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Numero 227 - Anno IX – 12 gennaio 2010

 

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Il 2010 non comincia bene!

Mentre le guerre nel mondo continuano con crudeltà e sempre maggiori rischi di espansione (vedi Yemen) e il terrorismo imperversa, tutto ciò nonostante che Albert Einstein ci avesse a suo tempo messo in guardia dal fatto che se non si conosce il modo con cui sarà combattuta la terza guerra mondiale, una cosa è certa: la quarta sarà combattuta con pietre e bastoni!

 

Con un grande anelito di pace che si alza da tutti i popoli,  abbiamo festeggiato, come al solito, con i botti accesi in tutta Italia la notte di Capodanno e registriamo tragicamente oltre cinquecento feriti, in molti casi minorenni, ma anche bambini. Le vittime hanno subito lesioni gravi agli occhi, amputazioni di mani e dita, ustioni, ma si evidenzia positivamente da parte degli organi di informazione, che non ci sono stati morti per “festeggiare” il nuovo anno!.

 

Intanto, come da prassi ormai consolidata, mentre salari, pensioni e stipendi sono rimasti invariati, sono scattati invece dal 1 Gennaio 2010 gli aumenti dei pedaggi autostradali (la Borsa ci crede tanto da premiare i titoli delle concessionarie), i rincari della benzina sono già partiti a Natale (in una settimana il pieno è aumentato di oltre 1,20 euro), con la manovra (quindi sempre dal 1 Gennaio) «piovono» nuove tasse su chi vuole intentare una causa (anche di lavoro, finora esclusa dalla tassa) o impugnare una multa. E non solo: nuovi prelievi anche sui biglietti aerei (3 euro). Il potere d'acquisto delle famiglie italiane, nel periodo che va da ottobre 2008 a settembre 2009 è diminuito dell'1,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. I dati forniti dall'Istat si riferiscono al reddito reale,

 

Nel frattempo le famiglie dovranno tirare avanti con salari più magri (la crisi colpisce ancora soprattutto l’occupazione) e listini dei prezzi che si infiammano anche a causa degli aumenti delle autostrade e del carburante. L'occupazione a novembre è diminuita in Italia di 389.000 unità rispetto allo stesso mese del 2008 e di 44.000 rispetto ad ottobre. Lo rileva l'Istat sulla base dei dati destagionalizzati precisando che il calo tendenziale è dell'1,7% mentre quello congiunturale è dello 0,2%. Non c’è che dire. il 2010 non comincia bene. Soprattutto per chi si mette in viaggio o intende far valere i propri diritti. Per Federconsumatori gli aumenti sfiorano i 600 euro annui sommando gli ultimi rincari con le tariffe di acqua, rifiuti, Rc auto e gas: 50 euro in più al mese. Quanto un ricco rinnovo contrattuale.  Sui pedaggi autostradali c’è stata la levata di scudi dei consumatori. Gli aumenti in media sono del 2,7%, ma con punte di oltre il +15%. Per Autostrade per l'Italia, la principale concessionaria italiana (gruppo Atlantis), che gestisce oltre 2.800 chilometri di autostrade, l'aumento è del 2,40%.  Batte tutti quello sulla Novara Est-Milano (15,83%); seguita dalla Torino-Novara Est (15,29%). Non scherza la Brescia-Padova (6,56%), tallonata dalla Strada dei parchi (4,78%). L’aumento peserà sui consumatori - osservano Adusbef e Federconsumatori - sia direttamente che indirettamente sui costi delle merci, delle quali sono quindi prevedibili altri aumenti!. Per l’Adiconsum sono del tutto ingiustificati gli aumenti superiori al tasso di inflazione.

E se dovessimo rimpiangere il vecchio anno?

 

 

Sommario:

  1. Dossier energia, il futuro è nel sole;
  2. Velocità ADSL il test fai da te;
  3. Batterie al Litio per trazione elettrica;
  4. Benevento, lite tra radioamatori, uno dei due ferito con un punteruolo;
  5. “Cara è buio, accendi la parete”;
  6. “Così salveremo la terra”;
  7. Ecco la KoC02 da 1000 Km/litro;
  8. Diplomi italiani;
  9. Le conferme di i3mkh;
  10. Mostre e fiere;
  11. Ecolink + D-star;
  12. Presentazione: Video ID9N Vulcano Island DXpedition;
  13. ARI Viterbo: rinnovo CD biennio 2010 – 2011;
  14. Mercatino radioamatoriale;
  15. Informazioni.

 

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1.

Dossier Energia, il futuro nel sole

Il Premio Nobel Carlo Rubbia

 

Con il rilancio di eolico e solare si possono tagliare le emissioni serra del 70%. L'Italia ce la può fare. Può raggiungere l'obiettivo indicato dai climatologi per evitare la catastrofe: tagliare le emissioni serra del 70 per cento entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990. E può raggiungerlo senza il nucleare. E’ quanto afferma nell’intervista il Nobel Carlo Rubbia, che riportiamo perché ci aiuta a valutare la situazione esistente.

 

Il progetto solare termodinamico Archimede Enea, sotto l'impulso del Nobel Carlo Rubbia, sta sviluppando un sistema solare termodinamico prendendo spunto dalla Metamorfosi di Archimede. Il progetto prende il nome dal celebre matematico, astronomo, fisico, ma soprattutto inventore Archimede.

Grandi specchi parabolici lineari in lunghe file, fissi sul sole, che ne concentrano i raggi su un tubo sottovuoto super-nero entro cui fluiscono sali di ammonio fusi a oltre 500 gradi. Un circuito di calore che fa capo a un grande serbatoio termico, che a sua volta alimenta un sistema di generazione. E l'elettricità infine, aziona le pompe a osmosi inversa di un dissalatore che 24 ore su 24 rifornisce città e campagne mediorientali della preziosa risorsa idrica.

 

L'impianto solare previsto dal progetto è in costruzione nella centrale Enel di Priolo Gargallo (Siracusa) e sarà ad altissima efficienza grazie all'integrazione di un ciclo combinato a gas con un innovativo impianto solare termodinamico, totalmente a sali fusi, basato su una tecnologia fortemente innovativa.

L'operatività dell'impianto è prevista per il 2010 ed incrementerà la potenza della centrale di circa 5 MW. Ciò consentirà di produrre: energia elettrica aggiuntiva di fonte solare, capace di soddisfare il fabbisogno annuale di 4.500 famiglie, o un risparmio di circa 2.400 tonnellate di petrolio all'anno o minori emissioni di anidride carbonica per circa 7.300 tonnellate all'anno.

Il nuovo sistema solare termodinamico Archimede permette di accumulare il calore (fino a 550 gradi) in ogni momento della giornata, anche di notte o quando il cielo è coperto. L'energia termica così prodotta e conservata, grazie alla miscela di sali, servirà a generare vapore ad alta pressione che, convogliato nelle turbine dell'adiacente impianto a ciclo combinato della centrale ne incrementerà la produzione di energia elettrica. In tal modo sarà ridotta la necessità di bruciare combustibili fossili, migliorando le prestazioni ambientali. I sali, inoltre, a differenza dell'olio minerale, finora utilizzato dagli impianti solari in esercizio, sono totalmente innocui per l'ambiente anche in caso di fuoriuscite accidentali e non sono infiammabili.

 

Il progetto Archimede costerà oltre 40 milioni di euro, ma fortunatamente un aiuto decisivo all'investimento, è venuto dal decreto dello scorso 30 aprile, che istituisce anche per il solare termodinamico un conto energia, per la cessione alla rete della sua elettricità, con tariffa a 22-28 centesimi per chilowattora per 25 anni, in pratica lo stesso incentivo accordato in Spagna.

Secondo studi del ministero dell'Ambiente di Berlino il solare termodinamico tradizionale (con il circuito in olio sintetico, a 350 gradi) è già competitivo, per la dissalazione su vasta scala, con il petrolio oltre 80 dollari. «Ma Archimede, integralmente concepito per far scaldare sali fusi fino a 550 gradi offre, sulla tecnologia a olio, vantaggi di efficienza e sicurezza molto consistenti – spiega Bonatti – su cui noi faremo leva».

Alla Techint, peraltro, hanno una esperienza diretta in materia. «Per conto di un istituto di ricerca del Governo libico abbiamo già progettato un impianto solare termodinamico a specchi parabolici e a olio sintetico, abbinato a un sistema di dissalazione – dice Enrico Savoldi, responsabile dello sviluppo rinnovabili alla Techint –. È stato un primo esercizio, per noi, e ora ne stiamo trattando la fase costruttiva».

Il progetto, per forza di cose, ha dovuto basarsi su una tecnologia provata. «Non esiste ancora un impianto termodinamico tutto a sali fusi di tipo industriale da esibire ai potenziali clienti – spiega Bonatti – ed è questo il motivo per cui ci pagheremo di tasca nostra il pilota, proprio per dimostrarne, a tempi brevi, la validità».

«Insieme all'impianto pilota siamo già impegnati in progetti di ricerca sulla dissalazione avanzata – aggiunge Savoldi – uno con l'Enea e il Crs4 di Cagliari. E un progetto internazionale europeo con tredici partner, molti dei quali della sponda sud del Mediterraneo». «Per loro l'energia elettrica è una commodity, ma l'acqua dolce è invece un bene di alto valore. E qui le grandi rinnovabili – conclude Bonatti – giocheranno un ruolo vitale».

Il progetto solare termodinamico Archimede fa parte del Piano Ambiente di Enel che prevede investimenti per oltre 7,4 miliardi di euro, da qui fino al 2012, in nuovi impianti che utilizzano fonti rinnovabili e in ricerca e sviluppo di tecnologie amiche dell'ambiente.

 

“Rubbia e la centrale di Archimede

così catturerò l'energia del sole"

È la terza via delle rinnovabili. Una fonte pulita

perfettamente competitiva, abbondante e sicura

"Il nuovo solare termodinamico ad alta temperatura, l'energia catturata dagli specchi parabolici e immagazzinata da un fluido salino, è la terza via delle rinnovabili. Una fonte pulita, perfettamente competitiva, abbondante e sicura. Basta un quadrato di tre chilometri di lato, la lunghezza di una pista di aeroporto, per ottenere la stessa energia di una centrale nucleare. E per giunta è tecnologia italiana: una ricchezza che possiamo utilizzare direttamente ed esportare".

Eppure, dopo Archimede che l'aveva usata per altri scopi, questa forma di energia solare ha avuto poco successo. E l'esperienza della centrale siciliana a specchi di Adrano, che ha inghiottito molti fondi e prodotto poca energia, aveva indotto al pessimismo. Cosa è cambiato?

"Lasciando da parte Archimede, troviamo che il primo brevetto per gli specchi solari risale al 1860. Da allora è stato un succedersi di prove ed errori. Per esempio vent'anni fa, in California, avevano costruito centrali ibride che usavano il solare e il gas naturale, ma bastava una nuvoletta per bloccare il solare e far partire l'impianto a gas: il rendimento era scarso. E poi come fluido per accumulare il calore si usava un olio minerale poco sicuro e ad alto impatto ambientale. Oggi parliamo di una tecnologia completamente diversa".

 

Molto più affidabile?

"Non c'è paragone. Noi usiamo specchi di nuova progettazione che si muovono lungo l'arco della giornata seguendo il sole e quindi riescono a catturare più luce. Al posto del vecchio olio infiammabile abbiamo una miscela di sali fusi che non causa problemi e consente di accumulare l'energia in moda da renderla disponibile in ogni momento, anche quando non c'è il sole, in modo da ottenere la flessibilità richiesta dal mercato. E infine c'è il fattore temperatura che è fondamentale perché lo scopo finale è produrre vapore per far girare le turbine: la vecchia tecnologia solare non arrivava a superare i 350 gradi; ora raggiungiamo i 550 gradi, la stessa temperatura che si usa negli impianti a combustibili fossili".

 

Siamo comunque ancora alla fase di sperimentazione.

"Come esperimento pilota i 20 megawatt aggiunti dalle tecnologie solari alla centrale di Priolo non sono da buttar via: bastano a una città di 20 mila abitanti, consentono di risparmiare 12.500 tonnellate equivalenti di petrolio l'anno ed evitano l'emissione di 40 mila tonnellate l'anno di anidride carbonica. E il bello è che questo tipo di energia è conveniente: ai prezzi attuali l'impianto si ripaga in 6 anni e ne dura 30. Oltretutto, una volta avviata la produzione di massa, i prezzi di costruzione tenderanno al dimezzamento".

 

Quanto costa oggi un metro quadrato di specchi?

"Oggi, cioè in fase preindustriale, il costo complessivo dell'impianto oscilla tra i 100 e i 150 euro a metro quadrato. E da un metro quadrato si ricava ogni anno un'energia equivalente a quella di un barile di petrolio. Il che vuol dire che utilizzando un'area desertica o semidesertica di dieci chilometri quadrati si ottengono mille megawatt: la stessa energia che si ricava da un impianto nucleare o a combustibili fossili, ma con costi inferiori e con una lunga serie di problemi in meno".

 

Per esempio?

"Non si producono rifiuti né emissioni. L'energia è abbondante e rinnovabile. Non bisogna costruire sistemi di trasporto per i combustibili perché il sole arriva da solo. Gli investimenti e i costi sono più bassi rispetto alle centrali convenzionali. Il sistema è estremamente flessibile e si presta ad essere usato con impianti di piccola taglia in località isolate. I tempi di costruzione sono brevi, circa tre anni".

 

Ritiene che questa tecnologia cambi il ruolo delle rinnovabili?

"Secondo le previsioni dell'Iaea le rinnovabili di nuovo tipo, escludendo dunque l'idroelettrico e la biomassa tradizionale, non supereranno il 3,5 per cento del totale energetico nel 2030. Per andare oltre occorrono due condizioni. La prima è che i costi siano competitivi. La seconda è che il sistema sia flessibile: non a caso l'unica rinnovabile che ha mercato è l'idroelettrico perché le dighe consentono di usare l'acqua quando ce n'è bisogno. La tecnologia che si sperimenta a Priolo soddisfa entrambe queste condizioni".

 

Quanta energia si può produrre con questo tipo di centrali?

"In prospettiva, arrivando a un'applicazione industriale su larga scala, si può pensare che in regioni con una buona insolazione come il Sud dell'Italia si ricavi energia sufficiente a sostituire carbone, petrolio e metano".

 

Ma se la tecnologia è così semplice e i costi così bassi, perché il sistema non si è già imposto?

"Perché è un'idea nuova, e come tutte le idee nuove fatica ad essere assimilata. Noi stiamo aprendo un mercato dalle potenzialità enormi in un momento in cui c'è un disperato bisogno di un'energia non inquinante. Decidere tempi e modi spetta ai politici. Certo dal punto di vista scientifico una cosa va detta: o si lavora seriamente alla costruzione di un sistema energetico diverso da quello attuale, più pulito e in grado di ottenere più consenso, oppure si va avanti continuando a immettere gas serra nell'atmosfera e ci si assume il rischio dell'instabilità climatica legata a questo processo".

 

"L'errore nucleare

Il futuro è nel sole"

"Inutile insistere su una tecnologia che crea solo problemi e ha bisogno di troppo tempo per dare risultati". La strada da percorrere? "Quella del solare termodinamico. Spagna, Germania e Usa l'hanno capito.

 

Come Scilla e Cariddi, sia il nucleare che i combustibili fossili rischiano di spedire sugli scogli la nave del nostro sviluppo. Per risolvere il problema dell'energia, secondo il premio Nobel Carlo Rubbia, bisogna rivoluzionare completamente la rotta. "In che modo? Tagliando il nodo gordiano e iniziando a guardare in una direzione diversa. Perché da un lato, con i combustibili fossili, abbiamo i problemi ambientali che minacciano di farci gran brutti scherzi. E dall'altro, se guardiamo al nucleare, ci accorgiamo che siamo di fronte alle stesse difficoltà irrisolte di un quarto di secolo fa. La strada promettente è piuttosto il solare, che sta crescendo al ritmo del 40% ogni anno nel mondo e dimostra di saper superare gli ostacoli tecnici che gli capitano davanti. Ovviamente non parlo dell'Italia. I paesi in cui si concentrano i progressi sono altri: Spagna, Cile, Messico, Cina, India Germania. Stati Uniti".

 

Cosa ne pensa delle centrali nucleari?

"Si sa dove costruire gli impianti? Come smaltire le scorie? Si è consapevoli del fatto che per realizzare una centrale occorrono almeno dieci anni? Ci si rende conto che quattro o otto centrali sono come una rondine in primavera e non risolvono il problema, perché la Francia per esempio va avanti con più di cinquanta impianti? E che gli stessi francesi stanno rivedendo i loro programmi sulla tecnologia delle centrali Epr, tanto che si preferisce ristrutturare i reattori vecchi piuttosto che costruirne di nuovi? Se non c'è risposta a queste domande, diventa difficile anche solo discutere del nucleare italiano".

 

Lei è il padre degli impianti a energia solare termodinamica. A Priolo, vicino Siracusa, c'è la prima centrale in via di realizzazione. Questa non è una buona notizia?

"Sì, ma non dimentichiamo che quella tecnologia, sviluppata quando ero alla guida dell'Enea, a Priolo sarà in grado di produrre 4 megawatt di energia, mentre la Spagna ha già in via di realizzazione impianti per 14mila megawatt e si è dimostrata capace di avviare una grossa centrale solare nell'arco di 18 mesi. Tutto questo mentre noi passiamo il tempo a ipotizzare reattori nucleari che avranno bisogno di un decennio di lavori. Dei passi avanti nel solare li sta muovendo anche l'amministrazione americana, insieme alle nazioni latino-americane, asiatiche, a Israele e molti paesi arabi. L'unico dubbio ormai non è se l'energia solare si svilupperà, ma se a vincere la gara saranno cinesi o statunitensi".

 

Anche per il solare non mancano i problemi. Basta che arrivi una nuvola...

"Non con il solare termodinamico, che è capace di accumulare l'energia raccolta durante le ore di sole. La soluzione di sali fusi utilizzata al posto della semplice acqua riesce infatti a raggiungere i 600 gradi e il calore viene rilasciato durante le ore di buio o di nuvole. In fondo, il successo dell'idroelettrico come unica vera fonte rinnovabile è dovuto al fatto che una diga ci permette di ammassare l'energia e regolarne il suo rilascio. Anche gli impianti solari termodinamici - a differenza di pale eoliche e pannelli fotovoltaici - sono in grado di risolvere il problema dell'accumulo".

 

La costruzione di grandi centrali solari nel deserto ha un futuro?

"Certo, i tedeschi hanno già iniziato a investire grandi capitali nel progetto Desertec. La difficoltà è che per muovere le turbine è necessaria molta acqua. Perfino le centrali nucleari in Europa durante l'estate hanno problemi. E nei paesi desertici reperire acqua a sufficienza è davvero un problema. Ecco perché in Spagna stiamo sviluppando nuovi impianti solari che funzionano come i motori a reazione degli aerei: riscaldando aria compressa. I jet sono ormai macchine affidabili e semplici da costruire. Così diventeranno anche le centrali solari del futuro, se ci sarà la volontà politica di farlo".

 

Il principio di funzionamento

Nell'impianto ENEA gli specchi parabolici lineari concentrano la luce diretta del sole su un tubo ricevitore (dentro il quale scorre il fluido termovettore), che assorbe l'energia raggiante e la converte in calore ad alta temperatura.

Il fluido riscaldato (a 550 °C) viene convogliato in un serbatoio "caldo", dove va a costituire l'accumulo di calore ad alta temperatura.

Dal serbatoio "caldo", il fluido è inviato ad uno scambiatore dove cede una parte di calore con il quale viene generato vapore che alimenta un sistema convenzionale di produzione di energia elettrica.

Il fluido conclude la sua corsa nel serbatoio "freddo", a 290°C, da dove viene prelevato e re-immesso nel ciclo.

 

I vantaggi

Grande potenzialità di sviluppo

* La tecnologia messa a punto dall'ENEA, per la quale l'Ente ha ottenuto un importante riconoscimento da parte dell'IEA (International Energy Agency) sulla politica energetica italiana, potrebbe consentire alla fonte solare di diventare la fonte energetica primaria, in sostituzione delle biomasse, in quei Paesi in via di sviluppo in cui il livello di radiazione solare è considerevole.

 

* Le potenzialità della tecnologia potrebbero aumentare considerevolmente se l'energia elettrica prodotta in Paesi a forte insolazione fosse esportata a regioni con maggiore domanda e minore insolazione. Ad esempio, in gran parte dei Paesi europei, alle società di distribuzione è richiesta la fornitura di energia elettrica con un contributo percentuale proveniente da fonti rinnovabili. Una frazione considerevole di tale "energia verde" potrebbe essere soddisfatta con la tecnologia innovativa dell'ENEA, installata ad esempio nelle aree desertiche del Sahara, caratterizzate sia da una favorevole esposizione alla radiazione solare sia da un'escursione stagionale piuttosto ridotta. L'energia elettrica prodotta nel Nord Africa potrebbe essere trasferita alla rete elettrica europea per mezzo di linee di trasmissione in corrente continua ad alta tensione, tecnologia già disponibile e con costi accettabili.

Rispetto dell'ambiente

* Negli impianti solari di tecnologia ENEA non sono impiegati materiali tossici, infiammabili o altrimenti pericolosi. In particolare, il liquido termovettore usato è un comune fertilizzante, ed eventuali fuoriuscite accidentali non hanno alcun impatto ambientale.

* Gli impianti solari non costituiscono una sorgente di rischio o di altri fastidi (ad es. rumore) per le popolazioni residenti nelle loro vicinanze.

* Una volta smantellato l'impianto, il terreno è riutilizzabile senza limitazioni.

Alta disponibilità e versatilità

* La tecnologia ENEA è fortemente modulare e può soddisfare esigenze diverse. Può essere utilizzata sia in impianti di taglia elevata (dell'ordine delle centinaia di MWe), connessi con la rete elettrica, sia in impianti più piccoli (di pochi MWe) per comunità isolate.

* L'introduzione di un sistema di accumulo consente di immagazzinare l'energia termica e di produrre energia elettrica quando serve e con continuità anche in assenza di radiazione solare diretta.

Economicità

* Una volta che i sistemi di captazione e accumulo dell'energia solare verranno prodotti su scala sufficientemente grande, la produzione di calore ad alta temperatura (550 °C) potrà essere fatta, in località a elevata insolazione, ad un costo di circa 2 €/GJ, non superiore a quello previsto per il gas naturale e il petrolio.

* Lo smantellamento finale dell'impianto è semplice ed economico.

Tempi di costruzione brevi e lunga vita dell'impianto

* Grazie alla semplicità progettuale, un impianto può essere realizzato in circa tre anni.

* La sua vita attesa è di 25-30 anni, sicuramente estendibile apportando successive modifiche e miglioramenti.

 

 

L’Italia ha il vento in poppa

 

L’Italia ha il vento in poppa. Nel 2009 sono stati installati 1.100 megawatt di eolico, il record assoluto finora raggiunto dal nostro paese e una potenza equivalente a quella di una centrale nucleare. L’insieme delle fattorie del vento vale ormai 4850 megawatt grazie a una crescita annua che ha superato il 30 per cento, nonostante la crisi finanziaria che si è fatta sentire in modo pesante per tutto il 2009.

Il contributo del vento è importante anche in termini di produzione elettrica (che non coincide con la potenza installata a causa dell’incostanza dell’alimentazione): dalle pale eoliche nel 2009 sono usciti 6,7 miliardi di chilowattora, equivalenti al 2,1 per cento del consumo interno lordo. Per arrivare al livello della Danimarca, dove un quinto dell’elettricità viene dal vento, c’è ancora molta strada da fare, ma il trend degli ultimi anni segna una crescita costante nonostante i ritardi burocratici che hanno impedito il completamento del quadro normativo del settore (linee guida e adeguamento delle infrastrutture energetiche, autorizzazione unica, ripartizione dell’obbligo tra le Regioni) alimentando – a causa della mancanza di precise indicazioni metodologiche – le proteste determinate da alcuni casi di scelte sbagliate sulla localizzazione e sulle modalità di realizzazione degli impianti.

L’Italia rimane comunque il terzo paese in Europa e il sesto nel mondo nel campo dell’eolico e il dato risulta particolarmente interessante in vista degli sviluppi annunciati dalle principali economie del mondo. Negli Stati Uniti il 2009 ha segnato una volata eolica pari a 8 mila megawatt. La Cina punta a imbrigliare il vento per ricavarne 30 mila megawatt nell’anno in corso che cresceranno fino ad arrivare a 100 mila megawatt nel 2020.

Dalla crisi in corso si profila un’uscita legata all’efficienza energetica, al rilancio delle rinnovabili e al complesso della green economy. Basta osservare la crescita di interesse nei confronti di questo settore che si è registrata anche nel sindacato, per capire che sull’economia verde si gioca buona parte delle nostre possibilità di far ripartire il mercato del lavoro.

 

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2.

Il solito imbroglio, siamo gli ultimi della classe!

Velocità Adsl, il test fai-da-te

svela come si naviga in Italia

Gli operatori sbandierano 20 megabit ma la realtà è decisamente diversa. Con valori reali molto più bassi sia di quelli dichiarati sia della media europea

 

LA VELOCITA’ delle Adsl italiane è deludente, ed è un paradosso: in teoria dovrebbero essere tra le più veloci in Europa, visto che arrivano a 20 Megabit. Ma ormai si può dire che, per l’Adsl, “il re è nudo”: sono tanti gli studi che, confrontando le connessioni di vari Paesi europei, finiscono per mettere in cattiva luce quelle italiane.

 

L’ultimo studio è di Speedtest.net: l’Italia risulta 45esima al mondo per velocità reale di download e 79esima per quella di upload, dietro i principali Paesi europei. È un risultato generato da milioni di test fatti dagli utenti sulla propria connessione, tramite lo stesso sito Speedtest.net.

 

I malumori degli utenti, delusi dalla velocità dell’Adsl, sono in continua crescita, del resto. È di qualche settimana fa l’ultimo caso di operatore multato dall’Antitrust per “pratica commerciale scorretta” in merito alla velocità Adsl. Stavolta è capitato a Fastweb, che pure ha in genere fama di buona qualità delle connessioni; ma tutti i principali operatori, presto o tardi, sono finiti nel mirino dell’Antitrust per questo motivo: le multe sono sempre per “messaggi pubblicitari ingannevoli”, cioè per aver fatto credere agli utenti di poter navigare a una velocità molto superiore a quella in effetti raggiungibile, mai ben specificata sul sito.

 

La situazione è arrivata a un punto di rottura. Si moltiplicano le denunce e gli sforzi per chiarire il problema delle velocità Adsl che non corrispondono a realtà. Adesso l’osservatorio banda larga Between sta lavorando allo studio più esteso sulla qualità delle connessioni italiane, con l’aiuto di test fatti dagli utenti tramite il programma Isposure. I risultati preliminari sono scoraggianti: le Adsl vanno alla metà o a un quarto della velocità dichiarata.

 

 

E non che le connessioni su banda larga mobile (Umts/Hspa) se la cavino meglio, anzi: vanno a circa 1-2 Mbps, anche se dichiarano velocità massime di 7 Mbps (come riportano non solo i test di Between ma anche quelli di Altroconsumo).

 

Insomma, i tasselli stanno andando al loro posto e rivelano che la banda larga italiana soffre del mix paradossale di tre elementi: grandi promesse degli operatori, velocità reali molto più basse di quelle dichiarate e della media europea, scarsa trasparenza delle offerte.

 

Per quest’ultimo punto l’utente può già fare qualcosa: usare test evoluti della connessione, come quello (gratuito) di Isposure. È un software che si installa e testa la connessione a intervalli di tempo. Mostra anche i risultati di test fatti da altri utenti, nelle vicinanze. Così permette di capire non solo a quanto va la connessione ma anche se ci sono operatori che, nella nostra stessa zona, danno un servizio migliore.

 

Molto altro resta da fare (e forse diventerà realtà nel 2010) per combattere il problema delle Adsl ingannevoli. Agcom (Autorità garante delle comunicazioni) e la Fub (Fondazioni Ugo Bordoni) pubblicheranno entro ottobre il primo software “certificato” per testare la connessione. L’utente potrà usarne i risultati, quindi, per rivalersi sull’operatore, chiedendo per esempio rimborsi o una disdetta del contratto se le promesse pubblicitarie sono largamente disattese.

 

Il problema è che, a riguardo, le regole sono un’incognita: già da novembre 2008 Agcom ha chiesto agli operatori di dichiarare non solo la velocità massima ma anche quella minima e media per le proprie connessione, con tanti altri parametri. Ma gli operatori non si sono adeguati. Il software certificato servirà a ben poco se le promesse degli operatori continueranno a essere così fumose. “È uno di quei casi in cui noi facciamo le regole ma poi non vengono rispettate”, ha dichiarato Nicola D’Angelo, consigliere Agcom, durante il BBF Forum di Roma, a novembre. Bisognerà vedere se nel 2010 Agcom e i consumatori riusciranno a strappare agli operatori promesse più precise e, soprattutto, a farle rispettare.

 

 

 

Più tecnologie e più internet

ma lItalia è ancora indietro

Indagine Istat: oltre il 54% delle famiglie ha un computer e più del 47% ha accesso al web. Il nostro Paese è quartultimo in Europa per la banda larga e agli ultimi posti per l’accesso generale al web

 

L’utilizzo di computer e di internet continua ad aumentare ma nel settore delle nuove tecnologie l’Italia è ancora indietro. E per quanto riguarda la banda larga, il gap infrastrutturale con il resto d’Europa rimane ampio, con il nostro Paese al quartultimo posto. L’indagine Multiscopo condotta dall’Istat sugli “Aspetti della vita quotidiana” fotografa una realtà a due facce. Uno dei dati più significativi è che le famiglie italiane usano di più computer e internet, soprattutto se in casa ci sono dei ragazzi al di sotto dei 18 anni. Al top restano comunque televisione e cellulari, presenti in oltre il 90% dei nuclei familiari.

 

Più computer, ma la più amata resta la tv. Aumenta il numero di famiglie che ha in casa un computer: dal 50,1% del 2008 al 54,3% del 2009. E sale anche la percentuale di chi ha accesso a internet: dal 42 al 47,3%. Ma nel cuore degli italiani le tecnologie più amate restano tv (ne possiede almeno una il 96,1% delle famiglie) e cellulare (90,7%), seguiti dal lettore dvd (63,3%) e dal videoregistratore (55,7%). Hanno un certo rilievo anche l’antenna parabolica (33,1%), la videocamera (28,3%) e la consolle per videogiochi (20,1%).

 

Giovani e anziani, forte il divario. Dall’indagine, svolta a febbraio e basata su un campione di 19 mila famiglie per un totale di 48 mila individui, risulta che a guidare la carica alle nuove tecnologie sono proprio i nuclei familiari con almeno un minorenne. Per queste famiglie le percentuali di possesso di pc e internet passano rispettivamente al 79% e al 68,1%. Per i nuclei composti da sole persone con 65 anni e più, invece, le percentuali crollano al 7,7% per il possesso di un computer e al 5,9% per l’accesso al web. Si riducono, dunque, le differenze sociali ed economiche nel possesso di beni tecnologici, mentre resta un forte divario, appunto, tra anziani e giovani.

 

Banda larga, l’Italia arranca. Dall’indagine emerge inoltre che l’Italia arranca sul fronte dell’accesso a internet con la banda larga, soprattutto per quanto riguarda le famiglie. I dati aggiornati al 2009 rivelano che solo il 39% dei nuclei familiari con componenti tra i 16 e i 64 anni possiede una connessione a banda larga.

 

L’Italia fanalino di coda. Un dato che ci colloca in assoluto agli ultimi posti in Europa: quartultimi, seguiti solo da Grecia, Bulgaria e Romania. La media nel continente, infatti, è di una penetrazione di questo tipo di connessioni di circa il 56%. Valori vicini a quello dell’Italia si riscontrano solo per la Slovacchia (42%), la Grecia (33%), la Bulgaria (26%) e la Romania (24%), mentre Olanda, Danimarca e Svezia registrano un tasso di penetrazione più che doppio.

 

Internet avanza in Europa. Rispetto al 2008 si evidenzia un incremento dell’accesso a internet per tutti i paesi europei. I Paesi che hanno investito maggiormente sull’accesso alla Rete mediante banda larga sono stati la Romania e la Grecia, dove si evidenziano incrementi relativi rispettivamente del 33% e del 46%, mentre in Italia si registra un incremento relativo del 20%.

 

I ritardi dell’Italia. Anche sul fronte più generale dell’accesso al web, a banda larga o con connessioni tradizionali, l’Italia continua a mostrare un forte ritardo. Solo il 53% degli italiani ha accesso a internet (quale che sia la velocità di connessione), contro una media Ue del 65%. A farci compagnia sul fondo della classifica ci sono Cipro (53%) e Repubblica Ceca (54%), mentre Olanda, Svezia Lussemburgo e Danimarca sono i Paesi più “online” con tassi di penetrazione che superano l’83%.

 

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3.

Batterie al litio per trazione elettrica:

al via il progetto europeo HELIOS

È stato avviato a Bruxelles, lo scorso 23 novembre, il progetto HELIOS (High Energy Lithium-Ion Storage Solutions), per verificare sperimentalmente lo stato di sviluppo di batterie al litio con elevato contenuto di energia per veicoli elettrici a batteria e ibridi plug-in (con ricarica dalla rete elettrica), finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del 7° Programma Quadro.

Partecipano a HELIOS 18 organizzazioni provenienti da 6 paesi dell’Unione Europea (Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia e Svezia), che si sono incontrate per mettere insieme le loro esperienze e gli interessi dell’industria automobilistica europea (Renault, Opel, PSA, Volvo, Ford e FIAT), di industrie del settore (Saft, Umicore e Johnson Controls), di enti di ricerca (AIT, ZSW, INERIS, CEA) e di laboratori universitari (Uppsala, Aachen e Amiens).

L’ENEA partecipa al progetto, coordinato dalla Renault, con attività di analisi dei meccanismi di invecchiamento, studio dei componenti e caratterizzazione sperimentale dei prototipi.

Nei 36 mesi della sua durata, il progetto HELIOS unirà attività teoriche, sperimentali e di produzioni pilota di celle a ioni di litio con componenti diversi per approfondire ed ottimizzare i sistemi studiati in termini di prestazioni specifiche, sicurezza, ciclo di vita, impatto ambientale e costi finali.

 

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4.

Da ik0zcw Alberto [ik0zcw@virgilio.it]

 

A causa di disturbi radio

Benevento, lite tra radioamatori

uno dei due ferito con un punteruolo

In questo mondo conflittuale anche l’amicizia che dovrebbe caratterizzare i comportamenti dei radioamatori pare una cosa ormai superata. Ci auguriamo che non sia così, anche se la notizia ha nuociuto al buon nome degli OM. Per carità di patria riportiamo solo le iniziali dei due contendenti, ma i nomi completi sono stati comunque pubblicati dal quotidiano “Il Mattino”.

 

Dal Mattino di Napoli (29 dicembre) – Due amici, entrambi radioamatori, hanno ieri sera litigato anche per vicende collegate al loro hobby. E’ accaduto nei presi di un edificio alla via Vitelli al rione Libertà. Uno dei due M. P. 47 anni, agente della polizia di Stato, con il grado di assistente capo , e che presta servizio presso la Questura di Bari, ha ricevuto un colpo (forse con un punteruolo o un coltello) all’addome, per cui è stato condotto all’ospedale Rummo, dove è ora ricoverato con prognosi riservata.

 

Il feritore è un sessantenne A. V., pensionato, beneventano, che è stato ascoltato a lungo dagli agenti della Squadra Mobile che stanno conducendo le indagini, e alla fine è stato arrestato con l’imputazione di tentato omicidio, e condotto preso il carcere di contrada Capodimonte.

 

Le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Giovanni Tartaglia Polcini. Secondo una prima ricostruzione è stato proprio M. P. a bordo della sua auto a recarsi presso la casa di A. V., che è alla via Vitelli. Una volta giunto davanti all’edificio, ha trovato A.V. con un amico.

 

Tra i due è subito nato un alterco, in particolare M.P: ha chiesto la restituzione di cinquecento euro. A. V. avrebbe replicato che non aveva mai avuto in prestito il denaro. I due sono passati a vie di fatto, e l’uomo presente, ha cercato anche di separarli, ma all’improvviso M. P. è caduto sul marciapiede urlando: «mi ha colpito».

 

Subito soccorso è stato condotto all’ospedale «Rummo», dove i anitari gli hanno riscontrato una ferita all’addome, procurata da un punteruolo o da un coltello. L’agente è ora rimasto ricoverato presso il Rummo. Sul posto sono giunti gli agenti della Volante e della Mobile, e sono iniziate le indagini. Si è cosi appurato che da tempo i rapporti tra i due radioamatori non erano buoni.

 

Infatti A. V. sosteneva che M.P. disturbava le conversazioni tra radioamatori. A tarda sera, conclusi gli interrogatori, A.V. è stato condotto al carcere di contrada Capodimonte, dove nelle prossime ore il suo fermo sarà vagliato dal Gip, presente il suo legale.

 

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5.

CASA HI-TECH

"Cara è buio, accendi la parete"

Il futuro è dei muri luminosi

Il governo GB finanzia un'azienda che sta mettendo a punto carte da parati e pitture in grado di illuminare tutta la stanza con luce naturale e diffusa. E consumano molto meno degli attuali eco-bulbi

 

Si è fatto buio, è ora di accendere la parete. Tra due anni nelle nostre case potrebbero sparire lampadine e neon, sostituite da carte da parati e pitture che illuminano tutta la stanza con una luce naturale e diffusa e consumano molto meno degli attuali bulbi a basso consumo. Il governo britannico crede tanto alla possibilità di mettere sul mercato le "pareti luminose" da aver garantito alla Lomox, una start up gallese che sta sperimentando la tecnologia a diodi biologici luminosi, un finanziamento da 450mila euro.

 

Secondo le poche indiscrezioni che la Lomox ha lasciato trapelare sul nuovo brevetto, le pareti luminose sfrutteranno la già nota tecnologia dei diodi a emissione luminosa, ma risolvendo il problema degli alti costi di produzione e della durata del materiale. La sostanza chimica, che potrà essere applicata alle pareti sotto forma di rivestimenti trattati ad hoc o semplicemente come pittura, secondo alcuni potrà essere impiegata anche per illuminare schermi televisivi e display di computer e telefonini. Il risparmio energetico sarà eccezionale, perché il nuovo sistema di illuminazione ha bisogno di soli 3 e 5 volt di potenza, il che renderebbe sufficiente l'alimentazione con pannelli solari o batterie. Le pareti della Lomox emetteranno una luce del tutto uguale a quella solare, con tutta la gamma di colori, e la loro luminosità sarà regolata da interruttori progressivi di quelli comunemente usati per le normali lampade.

 

L'amministratore delegato della Lomox, Ken Lacey, ha spiegato al Times che i primi prodotti, segnali e barriere stradali soprattutto, saranno in vendita già nel 2012. "La luce è molto naturale e ha tutto il potenziale per le migliori soluzioni di arredamento", ha detto Lacey, aggiungendo poi che il nucleo del brevetto della Lomox sta nell'aver sviluppato una nuova generazione di led ottenuti con un procedimento molto più economico e duraturo. I led della Lomox, infatti, grazie a uno speciale mix di agenti chimici non vengono intaccati dall'ossidazione, il maggiore problema per il deterioramento dei vecchi led.

 

L'ente erogatore del finanziamento, la Carbon Trust, ha sottolineato che l'illuminazione ha uno dei più alti impatti sulle emissioni inquinanti e se la tecnologia delle pareti luminose si dimostrerà vincente potrà essere uno dei maggiori contribuit al raggiungimento del taglio di emissioni del 34% entro il 2020 che la Gran Bretagna si è proposta. I nuovi Led sono due volte più efficienti delle lampadine perché non sprecano energia: nei bulbi, infatti, soltanto il 10 per cento di elettricità diventa luce e tutto il resto è disperso come calore.

 

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6.

I russi e l'asteroide "nemico"

"Così salveremo la Terra"

Mosca: "Devieremo Apophis prima dell'impatto", previsto nel 2036. I vertici dell'agenzia Roskosmos: non si userà l'atomica, ma serve l'aiuto di tutti

Il prevedibile buco nella Terra causato dall’asteroide

 

In un grigio palazzo della periferia di Mosca, qualcuno sta lavorando per salvare il mondo dalla fine imminente. Un gruppo di scienziati studia mappe astronomiche, pianifica missioni spaziali e di tanto in tanto si ripassa in dvd il kolossal hollywoodiano "Armageddon". Perché per salvare l'umanità dalla catastrofe sarà necessaria tanta tecnica, nuove tecnologie ma anche quello che qualcuno ha già definito "stile cinematografico".

 

L'obiettivo non è da poco: bisogna impedire che si schianti sulla terra il gigantesco asteroide Apophis. E il pericolo esiste davvero. Esperti di tutto il mondo hanno calcolato che Apophis potrebbe schiantarsi sulla Terra tra ventisei anni. Esattamente il 13 aprile 2036, domenica di Pasqua. L'impatto creerebbe un cratere largo quattro chilometri e profondo 500 metri, se cadesse in zone abitate i morti sarebbero milioni. L'annuncio della decisione russa di lavorare per la salvezza della Terra l'ha dato giovedì Anatolj Perminov, direttore della Roskosmos, l'ente spaziale russo. "Davanti a una minaccia così grande per l'intero pianeta - ha detto - dobbiamo pensare a una missione spaziale, non possiamo starcene con le mani in mano".

 

E per dare un senso universale al suo appello ha invitato la Nasa, l'ente europeo e l'emergente industria spaziale cinese a collaborare all'impresa. Perminov, esperto di propulsori per missili, dice di avere le idee chiare, anche se le tiene quasi tutte top secret. "Abbiamo il tempo - dice - per realizzare un velivolo spaziale che possa evitare l'impatto dell'asteroide con la Terra. Senza distruggerlo, né provocare esplosioni nucleari. Renderemo pubblico il programma solo quando sarà definito". Dunque, una missione con uomini a bordo forse scelti tra i cosmonauti che si addestrano nella città delle stelle a venti chilometri da Mosca e lanciati dalla base di Baikonour.

 

 

L'ente russo sa bene di aver recuperato in prestigio tra gli altri enti spaziali. Perminov ha visto il declino di finanziamenti della Nasa, ha accolto con soddisfazione la richiesta americana di utilizzare i vettori Soyuz per collocare in orbita i loro satelliti e si gode questo momento di ritrovata supremazia dopo i ripetuti smacchi dei decenni passati.

 

Ma qual è il progetto russo per evitare l'Armageddon del 2036? Tra le tante ipotesi fatte negli ultimi anni, forse la più credibile è quella del "trattore gravitazionale": un'astronave lanciata il più vicino possibile all'asteroide che aggancerebbe "il distruttore" solo con la propria forza di gravità. A questo punto, come in un film, gli astronauti trainerebbero l'asteroide killer lontano, per poi abbandonarlo al suo destino. Più complicata da immaginare l'idea delle vele solari da agganciare all'asteroide. Il vento solare farebbe il resto, portandosi via la minaccia. E non manca una proposta in apparenza fantasiosa che pare venga invece presa sul serio da Perminov e i suoi: cospargere la faccia esposta al sole dell'asteroide di vernice bianca. Sembra incredibile ma gli scienziati giurano che, se si trovasse la soluzione tecnica per questo lavoro da "imbianchini spaziali", i raggi solari verrebbero respinti dal corpo celeste con una forza tale da deviarne la traiettoria.

 

Ipotesi sulle quali Perminov non si esprime. Il tasto che gli preme battere è quello del pericolo imminente e della soluzione da trovare al più presto. Del resto proprio dai cugini della Nasa è partito l'anno scorso l'allarme più clamoroso. Russel Schweicart, astronauta dell'Apollo 9 - quella che provò nell'orbita terrestre le fasi di allunaggio che avrebbe poi compiuto l'Apollo 11 - ha chiesto addirittura all'Onu di intervenire per allontanare Apophis. Inoltre salvare il mondo potrebbe anche far riscuotere ricchi premi. Sia la Nasa che Roskosmos sanno bene che ogni asteroide nasconde giacimenti di inestimabile valore di minerali come nickel, cobalto, platino. Proprio gli americani stanno studiando missioni che, deviando vicino alla Terra asteroidi meno minacciosi di Apophis, potrebbero trasformarli in ricchissime miniere spaziali. Non è escluso che nel prossimo incontro, voluto da Perminov tra tutti i massimi enti spaziali del mondo, si discuta non solo di come salvare il pianeta ma di come ottenerne vantaggi economici.

 

 

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7.

La macchina correrà alla Shell Eco Marathon, una gara dove vince

chi consuma meno e che ormai è un laboratorio a cielo aperto

Ecco la KoC02 da 1000 km/litro

L’hanno realizzata 24 studenti italiani

 

Si chiama KoCo2 (il nome è tutto un programma…) ed è la sportiva a basse emissioni interamente sviluppata da 24 studenti del Bic Omega e dell’Università di Camerino in seno al corso di formazione in “Tecnico superiore per la progettazione di veicoli per la mobilità sostenibile”. Una macchina nata a tempo record perché software CAD/CAM e simulatori virtuali per l’aerodinamica e la dinamica del veicolo hanno consentito ai ragazzi di ridurre i tempi di progettazione effettiva a 2 mesi. Dai modelli CAD si è infatti passati al testing utilizzando le strumentazioni e il laboratorio della Picchio, partner e sponsor dell’intervento.

 

Il tutto per correre la 25° edizione della Shell Eco Marathon, una competizione didattica organizzata dalla Shell in Europa, America e Asia per promuovere l’innovazione nel campo della mobilità sostenibile.

 

Giovani ingegneri e progettisti provenienti da tutto il mondo sono infatti chiamati a raccogliere la sfida energetica del futuro: progettare, costruire e guidare una vettura che consumi il meno carburante possibile. A vincere la competizione è il veicolo che percorre più chilometri con meno carburante, cercando di superare il record assoluto stabilito nel 2005: 3.836 chilometri con un litro di carburante.

 

KoCo2 è iscritta alla gara nella categoria prototipi, ha un motore a combustione interna ed è alimentata a benzina. Si tratta di una monoposto a 3 ruote con carrozzeria in fibra di carbonio rinforzata in honeycomb (materiale ecocompatibile), profilo aerodinamico a goccia e un peso complessivo di 30 kg. Il telaio – in tubolari e ennellature in lega d’alluminio – è stato progettato per garantire la massima sicurezza al pilota senza appesantire la struttura.

 

 

Il 15 gennaio la commissione esaminatrice della Shell darà l’ok definito al progetto e il team procederà con la costruzione della vettura e le prime prove su strada. Altre informazioni e immagini sull’avanzamento del progetto del team Bielle Picene e sulla Shell Eco Marathon 2010: www.ecomarathon.bicomega.it 

 

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8.

Da: Alfredo IK7JWX [ik7jwx2003@yahoo.it]

 

Diplomi italiani

 

nformazioni dettagliate cliccando sui siti evidenziati

 

      www.dlit.info/dli.htm  Diploma Laghi Italiani

      Nuovo regolamento e... si parte da zero !

      Il diploma viene mandato gratis via email :

      attivatori 3, hunters 10.

 

      www.ankon.us/dmi/  Diploma Municipi Italiani

      Il diploma viene mandato gratis via email :

      attivatori 10, hunters 20.

 

      www.dcia.it/  Diploma Castelli Italiani

      Il diploma costa 10 euro x gli hunters (30), gratis x gli attivatori (10).

 

      www.aribusto.it/dai_rules.htm  Diploma Abbazie Italiane

      Il diploma viene mandato gratis via email :

      attivatori 3, hunters 10.

         

      73  de Alfredo IK7JWX

        MDXC#178  &  EPC#9679

          Cellulare : 3490555875

 

              

 

Diploma Abbazie Italiane DAI 2009

Attività di LE-Alfredo IK7JWX

           

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

         

         73  de Alfredo

      IK7JWX (IY7NGM)

      MDXC#178  &  EPC#9679

        Cellulare : 3490555875

 

              

IMPORTANTE RICONOSCIMENTO ZA0/team 2008

 

      Sono lieto di informare che la dxpedition 2008 sull'isola Sazan e' stata premiata come "migliore spedizione 2008 WLOTA".

      Inoltre io ho partecipato al CQ WW CONTEST categoria monobanda 160 m. : 7° nel mondo e 6° in Europa.

 

      Oeratori ZA0/ :

      IK7JWX, I0SNY, I8LWL, I8YGZ (CW), IK2AQZ

 

 

no c.p. 218 + new Qsl 2010

      A causa dello spropositato aumento delle caselle postali, la mia (218 centro) e' disattivata; quindi, le Qsl via diretta dovranno essere inviate a questo indirizzo :

      De Nisi Alfredo - Vico della Cavallerizza, 4-D - 73100 - LECCE

      Si intende che le Qsl via bureau sono sempre ben accettate e rispondero' subito.

73  de Alfredo IK7JWX

MDXC#178  &  EPC#9679

Cellulare : 3490555875

 

 

Attivazioni 2009 del team "gli irriducibili"

Fred & Enzo (IR7DLI + IY7NGM)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

            QSL : via IK7JWX

                 ... e il 2009 non e' ancora finito !

 

             73 de

         Fred & Enzo

      IK7JWX & I7PXV

         

 

d.l.i. 2010

 

      IR7DLI/p (Fred) + 2° op. I7PXV (Enzo) :

      1) - 2 genn. 2010 bacino di San Cataldo (LE) refer. I7-059

      2) - 5 genn. 2010 bacino Acquatina (LE) refer. I7-029

      3) - 6 genn. 2010 bacino Idume (LE) refer. I7-026

     

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Da I3MKH Mirko Boscolo

Sezione ARI di Chioggia Sottomarina

Le conferme di i3mkh

      

 

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10.

Mostre & fiere

 

* EXPO ELETTRONICA MODENA

23/01/2010 - 24/01/2010

* COLLEZIOSA

23/01/2010 - 24/01/2010

* EXPO ELETTRONICA VICENZA

06/02/2010 - 07/02/2010

* EXPO ELETTRONICA MORCIANO di R.

13/02/2010 - 14/02/2010

* EXPO ELETTRONICA CARRARA

20/02/2010 - 21/02/2010

* EXPO ELETTRONICA FAENZA

06/03/2010 - 07/03/2010

 

 

 

IX° Edizione

R O V I G O

27 e 28 Febbraio 2010

 

 

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Microsoft-Ue, la guerra è finita

Ora il browser si potrà scegliere

Si è chiuso il lungo braccio di ferro tra l'Antitrust europeo e il colosso di sotware americano. Che evita una supermulta. Cosa cambia per gli utenti europei di Windows

 

L'Antitrust europeo ha detto sì. Ha accettato definitivamente le proposte del colosso informatico statunitense mettendo la parola fine alla lunga e costosa "guerra dei browser" e garantendo a chi utilizza Windows nel vecchio continente di poter esplorare la rete con navigatori diversi da Internet Explorer prodotto da Microsoft. "Milioni di consumatori europei potranno beneficiare della libertà di scelta sul tipo di browser da utilizzare", ha detto il commissario alla Concorrenza Neelie Kroes. Microsoft - che col suo Windows detiene oltre il 90 per cento del mercato dei sistemi operativi - era nel mirino dell'Europa per il fatto di imporre l'uso di IE come software predefinito e non disinstallabile. L'inchiesta - con l'accusa di "abuso di posizione dominante" - era stata aperta nel gennaio del 2008.

 

Come funzionerà adesso. Il meccanismo della "schermata di scelta" sarà semplice: una volta entrati in Windows, si aprirà una finestrella col titolo "Seleziona il tuo browser", senza i tratti caratteristici di Internet Explorer, dove l'utente trovera in ordine casuale tutte le icone dei 12 browser più utilizzati in Europa, come Opera, Firefox, Safari o Chrome e altri. L'utente potrà cliccare sulle icone per ottenere maggiori informazioni e basterà poi un altro clic per installare il browser scelto come impostazione di default per navigare su internet. Questa finestra, che si chiamerà "Choice Screen" comparirà su tutti i pc che utilizzano i sistemi operativi Windows XP, Vista o Windows 7, grazie agli aggiornamenti automatici previsti dai sistemi. Il tutto a partire da marzo 2010. Quindi anche i vecchi utenti, cioè quelli che hanno già un pc con Internet Explorer installato di default, avranno la possibilità di scegliere. E se ne potrà anche installare più di uno. Ma non solo: ai produttori di computer la Microsoft consentirà di scegliere se disinstallare del tutto Internet Explorer prima di mettere in vendita i pc o se affiancargli altri browser che quindi saranno già parte della dotazione software del pc prima che questo finisca sugli scaffali.

 

 

Il monitoraggio Ue. Microsoft "sarà tenuta a presentare tra sei mesi, e poi annualmente, un rapporto sull'implementazione di queste misure, e sarà obbligata a apportarvi modifiche qualora necessario" per i prossimi 5 anni, ha spiegato la Kroes. Se non dovesse rispettarlo, la Commissione europea potrà imporre all'azienda di Redmond una multa pari al massimo al 10% della cifra d'affari annuale del gigante informatico. "La Commissione ha bisogno di un sistema che permetta di risolvere qualunque inatteso problema si possa verificare, vista la complessità del mercato informatico", ha aggiunto il Commissario.

 

Promesse sull'interoperabilità. L'Antitrust europeo, che ha dichiarato guerra alla società fondata da Bill Gates da molti anni, ha già multato Microsoft per 1,6 miliardi di euro per aver mantenuto segrete le informazioni relative ai propri software negandone la interoperabilità con i programmi di altri produttori. In questa direzione Microsoft ha assicurato alla Commissione (anche se si tratta di un impegno informale) di aprire alcuni dei propri prodotti all'interoperabilità, rendendo pubblici parte dei codici sorgenti alla base di Windows, Windows Server, Office, Exchange e SharePoint. Il pacchetto interoperabilità di Microsoft, "include garanzie che Microsoft offrirà a terzi che possono, a loro volta, essere attuate privatamente, oltre ad un meccanismo per risolvere rapidamente le controversie", ha specificato la Kroes.

 

 

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11.

Da IK8JZK Ruggero  Billeri Napoli

Ecolink+D star

 

Un Radioamatore Pugliese, Domingo iz7oix ha realizzato una interconnessione tra il programma per PC Ecolink ed il sistema ricetrasmittente digitale D star. Suppongo che la interconnessione sia simile ha quando si vuole interconnettere un PC ad una ricetrasmittente analogica. Questa interconnessione è di grande utilità quando per esempio il nostro ripetitore locale D star è spento o non funzionante e si vuole fare traffico sul sistema D star

in questo caso basta connettersi su Ecolink all'indicativo del radioamatore in questione e questi connesso al suo ripetitore locale D star ci permetterà di collegarci al sistema by-passando il nostro ripetitore locale.

 

Cordiali saluti ai lettori del Radiogiornale

 

Da ik8jzk Ruggero Billeri Napoli

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12.

Da: ik0zcw Alberto [ik0zcw@virgilio.it]

 

Presentazione: Video ID9N Vulcano Island Dxpedition

 

 

Domenica 17 gennaio 2010 ore 11:00

Presentazione: Video ID9N Vulcano Island Dxpedition 2009 ( www.id9n.com )

ID9N Team: IZ0EHO IZ0FKE IK0XFD IK0ZCW

Riprese: IK0ZCW

 

ore 13:00 Pranzo al prezzo speciale di 25 euro a persona tutto compreso, dall'antipasto, al primo di pasta fatta a mano, ed il secondo tutto alla brace, con contorni, acqua, vino e caffe', amaro e limoncello.

Ristorante Tipico LA SOSTA "DA MAGNASTOPPA" tutto alla brace Via Maschio delle Faete - Rocca di Papa (Campi di Annibale).

 

Come raggiungerlo: la cosa più ardua (ma la fatica sarà evidentemente ricompensata). Prendete l'Appia verso fuori Roma, e poi la via dei Laghi. All'incrocio del ristorante "La Foresta", girate a sinistra per Rocca di Papa e salite in direzione 'Campi d'Annibale'. Arriverete ad una rotonda, prendete la prima strada a destra e poi la prima a sinistra e scendetela. Arriverete ad un bivio, prendete la strada di destra (v. maschio delle faete) e percorretela per 1200 metri, dopodiché girate per la straducola non asfaltata a destra. Troverete sulla destra la carrozzeria "Pucci" e sulla sinistra, la villa.

 

Prenotazioni ad Alberto IK0ZCW.

www.ik0zcw.it 

 

Frequenze avvicinamento:

Ripetitori

R8 special IR0CF 145.350 -600

RU11 430.275 +5.000

_________________

IK0ZCW Alberto Devitofrancesco

www.ik0zcw.it  - www.radiomercato.com

 

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13.

Da: Segreteria A.R.I. Viterbo [segreteria@ariviterbo.it]

 

A.R.I. Viterbo: rinnovo CD biennio 2010-2011

 

            Come da regolamento interno A.R.I. di Viterbo (Art.33) il giorno 2 Gennaio 2010 a seguito dello spoglio elettorale per il rinnovo del C.D.  tenutosi nella Sede di via san Pietro 80 a Viterbo sono stati eletti i seguenti soci

 

per il Consiglio Direttivo:

 

           IKØEUP     Giorgio CAVALIERI           Presidente            37 voti

           IWØEFA     Gianpaolo VOLPATO        Vice presidente     31 voti

           IZØKHA      Emilio FORTE                  Segretario             27 voti

           IKØCHU     Mauro BARONCINI            Consigliere            31 voti

           IWØHEU    Massimo DI PAOLA          Consigliere            21 voti   

 

per il Colegio Sindacale:

 

          IKØRSV      Alberto CRISTI                  Presidente            32 voti

          IKØJFQ      Vittorio ROSSETTI             Sindaco                30 voti

          IWØHPJ     Luca PIROLI                      Sindaco                27 voti

 

Il neo C.D. pertanto condurrà il Sodalizio durante il biennio 2010-2011

 

L'indirizzo per la corrispondenza è:

A.R.I.  Sezione di Viterbo

Via San Pietro 80

01100  VITERBO

Email: segreteria@ariviterbo.it

Tel. 392-3335411

Fax. 06-23311693

 

 

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14.

MERCATINO RADIOAMATORIALE

 

Da: g_mutti@libero.it

 

Vendo o scambio con ricevitore HF causa inutilizzo, Trasponder

ATV  analogico

 

-1200/10000 Mhz completo di antenne R/T. 

 

IK1SLO@ALICE.IT

 

cell. 3474517986

 

>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> 

 

Da: Vincenzo   ABBATANTUONO IK7WPG iradiom@hotmail.com]

.

Per cessata attività OM vendo tutto il materiale rimastomi:

 

- kit finali per RTX composto da nr. 2 finali Mitsubishi C2694, nr. 2 prefinali Mitsubishi C1972, nr. 1 pilota Mitsubishi C1971, euro 60.

 

- nr. 2 valvole vetro di potenza RF della Philips QB3/300GA (=4-125A), NUOVE ancora inscatolate e mai aperte

 

- Ventola assiale PAPST alimentata a 220 V. completa di griglia di protezione

 

- Ventola a chiocciola EBM Made in Germany

 

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