C.O.C. con il coordinamento del Di.Co.Mac. dell'Aquila.

Ma tra le Altre attività di TLC di emergenza ci siamo organizzati per dar man forte ad Alberto IK1YLO con l'attivazione di una stazione Speciale in merito al G.A.R.E.C. cui la I.A.R.U. ha demandato ad Alberto la Gestione operativa sul territorio nazionale.

Come ti dicevo siamo presenti in Europa al momento con la Spagna e crediamo che entro la fine dell'anno di arrivane a conquistare anche altre regioni in fin dei conti siamo dei "R"adioamatori ed se possiamo portare un segnale a qualcuno che ne ha bisogno non ci tiriamo indietro anzi pur rimettendoci del ns $$$......Senza scopo di Lucro.....

Io ti ringrazio e spero di poter continuare a ricevere al più presto la Tua bella ed interessante rivista.

Con stima a presto

 

Marco Paglionico

Delegato Affari Generali Europei

E.R.A.

 

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17.

ATTIVATO IL CASTELLO DI BALLATA

A BUSETO PALIZZOLO

REFERENZA TP – 063

 

di Antonino Di Bella  IT9DSA

 

 

 

E' sempre il solito IZ2GLU, già reduce di una attivazione operata su Nubia appena due mesi fa, a tirar fuori l'ennesima brillante idea radiantistica e a coinvolgermi nella sua fenomenale iniziativa di attivare il castello di Ballata, distante da Trapani una quindicina di chilometri. Oramai non faccio più caso ai colpi di genio maturati in last-minute dal carissimo Vincenzo; infatti, verso le ore 20 del giorno antecedente l'attivazione, per telefono mi aveva enunciato tutto  in un fiato quanto segue: il sopralluogo effettuato durante il pomeriggio in quella zona alla ricerca del sito prestabilito, tra l'altro di non facile individuazione ma per fortuna  aiutato attraverso la proficua collaborazione ottenuta dal personale dell'amministrazione comunale di Buseto Palizzolo, nonchè la volontà di uscire in aria l'indomani mattina, ovvero  sabato 16 maggio 2009, naturalmente in presenza del sottoscritto essendo stato rigorosamente precettato, hi!  Il QRX previsto è per le 7 del mattino previo QSO in VHF su 145.500 MHZ giusto per passarci i convenevoli e le ultime informazioni tecniche sul programma poi da svolgere nella postazione  prestabilita a scanso di eventuali imprevisti irrisolvibili. Ci siamo, la giornata si presenta bella, c'è un pallido sole coperto da un sottile strato di nuvole, l'aria  ancora calda contaminata dallo scirocco dei giorni precedenti, mentre raggiungiamo il luogo  osservo un piccolo panorama che si apre lungo la fiancata percorrendo una breve salita, quasi a voler sconfinare l'orizzonte; da una parte sono allineate un pò di case sparse in mezzo al verde indisturbato, dall'altra vediamo l'imponente castello attaccato ad una chiesa, col campanile a intonare lo scoccare di ogni mezz'ora e interrompere la voce del silenzio; decidiamo di occupare uno spiazzale distante neanche un centinaio di metri e  installare l'occorrente per essere finalmente operativo via etere. Noto con un pò di stupore l'abile capacità di adattamento messa subito in pratica da IZ2GLU;  con disinvoltura in pochi minuti la sua Renault Twingo viene trasformata in stazione radioamatoriale mobile, mentre il sottoscritto regge il cofano anteriore della macchina, assisto  montare una staffa provvista di PL 259 da pannello fissata con un bullone alla carrozzaria e avvitarle la Maldol HF C40 un'antenna a stilo monobanda per i 7 MHZ lunga circa 1.5 m, inserire in entrambi le estremità laterali due tappetini arrotolati come supporto per evitare che il cofano si chiuda e possa tranciare il cavo di alimentazione dell'apparato collegato direttamente alla batteria dell'auto. Poi, sul cruscotto, sistema perfettamente in parallelo tra loro due scotch da imballaggio  necessari per tenere in equilibrio una mensola e sistemarci sopra il TS 50 della Kenwood.  Accende l'apparecchiatura e il miracolo si è avverato: arrivano segnali lusinghieri, posa lo sguardo sul rosmetro,  soddisfatto nota lo strumento non segnare alcun ROS, ruota la manopola del VFO la frequenza è affollata, si ferma su 7.053 KHZ dove è occupata dall'amico Ermanno IZ1MLV, prova con lui un test sulla TX, con appena 10 watts riceve RST 59, sono appena le 06, 32 UTC e lo spettacolo può iniziare, su 7.050 KHZ  la frequenza non è in uso, l'amico Vincenzo comincia ad effettuare la chiamata con il microfono palmare in dotazione, l'adrenalina è al massimo, iniziano a rispondere contemporaneamente diverse stazioni OM da tutta Italia, ma i colleghi stranieri non si fanno attendere: Spagna, Portogallo, Belgio, Slovenia, Croatia,, Ungheria, Grecia, vengono collegate senza nessun problema; non c'è tempo da perdere, si viaggia alla media di due stazioni ogni minuto, tutto ciò assolutamente splendido!  In meno di due ore sono già a LOG 119 contatti, così condizionati anche dalle condizioni climatiche tipicamente estive con la temperatura di poco al di sotto dei 30 C, decidiamo,  seppur a malincuore, di terminare l'attività.  Si  incomincia a smontare, ma nel momento in cui il Vincenzo aveva riposto nel portabagagli i due tappetini che avevano permesso al cofano anteriore dell'auto di non chiudersi per tutta la durata dell'attivazione, si sente chiamare dall'amico IW2MZX mentre io tornavo a reggerlo per evitare danni al cavo di alimentazione,  rimangono in contatto per qualche minuto, però a causa della posizione scomoda in cui mi trovavo, sembrava fosse trascorso un'eternità; ancora un attimo e pensavo di invocare in aiuto il Padreterno! Per immortalare la fantastica giornata l'amico IZ2GLU ha pensato di scattare le ultime foto ricordo davanti il castello, serio, concentrato come un autentico reporter si trascinava lento attorno alla struttura, ma ad un tratto lo vedo balzare, spaventato per  il rintocco della campana della chiesa a due passi,  forse un segno di congratulazione venuto dall'alto a voler osannare l'escursione radiantistica andata a buon fine.

Si ringraziano quanti si sono resi partecipi all'iniziativa.

 

 

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Da: sglent@tin.it

 

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- Etichettatrice Brother P-Touch 55 nuova ed imballata, completa di manuale multilingue, batterie già installate e funzionanti e nastro in dotazione.

 

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Da: iret.friuli [iret.friuli@libero.it]

 

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[tutto 180 euro]

 

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[70 euro]

 

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[50 euro]

 

- U.S.A.F. Synthesizer, elec freq model EN 358 Manson Laboratories a subsidiary of Hallicrafters Wilton, conn., personalmente mai utilizzato, completo del suo power supply model EN 360 Manson Laboratories a subsidiary of Hallicrafters Wilton, conn. - ingresso 117 V AC uscita 6,5-28-180 V DC.

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- U.S. cable fault locator detector James G.Biddle Co. - Philadelphia 7 P.A.

[70 euro]

 

- strumento prova indotti ed avvolgimenti E313-A dell' Allen Electric & Equipment Co. - Michigan, made in U.S.A., ecc.

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[10 euro]

 

- obiettivo SZ-X210 Tokina 70-210mm f/4-5.6 completo di paraluce, nuovo, mai utilizzato perchè acquistato per errore, adatto per Canon, ecc.

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Esamino ed eventualmente ritiro (anche in stock) vecchio materiale radio ricevente, trasmittente, ricetrasmittente, ex militare, surplus, accessori, antenne, manuali, strumenti, oggetti particolari, ecc. Contattatemi e valuteremo insieme ciò che disponete. Annuncio sempre valido.

 

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IW3 SID - Andrea      tel. [+39] 3474907504 (ore 15:30-18:00)     

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19.

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