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Numero
227 -
Anno IX – 12 gennaio 2010
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Il
2010 non comincia bene!
Mentre
le guerre nel mondo continuano con crudeltà e sempre maggiori rischi di
espansione (vedi Yemen) e il terrorismo imperversa, tutto ciò nonostante che
Albert Einstein ci avesse a suo tempo messo in guardia dal fatto che se non si
conosce il modo con cui sarà combattuta la terza guerra mondiale, una cosa è
certa: la quarta sarà combattuta con pietre e
bastoni!
Con
un grande anelito di pace che si alza da tutti i popoli, abbiamo festeggiato, come al
solito, con i botti accesi in tutta Italia la notte di Capodanno e registriamo
tragicamente oltre cinquecento feriti, in molti casi minorenni, ma anche
bambini. Le vittime hanno subito lesioni gravi agli occhi, amputazioni di mani e
dita, ustioni, ma si evidenzia positivamente da parte degli organi di
informazione, che non ci sono stati morti per “festeggiare” il nuovo anno!.
Intanto,
come da prassi ormai consolidata, mentre salari, pensioni e stipendi sono
rimasti invariati, sono scattati invece dal 1 Gennaio 2010 gli aumenti dei
pedaggi autostradali (la Borsa ci crede tanto da premiare i titoli delle
concessionarie), i rincari della benzina sono già partiti a Natale (in una
settimana il pieno è aumentato di oltre 1,20 euro), con la manovra (quindi
sempre dal 1 Gennaio) «piovono» nuove tasse su chi vuole intentare una causa
(anche di lavoro, finora esclusa dalla tassa) o impugnare una multa. E non solo:
nuovi prelievi anche sui biglietti aerei (3 euro).
Il
potere d'acquisto delle famiglie italiane, nel periodo che va da ottobre
Nel
frattempo le famiglie dovranno tirare avanti con salari più magri (la crisi
colpisce ancora soprattutto l’occupazione) e listini dei prezzi che si
infiammano anche a causa degli aumenti delle autostrade e del carburante.
L'occupazione a novembre è diminuita in Italia di 389.000 unità rispetto allo
stesso mese del 2008 e di 44.000 rispetto ad ottobre.
Lo rileva l'Istat sulla base dei dati destagionalizzati precisando che il calo
tendenziale è dell'1,7% mentre quello congiunturale è
dello 0,2%. Non c’è che dire. il 2010 non comincia
bene. Soprattutto per chi si mette in viaggio o intende far valere i propri
diritti. Per Federconsumatori gli aumenti sfiorano i 600 euro annui sommando gli
ultimi rincari con le tariffe di acqua, rifiuti, Rc auto e gas: 50 euro in più
al mese. Quanto un ricco rinnovo contrattuale. Sui pedaggi autostradali c’è stata la
levata di scudi dei consumatori. Gli aumenti in media sono del 2,7%, ma con
punte di oltre il +15%. Per Autostrade per l'Italia, la principale
concessionaria italiana (gruppo Atlantis), che gestisce oltre
E
se dovessimo rimpiangere il vecchio anno?
Sommario:
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1.
Dossier
Energia,
il
futuro nel sole
Il
Premio Nobel Carlo Rubbia
Con
il rilancio di eolico e solare si possono tagliare le emissioni serra del 70%.
L'Italia ce la può fare. Può raggiungere l'obiettivo indicato dai climatologi
per evitare la catastrofe: tagliare le emissioni serra del 70 per cento entro il
2050 rispetto ai livelli del 1990. E può raggiungerlo senza il nucleare. E’ quanto afferma nell’intervista il
Nobel Carlo Rubbia, che riportiamo perché ci aiuta a valutare la situazione
esistente.
Il
progetto solare termodinamico Archimede Enea, sotto l'impulso del Nobel Carlo
Rubbia, sta sviluppando un sistema solare termodinamico prendendo spunto dalla
Metamorfosi di Archimede. Il progetto prende il nome dal celebre matematico,
astronomo, fisico, ma soprattutto inventore Archimede.
Grandi
specchi parabolici lineari in lunghe file, fissi sul sole, che ne concentrano i
raggi su un tubo sottovuoto super-nero entro cui fluiscono sali di ammonio fusi
a oltre 500 gradi. Un circuito di calore che fa capo a un grande serbatoio
termico, che a sua volta alimenta un sistema di generazione. E l'elettricità
infine, aziona le pompe a osmosi inversa di un dissalatore che 24 ore su 24
rifornisce città e campagne mediorientali della preziosa risorsa
idrica.
L'impianto solare
previsto dal progetto è in costruzione nella centrale Enel di Priolo Gargallo
(Siracusa) e sarà ad altissima efficienza grazie all'integrazione di un ciclo
combinato a gas con un innovativo impianto solare termodinamico, totalmente a
sali fusi, basato su una tecnologia fortemente
innovativa.
L'operatività
dell'impianto è prevista per il 2010 ed incrementerà la potenza della centrale
di circa 5 MW. Ciò consentirà di produrre: energia elettrica aggiuntiva di fonte
solare, capace di soddisfare il fabbisogno annuale di 4.500 famiglie, o un
risparmio di circa 2.400 tonnellate di petrolio all'anno o minori emissioni di anidride carbonica per circa
7.300 tonnellate all'anno.
Il nuovo
sistema solare termodinamico Archimede permette di accumulare il calore (fino a
550 gradi) in ogni momento della giornata, anche di notte o quando il cielo è
coperto. L'energia termica così prodotta e conservata, grazie alla miscela di
sali, servirà a generare vapore ad alta pressione che, convogliato nelle turbine
dell'adiacente impianto a ciclo combinato della centrale ne incrementerà la
produzione di energia elettrica. In tal modo sarà ridotta la necessità di
bruciare combustibili fossili, migliorando le prestazioni ambientali. I sali,
inoltre, a differenza dell'olio minerale, finora utilizzato dagli impianti
solari in esercizio, sono totalmente innocui per l'ambiente anche in caso di
fuoriuscite accidentali e non sono infiammabili.
Il
progetto Archimede costerà oltre 40 milioni di euro, ma fortunatamente un aiuto
decisivo all'investimento, è venuto dal decreto dello scorso 30 aprile, che
istituisce anche per il solare termodinamico un conto energia, per la cessione
alla rete della sua elettricità, con tariffa a 22-28 centesimi per chilowattora
per 25 anni, in pratica lo stesso incentivo accordato in
Spagna.
Secondo
studi del ministero dell'Ambiente di Berlino il solare termodinamico
tradizionale (con il circuito in olio sintetico, a 350 gradi) è già competitivo,
per la dissalazione su vasta scala, con il petrolio oltre 80 dollari. «Ma
Archimede, integralmente concepito per far scaldare sali fusi fino a 550 gradi
offre, sulla tecnologia a olio, vantaggi di efficienza e sicurezza molto
consistenti – spiega Bonatti – su cui noi faremo
leva».
Alla
Techint, peraltro, hanno una esperienza diretta in
materia. «Per conto di un istituto di ricerca del Governo libico abbiamo già
progettato un impianto solare termodinamico a specchi parabolici e a olio
sintetico, abbinato a un sistema di dissalazione – dice Enrico Savoldi, responsabile dello sviluppo rinnovabili alla Techint –. È
stato un primo esercizio, per noi, e ora ne stiamo trattando la fase
costruttiva».
Il
progetto, per forza di cose, ha dovuto basarsi su una tecnologia provata. «Non
esiste ancora un impianto termodinamico tutto a sali fusi di tipo industriale da
esibire ai potenziali clienti – spiega Bonatti – ed è questo il motivo per cui ci pagheremo di tasca nostra il pilota, proprio per
dimostrarne, a tempi brevi, la validità».
«Insieme
all'impianto pilota siamo già impegnati in progetti di ricerca sulla
dissalazione avanzata – aggiunge Savoldi – uno con l'Enea e il Crs4 di Cagliari.
E un progetto internazionale europeo con tredici partner, molti dei quali della
sponda sud del Mediterraneo». «Per loro l'energia elettrica è una commodity, ma
l'acqua dolce è invece un bene di alto valore. E qui le grandi rinnovabili –
conclude Bonatti – giocheranno un ruolo vitale».
Il
progetto solare termodinamico Archimede fa parte del Piano Ambiente di Enel che
prevede investimenti per oltre 7,4 miliardi di euro, da qui fino al
“Rubbia
e la centrale di Archimede
così
catturerò l'energia del sole"
È
la terza via delle rinnovabili. Una fonte pulita
perfettamente
competitiva, abbondante e sicura
"Il nuovo
solare termodinamico ad alta temperatura, l'energia catturata dagli specchi
parabolici e immagazzinata da un fluido salino, è la terza via delle
rinnovabili. Una fonte pulita, perfettamente competitiva, abbondante e sicura.
Basta un quadrato di tre chilometri di lato, la lunghezza di una pista di
aeroporto, per ottenere la stessa energia di una centrale nucleare. E per giunta
è tecnologia italiana: una ricchezza che possiamo utilizzare direttamente ed
esportare".
Eppure,
dopo Archimede che l'aveva usata per altri scopi, questa forma di energia solare
ha avuto poco successo. E l'esperienza della centrale siciliana a specchi di
Adrano, che ha inghiottito molti fondi e prodotto poca energia, aveva indotto al
pessimismo. Cosa è cambiato?
"Lasciando da parte
Archimede, troviamo che il primo brevetto per gli
specchi solari risale al 1860. Da allora è stato un succedersi di prove ed
errori. Per esempio vent'anni fa, in California, avevano costruito centrali
ibride che usavano il solare e il gas naturale, ma bastava una nuvoletta per
bloccare il solare e far partire l'impianto a gas: il rendimento era scarso. E
poi come fluido per accumulare il calore si usava un olio minerale poco sicuro e
ad alto impatto ambientale. Oggi parliamo di una tecnologia completamente
diversa".
Molto
più affidabile?
"Non c'è
paragone. Noi usiamo specchi di nuova progettazione che si muovono lungo l'arco
della giornata seguendo il sole e quindi riescono a catturare più luce. Al posto
del vecchio olio infiammabile abbiamo una miscela di sali fusi che non causa
problemi e consente di accumulare l'energia in moda da renderla disponibile in
ogni momento, anche quando non c'è il sole, in modo da ottenere la flessibilità
richiesta dal mercato. E infine c'è il fattore temperatura che è fondamentale
perché lo scopo finale è produrre vapore per far girare le turbine: la vecchia
tecnologia solare non arrivava a superare i 350 gradi; ora raggiungiamo i 550
gradi, la stessa temperatura che si usa negli impianti a combustibili fossili".
Siamo
comunque ancora alla fase di sperimentazione.
"Come
esperimento pilota i 20 megawatt aggiunti dalle tecnologie solari alla centrale
di Priolo non sono da buttar via: bastano a una città di 20 mila abitanti,
consentono di risparmiare 12.500 tonnellate equivalenti di petrolio l'anno ed
evitano l'emissione di 40 mila tonnellate l'anno di anidride carbonica. E il
bello è che questo tipo di energia è conveniente: ai prezzi attuali l'impianto
si ripaga in 6 anni e ne dura 30. Oltretutto, una volta avviata la produzione di
massa, i prezzi di costruzione tenderanno al dimezzamento".
Quanto
costa oggi un metro quadrato di specchi?
"Oggi,
cioè in fase preindustriale, il costo complessivo dell'impianto oscilla tra i
100 e i 150 euro a metro quadrato. E da un metro quadrato si ricava ogni anno
un'energia equivalente a quella di un barile di petrolio. Il che vuol dire che
utilizzando un'area desertica o semidesertica di dieci chilometri quadrati si
ottengono mille megawatt: la stessa energia che si ricava da un impianto
nucleare o a combustibili fossili, ma con costi inferiori e con una lunga serie
di problemi in meno".
Per
esempio?
"Non si
producono rifiuti né emissioni. L'energia è abbondante e rinnovabile. Non
bisogna costruire sistemi di trasporto per i combustibili perché il sole arriva
da solo. Gli investimenti e i costi sono più bassi rispetto alle centrali
convenzionali. Il sistema è estremamente flessibile e si presta ad essere usato
con impianti di piccola taglia in località isolate. I tempi di costruzione sono
brevi, circa tre anni".
Ritiene
che questa tecnologia cambi il ruolo delle rinnovabili?
"Secondo
le previsioni dell'Iaea le rinnovabili di nuovo tipo, escludendo dunque
l'idroelettrico e la biomassa tradizionale, non supereranno il 3,5 per cento del
totale energetico nel 2030. Per andare oltre occorrono due condizioni. La prima
è che i costi siano competitivi. La seconda è che il sistema sia flessibile: non
a caso l'unica rinnovabile che ha mercato è l'idroelettrico perché le dighe
consentono di usare l'acqua quando ce n'è bisogno. La
tecnologia che si sperimenta a Priolo soddisfa entrambe queste condizioni".
Quanta
energia si può produrre con questo tipo di centrali?
"In
prospettiva, arrivando a un'applicazione industriale su larga scala, si può
pensare che in regioni con una buona insolazione come il Sud dell'Italia si
ricavi energia sufficiente a sostituire carbone, petrolio e metano".
Ma
se la tecnologia è così semplice e i costi così bassi, perché il sistema non si
è già imposto?
"Perché è
un'idea nuova, e come tutte le idee nuove fatica ad essere assimilata. Noi
stiamo aprendo un mercato dalle potenzialità enormi in un momento in cui c'è un
disperato bisogno di un'energia non inquinante. Decidere tempi e modi spetta ai
politici. Certo dal punto di vista scientifico una cosa va detta: o si lavora
seriamente alla costruzione di un sistema energetico diverso da quello attuale,
più pulito e in grado di ottenere più consenso, oppure
si va avanti continuando a immettere gas serra nell'atmosfera e ci si assume il
rischio dell'instabilità climatica legata a questo processo".
"L'errore
nucleare
Il
futuro è nel sole"
"Inutile
insistere su una tecnologia che crea solo problemi e ha bisogno di troppo tempo
per dare risultati". La strada da percorrere? "Quella del solare termodinamico.
Spagna, Germania e Usa l'hanno capito.
Come
Scilla e Cariddi, sia il nucleare che i combustibili fossili rischiano di
spedire sugli scogli la nave del nostro sviluppo. Per risolvere il problema
dell'energia, secondo il premio Nobel Carlo Rubbia, bisogna rivoluzionare
completamente la rotta. "In che modo? Tagliando il nodo gordiano e iniziando a
guardare in una direzione diversa. Perché da un lato, con i combustibili
fossili, abbiamo i problemi ambientali che minacciano di farci gran brutti
scherzi. E dall'altro, se guardiamo al nucleare, ci accorgiamo che siamo di
fronte alle stesse difficoltà irrisolte di un quarto di secolo fa. La strada
promettente è piuttosto il solare, che sta crescendo al ritmo del 40% ogni anno
nel mondo e dimostra di saper superare gli ostacoli tecnici che gli capitano
davanti. Ovviamente non parlo dell'Italia. I paesi in cui si concentrano i
progressi sono altri: Spagna, Cile, Messico, Cina, India Germania. Stati Uniti".
Cosa
ne pensa delle centrali nucleari?
"Si sa
dove costruire gli impianti? Come smaltire le scorie? Si è consapevoli del fatto
che per realizzare una centrale occorrono almeno dieci anni? Ci si rende conto
che quattro o otto centrali sono come una rondine in primavera e non risolvono
il problema, perché la Francia per esempio va avanti
con più di cinquanta impianti? E che gli stessi francesi stanno rivedendo i loro
programmi sulla tecnologia delle centrali Epr, tanto che si preferisce
ristrutturare i reattori vecchi piuttosto che costruirne di nuovi? Se non c'è
risposta a queste domande, diventa difficile anche solo discutere del nucleare
italiano".
Lei
è il padre degli impianti a energia solare termodinamica. A Priolo, vicino Siracusa, c'è la prima centrale in via di
realizzazione. Questa non è una buona notizia?
"Sì, ma
non dimentichiamo che quella tecnologia, sviluppata quando ero alla guida dell'Enea, a Priolo sarà in grado di produrre
4 megawatt di energia, mentre la Spagna ha già in via di realizzazione impianti
per 14mila megawatt e si è dimostrata capace di avviare una grossa centrale
solare nell'arco di 18 mesi. Tutto questo mentre noi passiamo il tempo a
ipotizzare reattori nucleari che avranno bisogno di un decennio di lavori. Dei
passi avanti nel solare li sta muovendo anche l'amministrazione americana,
insieme alle nazioni latino-americane, asiatiche, a Israele e molti paesi arabi.
L'unico dubbio ormai non è se l'energia solare si svilupperà, ma se a vincere la
gara saranno cinesi o statunitensi".
Anche
per il solare non mancano i problemi. Basta che arrivi una nuvola...
"Non con
il solare termodinamico, che è capace di accumulare l'energia raccolta durante
le ore di sole. La soluzione di sali fusi utilizzata al posto della semplice
acqua riesce infatti a raggiungere i 600 gradi e il
calore viene rilasciato durante le ore di buio o di nuvole. In fondo, il
successo dell'idroelettrico come unica vera fonte rinnovabile è dovuto al fatto che una diga ci permette di ammassare
l'energia e regolarne il suo rilascio. Anche gli impianti solari termodinamici -
a differenza di pale eoliche e pannelli fotovoltaici - sono in grado di
risolvere il problema dell'accumulo".
La
costruzione di grandi centrali solari
nel deserto ha un futuro?
"Certo, i tedeschi hanno già iniziato a investire grandi
capitali nel progetto Desertec. La difficoltà è che per muovere le turbine è
necessaria molta acqua. Perfino le centrali nucleari in Europa durante l'estate
hanno problemi. E nei paesi desertici reperire acqua a sufficienza è davvero un
problema. Ecco perché in Spagna stiamo sviluppando nuovi impianti solari che
funzionano come i motori a reazione degli aerei: riscaldando aria compressa.
I jet sono ormai macchine affidabili e semplici da
costruire. Così diventeranno anche le centrali solari
del futuro, se ci sarà la volontà politica di farlo".
Il
principio di funzionamento
Nell'impianto ENEA gli
specchi parabolici lineari concentrano la luce diretta del sole su un tubo
ricevitore (dentro il quale scorre il fluido termovettore), che assorbe
l'energia raggiante e la converte in calore ad alta
temperatura.
Il fluido
riscaldato (a
Dal
serbatoio "caldo", il fluido è inviato ad uno scambiatore dove cede una parte di
calore con il quale viene generato vapore che alimenta
un sistema convenzionale di produzione di energia
elettrica.
Il fluido
conclude la sua corsa nel serbatoio "freddo", a
I
vantaggi
Grande
potenzialità di sviluppo
* La
tecnologia messa a punto dall'ENEA, per la quale l'Ente ha ottenuto un
importante riconoscimento da parte dell'IEA (International Energy Agency) sulla
politica energetica italiana, potrebbe consentire alla fonte solare di diventare
la fonte energetica primaria, in sostituzione delle biomasse, in quei Paesi in
via di sviluppo in cui il livello di radiazione solare è
considerevole.
* Le
potenzialità della tecnologia potrebbero aumentare considerevolmente se
l'energia elettrica prodotta in Paesi a forte insolazione fosse esportata a
regioni con maggiore domanda e minore insolazione. Ad esempio, in gran parte dei
Paesi europei, alle società di distribuzione è richiesta la fornitura di energia
elettrica con un contributo percentuale proveniente da fonti rinnovabili. Una
frazione considerevole di tale "energia verde" potrebbe essere soddisfatta con
la tecnologia innovativa dell'ENEA, installata ad esempio nelle aree desertiche
del Sahara, caratterizzate sia da una favorevole esposizione alla radiazione
solare sia da un'escursione stagionale piuttosto ridotta. L'energia elettrica
prodotta nel Nord Africa potrebbe essere trasferita alla rete elettrica europea
per mezzo di linee di trasmissione in corrente continua ad alta tensione,
tecnologia già disponibile e con costi accettabili.
Rispetto
dell'ambiente
* Negli
impianti solari di tecnologia ENEA non sono impiegati materiali tossici,
infiammabili o altrimenti pericolosi. In particolare, il liquido termovettore
usato è un comune fertilizzante, ed eventuali
fuoriuscite accidentali non hanno alcun impatto
ambientale.
* Gli
impianti solari non costituiscono una sorgente di rischio o di altri fastidi (ad
es. rumore) per le popolazioni residenti nelle loro
vicinanze.
* Una volta smantellato l'impianto, il terreno è riutilizzabile
senza limitazioni.
Alta
disponibilità e versatilità
* La
tecnologia ENEA è fortemente modulare e può soddisfare
esigenze diverse. Può essere utilizzata sia in impianti di taglia elevata
(dell'ordine delle centinaia di MWe), connessi con la
rete elettrica, sia in impianti più piccoli (di pochi MWe) per comunità
isolate.
*
L'introduzione di un sistema di accumulo consente di immagazzinare l'energia
termica e di produrre energia elettrica quando serve e con continuità anche in
assenza di radiazione solare diretta.
Economicità
* Una
volta che i sistemi di captazione e accumulo dell'energia solare verranno prodotti su scala sufficientemente grande, la
produzione di calore ad alta temperatura (
* Lo
smantellamento finale dell'impianto è semplice ed
economico.
Tempi di
costruzione brevi e lunga vita dell'impianto
* Grazie
alla semplicità progettuale, un impianto può essere realizzato in circa tre
anni.
* La sua
vita attesa è di 25-30 anni, sicuramente estendibile apportando successive
modifiche e miglioramenti.
L’Italia
ha il vento in poppa
L’Italia
ha il vento in poppa. Nel 2009 sono stati installati 1.100 megawatt di eolico,
il record assoluto finora raggiunto dal nostro paese e una potenza equivalente a
quella di una centrale nucleare. L’insieme delle fattorie del vento vale ormai
4850 megawatt grazie a una crescita annua che ha superato il 30 per cento,
nonostante la crisi finanziaria che si è fatta sentire in modo pesante per tutto
il 2009.
Il
contributo del vento è importante anche in termini di produzione elettrica (che
non coincide con la potenza installata a causa dell’incostanza
dell’alimentazione): dalle pale eoliche nel 2009 sono usciti 6,7 miliardi di
chilowattora, equivalenti al 2,1 per cento del consumo interno lordo. Per
arrivare al livello della Danimarca, dove un quinto dell’elettricità viene dal
vento, c’è ancora molta strada da fare, ma il trend degli ultimi anni segna una
crescita costante nonostante i ritardi burocratici che hanno impedito il
completamento del quadro normativo del settore (linee guida e adeguamento delle
infrastrutture energetiche, autorizzazione unica, ripartizione dell’obbligo tra
le Regioni) alimentando – a causa della mancanza di precise indicazioni
metodologiche – le proteste determinate da alcuni casi di scelte sbagliate sulla
localizzazione e sulle modalità di realizzazione degli
impianti.
L’Italia
rimane comunque il terzo paese in Europa e il sesto nel mondo nel campo
dell’eolico e il dato risulta particolarmente interessante in vista degli
sviluppi annunciati dalle principali economie del mondo. Negli Stati Uniti il
Dalla
crisi in corso si profila un’uscita legata all’efficienza energetica, al
rilancio delle rinnovabili e al complesso della green economy. Basta osservare
la crescita di interesse nei confronti di questo settore che si è registrata
anche nel sindacato, per capire che sull’economia verde si gioca buona parte
delle nostre possibilità di far ripartire il mercato del
lavoro.
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2.
Il
solito imbroglio, siamo gli ultimi della
classe!
Velocità
Adsl, il test fai-da-te
svela
come si naviga in Italia
Gli
operatori sbandierano 20 megabit ma la realtà è
decisamente diversa. Con valori reali molto più bassi sia di quelli dichiarati
sia della media europea
LA
VELOCITA’ delle Adsl italiane è
deludente, ed è un paradosso: in teoria dovrebbero essere tra le più veloci in
Europa, visto che arrivano a 20 Megabit. Ma ormai si può dire che, per l’Adsl,
“il re è nudo”: sono tanti gli studi che, confrontando le connessioni di vari
Paesi europei, finiscono per mettere in cattiva luce quelle italiane.
L’ultimo
studio è di Speedtest.net: l’Italia risulta 45esima al mondo per velocità reale
di download e 79esima per quella di upload, dietro i principali Paesi europei. È
un risultato generato da milioni di test fatti dagli utenti sulla propria
connessione, tramite lo stesso sito Speedtest.net.
I
malumori degli utenti, delusi dalla velocità dell’Adsl, sono in continua
crescita, del resto. È di qualche settimana fa l’ultimo caso di operatore
multato dall’Antitrust per “pratica commerciale scorretta” in merito alla
velocità Adsl. Stavolta è capitato a Fastweb, che pure ha in genere fama di
buona qualità delle connessioni; ma tutti i principali operatori, presto o
tardi, sono finiti nel mirino dell’Antitrust per questo motivo: le multe sono
sempre per “messaggi pubblicitari ingannevoli”, cioè per aver fatto credere agli
utenti di poter navigare a una velocità molto superiore
a quella in effetti raggiungibile, mai ben specificata sul sito.
La
situazione è arrivata a un punto di rottura. Si moltiplicano le denunce e gli
sforzi per chiarire il problema delle velocità Adsl che non corrispondono a
realtà. Adesso l’osservatorio banda larga Between sta lavorando allo studio più
esteso sulla qualità delle connessioni italiane, con l’aiuto di test fatti dagli
utenti tramite il programma Isposure. I risultati preliminari sono scoraggianti:
le Adsl vanno alla metà o a un quarto della velocità dichiarata.
E non che
le connessioni su banda larga mobile (Umts/Hspa) se la cavino meglio, anzi:
vanno a circa 1-2 Mbps, anche se dichiarano velocità massime di 7 Mbps (come
riportano non solo i test di Between ma anche quelli di Altroconsumo).
Insomma,
i tasselli stanno andando al loro posto e rivelano che la banda larga italiana
soffre del mix paradossale di tre elementi: grandi promesse degli operatori,
velocità reali molto più basse di quelle dichiarate e della media europea,
scarsa trasparenza delle offerte.
Per
quest’ultimo punto l’utente può già fare qualcosa: usare test evoluti della
connessione, come quello (gratuito) di Isposure. È un software che si installa e
testa la connessione a intervalli di tempo. Mostra anche i risultati di test
fatti da altri utenti, nelle vicinanze. Così permette di capire non solo a
quanto va la connessione ma anche se ci sono operatori che, nella nostra stessa
zona, danno un servizio migliore.
Molto altro
resta da fare (e forse
diventerà realtà nel 2010) per combattere il problema delle Adsl ingannevoli.
Agcom (Autorità garante delle comunicazioni) e la Fub (Fondazioni Ugo Bordoni)
pubblicheranno entro ottobre il primo software “certificato” per testare la
connessione. L’utente potrà usarne i risultati, quindi, per rivalersi
sull’operatore, chiedendo per esempio rimborsi o una disdetta del contratto se
le promesse pubblicitarie sono largamente disattese.
Il
problema è che, a riguardo, le regole sono un’incognita: già da novembre 2008
Agcom ha chiesto agli operatori di dichiarare non solo la velocità massima ma
anche quella minima e media per le proprie connessione,
con tanti altri parametri. Ma gli operatori non si sono adeguati. Il software
certificato servirà a ben poco se le promesse degli operatori continueranno a
essere così fumose. “È uno di quei casi in cui noi facciamo le regole ma poi non vengono rispettate”, ha dichiarato Nicola
D’Angelo, consigliere Agcom, durante il BBF Forum di Roma, a novembre. Bisognerà
vedere se nel 2010 Agcom e i consumatori riusciranno a
strappare agli operatori promesse più precise e, soprattutto, a farle
rispettare.
Più
tecnologie e più internet
ma
l’Italia
è ancora indietro
Indagine
Istat: oltre il 54% delle famiglie ha un computer e più del 47% ha accesso al
web. Il nostro Paese è quartultimo in Europa per la banda larga e agli ultimi
posti per l’accesso generale al web
L’utilizzo di computer
e di internet continua ad aumentare ma nel settore
delle nuove tecnologie l’Italia è ancora indietro. E per quanto riguarda la
banda larga, il gap infrastrutturale con il resto d’Europa rimane ampio, con il
nostro Paese al quartultimo posto. L’indagine Multiscopo condotta dall’Istat
sugli “Aspetti della vita quotidiana” fotografa una realtà a due facce. Uno dei
dati più significativi è che le famiglie italiane usano di più computer e
internet, soprattutto se in casa ci sono dei ragazzi al di sotto dei 18 anni. Al
top restano comunque televisione e cellulari, presenti in oltre il 90% dei
nuclei familiari.
Più
computer, ma la più amata resta la tv. Aumenta il numero di famiglie che ha in
casa un computer: dal 50,1% del 2008 al 54,3% del 2009. E sale anche la
percentuale di chi ha accesso a internet: dal 42 al 47,3%. Ma nel cuore degli
italiani le tecnologie più amate restano tv (ne possiede almeno una il 96,1% delle famiglie) e cellulare (90,7%), seguiti dal
lettore dvd (63,3%) e dal videoregistratore (55,7%). Hanno un certo rilievo
anche l’antenna parabolica (33,1%), la videocamera (28,3%) e la consolle per
videogiochi (20,1%).
Giovani e
anziani, forte il divario. Dall’indagine, svolta a febbraio e basata su un
campione di 19 mila famiglie per un totale di 48 mila individui, risulta che a
guidare la carica alle nuove tecnologie sono proprio i nuclei familiari con
almeno un minorenne. Per queste famiglie le percentuali di possesso di pc e
internet passano rispettivamente al 79% e al 68,1%. Per i nuclei composti da sole persone con 65 anni e più, invece, le percentuali
crollano al 7,7% per il possesso di un computer e al 5,9% per l’accesso al web.
Si riducono, dunque, le differenze sociali ed economiche nel possesso di beni
tecnologici, mentre resta un forte divario, appunto, tra anziani e giovani.
Banda
larga, l’Italia arranca. Dall’indagine emerge inoltre che l’Italia arranca sul
fronte dell’accesso a internet con la banda larga, soprattutto per quanto
riguarda le famiglie. I dati aggiornati al 2009 rivelano che solo il 39% dei
nuclei familiari con componenti tra i 16 e i 64 anni possiede una connessione a
banda larga.
L’Italia
fanalino di coda. Un dato che ci colloca in assoluto agli ultimi posti in
Europa: quartultimi, seguiti solo da Grecia, Bulgaria e Romania. La media nel
continente, infatti, è di una penetrazione di questo tipo di connessioni di
circa il 56%. Valori vicini a quello dell’Italia si riscontrano solo per la
Slovacchia (42%), la Grecia (33%), la Bulgaria (26%) e la Romania (24%), mentre
Olanda, Danimarca e Svezia registrano un tasso di penetrazione più che doppio.
Internet
avanza in Europa. Rispetto al 2008 si evidenzia un incremento dell’accesso a
internet per tutti i paesi europei. I Paesi che hanno investito maggiormente
sull’accesso alla Rete mediante banda larga sono stati la Romania e la Grecia,
dove si evidenziano incrementi relativi rispettivamente del 33% e del 46%,
mentre in Italia si registra un incremento relativo del 20%.
I ritardi
dell’Italia. Anche sul fronte più generale dell’accesso al web, a banda larga o
con connessioni tradizionali, l’Italia continua a mostrare un forte ritardo.
Solo il 53% degli italiani ha accesso a internet (quale che sia la velocità di
connessione), contro una media Ue del 65%. A farci compagnia sul fondo della
classifica ci sono Cipro (53%) e Repubblica Ceca (54%), mentre Olanda, Svezia
Lussemburgo e Danimarca sono i Paesi più “online” con tassi di penetrazione che
superano l’83%.
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3.
Batterie
al litio per trazione elettrica:
al
via il progetto europeo HELIOS
È stato
avviato a Bruxelles, lo scorso 23 novembre, il progetto HELIOS (High Energy
Lithium-Ion Storage Solutions), per verificare sperimentalmente lo stato di
sviluppo di batterie al litio con elevato contenuto di energia per veicoli
elettrici a batteria e ibridi plug-in (con ricarica dalla rete elettrica),
finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del 7° Programma
Quadro.
Partecipano a HELIOS
18 organizzazioni provenienti da 6 paesi dell’Unione Europea (Austria, Belgio,
Francia, Germania, Italia e Svezia), che si sono incontrate per mettere insieme
le loro esperienze e gli interessi dell’industria automobilistica europea
(Renault, Opel, PSA, Volvo, Ford e FIAT), di industrie del settore (Saft,
Umicore e Johnson Controls), di enti di ricerca (AIT, ZSW, INERIS, CEA) e di
laboratori universitari (Uppsala, Aachen e Amiens).
L’ENEA
partecipa al progetto, coordinato dalla Renault, con attività di analisi dei
meccanismi di invecchiamento, studio dei componenti e caratterizzazione
sperimentale dei prototipi.
Nei 36
mesi della sua durata, il progetto HELIOS unirà attività teoriche, sperimentali
e di produzioni pilota di celle a ioni di litio con componenti diversi per
approfondire ed ottimizzare i sistemi studiati in termini di prestazioni
specifiche, sicurezza, ciclo di vita, impatto ambientale e costi
finali.
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4.
Da
ik0zcw Alberto [ik0zcw@virgilio.it]
A
causa di disturbi radio
Benevento,
lite tra radioamatori
uno
dei due ferito con un punteruolo
In
questo mondo conflittuale anche l’amicizia che dovrebbe caratterizzare i
comportamenti dei radioamatori pare una cosa ormai superata. Ci auguriamo che
non sia così, anche se la notizia ha nuociuto al buon
nome degli OM. Per carità di patria riportiamo solo le iniziali dei due
contendenti, ma i nomi completi sono stati comunque pubblicati dal quotidiano
“Il Mattino”.
Dal
Mattino di Napoli (29 dicembre) – Due
amici, entrambi radioamatori, hanno ieri sera litigato
anche per vicende collegate al loro hobby. E’ accaduto nei presi di un edificio
alla via Vitelli al rione Libertà. Uno dei due M. P. 47
anni, agente della polizia di Stato, con il grado di assistente capo , e che presta servizio presso la Questura di Bari, ha
ricevuto un colpo (forse con un punteruolo o un coltello) all’addome, per cui è
stato condotto all’ospedale Rummo, dove è ora ricoverato con prognosi
riservata.
Il
feritore è un sessantenne A. V., pensionato, beneventano, che è stato ascoltato
a lungo dagli agenti della Squadra Mobile che stanno conducendo le indagini, e
alla fine è stato arrestato con l’imputazione di tentato omicidio, e condotto
preso il carcere di contrada Capodimonte.
Le
indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica
Giovanni Tartaglia Polcini. Secondo una prima ricostruzione è stato proprio M.
P. a bordo della sua auto a recarsi presso la casa di A. V., che è alla via
Vitelli. Una volta giunto davanti all’edificio, ha
trovato A.V. con un amico.
Tra i due
è subito nato un alterco, in particolare M.P: ha chiesto la restituzione di
cinquecento euro. A. V. avrebbe replicato che non aveva mai avuto in prestito il
denaro. I due sono passati a vie di fatto, e l’uomo presente, ha cercato anche
di separarli, ma all’improvviso M. P. è caduto sul marciapiede urlando: «mi ha
colpito».
Subito
soccorso è stato condotto all’ospedale «Rummo», dove
i anitari gli hanno riscontrato una ferita all’addome,
procurata da un punteruolo o da un coltello. L’agente è ora rimasto ricoverato
presso il Rummo. Sul posto sono giunti gli agenti della Volante e della Mobile,
e sono iniziate le indagini. Si è cosi appurato che da tempo i rapporti tra i
due radioamatori non erano buoni.
Infatti A. V. sosteneva che
M.P. disturbava le conversazioni tra radioamatori. A tarda sera, conclusi gli
interrogatori, A.V. è stato condotto al carcere di contrada Capodimonte, dove
nelle prossime ore il suo fermo sarà vagliato dal Gip, presente il suo
legale.
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5.
CASA
HI-TECH
"Cara
è buio, accendi la parete"
Il
futuro è dei muri luminosi
Il
governo GB finanzia un'azienda che sta mettendo a punto carte da parati e
pitture in grado di illuminare tutta la stanza con luce naturale e diffusa. E
consumano molto meno degli attuali
eco-bulbi
Si è
fatto buio, è ora di accendere la parete. Tra due anni nelle nostre case
potrebbero sparire lampadine e neon, sostituite da carte da parati e pitture che
illuminano tutta la stanza con una luce naturale e diffusa e consumano molto
meno degli attuali bulbi a basso consumo. Il governo britannico crede tanto alla
possibilità di mettere sul mercato le "pareti luminose" da aver garantito alla
Lomox, una start up gallese che sta sperimentando la
tecnologia a diodi biologici luminosi, un finanziamento da 450mila euro.
Secondo
le poche indiscrezioni che la Lomox ha lasciato trapelare sul nuovo brevetto, le
pareti luminose sfrutteranno la già nota tecnologia dei diodi a emissione
luminosa, ma risolvendo il problema degli alti costi di produzione e della
durata del materiale. La sostanza chimica, che potrà essere applicata alle
pareti sotto forma di rivestimenti trattati ad hoc o
semplicemente come pittura, secondo alcuni potrà essere impiegata anche per
illuminare schermi televisivi e display di computer e telefonini. Il risparmio
energetico sarà eccezionale, perché il nuovo sistema di illuminazione ha bisogno
di soli 3 e 5 volt di potenza, il che renderebbe
sufficiente l'alimentazione con pannelli solari o batterie. Le pareti della
Lomox emetteranno una luce del tutto uguale a quella solare, con tutta la gamma
di colori, e la loro luminosità sarà regolata da interruttori progressivi di
quelli comunemente usati per le normali lampade.
L'amministratore
delegato della Lomox, Ken Lacey, ha spiegato al Times che i primi prodotti,
segnali e barriere stradali soprattutto, saranno in vendita già nel 2012. "La
luce è molto naturale e ha tutto il potenziale per le migliori soluzioni di
arredamento", ha detto Lacey, aggiungendo poi che il nucleo del brevetto della
Lomox sta nell'aver sviluppato una nuova generazione di led ottenuti con un
procedimento molto più economico e duraturo. I led
della Lomox, infatti, grazie a uno speciale mix di agenti chimici non vengono intaccati dall'ossidazione, il maggiore problema per
il deterioramento dei vecchi led.
L'ente
erogatore del finanziamento, la Carbon Trust, ha sottolineato che
l'illuminazione ha uno dei più alti impatti sulle emissioni inquinanti e se la
tecnologia delle pareti luminose si dimostrerà vincente potrà essere uno dei
maggiori contribuit al raggiungimento del taglio di emissioni del 34% entro il
2020 che la Gran Bretagna si è proposta. I nuovi Led sono due volte più
efficienti delle lampadine perché non sprecano energia: nei bulbi, infatti,
soltanto il 10 per cento di elettricità diventa luce e tutto il resto è disperso
come calore.
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6.
I
russi e l'asteroide "nemico"
"Così
salveremo la Terra"
Mosca:
"Devieremo Apophis prima dell'impatto", previsto nel 2036. I vertici
dell'agenzia Roskosmos: non si userà l'atomica, ma serve l'aiuto di tutti
Il
prevedibile buco nella Terra causato dall’asteroide
In un
grigio palazzo della periferia di Mosca, qualcuno sta lavorando per salvare il
mondo dalla fine imminente. Un gruppo di scienziati studia mappe astronomiche,
pianifica missioni spaziali e di tanto in tanto si ripassa in dvd il kolossal
hollywoodiano "Armageddon". Perché per salvare l'umanità dalla catastrofe sarà
necessaria tanta tecnica, nuove tecnologie ma anche quello che qualcuno ha già
definito "stile cinematografico".
L'obiettivo non è da
poco: bisogna impedire che si schianti sulla terra il gigantesco asteroide
Apophis. E il pericolo esiste davvero. Esperti di tutto il mondo hanno calcolato
che Apophis potrebbe schiantarsi sulla Terra tra
ventisei anni. Esattamente il 13 aprile 2036, domenica di Pasqua. L'impatto
creerebbe un cratere largo quattro chilometri e profondo
E per
dare un senso universale al suo appello ha invitato la Nasa, l'ente europeo e
l'emergente industria spaziale cinese a collaborare
all'impresa. Perminov, esperto di propulsori per missili, dice di avere le idee
chiare, anche se le tiene quasi tutte top secret.
"Abbiamo il tempo - dice - per realizzare un velivolo spaziale che possa evitare l'impatto dell'asteroide con la Terra. Senza
distruggerlo, né provocare esplosioni nucleari. Renderemo pubblico il programma
solo quando sarà definito". Dunque, una missione con
uomini a bordo forse scelti tra i cosmonauti che si addestrano nella città delle
stelle a venti chilometri da Mosca e lanciati dalla base di Baikonour.
L'ente
russo sa bene di aver recuperato in prestigio tra gli altri enti spaziali.
Perminov ha visto il declino di finanziamenti della Nasa, ha accolto con
soddisfazione la richiesta americana di utilizzare i vettori Soyuz per collocare
in orbita i loro satelliti e si gode questo momento di ritrovata supremazia dopo
i ripetuti smacchi dei decenni passati.
Ma qual è
il progetto russo per evitare l'Armageddon del 2036? Tra le tante ipotesi fatte
negli ultimi anni, forse la più credibile è quella del "trattore
gravitazionale": un'astronave lanciata il più vicino possibile all'asteroide che
aggancerebbe "il distruttore" solo con la propria forza di gravità. A questo
punto, come in un film, gli astronauti trainerebbero l'asteroide killer lontano,
per poi abbandonarlo al suo destino. Più complicata da immaginare l'idea delle vele solari da agganciare all'asteroide. Il
vento solare farebbe il resto, portandosi via la minaccia. E non manca una
proposta in apparenza fantasiosa che pare venga invece
presa sul serio da Perminov e i suoi: cospargere la faccia esposta al sole
dell'asteroide di vernice bianca. Sembra incredibile ma
gli scienziati giurano che, se si trovasse la soluzione tecnica per questo
lavoro da "imbianchini spaziali", i raggi solari verrebbero respinti dal corpo
celeste con una forza tale da deviarne la traiettoria.
Ipotesi
sulle quali Perminov non si esprime. Il tasto che gli preme battere è quello del
pericolo imminente e della soluzione da trovare al più presto. Del resto proprio
dai cugini della Nasa è partito l'anno scorso l'allarme più clamoroso. Russel
Schweicart, astronauta dell'Apollo 9 - quella che provò
nell'orbita terrestre le fasi di allunaggio che avrebbe poi compiuto l'Apollo 11
- ha chiesto addirittura all'Onu di intervenire per allontanare Apophis. Inoltre
salvare il mondo potrebbe anche far riscuotere ricchi premi. Sia la Nasa che
Roskosmos sanno bene che ogni asteroide nasconde giacimenti di inestimabile
valore di minerali come nickel, cobalto, platino. Proprio gli americani stanno
studiando missioni che, deviando vicino alla Terra asteroidi
meno minacciosi di Apophis, potrebbero trasformarli in ricchissime
miniere spaziali. Non è escluso che nel prossimo incontro, voluto da Perminov
tra tutti i massimi enti spaziali del mondo, si discuta non solo di come salvare
il pianeta ma di come ottenerne vantaggi economici.
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7.
La macchina correrà
alla Shell Eco Marathon, una gara dove vince
chi consuma meno e che
ormai è un laboratorio a cielo aperto
Ecco
la KoC02 da 1000 km/litro
L’hanno
realizzata 24 studenti italiani
Si chiama
KoCo2 (il nome è tutto un programma…) ed è la sportiva a basse emissioni
interamente sviluppata da 24 studenti del Bic Omega e dell’Università di
Camerino in seno al corso di formazione in “Tecnico superiore per la
progettazione di veicoli per la mobilità sostenibile”. Una macchina nata a tempo
record perché software CAD/CAM e simulatori virtuali per l’aerodinamica e la
dinamica del veicolo hanno consentito ai ragazzi di ridurre i tempi di
progettazione effettiva a 2 mesi. Dai modelli CAD si è
infatti passati al testing utilizzando le strumentazioni e il laboratorio
della Picchio, partner e sponsor dell’intervento.
Il tutto
per correre la 25° edizione della Shell Eco Marathon, una competizione didattica
organizzata dalla Shell in Europa, America e Asia per promuovere l’innovazione
nel campo della mobilità sostenibile.
Giovani
ingegneri e progettisti provenienti da tutto il mondo sono
infatti chiamati a raccogliere la sfida energetica del futuro:
progettare, costruire e guidare una vettura che consumi il meno carburante
possibile. A vincere la competizione è il veicolo che percorre più chilometri
con meno carburante, cercando di superare il record assoluto stabilito nel 2005:
KoCo2 è
iscritta alla gara nella categoria prototipi, ha un
motore a combustione interna ed è alimentata a benzina. Si tratta di una monoposto a 3 ruote con carrozzeria in fibra di carbonio
rinforzata in honeycomb (materiale ecocompatibile), profilo aerodinamico a
goccia e un peso complessivo di
Il 15
gennaio la commissione esaminatrice della Shell darà l’ok definito al progetto e
il team procederà con la costruzione della vettura e le prime prove su strada.
Altre informazioni e immagini sull’avanzamento del progetto del team Bielle
Picene e sulla Shell Eco Marathon 2010: www.ecomarathon.bicomega.it
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8.
Da:
Alfredo IK7JWX [ik7jwx2003@yahoo.it]
Diplomi
italiani
nformazioni
dettagliate cliccando sui siti evidenziati
www.dlit.info/dli.htm
Diploma Laghi
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www.aribusto.it/dai_rules.htm
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73 de Alfredo
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&
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Cellulare :
3490555875
Diploma
Abbazie Italiane DAI 2009
Attività
di LE-Alfredo IK7JWX
73
de Alfredo
IK7JWX (IY7NGM)
MDXC#178 &
EPC#9679
Cellulare :
3490555875
IMPORTANTE
RICONOSCIMENTO ZA0/team 2008
Sono lieto di
informare che la dxpedition 2008 sull'isola Sazan e' stata premiata come
"migliore spedizione 2008 WLOTA".
Inoltre io ho
partecipato al CQ WW CONTEST categoria monobanda
Oeratori
ZA0/ :
IK7JWX, I0SNY,
I8LWL, I8YGZ (CW), IK2AQZ
no
c.p. 218 + new Qsl 2010
A causa dello
spropositato aumento delle caselle postali, la mia (218 centro) e' disattivata;
quindi, le Qsl via diretta dovranno essere inviate a questo indirizzo :
De Nisi Alfredo
- Vico della Cavallerizza, 4-D - 73100 - LECCE
Si intende che
le Qsl via bureau sono sempre ben accettate e rispondero'
subito.
73 de Alfredo
IK7JWX
MDXC#178 &
EPC#9679
Cellulare : 3490555875
Attivazioni
2009 del team "gli irriducibili"
Fred
& Enzo (IR7DLI + IY7NGM)
QSL : via
IK7JWX
... e il 2009 non e' ancora finito
!
73
de
Fred & Enzo
IK7JWX &
I7PXV
d.l.i.
2010
IR7DLI/p (Fred)
+ 2° op. I7PXV (Enzo) :
1) - 2 genn.
2010 bacino di San Cataldo (LE) refer. I7-059
2) - 5 genn.
2010 bacino Acquatina (LE) refer. I7-029
3) - 6 genn.
2010 bacino Idume (LE) refer. I7-026
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Da
I3MKH Mirko Boscolo
Sezione
ARI di Chioggia Sottomarina
Le
conferme di i3mkh
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10.
Mostre
& fiere
*
EXPO ELETTRONICA MODENA
23/01/2010
- 24/01/2010
*
COLLEZIOSA
23/01/2010
- 24/01/2010
*
EXPO ELETTRONICA VICENZA
06/02/2010
- 07/02/2010
*
EXPO ELETTRONICA MORCIANO di R.
13/02/2010
- 14/02/2010
*
EXPO ELETTRONICA CARRARA
20/02/2010
- 21/02/2010
*
EXPO ELETTRONICA FAENZA
06/03/2010
- 07/03/2010
IX°
Edizione
R
O V I G O
27
e 28 Febbraio 2010
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Microsoft-Ue,
la guerra è finita
Ora
il browser si potrà scegliere
Si
è chiuso il lungo braccio di ferro tra l'Antitrust europeo e il colosso di
sotware americano. Che evita una supermulta. Cosa cambia per gli utenti europei
di Windows
L'Antitrust europeo ha
detto sì. Ha accettato definitivamente le proposte del colosso informatico
statunitense mettendo la parola fine alla lunga e costosa "guerra dei browser" e
garantendo a chi utilizza Windows nel vecchio continente di poter esplorare la
rete con navigatori diversi da Internet Explorer prodotto da Microsoft. "Milioni
di consumatori europei potranno beneficiare della libertà di scelta sul tipo di
browser da utilizzare", ha detto il commissario alla Concorrenza Neelie Kroes.
Microsoft - che col suo Windows detiene oltre il 90 per cento del mercato dei
sistemi operativi - era nel mirino dell'Europa per il fatto di imporre l'uso di
IE come software predefinito e non disinstallabile. L'inchiesta - con l'accusa
di "abuso di posizione dominante" - era stata aperta nel gennaio del 2008.
Come
funzionerà adesso. Il meccanismo della "schermata di scelta" sarà semplice:
una volta entrati in Windows, si aprirà una finestrella
col titolo "Seleziona il tuo browser", senza i tratti caratteristici di Internet
Explorer, dove l'utente trovera in ordine casuale tutte le icone dei 12 browser
più utilizzati in Europa, come Opera, Firefox, Safari o Chrome e altri. L'utente
potrà cliccare sulle icone per ottenere maggiori informazioni e basterà poi un
altro clic per installare il browser scelto come impostazione di default per
navigare su internet. Questa finestra, che si chiamerà "Choice Screen" comparirà
su tutti i pc che utilizzano i sistemi operativi Windows XP, Vista o Windows 7,
grazie agli aggiornamenti automatici previsti dai sistemi. Il tutto a partire
da marzo 2010. Quindi anche i vecchi utenti, cioè
quelli che hanno già un pc con Internet Explorer installato di default, avranno
la possibilità di scegliere. E se ne potrà anche installare più di uno. Ma non
solo: ai produttori di computer la Microsoft consentirà di scegliere se
disinstallare del tutto Internet Explorer prima di mettere in vendita i pc o se
affiancargli altri browser che quindi saranno già parte della dotazione software
del pc prima che questo finisca sugli scaffali.
Il
monitoraggio Ue. Microsoft "sarà tenuta a presentare tra sei mesi, e poi
annualmente, un rapporto sull'implementazione di queste misure, e sarà obbligata
a apportarvi modifiche qualora necessario" per i prossimi 5 anni, ha spiegato la
Kroes. Se non dovesse rispettarlo, la Commissione
europea potrà imporre all'azienda di Redmond una multa pari al massimo al 10%
della cifra d'affari annuale del gigante informatico. "La Commissione ha bisogno
di un sistema che permetta di risolvere qualunque inatteso problema si possa
verificare, vista la complessità del mercato informatico", ha aggiunto il
Commissario.
Promesse
sull'interoperabilità. L'Antitrust europeo, che ha dichiarato guerra alla
società fondata da Bill Gates da molti anni, ha già multato Microsoft per 1,6
miliardi di euro per aver mantenuto segrete le informazioni relative ai propri
software negandone la interoperabilità con i programmi
di altri produttori. In questa direzione Microsoft ha assicurato alla Commissione (anche se si tratta di un impegno informale) di
aprire alcuni dei propri prodotti all'interoperabilità, rendendo pubblici parte
dei codici sorgenti alla base di Windows, Windows Server, Office, Exchange e
SharePoint. Il pacchetto interoperabilità di Microsoft, "include garanzie che
Microsoft offrirà a terzi che possono, a loro volta, essere attuate
privatamente, oltre ad un meccanismo per risolvere rapidamente le controversie",
ha specificato la Kroes.
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11.
Da
IK8JZK Ruggero Billeri Napoli
Ecolink+D
star
Un
Radioamatore Pugliese, Domingo iz7oix ha realizzato una
interconnessione tra il programma per PC Ecolink ed il sistema
ricetrasmittente digitale D star. Suppongo che la
interconnessione sia simile ha quando si vuole interconnettere un PC ad
una ricetrasmittente analogica. Questa interconnessione è di grande utilità quando per esempio il nostro ripetitore locale D star
è spento o non funzionante e si vuole fare traffico sul sistema D
star
in questo caso basta
connettersi su Ecolink all'indicativo del radioamatore in questione e questi
connesso al suo ripetitore locale D star ci permetterà di collegarci al sistema
by-passando il nostro ripetitore locale.
Cordiali
saluti ai lettori del Radiogiornale
Da
ik8jzk Ruggero Billeri Napoli
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12.
Da:
ik0zcw Alberto [ik0zcw@virgilio.it]
Presentazione:
Video ID9N Vulcano Island Dxpedition
Domenica
17 gennaio 2010 ore 11:00
Presentazione: Video
ID9N Vulcano Island Dxpedition 2009 ( www.id9n.com )
ID9N
Team: IZ0EHO IZ0FKE IK0XFD IK0ZCW
Riprese:
IK0ZCW
ore 13:00 Pranzo al
prezzo speciale di 25 euro a persona tutto compreso, dall'antipasto, al primo di
pasta fatta a mano, ed il secondo tutto alla brace, con contorni, acqua, vino e
caffe', amaro e limoncello.
Ristorante Tipico LA
SOSTA "DA MAGNASTOPPA" tutto alla brace Via Maschio delle Faete - Rocca di Papa
(Campi di Annibale).
Come
raggiungerlo: la cosa più ardua (ma la fatica sarà evidentemente ricompensata).
Prendete l'Appia verso fuori Roma, e poi la via dei Laghi. All'incrocio del
ristorante "La Foresta", girate a sinistra per Rocca di Papa e salite in
direzione 'Campi d'Annibale'. Arriverete ad una rotonda, prendete la prima
strada a destra e poi la prima a sinistra e scendetela. Arriverete ad un bivio,
prendete la strada di destra (v. maschio delle faete) e percorretela per
Prenotazioni
ad Alberto IK0ZCW.
Frequenze
avvicinamento:
Ripetitori
R8
special IR0CF 145.350 -600
RU11 430.275 +5.000
_________________
IK0ZCW
Alberto Devitofrancesco
www.ik0zcw.it - www.radiomercato.com
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13.
Da: Segreteria A.R.I.
Viterbo [segreteria@ariviterbo.it]
A.R.I.
Viterbo: rinnovo CD biennio 2010-2011
Come da regolamento interno A.R.I. di Viterbo (Art.33) il giorno 2 Gennaio
per
il Consiglio Direttivo:
IKØEUP
Giorgio CAVALIERI
Presidente
37 voti
IWØEFA Gianpaolo
VOLPATO Vice
presidente 31
voti
IZØKHA Emilio
FORTE
Segretario
27 voti
IKØCHU Mauro BARONCINI
Consigliere
31 voti
IWØHEU Massimo DI
per
il Colegio Sindacale:
IKØRSV Alberto
CRISTI
Presidente
32 voti
IKØJFQ
Vittorio ROSSETTI
Sindaco
30 voti
IWØHPJ Luca
PIROLI
Sindaco
27 voti
Il neo
C.D. pertanto condurrà il Sodalizio durante il biennio 2010-2011
L'indirizzo
per la corrispondenza è:
A.R.I. Sezione di
Viterbo
Via
San Pietro 80
01100
VITERBO
Email:
segreteria@ariviterbo.it
Tel.
392-3335411
Fax.
06-23311693
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14.
MERCATINO
RADIOAMATORIALE
Da:
Vendo
o scambio con ricevitore HF
causa inutilizzo, Trasponder
ATV
analogico
-1200/10000 Mhz
completo di antenne R/T.
IK1SLO@ALICE.IT
cell.
3474517986
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Da:
Vincenzo
ABBATANTUONO IK7WPG
iradiom@hotmail.com]
.
Per
cessata attività OM vendo tutto il materiale
rimastomi:
- kit
finali per RTX composto da nr. 2 finali Mitsubishi
C2694, nr. 2 prefinali Mitsubishi C1972, nr. 1 pilota Mitsubishi C1971, euro 60.
- nr. 2
valvole vetro di potenza RF della Philips QB3/300GA (=4-125A), NUOVE ancora
inscatolate e mai aperte
- Ventola
assiale PAPST alimentata a 220 V. completa di griglia di
protezione
- Ventola
a chiocciola EBM Made in Germany
-
Strumento analogico fondo scala 15 V. grande 7 euro
-
Strumento analogico fondo scala
-
Strumento analogico fondo scala
-
Strumento analogico fondo scala 15 V. piccolo 5 euro
-
Strumento analogico fondo scala
-
Strumento analogico fondo scala con banda rossa e scritta overload (bachelite)
nuovo ed inscatolato 20 euro
-
Strumento analogico fondo scala 100 microA. (bachelite) piccolo 13 euro
- nr 2
Strumenti analogici fondo scala 20 KV (bachelite) grande 15
euro
- nr 2
Strumenti analogici fondo scala oltre 150 valore numerico con
al centro una banda rossa (bachelite) grande 15
euro
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